mercoledì 10 febbraio 2016

Piazza Verdi sentenza TAR contro il Comune: significato e conseguenze

Relativamente alla sentenza del Consiglio di Stato n.769 del 2015 che accoglieva le tesi del Comune di Spezia sulla vertenza  avente ad oggetto il progetto di riqualificazione di Piazza Verdi,  in un post del 13 febbraio 2015 sottolineavo in questo modo le contraddizioni dei giudici di Palazzo Spada (che riporto di seguito in blu).

In un punto della sentenza di merito il Consiglio di Stato, riprendendo le tesi del Comune e dei suoi periti e avvocati, si avventura in una valutazione di merito sulla definizione dell’interesse culturale della piazza,  per cui la relazione storica della soprintendenza allegata al decreto di  dichiarazione di interesse culturale: “non è idonea a sovvertire  il giudizio di estraneità dell’alberata al progetto originario della piazza”. Peccato che qualche riga sopra questa affermazione la stessa sentenza affermi che il ruolo storico dei filari dei pini in rapporto alla piazza è: “come noto di regola insindacabile e rimesso alla discrezionalità tecnica propria della amministrazione preposta alla tutela”, e chi sarebbe questa Amministrazione preposta? La Soprintendenza ovviamente,  ma guarda a volte dove portano le forzature motivazionali!

Per un esame completo di questo post dello scorso anno vedi QUI.

Il TAR Liguria con sentenza n.133, pubblicata oggi (vedi QUI),
ha respinto il ricorso del Comune contro il nuovo provvedimento della Soprintendenza che imponeva nuove prescrizioni al progetto su Piazza Verdi alla luce in primo luogo del ritrovamento di reperti di valenza archeologica ai sensi del Codice dei Beni Culturali
In particolare,  in riferimento a quanto scrivevo nel post sopra citato del febbraio 2015, la nuova sentenza del TAR afferma: “non compete a questa istanza di giurisdizione l’apprezzamento circa la natura del rilievo storico od archeologico che può attribuirsi alle fondazioni del teatro spezzino, trattandosi di un’attività connotata da discrezionalità di prevalente natura tecnica, che è stata portata a compimento dalla p.a. titolare della funzione e che nel suo svolgimento non evidenzia tratti di illogicità od irrazionalità.”

Quindi conferma quello che avevo sostenuto non solo nel post del febbraio dello scorso anno ma che il collegio di difesa di Legambiente e Italia Nostra aveva sostenuto davanti al Consiglio di Stato: il giudice amministrativo non può sostituirsi alla Soprintendenza nel valutare il valore storico, architettonico e in questo ultimo caso anche archeologico della piazza sottoposto a vincolo ai sensi del Codice dei Beni Culturali.

In sostanza e detto in termini magari non propri giuridici ma molto concreti è come se il TAR avesse detto al Comune: <<non avete voluto fare la verifica archeologica prima di partire con il cantiere nonostante che la Soprintendenza ve lo avesse scritto in data 25/5/2012? (vedi QUI). A questo punto peggio per voi ora non potete pensare che sia il TAR a colmare una lacuna vostra e dovete quindi rispettare le prescrizioni della Soprintendenza>>.

Quali sono queste prescrizioni? Eccole:
1. Conservazione integrale della muratura circolare coeva al vecchio Teatro Politeama
2. Recupero e reimpiego delle lastre trovate durante gli scavi nella piazza
3. Documentare e segnalare i due precedenti assetti della piazza, in particolare con sistemazioni a verde integrative rispetto a quelle di progetto, tali da risultare maggiormente compensative di quelle eliminate, in termini di volume di chioma.


Dopo la sentenza del TAR il Comune ha davanti due solo possibilità:
la prima attenersi alla prescrizioni sopra riportate e quindi modificare profondamente il progetto attuale di riqualificazione della Piazza Verdi in primo luogo nel centro della Piazza, avviando una nuova procedura autorizzatoria davanti alla Soprintendenza
la seconda impugnare la sentenza al Consiglio di Stato.

In entrambi i casi i  tempi si allungheranno ma nel primo caso, sicuramente saranno meno lunghi e soprattutto il Comune dimostrerà una volta tanto di avere più interesse alla città che non agli obiettivi politici di chi lo rappresenta

Vedremo se la notte dopo la sconfitta porterà buoni consigli a Palazzo Civico…….  




1 commento:

  1. RICEVO QUESTO COMMENTO E VOLENTIERI LO PUBBLICO

    Piazza Verdi è con sempre maggiore evidenza figlia dell'arroganza, della spocchia, della superficialità, della falsità, dell'altezzosità di coloro che si sono rivelati i veri professionisti del no: no al buonsenso, no ai contatti con i cittadini, no alla democrazia, no alla trasparenza, ecc., insomma no a tutto ciò che va in direzione opposta a “comando io”. Desidero qui ringraziare i cittadini (e i giuristi) che si sono subito attivati e hanno resistito a offese, ingiurie, intimidazioni condotte dall'Amministrazione anche ricorrendo alle forze dell'ordine, episodi gravissimi che non devono essere dimenticati. Ma ora attenzione, i colpi di coda sono i più pericolosi. La speranza è che cessi la contrapposizione frontale portata avanti in questi anni dall'Amministrazione spezzina e che, ascoltando finalmente i cittadini, si trovi al più presto una soluzione che prima di tutto rispetti e non aggiri le decisioni e le prescrizioni della sentenza (già questa sarebbe una cosa insolita in questo nostro paese) e possa restituire al più presto la piazza ai suoi veri proprietari, spezzini e non.
    Gabriella Reboa

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