In questi
giorni abbiamo assistito a intense fumate dal camino della sezione a carbone
della centrale Enel della Spezia.
Oggi sul
Secolo XIX la direttrice dell’Arpal dichiara che trattasi “soltanto di vapore
acqueo, del tutto innocuo”. Aggiunge la direttrice: “risultano a posto “sia i
valori di ossido di azoto,quello da tenere sotto maggior controllo, sia ossido
di zolfo che ossido di carbonio…Enel sta lavorando molto bene, e che i
parametri sono entro i termini di legge….. La centrale non sta neanche lavorando alla potenza massima”.
Quindi
possiamo stare tranquilli le preoccupazioni lanciate in rete dai cittadini
spezzini sono solo allarmismi senza fondamento?
Purtroppo
non è così e vediamo perché….
LA QUESTIONE DEL VAPORE ACQUEO
È noto agli addetti ai lavori che le dimensioni della fumata dalla ciminiera di una centrale termolettrica
non sono direttamente proporzionali alle dimensioni dell’inquinamento, in altri
termini non è che maggiore è il fumo maggiore è l’inquinamento.
Ma questo
vuol dire che non ci sono pericoli per la salute? Vuol dire che non c’è
inquinamento?.
Non è così. Se andiamo a prendere la attuale autorizzazione alla centrale
spezzina (la c.d. AIA) vedremo che la stessa è autorizzata ad emettere per massa di fumo che esce dal camino della sezione a carbone:
4.200
tonnellate di anidride solforosa
3.200
tonnellate di ossido di azoto
220
tonnellate di polveri non captate dagli elettrofiltri
....insieme con il vapore ovviamente!
LA QUESTIONE DEI LIMITI DI
EMISSIONE
Secondo la
direttrice di Arpal le emissioni della centrale sono nei limiti di legge quindi
possiamo stare tranquilli.
La
direttrice dovrebbe sapere che i limiti di emissione sia quelli adottati per la
centrale di Spezia che quelli di legge
sono frutto di mediazioni tecnico politiche.
Non a caso questi limiti sono cambiati nel tempo. Il fatto che la centrale ora abbia limiti di
emissione più bassi rispetto al passato non significa che non inquini, non
significa che non produca danni alla salute, non significa che stia “lavorando
bene”. Potremmo su questo aprire una
discussione complessa sul rapporto tra limiti di legge e limiti di sicurezza
sanitaria, ma una cosa è certa l’attuale centrale funziona con limiti
assolutamente alti rispetto alle centrali di nuova generazione anche a carbone.
Sia
sufficiente riportare la seguente tabella di confronto tra un AIA per una nuova
centrale e quella prevista per la centrale spezzina per capire, meglio di mille
“arrampicate sugli specchi” dei nostri rappresentanti istituzionali locali, di
cosa stiamo parlando.
PRESCRIZIONI
AUTORIZZAZIONE UNICA CENTRALE ENEL DI PORTO TOLLE
|
LIMITI
STABILITI DALL’AIA PER LA CENTRALE DI SPEZIA
|
SOx 80 mg/Nm3
|
SOx 350
mg/Nm3
|
NOx 80 mg/Nm3
|
Nox 200 mg/Nm3
|
Polveri 7
mg/Nm3
|
Polveri 25
mg/Nm3
|
Significa
che voglio una nuova centrale a carbone? No di certo:
significa
che il fatto che la centrale di Spezia sia nei “limiti di legge” non da alcuna
sicurezza ai cittadini spezzini
significa
che occorrerebbe da qui alla paventata chiusura della centrale un regime
transitorio fondato sul metano, ma su questo tornerò a fine post
LA QUESTIONE DELLA ATTUALE POTENZA
DELLA CENTRALE
La
direttrice dovrebbe sapere che la minore potenza di esercizio di una centrale
non significa minore inquinamento. Senza
avventurarci in questa sede in complesse analisi tecnico scientifiche, sia
sufficiente citare il documento che l’Istituto Superiore di Sanità produsse per
il Comune di Spezia in vista del rilascio dell’AIA. Un passaggio di questo
documento affermava: ““la Sezione 3 ha
operato in modo apparentemente più continuo ma con una potenza che, escluso i
mesi di luglio ed agosto ha oscillato sempre intorno all’80% di quella nominale
e per un tempo mediamente oscillante intorno al 65% del possibile. Questa
situazione è compatibile con l’esercizio di un impianto che segue le punte
settimanali, ovvero viene posto in stand by nel week end. L’ipotetico ma
verosimile scenario sopra delineato è certamente penalizzante dal punto di
vista delle emissioni in aria poiché implicherebbe un maggior numero di
transitori e più lunghi tempi di marcia degli impianti a potenza ridotta.”
LA QUESTIONE DEL REGIME TRANSITORIO
FINO ALLA CHIUSURA DELLA CENTRALE
Ho avuto più
volte modo di spiegare in questo blog (da ultimo vedi QUI) che sotto
il profilo normativo la nuova scadenza della attuale AIA è il 2029 se la
centrale avrà ancora la certificazione EMAS oppure il 2023. Tutto questo è stato confermato da una nota
del Ministero dell’Ambiente del 16 dicembre 2014 che riguarda proprio la
centrale di Spezia (vedi QUI).
È chiaro
quindi che il rischio in atto è un mantenimento della centrale con l’attuale
regime di funzionamento come minimo fino al 2021 ma con la possibilità che, “per
esigenze di modifica dei mercati” (parole di Enel di qualche giorno fa), la centrale possa funzionare anche oltre
questa data fino addirittura al 2029, vale a dire a partire da ora altri 13 anni.
Gli
adeguamenti alla evoluzione della normativa non garantirebbero comunque limiti
di emissioni rigorosi come quelli previsti per le centrali di nuova generazione
(vedi tabella sopra) anche perché questo richiederebbe una nuova centrale con
grossi investimenti che non vuole nessuno. E non escluderei proroghe limitate nel tempo come è già avvenuto in passato per esigenze nazionali, d'altronde l'attuale AIA prevede esplicitamente che i limiti di emissione migliori rispetto a quelli del 1997 non si applichino ai momenti critici di funzionamento della centrale (punto 10.3.1. del rapporto allegato al Decreto AIA).
Quindi l’unica
soluzione è quella di imporre alla centrale un regime transitorio fino alla
chiusura della centrale fondato prevalentemente sul metano (vedi QUI).
Come arrivare
ad imporre questa regime transitorio?
LA REVISIONE
DELL'AIA PUO' ESSERE AVVIATA IN QUALSIASI MOMENTO NON ESSENDOCI PIU' SCADENZE
FORMALI DI DURATA DELL'AIA PER IL SINGOLO IMPIANTO
Il nuovo articolo 290-octies
del DLgs 152/2006 afferma che: “1. L'autorità competente
riesamina periodicamente l'autorizzazione
integrata ambientale, confermando o aggiornando le relative
condizioni.
2.
Il riesame tiene conto di tutte le conclusioni sulle BAT, nuove o
aggiornate, applicabili all'installazione e adottate
da quando l'autorizzazione è stata concessa o da ultimo
riesaminata, nonché di eventuali nuovi elementi che
possano condizionare l'esercizio
dell'installazione.”.
Quindi la revisione può essere avviata sempre se emergono
nuovi elementi significativi.
Come farli emergere?
Da un lato avviando lo studio di impatto sanitario delle centrale
sui cittadini spezzini. Avvio che ha un fondamento giuridico amministrativo
visto che per l’AIA della centrale non è mai stato rilasciato l’obbligatorio
Parere Sanitario del Sindaco che quindi potrebbe essere applicato sia in sede di autotutela dal Ministero dell'Ambiente su richiesta del Sindaco sia in sede di possibili aggiornamenti dell'AIA, per non parlare di possibili ordinanze sanitarie dello stesso Sindaco
Dall’altro, avviando un contenzioso con Enel, riprendendo le autorizzazioni del 1997 e ora
quella dell’AIA che prevedevano l’uso del metano ma non sono mai stata attuate.
Caro Marco,l'altro giorno mi hanno preso in giri,si fa per dire perchè hanno dichiarato spudoratamente che era tutto nella norma.Ma se era nella norma come mai i tecnici Arpal sono rimasti in centrale sino alle quattro del mattino,hanno fatto un pocherino?Questa notizia sfuggita al colui che mi ha risposto al telefono vuol dire molto.Qualcosa è successo eccome ma a noi non lo diranno mai.
RispondiEliminaprobabilmente è così..... la cosa grave è la assenza della politica scaricando tutto sui tecnici..... a questo punto ci vuole una nuova mobilitazione dei cittadini..... almeno provarci....
RispondiElimina