Leggo
sulla stampa locale una intervista del Presidente di Enel che dichiara "a
fine anno scade l'autorizzazione integrata ambientale per la centrale a carbone
di Spezia" . Intanto quando si parla di autorizzazione integrata
ambientale (di seguito AIA) facciamo riferimento al Decreto Ministeriale n° 351 del 6/12 /2019 (QUI)
Se uno legge quel Decreto capisce come la affermazione del Presidente di Enel così come riportata dal quotidiano La Nazione di oggi non risponda al vero!
Leggetevi, tutti , cosa dice l'AIA del 2019 all'articolo 6: "la presente autorizzazione ha durata di sedici anni decorrenti dalla data di pubblicazione...". Quindi la autorizzazione col cavolo che scade al 31/12/2021. Certo lo stesso articolo 6 afferma successivamente la chiusura del gruppo a carbone alla stessa data. Ma una cosa è la chiusura della centrale che dipende (come ormai sanno anche i sassi a Spezia tranne politici e una certa intellighenzia mass mediatica) dalle esigenze di stabilità del sistema elettrico, altra la scadenza dell'AIA che risponde a norme di legge (il testo unico ambientale prevede appunto al durata di 16 anni: comma 8 articolo 29-octies DLgs 152/2006).
Ma ve la volete leggere questa AIA del 2019 prima di parlare, intervistare, dichiarare ?
L'AIA del 2019 è costruita in modo da permettere sia la chiusura della centrale al 31
dicembre 2021 sia la sua continuazione e devo dire che solo la propaganda politichese
di questi due anni poteva tentare di far vedere di quella AIA solo le
pochissime luci nascondendo il vero disegno che ormai è ampiamente provato,
tanto che lo stesso Presidente di Enel dopo aver detto che l’AIA scade a fine
anno aggiunge “visto che per allora non saremo riusciti a realizzare la
centrale a gas bisognerà trovare un compromesso”. Più chiaro di così.
ATTENZIONE come dimostro di seguito non c’è bisogno di nessun compromesso, l’AIA del 2019 è già di per se costruita per far funzionare la centrale a carbone per altri anni.
Vediamo
perché…
I RISCHI SUL
RISPETTO DELLA DATA DI DISMISSIONE DELLA CENTRALE
Nell’AIA del 2019 era
chiarissimamente annunciato il rischio
del protrarsi del funzionamento della centrale a carbone spezzina. Infatti
nelle Premesse alle Prescrizioni (Paragrafo 9) contenute
nel Rapporto Istruttorio allegato all’AIA 2019 pur confermando l’impegno Enel a dismettere la
centrale a carbone entro il 2021 si aggiunge: “fermo restando il pronunciamento
del Ministero delloSviluppo Economico in merito alla sicurzza ed affidabilità
del funzionamento del sistema elettrico nazionale”. Qui torna in
gioco, anche se non esplicitato la problematica dettata dal Regolamento (UE)
2019/943 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sul
mercato interno dell'energia elettrica che impone agli Stati membri di
garantire tale funzionamento e affidabilità del sistema elettrico nazionale. La
questione se unita al meccanismo del capacity market che
prevede incentivi specifici pagati ai grandi impianti di produzione
elettrica per la loro disponibilità a produrre energia in caso di problemi
strutturali di sicurezza, e gli incentivi destinati agli operatori della
gestione della domanda per la disponibilità, invece, a ridurre i propri
consumi.
Non solo ma il Regolamento
UE suddetto permette di mantenere fino al 2025 impianti con rilevanti
emissioni di CO2 accedibili agli incentivi suddetti. Infatti l’articolo
22 (commi 4 e 5 vedi QUI) di detto Regolamento UE prevede che le centrali elettriche
esistenti che emettono più di 550 gr di CO2 di origine fossile
per kWh e 350 kg di CO2 in media all'anno per kW installati non potranno
partecipare ai meccanismi di capacità dopo il 1° luglio 2025. Questo
spiega la data di dismissione delle centrali a carbone di cui si
parla in Italia (appunto il 2025) e che permette ad Enel a Spezia di porre
il ricatto o centrale a gas subito oppure restiamo fino a che possiamo con il
carbone e fino al 2025 con le remunerazioni supplementari appunto
del meccanismo capacity market.
Non a caso la prescrizione
n°8 del Paragrafo 9.3. del Rapporto istruttorio allegato all’AIA
2019 afferma che: ”ferma restando la fermata definitiva della unità
SP2al31/12/2021 di cui alla prescrizione (6), ai sensi del SEN 2017 e del PNIEC
2019, l’utilizzo del carbone quale combustibile per la alimentazione del gruppo
SP3 sarebbe stata ammissibile solamente fino al 31/12/2025”.
Tutto questo appariva, già nel testo dell’AIA del 2019, una sorta ricatto o facciamo la centrale a gas subito o vi tenete il carbone per altri anni anche fino al 2025.
Infatti il Presidente Enel
nella intervista di oggi lo dichiara esplicitamente come riporto all’inizio di
questo post.
I NUOVI
LIMITI DI EMISSIONE IMPOSTI ALLA CENTRALE
Il Paragrafo 9.5 del
Rapporto Istruttorio allegato all’AIA 2019 stabilisce:
Prescrizione n° 18: nuovi
limiti di emissione su SO2, NOx, Polveri tutti inferiori a quelli previsti
dall’AIA dl 2013.
Prescrizione n°19:
monitoraggio in continuo dei parametri inquinanti SO2, NOx, CO, Polveri,
NH3(ammoniaca), Hg (mercurio).
Prescrizione n° 20: i
composti inorganici del cloro sotto forma di gas e vapori gassosi espressi come
HCl (acido cloridico), HF(acidofluoridico) e COT (carbonio organico totale)
dovranno essere monitorati trimestralmente; il valore limite di emissione sarà
considerato rispettato se la media di tre misurazioni consecutive di almeno 60
minuti ciascuna, rappresentative di almeno un’ora di funzionamento del gruppo
nelle condizioni più gravose, risulterà uguale o inferiore al limite
stesso (riferimento punto 5.12 Parte I allegato II e punto 2.3
allegato VI alla Parte V del DLgs 152/2006)
CONTRADDIZIONI
SULLA APPLICAZIONE DEI NUOVI LIMITI DI EMISSIONE
Queste prescrizioni
appaiono positive (se visti nell’ottica della chiusura della centrale a carbone
entro il 2021, ma c’è un però. Infatti in
altre parti delle prescrizioni contenute nel Rapporto istruttorio allegato al
Decreto di revisione dell’AIA ci sono affermazioni palesemente contraddittorie.
Intanto i nuovi limiti di emissione ridotti non si applicano ai periodi di avviamento e di arresto del gruppo senza che si prevede un modello di gestione di tali momenti chiaro nella revisione dell’AIA. La motivazione potrebbe essere che la centrale a carbone non essendo più considerata di base funzionerà per periodi brevi e solo su chiamata ma non mi pare convincente come motivazione visto che gli arresti e gli avviamenti ci saranno comunque.
Ma soprattutto risulta
clamorosamente contraddittoria la prescrizione n°30 del Paragrafo 9.5. .
Secondo questa prescrizione: “I limiti emissivi e le prescrizioni n°
18,19,20, dovranno essere rispettati a partire dal 18/8/2021, prima di tale
data dovranno essere rispettate le disposizioni della previgente AIA (n° 244
del 2013)”.
Tutto questo da un lato è
poco comprensibile infatti perché imporre nuovi limiti che entreranno in vigore
solo gli ultimi due o tre mesi di esistenza della centrale, dall’altro questo
posticipo di entrate in vigore dei limiti potrebbe invece spiegarsi in vista di
una eventuale proroga del funzionamento della centrale al fine di evitare una
sua uscita dal sistema degli incentivi del capacity market come descritto
sopra.
CONCLUSIONI
Se chi dibatte scrive sulla
vicenda del futuro della centrale Enel spezzina avesse letto con attenzione e
obiettività il contenuto dell’AIA 2019 probabilmente, se in buona fede, avrebbe
evitato la confusione a cui i cittadini spezzini hanno dovuto assistere in
questi due anni. Ma si sa io sono un
fantasma in questa città e questo che scrivo e dichiaro sul tema in questione
da oltre 3 anni lo leggono tutti ma fanno finta di non conoscerlo. Buona fortuna
Spezia…
P.S.
per evitare che i soliti tifosi del piffero dicano: "ehh Grondacci ma allora tu avvalli quello che c'è scritto nell'AIA del 2019?" A parte il fatto che quell'AIA non l'ho voluta io ma il Sindaco di Spezia e il Presidente della Regione Liguria, leggete cosa scrivo QUI su cosa si può fare per aggirare anche i limiti di quell'AIA e non solo.
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