mercoledì 10 marzo 2021

Politici e Amministratori regionali e spezzini: volete fermare il carbone a Spezia? Ecco cosa occorre fare…

Continuo a leggere (oggi su La Nazione ripresa anche da quotidiani locali on line) le notizie date sulla possibile proroga della centrale a carbone. Ogni volta sembra che si scopra chissà quale novità. Lo so è antipatico dire "lo avevo detto" ma non è antipatico spiegare che se siamo a questo punto ci sono responsabilità precise del governo nazionale ma anche regionale , oltre che di un dibattito locale fatto solo di slogan e battute.

Che la centrale a carbone possa continuare oltre il 2021 e perché, lo scrivo e lo spiego da oltre due anni .

Il tutto si riassume in poche parole: non serve ad un tubo dire no alla proroga e dire no alla centrale a gas e anche chiedere genericamente investimenti diversi ad Enel, se non si avvia un percorso di:

1. analisi tecnica sugli scenari energetici nazionali ed europei in cui si muove la vicenda della centrale spezzina

2. procedure amministrative e revisione di atti esistenti a cominciare dal decreto capacity market che è fondato tutto sulle fonti fossili cosa che non si basa su alcun obbligo di legge ne europea ne nazionale.

In questo post riprendo sinteticamente cosa dovrebbe fare il livello locale spezzino e regionale ligure sulla questione della durata della centrale a carbone a La Spezia e sul futuro dell’area compreso il progetto di centrale a gas. Per chi vuole approfondire la questione può accedere all’apposita sezione del mio blog QUI.

 

1. La Regione deve impegnarsi da subito non solo a dichiarare genericamente che non darà l’Intesa al nuovo progetto di centrale a gas previsto a Spezia, ma deve fin da ora impostare la motivazione di quel diniego di Intesa fondandolo sui margini di flessibilità che le norme europee sul mercato comune della energia elettrica  e il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) lasciano per decidere su quali fonti fondare la transizione al 2025 aggiungendo anche i nuovi obiettivi del Green Deal che richiedono al più presto una revisione degli stessi PNIEC;

2. sulla base di questa impostazione chiedere che vengano accelerate le conclusioni delle procedure di VIA  sui progetti relativi alle fonti rinnovabili (impianti di accumulo compresi sia da realizzare che da riattivare garantendo così la programmabilità degli impianti a fonti rinnovabili per la stabilità del sistema elettrico) come pure quelli per il potenziamento degli impianti a gas esistenti , per questi ultimi nella sola area Nord si prevedono 1200 Mwe che permetterebbero di evitare sicuramente la continuazione della centrale a carbone dopo il 31 dicembre 2021 ma, viste insieme (accumulo e upgrade centrali esistenti) anche la prospettata nuova centrale a gas a Spezia;

3. Utilizzare la pressione derivante dall’esercizio del potere di Intesa nel senso prospettato al punto 1 per avviare immediatamente un tavolo di confronto Stato Regione Enti Locali parti sociali ed Enel , dando attuazione a quanto previsto dallo stesso PNIEC a pagina 111: “Le valutazioni delle modifiche infrastrutturali eventualmente necessarie ai fini della concreta attuazione del phase out del carbone dalla produzione elettrica si baseranno sul confronto in appositi tavoli settoriali (per zone di mercato elettrico, per singolo sito e specifico per la Sardegna), con gli operatori, le autonomie locali, Terna, le parti sociali e le associazioni ambientaliste e di categoria. I tavoli hanno lo scopo di valutare le condizioni tecniche e normative, le infrastrutture necessarie, nonché le modalità di salvaguardia dell’occupazione (per la quale sono state stanziate apposite risorse)”. Questo peraltro può essere l'unico modo per dare valore alla Variante Urbanistica approvata dal Consiglio Comunale spezzino che altrimenti resterebbe superata dalla futura autorizzazione ministeriale finale sul progetto di centrale a gas.

4. sempre utilizzando la pressione derivante da quanto scritto al punto 1 aprire un confronto con il governo sulla revisione della gestione del meccanismo del capacity market [NOTA 1] attualmente tutto indirizzato a favore delle fonti fossili e del gas in particolare. Questo perché il Regolamento UE (2019/943)  che ha previsto detto meccanismo all’articolo 24 afferma che la valutazione nazionale delle risorse per garantire, nella fase di transizione alle fonti rinnovabili,  la stabilità del mercato interno della energia elettrica verrà svolta a livello regionale. Non solo ma detto Regolamento non vincola la istituzione dei meccanismi di capacità all’uso delle fonti fossili delle generazione termoelettrica e quindi neppure a tetti obbligatori da garantire come si evince dagli articoli 21 (Principi generali per i meccanismi di capacità) e 22  (principi di concezione per i meccanismi di capacità). Voglio ricorda che in Italia il meccanismo capacity market è stato approvato con Decreto Ministeriale (QUI) quindi non servirebbe neppure una legge per modificarlo. Certo ci sono le aste assegnate ma questo si può superare con un accordo al tavolo di concertazione suddetto che garantisca ai produttori la realizzazione di progetti diversi dalle nuove centrali a gas. La revisione deve essere posta fin da ora non serve rinviare la revisione del capacity market alle nuove aste del 2024 (come ho letto in una dichiarazione incauta oggi sulla stampa locale) perchè questo vorrebbe dire subire come minimo la nuova centrale a gas o comunque la continuazione fino al 2025 della centrale a carbone.

5. la revisione del meccanismo del capacity market deve essere accompagnata, da parte della Regione e degli enti locali interessati nonché i rappresentanti spezzini nel nuovo Governo Draghi,  dalla richiesta di immediata archiviazione del procedimento di VIA in corso sul progetto di nuova centrale a gas su Spezia motivandolo con la necessità rivedere gli obiettivi della transizione al 2025 secondo gli ultimi indirizzi della UE: Green Deal nonché della Comunicazione della Commissione sulla nuova strategia di adattamento ai mutamenti climatici (QUI) che porteranno a rivedere il Piano Nazionale di riprese e resilienza approvato dall’ex Governo Conte2. 


Le richieste dei punti 4 e 5 peraltro oggi possono essere facilitate dal fatto che le competenze in materia di sicurezza del sistema elettrico sono state trasferite con il Decreto Legge n°22 del 1 Marzo 2021 (QUI) al neo Ministero della Transizione Ecologica che assomma a se anche le vecchi competenze del Ministero dell’Ambiente. Insieme con queste richieste occorrerebbe anche avanzare al Ministro della Transizione la proposta di anticipare (tecnicamente possibile) una parte di quanto affermato nella nuova Strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra (QUI) presentata dal governo uscente alla UE, relativamente al rapporto tra stabilità sistema elettrico e promozione delle fonti rinnovabili.


Concludendo la Regione e l’Amministrazione Comunale spezzina insieme con la Provincia dovrebbero chiedere immediatamente un incontro al Ministero proponendo il percorso sopra riassunto. Lo faranno ? Per ora l’unico ad essersi mosso con un minimo di visione strategica è stato l’ente più piccolo di tutti quelli interessati: il Comune di Arcola

 



[NOTA 1]  il capacity market, che poggia su due criteri fondamentali: un premio alla capacità degli impianti di generazione o di accumulo determinato in modo competitivo, fornendo una redditività minima - che altrimenti non sarebbe sempre garantita – per permettere la realizzazione degli investimenti necessari a raggiungere il phase out degli impianti a carbone in un contesto di sicurezza energetica complessiva; e l’obbligo per gli operatori di rendere disponibile la capacità assegnata per soddisfare la richiesta di energia elettrica in ogni momento ad un prezzo contenuto per i consumatori, il cosiddetto prezzo strike, settato per coprire il costo di produzione più elevato nel parco di generazione italiano, limitando al contempo eventuali extra-profitti.” (Da: https://lightbox.terna.it/it)




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