Sono costretto a precisare ancora sul futuro della centrale Enel. Una parte della opposizione (PD) in Consiglio Comunale chiede al Sindaco di elaborare un progetto alternativo sul futuro dell'area perchè, loro parole, "la variante non basta" (QUI).
Ebbene secondo me è vero che non basta la variante ma in questo momento servirebbe a poco anche un progettino sul futuro dell’area Enel costruito tutto partendo dal solo livello locale.
Questa
richiesta conferma come il ceto politico locale continui a non capire che il
vero nodo di questa vicenda non sta in astratti progetti alternativi di uso
dell'area ma nel cercare soluzioni per la gestione della transizione al 2025 senza
le fonti fossili e questo comporta non rimuovere 2 questioni di fondo:
1. la revisione
del meccanismo di capacità oggi fondato quasi esclusivamente sugli incentivi a
favore della generazione elettrica da fonti fossili (QUI);
2. garantire la
stabilità (sicurezza e adeguatezza) del sistema elettrico in modo diverso dal modello attuale incentrato
su nuove centrali a gas (13.000 MWe una enormità) ad esempio accelerando la
approvazione
2.1.
dei progetti di accumulo da affiancare agli impianti da fonti rinnovabili
(altrimenti questi non garantiscono la programmabilità a servizio della rete
nazionale)
2.2
. dei progetti di upgrade di impianti a gas esistenti (oltre 1200 MWe per la
zona nord della rete elettrica nazionale) che colmerebbero in breve tempo il
deficit di 500 MWe necessarie per chiudere la centrale a carbone spezzina.
Insomma il problema non è urbanistico, è energetico ed è di livello nazionale ed europeo
Solo affrontando i suddetti due vincoli la variante urbanistica e un eventuale progetto di uso alternativo dell’area occupata dalla attuale centrale possono avere un peso. Anche perché affrontando questi due vincoli si pongono le condizioni:
1. per
chiudere la centrale a carbone al più presto
2. archiviare o
concludere con un giudizio negativo il procedimento di VIA sul progetto di
centrale a gas.
Certo un progetto di uso dell'area poteva ancora avere un senso all'epoca della presentazione del Progetto FuturE ma non ora dopo l'avvio del meccanismo di capacità o capacity market!
Oggi per uscire
dalla logica della servitù energetica per il nostro territorio occorre dare risposta ai rischi oggettivi presenti nell’attuale sistema
elettrico italiano. Sia sufficiente leggersi da ultimo l’analisi trimestrale di
inizio 2021 presentata da Enea proprio in relazione alla sicurezza del sistema
elettrico. In sostanza rispetto alla potenza installata c’è una minore capacità
disponibile come affermato anche dal Piano per l’adeguatezza del mercato elettrico
inviato dal governo italiano alla Commissione europea per l’assegnazione di
capacità di produzione elettrica al 2024 (QUI).
Questo aspetto è reso ancor più problematico visto che al 2025 si chiuderanno
definitivamente le centrali a carbone (oltre a quella spezzina) esistenti.
Afferma
Enea nella sua analisi del primo trimestre 2021: “Sebbene come detto la flessione
della domanda abbia un po’ allentato i rischi di adeguatezza, in realtà anche
nel 2020 il minimo margine di capacità “effettivo” (cioè la capacità
disponibile in eccesso rispetto alla domanda, incrementata della riserva di
sostituzione; NB: vedi nota metodologica per caratteristiche e limiti della
stima) è rimasto su valori molto ridotti. La soglia che separa l’1% delle ore
(circa 88 ore) nelle quali si è registrato il margine più ridotto si è fermata
a 4 GW, con una percentuale di capacità in eccesso sulla domanda inferiore al
10%”.
Quindi la necessità accelerare la realizzazione di impianti di accumulo e potenziamento impianti a gas è decisiva a brevissimo termine (diciamo da qui al 2022) se vogliamo uscire da una transizione ancora fondata in gran parte sulle fonti fossili.
Non affrontare questo tema, rimuovere i MWe assegnati al Gas nelle aste già tenute con il capacity market, tra cui anche quelli del progetto di centrale a gas per Spezia, vuol dire essere fuori dalla realtà.
Stupisce che forze politiche (PD ma anche la maggioranza che sostiene il Sindaco di Spezia) che si sono dichiarate iper europeiste rimuovano normative europee come quelle relativa al mercato interno della energia elettrica che impongono vincoli precisi all’Italia per garantire la continuità e quindi la stabilità del sistema elettrico nazionale integrato con quello europeo.
Il Regolamento europeo sul
mercato interno del'energia elettrica (QUI)
stabilisce (articolo 23) che sia l'ENTSO-E (European Network of Transmission
System Operators for Electricity) a delineare gli scenari di adeguatezza e
sicurezza a livello generale. Ma allo stesso tempo lascia ai gestori nazionali il
compito di definire i dettagli e le specificità di ciascun sistema, ed è qui
che c’è lo spazio per iniziative diverse dalla attuale gestione italiana della
transizione tutta fondata sul gas. Spazi che ad oggi i Governi che si sono
succeduti non hanno sfruttato. Qui occorreva e occorre una iniziativa forte
della Regione Liguria in collaborazione con i Comuni interessati e tutte le
forze politiche che a parole si dichiarano per la chiusura delle fonti fossili
nella generazione elettrica almeno a Spezia.
Finirà
che i veri populisti sono quelli che da anni urlano “contro il populismo”
magari per guadagnare una manciata di voti in più quando il prossimo anno si
voterà per il rinnovo del Sindaco a Spezia? Mi auguro di no!
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