venerdì 12 marzo 2021

Chiusura centrale a carbone spezzina: il valzer delle date e i rimpalli della politica locale regionale e nazionale

Rappresentante Enel in audizione al Senato: “la centrale spezzina potrebbe chiudere nel 2023 e comunque ci vuole la centrale a gas”.

Il Sindaco di Spezia : “unica data certa è negli atti e quelli dicono 31 dicembre 2021”.

Sbagliano entrambi!

 

Il primo perché non tiene conto che si potrebbe spengere la centrale molto prima se solo si rivedesse la logica attuale del meccanismo di capacità (NOTA 1) tutta a favore del gas nella transizione energetica dei prossimi anni.

Il secondo perché non dice fino in fondo che l'atto di cui parla (l’AIA della fine del 2019) oltre a dare la data del 31 dicembre 2021 afferma subito dopo che la centrale potrebbe durare ulteriormente per ragioni di sicurezza del sistema elettrico nazionale. Dove era il Sindaco quando ha accettato quell'atto? Dormiva? Tanto per essere chiari, ed evitare le solite stronzate dei tifosi di turno, io ho apprezzato alcune iniziative del Comune di Spezia (lo studio sul rischio ambientale e sanitario del progetto di centrale a gas, la variante urbanistica) ma tutto questo non è sufficiente se non si inserisce in una iniziativa più generale verso Regione e Governo Nazionale che sono i due veri player della vicenda.


E finiamola con la storia: “è colpa del governo” V/S “è colpa della Regione”. Siete ridicoli!  Ovvio che la responsabilità principale è del Governo ma la Regione con il suo potere di Intesa  (QUI) può fare molto valorizzando addirittura il lavoro del Comune di Spezia fatto fino ad ora come ho spiegato innumerevoli volte da ultimo nella mia intervista televisiva QUI.


Certo enormi sono le responsabilità dei Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente che si sono succeduti fino ad ora (vedremo ora il nuovo della Transizione ecologica) ma una volta accertato questo occorre ora un salto di qualità della analisi e della proposta evitando:

1. di riprodurre certe balle sulle date di dismissione come quella citata all’inizio,   

2. di rimuovere la questione della stabilità del sistema elettrico nazionale integrato con quelli degli stati membri della UE.


A questo proposito vogliamo poi parlare dei Parlamentari spezzini? Fatela finita con i comunicati, chiedete un confronto aperto con il Governo ma su obiettivi veri come spiego in questo post QUI , non sugli slogan da scaricabarile a cui assistiamo ogni settimana da oltre due anni!

Peraltro oggi tutto questo è reso più semplice proprio dal fatto che il recente Decreto Legge n°22 del 1 Marzo 2021 (QUI) ha trasferito importanti competenze energetiche al Ministero della Transizione Ecologica riducendo in gran parte il giochino dello scaricabarile tra Ambiente e Sviluppo Economico di questi anni. 


Da oltre due anni sfido amministratori locali e regionali a confrontarsi con le analisi e le proposte che faccio. Da ultimo al webinar organizzato da Legambiente a cui hanno partecipato tutti gli interlocutori tranne che il Sindaco e la Regione. Lo so per la politica ufficiale io sono un fantasma ma al di la della mia persona penso che la nostra città meriti di più che questo gioco di rimpallo delle responsabilità. Venite a confrontarvi nel merito delle questioni che pongo io, che pone il Sindaco di Arcola, che pongono le stesse organizzazioni sindacali, che pone addirittura la stessa Enel.


Quello che manca ad oggi in questa vicenda è un interlocutore politico ed istituzionale che ragioni in modo coordinato unendo forze e competenze per far cessare le servitù energetiche sul territorio spezzino.

 

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NOTA 1:  il capacity market, che poggia su due criteri fondamentali: un premio alla capacità degli impianti di generazione o di accumulo determinato in modo competitivo, fornendo una redditività minima - che altrimenti non sarebbe sempre garantita – per permettere la realizzazione degli investimenti necessari a raggiungere il phase out degli impianti a carbone in un contesto di sicurezza energetica complessiva; e l’obbligo per gli operatori di rendere disponibile la capacità assegnata per soddisfare la richiesta di energia elettrica in ogni momento ad un prezzo contenuto per i consumatori, il cosiddetto prezzo strike, settato per coprire il costo di produzione più elevato nel parco di generazione italiano, limitando al contempo eventuali extra-profitti.” (Da: https://lightbox.terna.it/it)







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