Ho sempre avuto un grande rispetto delle istituzioni e dei ruoli che dentro di esse si svolgono anche quando ho criticato le scelte che venivano approvate perché l'ho sempre fatto motivatamente nel merito e di questo i dirigenti delle pubbliche amministrazioni me ne hanno sempre dato atto almeno in passato.
Scritto questo aggiungo che il livello di arroganza a cui ho assistito nella procedura di approvazione del progetto di biodigestore previsto a Vezzano Ligure lo trovo intollerabile. Arroganza espressa sia dal livello politico e questo non mi stupisce, che dal livello dirigenziale, anche questo non mi stupisce, però mi preoccupa moltissimo perché se viene meno una adeguata terzietà della struttura tecnica diventa difficile garantire un confronto istituzionale nell'ambito democratico.
Il livello politico regionale e provinciale in questa vicenda ha sempre
rifiutato ogni confronto con i Comuni interessati trattando i Sindaci di Arcola
Santo Stefano e Vezzano come fossero degli impiegati da zittire con fastidio.
Il livello burocratico è arrivato ad interpretare in modo del tutto soggettivo le norme fino a
dichiarare cose che non corrispondono al dettato della legge e ho spiegato
questo anche nel mio ultimo post pubblicato oggi. Non solo siamo arrivati al
punto di delegittimare in sede di Conferenza dei Servizi perfino i tecnici
delle amministrazioni comunali impedendo a questi di esprimere pareri
predisposti dai loro uffici e consulenti su aspetti che in realtà la legge e la
giurisprudenza riconosce come rientranti nel diritto di critica e proposta
degli enti locali.
Siamo arrivati al punto che ad agosto 2018 si vota un
sito per il biodigestore e pochi mesi dopo (febbraio 2019) arriva una lettera
di Recos (società che vuole realizzare il biodigestore) in cui si parla di compensazioni economiche ai Comuni
interessati dal potenziale impatto del biodigestore, si afferma anche che si
stanno valutando due siti quello di Boscalino e quello di Saliceti.
A
questo punto le istituzioni competenti (Provincia e Regione in primo luogo
quali autorità preposte alla pianificazione della gestione dei rifiuti urbani)
avrebbero dovuto rilevare quanto segue:
1. il sito del
biodigestore è Boscalino come previsto dal Piano di Area spezzino e di Ambito
Regionale approvati lo scorso Agosto 2018
2. le compensazioni per
i territori con presenza di impianti inquinanti sono disciplinate dalla legge e
non possono essere decise come elargizioni patrimoniali da chi gli impianti li
vuole realizzare.
Quindi con due battute sui mass media locali l’Assessore “superava” la pianificazione decisa formalmente a livello istituzionale nell’agosto del 2018.
Siamo arrivati al punto che dirigenti regionali per zittire i tecnici di altri enti rivendicano i
loro curricula come se la fondatezza e la legittimità di un progetto non si
basasse sul rispetto di norme procedure ma sulla anzianità di servizio!
Siamo arrivati al punto, da parte della Provincia della Spezia, di rimuovere le conclusioni di una gara europea indetta da Acam SpA e aggiudicata nel 2016 con unico partecipante (Recos SpA) e con oggetto la realizzazione di un biodigestore a Boscalino per il trattamento di 20.000 t/a di organico e di 6.000 di strutturante.
Siamo arrivati al punto che per giustificare la scelta del
biodigestore a Vezzano Ligure la Vice Direttore generale Ambiente della Regione
Liguria scrive ai Comitati e Associazioni Ambientaliste: "Il Piano
Regionale rifiuti del 2015 ha individuato tra le priorità la realizzazione di
impianti per trattare il rifiuto organico IDEALMENTE INTEGRATI IN POLI
IMPIANTISTICI INTEGRATI". Dalla
valutazione di impatto ambientale alla valutazione idealmente ambientale, sic!
Siamo arrivati al punto che
dentro una Inchiesta Pubblica che dovrebbe essere il luogo dove si confrontano
su un piano di parità le tesi a favore o contro il progetto in oggetto l’autorità,
la Regione Liguria, che deve rilasciare l’autorizzazione (quindi che nella
Inchiesta dovrebbe svolgere un ruolo di terzietà e neutralità assoluta) ha
predisposto un parere in cui preventivamente dichiarava il suo favore al
progetto e poi, con i suoi dirigenti è
intervenuta nelle udienze prendendo nettamente posizione a favore del progetto
di biodigestore e questo in una fase ancora iniziale del procedimento di
autorizzazione quando l’autorità competente regionale dovrebbe vagliare tutte
le posizioni senza avere atteggiamenti precostituiti. Non solo ma la Vice Direttore Ambiente della Regione in
una lettera resa pubblica dichiara offensive le critiche, chiedendo in tono
intimidatorio di ritrattarle, che il Comitato Sarzana che Botta,
aveva sollevato sulla partecipazione dei dirigenti regionali alla
Inchiesta Pubblica sul progetto di biodigestore proposto a Vezzano Ligure.
Siamo arrivati al punto che si è tolta la parola ad un Sindaco in Conferenza dei Servizi motivandola
con il fatto che se parlava si invalidava la procedura quando anche i sassi
sanno che chi viene invitato può parlare se lo vuole chi presiede la
Conferenza. Quindi chi la presiede non ha fatto parlare il Sindaco di Santo
Stefano Magra non per ragioni di legittimità ma solo perché ha deciso di sua
autorità di non farlo parlare per poi nascondersi dietro una norma che non
esiste non avendo neppure il coraggio di ammettere che era una sua mera scelta
soggettiva oltre che un chiaro sgarbo istituzionale!
Siamo arrivati al punto che pur di non prendere in considerazione una richiesta di sospensione del procedimento di autorizzazione in corso si è volutamente confuso una istanza di sospensione con le osservazioni del pubblico. Un errore che, se fosse voluto, all’università avrebbe comportato la cacciata dall’aula degli esami in un nanosecondo!
Siamo arrivati al punto che in Provincia si è negata la possibilità di discutere una atto
presentato anche da parte della maggioranza oltre che dall’opposizione che chiedeva
la sospensione del procedimento di autorizzazione, motivando questo diniego con
il fatto che: 1.procedimento di PAUR è di
esclusiva competenza regionale quindi la discussione in Consiglio Provinciale
sarebbe inutile; 2.il ruolo della Provincia si è concluso con la
approvazione del Piano.
Due balle entrambe tanto
che nella conferenza dei servizi svolta oggi la Provincia si è pronunciata
proprio sulla autorizzazione di cui è titolare (l’autorizzazione integrata
ambientale) oltre che su un'altra minore.
Siamo arrivati al punto che il Ministro dell’Ambiente chiede con lettera
formale chiarimenti sulla procedura in oggetto e da un lato si nega l’esistenza
di questa lettera peraltro ricevuta via pec dagli uffici Regionali, ma
soprattutto anche in Conferenza dei Servizi si rimuove bellamente, da parte dei
dirigenti, una lettera che non è un documento meramente politico ma costituisce
l’avvio di un procedimento ispettivo che rientra pienamente nei poteri del Ministro.
Nonostante ciò i dirigenti regionali chiudono la conferenza senza neppure citare
la lettera e di fronte ad una richiesta di chiarimenti del Comune di Vezzano
Ligure in conferenza nonché le richieste di sospendere la Conferenza da parte
del Comune di Santo Stefano Magra e di Vezzano Ligure inviate il giorno prima,
questi non rispondo neppure come se tutto questo non esistesse.
Insomma e per concludere, per ora, in questa vicenda non siamo di fronte al classico conflitto ambientale tra chi vuole un progetto e chi invece lo osteggia.
Siamo invece di fronte ad una
reiterato comportamento di due istituzioni pubbliche (Regione Liguria e
Provincia della Spezia), sia nel versante politico che burocratico, fatto di
arroganza, mancanza di trasparenza, mancanza di rispetto verso altre
istituzioni , interpretazione soggettiva delle leggi. Insomma qui non è in gioco solo il
biodigestore qui è in gioco la terzietà della pubblica amministrazione, qui è
in gioco la distinzione dei ruoli tra livello politico e burocratico, qui è in
gioco l’autonomia degli enti locali rispetto alle scelte della Regione, qui è
in gioco il rispetto della partecipazione del pubblico, QUI E’ IN GIOCO LA
DEMOCRAZIA!
Penso che da tutta questa vicenda, al di la di quelli che potranno essere gli eventuali ricorsi al TAR, nasca la necessità di una seria riflessione politica da parte di tutti ma forse anche qualcosa di più chiamando in causa enti che hanno tra gli altri il compito di vigilare sul corretto funzionamento delle istituzioni pubbliche ad esempio la Prefettura o l'Autorità Anticorruzione nonché la Magistratura Ordinaria.
Per me il livello di
tollerabilità democratica è stato definitivamente superato!
P.S. per i tifosi di ogni parte, questi ragionamenti sulla terzietà della Pubblica Amministrazione li ho sempre fatti a prescindere dal colore politico di chi governa. Chi non lo sa vuol dire che non mi conosce e quindi non ha diritto di parola su questo punto.
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