venerdì 11 dicembre 2020

CONFERENZA DEI SERVIZI SUL PROGETTO DI BIODIGESTORE A VEZZANO LIGURE : C'E' ANCORA UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE TERZA?

Ora che la conferenza dei servizi sul progetto di biogestore previsto in località Saliceti del Comune di Vezzano Ligure si è conclusa mi sento di svolgere alcune riflessioni critiche che vanno al di la degli aspetti strettamente giuridici anche se inevitabilmente in parte tengono conto anche di questi.

Ho sempre avuto un grande rispetto delle istituzioni e dei ruoli che dentro di esse si svolgono anche quando ho criticato le scelte che venivano approvate perché l'ho sempre fatto motivatamente nel merito e di questo i dirigenti delle pubbliche amministrazioni me ne hanno sempre dato atto almeno in passato.

Scritto questo aggiungo che il livello di arroganza a cui ho assistito nella procedura di approvazione del progetto di biodigestore previsto a Vezzano Ligure lo trovo intollerabile. Arroganza espressa sia dal livello politico e questo non mi stupisce,  che dal livello dirigenziale, anche questo non mi stupisce,  però mi preoccupa moltissimo perché se viene meno una adeguata terzietà della struttura tecnica diventa difficile garantire un confronto istituzionale nell'ambito democratico.


Il livello politico regionale e provinciale in questa vicenda ha sempre rifiutato ogni confronto con i Comuni interessati trattando i Sindaci di Arcola Santo Stefano e Vezzano come fossero degli impiegati da zittire con fastidio.

Il livello burocratico è arrivato ad interpretare in modo del tutto soggettivo le norme fino a dichiarare cose che non corrispondono al dettato della legge e ho spiegato questo anche nel mio ultimo post pubblicato oggi. Non solo siamo arrivati al punto di delegittimare in sede di Conferenza dei Servizi perfino i tecnici delle amministrazioni comunali impedendo a questi di esprimere pareri predisposti dai loro uffici e consulenti su aspetti che in realtà la legge e la giurisprudenza riconosce come rientranti nel diritto di critica e proposta degli enti locali.


 

Siamo arrivati al punto che ad agosto 2018 si vota un sito per il biodigestore e pochi mesi dopo (febbraio 2019) arriva una lettera di Recos (società che vuole realizzare il biodigestore) in cui si parla di compensazioni economiche ai Comuni interessati dal potenziale impatto del biodigestore, si afferma anche che si stanno valutando due siti quello di Boscalino e quello di Saliceti.

A questo punto le istituzioni competenti (Provincia e Regione in primo luogo quali autorità preposte alla pianificazione della gestione dei rifiuti urbani) avrebbero dovuto rilevare quanto segue:

1. il sito del biodigestore è Boscalino come previsto dal Piano di Area spezzino e di Ambito Regionale approvati lo scorso Agosto 2018

2. le compensazioni per i territori con presenza di impianti inquinanti sono disciplinate dalla legge e non possono essere decise come elargizioni patrimoniali da chi gli impianti li vuole realizzare.

Niente di tutto questo. L’Assessore all’Ambiente della Regione Liguria, pochi giorni dopo l’uscita di Recos e precisamente il 18 marzo, dichiarava: "Saliceti o Boscalino? Aspettiamo progetti". Non solo ma sulla Nazione del 19 marzo 2019 dichiarava: “saranno i tecnici a decidere”. 
Quindi con due battute sui mass media locali l’Assessore “superava” la pianificazione decisa formalmente a livello istituzionale nell’agosto del 2018.

 

Siamo arrivati al punto che dirigenti regionali per zittire i tecnici di altri enti rivendicano i loro curricula come se la fondatezza e la legittimità di un progetto non si basasse sul rispetto di norme procedure ma sulla anzianità di servizio!


Siamo arrivati al punto, da parte della Provincia della Spezia, di rimuovere le conclusioni di una gara europea indetta da Acam SpA e aggiudicata nel 2016 con unico partecipante (Recos SpA) e con oggetto la realizzazione di un biodigestore a Boscalino per il trattamento di 20.000 t/a di organico e di 6.000 di strutturante. 


 

Siamo arrivati al punto che per giustificare la scelta del biodigestore a Vezzano Ligure la Vice Direttore generale Ambiente della Regione Liguria scrive ai Comitati e Associazioni Ambientaliste: "Il Piano Regionale rifiuti del 2015 ha individuato tra le priorità la realizzazione di impianti per trattare il rifiuto organico IDEALMENTE INTEGRATI IN POLI IMPIANTISTICI INTEGRATI".  Dalla valutazione di impatto ambientale alla valutazione idealmente ambientale, sic!



Siamo arrivati al punto  che dentro una Inchiesta Pubblica che dovrebbe essere il luogo dove si confrontano su un piano di parità le tesi a favore o contro il progetto in oggetto l’autorità, la Regione Liguria, che deve rilasciare l’autorizzazione (quindi che nella Inchiesta dovrebbe svolgere un ruolo di terzietà e neutralità assoluta) ha predisposto un parere in cui preventivamente dichiarava il suo favore al progetto  e poi, con i suoi dirigenti è intervenuta nelle udienze prendendo nettamente posizione a favore del progetto di biodigestore e questo in una fase ancora iniziale del procedimento di autorizzazione quando l’autorità competente regionale dovrebbe vagliare tutte le posizioni senza avere atteggiamenti precostituiti. Non solo ma la Vice Direttore Ambiente della Regione in una lettera resa pubblica dichiara offensive le critiche, chiedendo in tono intimidatorio di ritrattarle,  che il Comitato Sarzana che Botta,  aveva sollevato sulla partecipazione dei dirigenti regionali alla Inchiesta Pubblica sul progetto di biodigestore proposto a Vezzano Ligure.


 

Siamo arrivati al punto che si è tolta la parola ad un Sindaco in Conferenza dei Servizi motivandola con il fatto che se parlava si invalidava la procedura quando anche i sassi sanno che chi viene invitato può parlare se lo vuole chi presiede la Conferenza. Quindi chi la presiede non ha fatto parlare il Sindaco di Santo Stefano Magra non per ragioni di legittimità ma solo perché ha deciso di sua autorità di non farlo parlare per poi nascondersi dietro una norma che non esiste non avendo neppure il coraggio di ammettere che era una sua mera scelta soggettiva oltre che un chiaro sgarbo istituzionale!


 

Siamo arrivati al punto che pur di non prendere in considerazione una richiesta di sospensione del procedimento di autorizzazione in corso si è volutamente confuso una istanza di sospensione con le osservazioni del pubblico. Un errore che, se fosse voluto, all’università avrebbe comportato la cacciata dall’aula degli esami in un nanosecondo!


 

Siamo arrivati al punto che in Provincia si è negata la possibilità di discutere una atto presentato anche da parte della maggioranza oltre che dall’opposizione che chiedeva la sospensione del procedimento di autorizzazione, motivando questo diniego con il fatto che: 1.procedimento di PAUR è di esclusiva competenza regionale quindi la discussione in Consiglio Provinciale sarebbe inutile; 2.il ruolo della Provincia si è concluso con la approvazione del Piano.

Due balle entrambe tanto che nella conferenza dei servizi svolta oggi la Provincia si è pronunciata proprio sulla autorizzazione di cui è titolare (l’autorizzazione integrata ambientale) oltre che su un'altra minore.

 
 

Siamo arrivati al punto che il Ministro dell’Ambiente chiede con lettera formale chiarimenti sulla procedura in oggetto e da un lato si nega l’esistenza di questa lettera peraltro ricevuta via pec dagli uffici Regionali, ma soprattutto anche in Conferenza dei Servizi si rimuove bellamente, da parte dei dirigenti, una lettera che non è un documento meramente politico ma costituisce l’avvio di un procedimento ispettivo che rientra pienamente nei poteri del Ministro. Nonostante ciò i dirigenti regionali chiudono la conferenza senza neppure citare la lettera e di fronte ad una richiesta di chiarimenti del Comune di Vezzano Ligure in conferenza nonché le richieste di sospendere la Conferenza da parte del Comune di Santo Stefano Magra e di Vezzano Ligure inviate il giorno prima, questi non rispondo neppure come se tutto questo non esistesse.


 

Insomma e per concludere, per ora, in questa vicenda non siamo  di fronte al classico conflitto ambientale tra chi vuole un progetto e chi invece lo osteggia. 

Siamo invece di fronte ad una reiterato comportamento di due istituzioni pubbliche (Regione Liguria e Provincia della Spezia), sia nel versante politico che burocratico, fatto di arroganza, mancanza di trasparenza, mancanza di rispetto verso altre istituzioni , interpretazione soggettiva delle leggi.  Insomma qui non è in gioco solo il biodigestore qui è in gioco la terzietà della pubblica amministrazione, qui è in gioco la distinzione dei ruoli tra livello politico e burocratico, qui è in gioco l’autonomia degli enti locali rispetto alle scelte della Regione, qui è in gioco il rispetto della partecipazione del pubblico, QUI E’ IN GIOCO LA DEMOCRAZIA!

Penso che da tutta questa vicenda, al di la di quelli che potranno essere gli eventuali ricorsi al TAR,  nasca la necessità di una seria riflessione politica da parte di tutti ma forse anche qualcosa di più chiamando in causa enti che hanno tra gli altri il compito di vigilare sul corretto funzionamento delle istituzioni pubbliche ad esempio la Prefettura o l'Autorità Anticorruzione nonché la Magistratura Ordinaria.

Per me il livello di tollerabilità democratica è stato definitivamente superato!  



P.S. per i tifosi di ogni parte, questi ragionamenti sulla terzietà della Pubblica Amministrazione li ho sempre fatti a prescindere dal colore politico di chi governa. Chi non lo sa vuol dire che non mi conosce e quindi non ha diritto di parola su questo punto. 

 

 

 

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