Il Ministero dell’Ambiente
con una seconda lettera (QUI) alza le
mani sul progetto di biodigestore previsto in località Saliceti a Vezzano
Ligure e rinuncia a contestare
direttamente la procedura seguita dalla Regione Liguria.
I toni e i contenuti di questa seconda lettera, inviata a Legambiente La Spezia, sono ben diversi da quella precedente (QUI). Intanto la prima lettera era firmata direttamente dal Ministro la seconda da un suo consigliere a me sconosciuto.
Ma soprattutto la
differenza sta nel contenuto.
Nella prima lettera il Ministro
affermava in modo piuttosto perentorio che la procedura seguita non aveva
rispettato la pianificazione vigente che prevede come sito per il biodigestore
quello di Boscalino e aggiungeva che la procedura corretta sarebbe stata quella
di una variante al piano vigente e la applicazione della Valutazione Ambientale
Strategica, quindi di fatto dichiarando illegittima la procedura seguita
attualmente dalla regione: provvedimento unico regionale comprensivo della
Valutazione di Impatto Ambientale e della Autorizzazione Integrata Ambientale.
In particolare la
precedente lettera del Ministro così affermava:
“Gli approfondimenti
svolti dai miei Uffici non consentono di escludere la sussistenza delle
predette possibili problematiche della procedura autorizzativa avviata nel
2019, considerato anche che né l’inchiesta pubblica avviata una con DGR n° 331
del 18 aprile 2019, né le integrazioni progettuali chieste dalla Regione
Liguria in data 18 ottobre 2019, sembrano poter risolvere la questione della
compatibilità con gli strumenti di Pianificazione vigenti nella Regione
Liguria. Ritengo pertanto necessario, nello spirito del necessario principio di
leale collaborazione fra livello statale e regionale, un momento di confronto
con codesta Regione al fine di svolgere ulteriori approfondimenti circa il
progetto in questione, considerate le criticità palesate in termini di
pregiudizio ambientale e di rischio per la salute da esponenti delle comunità
locali e da numerosi portatori collettivi di interessi ambientali”
Quindi si prospettava una vera istruttoria da parte del Ministero per verificare le suddette violazioni al fine di applicare quanto previsto dal comma 3 articolo 8 della legge 349/1986 che recita: “3. In caso di mancata attuazione o di inosservanza da parte delle regioni, delle province o dei comuni, delle disposizioni di legge relative alla tutela dell'ambiente e qualora possa derivarne un grave danno ecologico, il Ministro dell'ambiente, previa diffida ad adempiere entro congruo termine da indicarsi nella diffida medesima, adotta con ordinanza cautelare le necessarie misure provvisorie di salvaguardia, anche a carattere inibitorio di opere, di lavoro o di attività antropiche, dandone comunicazione preventiva alle amministrazioni competenti.”
Alla luce di quanto sopra mi sarei aspettato che il Ministro con i suoi uffici svolgesse una vera istruttoria secondo la norma sopra citata e in coerenza di quanto avanzato nella lettera da lui firmata.
Invece la seconda lettera,
firmata dal suo consigliere si limita a concludere che le questioni poste nella
prima lettera non rientrano nella competenza del Ministero.
Ora francamente e con
tutto il rispetto per il Ministro io mi sento preso in giro e spiego perché.
Che le autorizzazioni agli
impianti e la pianificazione in materia di rifiuti siano di competenza della
Regione lo sapevamo da anni e non c’era bisogno di due lettere di un Ministero.
Quindi nessuno chiedeva al Ministero di sostituirsi alla Regione in queste
competenze ma semmai di essere conseguente a quello che ha scritto nella prima
lettera: vale a dire in base al principio di leale collaborazione aprire un
confronto vero con la Regione sul modo in cui si sta autorizzando il progetto
di biodigestore in questione.
Ma questo confronto non c’è
mai stato come sappiamo visto che la Regione ha “sbeffeggiato” la lettera del Ministro
affermando che non la aveva neppure ricevuta!
Tutto questo alla faccia
del principio di leale collaborazione tra Stato e Regione citato in entrambe le
lettere ministeriali.
Ma c’è di più perché a
questo punto risulta smascherata anche la ambiguità che avevo notato nella
prima lettera quella firmata dal Ministro personalmente: il fatto che non
venissero citati i poteri di vigilanza diffida e poteri inibitori che il
Ministro ha in caso di rischio di danni all’ambiente per le procedure seguite
dalle Regioni (vedi il sopra citato comma 3 articolo 8 legge 349/1986). Speravo che la mancata citazione fosse solo
dovuta al fatto che prima di esercitarli il Ministro voleva far svolgere una
istruttoria dai suoi uffici e attendere il confronto con la Regione. In realtà
entrambi non ci sono stati come dimostra la seconda lettera del Ministero.
Eppure il rischio di danno
potenziale all’ambiente e alla salute pubblica c’ è visto che il sito scelto
(in violazione della pianificazione vigente) è troppo vicino sia al fiume Magra
oltre, cito dalla prima lettera firmata dal Ministro, alla: “vicinanza del sito alle
falde acquifere che alimentano l’approvvigionamento idrico per tutto il
comprensorio spezzino con circa 150.000 utenti, rischi che sarebbero avvalorati
anche da un autorevole studio geologico presentato in sede d’inchiesta pubblica
di VIA e pervenuto al Ministero.”
Gli elementi per una vera
istruttoria del Ministero c’erano, le norme per intervenire c’erano ma al
Ministero alla fine si sono voluti nascondere dietro la ritrita questione delle
competenze che in questo caso e nel senso sopra esposto non è neppure vera!
Ci ripenseranno al Ministero? Non lo so per ora le cose stanno come ho scritto sopra...
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