mercoledì 3 luglio 2019

Accordo su indirizzi per il nuovo PRP a Spezia: regole astratte, scarsi contenuti, violazioni del PRP del 2006


La Amministrazione che governa il Comune di Spezia da oltre due anni ci ha abituati a vendere meriti non suoi. Lo ha fatto recentemente dichiarando che grazie a loro sarebbe finito l’uso del carbone nel 2021 nella centrale Enel quando invece tutti sanno che questa è scelta annunciata dal Enel nel 2015 e soprattutto contenuta nei Piani energetici sia del Governo Nazionale precedente che dell’attuale, nonché di indirizzi della UE.

Ora il Sindaco di Spezia cerca di spacciare come frutta di una grande mediazione tra Comune e Autorità di Sistema Portuale il Documento di Pianificazione Strategica di Sistema (di seguito DPSS). Afferma il Sindaco che l’accordo procedimentale raggiunto con l’Autorità di Sistema Portuale è “finalizzato a superare le criticità di una legge in grado di pregiudicare e comprimere fortemente alle sole aree cittadine di waterfront le capacità di programmazione, controllo e coordinamento di palazzo civico sulle aree portuali”. Per leggere la intera documentazione vedi QUI.

In realtà non c’è nessuna vittoria strappata dal Comune alla Autorità di Sistema Portuale in quanto la nuova legge quadro sui porti prevede comunque un ruolo rilevante ai Comuni se lo sapranno esercitare ovviamente!


LA PROCEDURA DI APPROVAZIONE DEL DPSS DOPO LA RIFORMA DEL 2017 (articolo 5 legge 84/1994)

Il nuovo piano regolatore di sistema portuale
Il nuovo articolo 5 della legge 84/1994  prevede: "Il piano regolatore di sistema portuale è  lo strumento  di pianificazione del sistema dei porti ricompresi nelle  circoscrizioni territoriali delle Autorità di sistema portuale (nel caso nostro  Spezia e Carrara). Il piano si compone di  un Documento  di  pianificazione strategica di sistema (DPSS)  e  dei  piani regolatori  portuali  di ciascun porto".

Il documento di pianificazione strategica di sistema (DPSS)
Le Autorità di sistema portuale redigono un documento di pianificazione strategica di sistema, coerente con il Piano generale dei trasporti e della logistica (PGTL) e con gli orientamenti europei in materia di portualità, logistica e reti infrastrutturali  nonché con  il  Piano  strategico  nazionale della  portualità  e  della logistica. Il DPSS:
a) definisce gli obiettivi di sviluppo e i contenuti sistemici di pianificazione delle Autorita' di sistema portuale;
b) individua e perimetra le aree  destinate a funzioni strettamente portuali e retro-portuali, le  aree di interazione porto-città e i collegamenti infrastrutturali di  ultimo miglio di tipo viario e  ferroviario  coi  singoli  porti del  sistema  e  gli attraversamenti del centro urbano;
c) prevede una relazione illustrativa che descrive gli  obiettivi e le scelte operate e i criteri seguiti anche in chiave di indirizzo per la redazione dei singoli piani regolatori portuali (nel nostro caso Spezia e Carrara).


La procedura di approvazione del DPSS e il ruolo del Comune
I Comuni all’interno del DPSS hanno un ruolo importante perché definiscono la pianificazione delle aree con funzione di interazione porto-città previo parere della competente Autorità di sistema portuale.
I Comuni devono fornire un parere sul DPSS.
Il DPSS è adottato dal Comitato di gestione della Autorità di Sistema Portuale. Nel Comitato di gestione partecipa anche un rappresentante del Sindaco che fa parte dell'ambito di competenza della Autorità di sistema Portuale ex AP di Spezia e Carrara.  
Il DPSS è approvato dal Consiglio Regionale previa intesa con il Ministero delle Infrastrutture e con la Regione Toscana (nel caso nostro: porti Spezia -Carrara).  L’Intesa avviene attraverso una conferenza dei servizi a cui partecipa  anche il Comune ai sensi della legge 241/1990. Se ci fosse dissenso in sede di  Conferenza dei Servizi si applica l’articolo 14-quinquies. Questa norma prevede che se Regione e Comune (partecipanti alla Conferenza) sono dissenzienti possono fare  opposizione al Presidente del Consiglio dei Ministri. Peraltro se il Piano è sottoposto a VAS si applicano le procedure del testo unico ambientale (questo per interpretazione estensiva del comma 4 articolo 14-quinquies della legge 241/1990 dove si parla di VIA, mente qui si tratta di VAS ma il principio è lo stesso).

D’altronde a conferma di un ruolo tutt’altro che secondario riconosciuto al Comune, dalla nuova legge sui porti , si vedano le linee guida per la elaborazione dei Piani Regolatori di Sistema Portuale approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici  (Marzo 2017) .  In particolare in queste linee guida in relazione al ruolo del Comune nella nuova pianificazione portuale si afferma:  il  Documento di pianificazione strategica di sistema può definire un modello di gestione “ad hoc” sia del processo di redazione e che della successiva implementazione del PRdSP (modello di  governance della pianificazione portuale). In altre parole, può utilmente svilupparsi uno strumento operativo attraverso il quale:
costituisce strumento a supporto del raggiungimento di pre-intese con le Amministrazioni Comunali interessate, in quanto consente di confrontarsi preliminarmente sugli obiettivi di PRdSP, al fine di una loro preventiva condivisione…
il PRdSP deve strutturarsi in modo da poter assumere una dimensione condivisa; in qualche modo, deve anticipare fattivamente le intese, le verifiche di coerenza con i  piani territoriali e i programmi infrastrutturali esistenti o in corso di definizione. E’ proprio in questo contesto di opportunità che si inserisce il DPSS. Il suo ruolo, infatti, è   quello di definire preliminarmente obiettivi integrati (tecnici ed ambientali), anticipando così i nodi critici della fattibilità amministrativa, tecnica, urbanistica ed ambientale, per pervenire a condivise politiche del territorio e ad una procedura di approvazione del piano che effettivamente coordini la valutazione tecnica ed ambientale del piano medesimo.”


Contenuti del nuovo Piano Regolatore Portuale (PRP)
Il PRP delimita/disegna l'ambito e l'assetto complessivo delle aree destinate a funzioni strettamente portuali e retro-portuali e agli assi di collegamento viario e ferroviario, come individuate nel DPSS  approvato,  quali quelle destinate alle attività commerciali e crocieristiche, al diporto, alla produzione industriale,  all'attività cantieristica e alle infrastrutture stradali e ferroviarie,  e di dette aree individua analiticamente anche le caratteristiche e la destinazione  funzionale.

Parametri di riferimento per la redazione del PRP
I PRP sono redatti in attuazione del Piano strategico nazionale della portualità e della  logistica e del DPSS nonché in conformità alle Linee guida emanate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e approvate dal Ministero delle infrastrutture  e dei trasporti.  Nelle more di aggiornamenti, dopo la riforma del 2017, le linee guida le trovate QUI.


Procedura di approvazione del PRP
Il PRP è adottato dal Comitato di gestione, previa intesa con i comuni territorialmente interessati con riferimento esclusivo alla pianificazione delle aree destinate a funzioni di interazione porto-città. Anche in questo caso come per il DPSS l’intesa avviene con conferenza dei servizi ai sensi della legge 241/1990 e come già affermato nelle linee guida del Consiglio Superiore dei lavori pubblici trattasi di Intesa Forte non aggirabile facilmente.
Dopo l’adozione c’è il parere  di  competenza  al Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Segue il Parere motivato che conclude la procedura di VAS.
Infine l’approvazione del Consiglio Regionale.


Rapporto tra PRP e PUC
Le previsioni del piano regolatore portuale  non  possono contrastare con gli strumenti urbanistici vigenti quindi per il nostro caso con il Piano Urbanistico Comunale spezzino

PER IL TESTO COORDINATO DELL'ARTICOLO 5 LEGGE 84/1994 E SUCCESSIVE MODIFICHE (VEDI  QUI). 


Insomma i poteri del Comune sono ben definiti dalla legge e dagli indirizzi ministeriali, semmai il vero problema è come vengono attuati questi poteri.
E qui come si dice “casca l’asino”.


COSA MANCA NELL’ACCORDO PROCEDIMENTALE PROPEDEUTICO ALLA APPROVAZIONE DEL DPSS
A Pagina 50 del DPSS si legge: “Le previsioni future, basate soprattutto sulle previsioni di completamente delle opere previste dal PRP vigente, saranno invece sviluppate nei paragrafi seguenti…”, paragrafi che confermano la vecchia impostazione della attuazione del PRP del 2006 portata avanti dalle Amministrazioni precedentei.
Insomma quello che è stato deciso del vigente PRP va avanti e non si cerca minimamente di far rispettare quanto indicato dal provvedimento di VIA del Ministero dell’Ambiente ma anche dello stesso Consiglio Regionale che approvò il PRP e che prevedeva ad esempio:
1. la elaborazione di schemi di assetto urbanistico relativi ai diversi ambiti di attuazione del PRP in primo luogo l'ambito del porto commerciale dedicato al traffico container che dovrebbero definire puntualmente le definitive destinazioni d'uso, i parametri e le modalità attuative (ad esempio la quantità di traffico container e il relativo dimensionamento reale delle banchine)
2. la valutazione sulla prevista consequenzialità nella realizzazione delle opere connesse all’attuazione del PRP al fine di verificare che risulti in grado di  ridurre , preliminarmente , le cause di impatto sulle componenti ambientali prima di procedere al completamento delle opere vere e proprie destinate a potenziare le attività produttive portuali attraverso il potenziamento di   moli e  banchine 

In realtà in questi anni sono stati i colpi di mano, in violazione del vigente PRP (del 2006) che hanno caratterizzato lo sviluppo del porto come nel caso dell’ampliamento del molo Garibaldi (vedi QUI).  Certo qui grande è la responsabilità delle Amministrazioni Comunali passate ma diciamo anche che visto che la nuova Amministrazione Comunale parla di grandi accordi strappati alla Autorità di Sistema Portuale, qualcosa di più sulla attuazione del vigente PRP si poteva ottenere invece della frasetta sopra riportata.

Non solo ma Pagina 7 della delibera di approvazione del Parere favorevole del Comune al DPSS si afferma:  “- esaminata in particolare la proposta di delimitazione delle aree di interazione porto-città contenuta nel suddetto DPSS, il Comune della Spezia ha richiesto la implementazione delle aree di interazione,in modo da ricomprendervi l’intera città portuale, da trasformare nella cosiddetta Fascia di rispetto, e la cui pianificazione dovrà essere demandata al PUC anziché al prossimo PRP, e quindi i relativi interventi sottoposti ad a autorizzazione esclusivamente comunale”.
Anche qui la domanda viene spontanea :  abbiamo ottenuto una implementazione delle aree di interazione porto città su cui, come visto sopra, il Comune ha più poteri, bene ma per farci cosa. Vogliamo parlare della fascia di rispetto?  Quando arriverà la futuribile (sic!) pianificazione comunale la fascia di rispetto sarà stata bella che cotta e servita, della seria questi spacciano una fascia di rispetto che verrà rimuovendo quella che la Autorità Portuale sta realizzando, in modo diametralmente opposto a quanto previsto dallo stesso Ministero dell’Ambiente (nel provvedimento di VIA che ha accompagnato la approvazione del PRP del 2006).  Vi invito a leggere questo post QUI.!

Peraltro protocolli e parere vari o meno, Il Sindaco potrebbe fare molto di più, in termini di valutazione della attuazione del vigente PRP,  e in questo post QUI, spiego come e molto di quanto scrivo poteva essere inserito nell’accordo procedimentale propedeutico al parere favorevole al DPSS.

Non solo ma sulle emissioni in aria il Sindaco, nella sua qualità di massima Autorità Sanitaria sul territorio comunale, può chiedere ad ASL o ad altri enti competenti (penso all’ISS ma anche ad istituti universitari) di implementare sia lo studio di Arpal sugli inquinanti da attività nei porti liguri vedi QUI, sia altri studi svolti a livello  europeo nei vari porti degli stati membri vedi QUI.  Ad esempio del tavolo di  confronto, previsto dalla Regione con DGR del novembre 2018, per sviluppare nuovi monitoraggi che ne è stato? È l’ennesimo protocollo (vedi QUI) di fantasia come i precedenti?.

Infine il Comune avrebbe dovuto far inserire nell’accordo procedimentale un impegno alla Autorità di Sistema Portuale protocollo operativo sulla prevenzione del rischio di incidente portuali secondo le linee guida proposte dal sistema delle Arpa  (ora Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente – SNPA) vedi QUI.  Infatti il  Porto di Spezia non ha più ne un rapporto di sicurezza portuale e neppure un piano di sicurezza portuale cioè i due documenti che dovevano, il primo fotografare il livello di rischio di incidente in porto anche in considerazione dei nuovi interventi previsti non solo portuali, il secondo gli indirizzi operativi per prevenire e/o gestire il rischio di incidenti.  




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