Dopo
la audizione dei Comuni interessati (Vezzano Ligure, Santo Stefano Magra,
Arcola) nonché di comitati e associazioni ambientaliste nella IV Commissione del Consiglio Regionale,
la Giunta Regionale ha prodotto un comunicato
(QUI)
ed un documento più tecnico (QUI) che cerca di smentire quanto affermato dagli
auditi.
Il
documento è chiaro: il progetto si deve
fare dove e come richiede Recos SpA (società di Iren).
Il
documento della Regione è chiaro:
1. Il
sito di Saliceti, per il progetto di biodigestore, è coerente con la
pianificazione vigente provinciale e regionale
2. Il
sito di Saliceti è stato valutato all’interno del procedimento che ha portato
al Piano di Area Provinciale in quanto coerente con i siti individuati nel
vecchio Piano Provinciale del 2003
3. Sarà
la VIA a decidere la compatibilità del progetto di biodigestore con il sito di
Saliceti
I
primi due assunti non rispondono alla lettera degli atti di pianificazione approvati, il terzo invece conferma che l’Inchiesta
Pubblica sarà una farsa, rispetto a quanto dichiarato nel documento regionale, in quanto servirà non a discutere di alternative di
sito o di tipologia di impianto ma semmai a valutare delle prescrizioni per
rendere compatibile il progetto di Recos con il sito di Saliceti.
Dopo
questo documento, dopo un atteggiamento di totale chiusura al dialogo con la
comunità locale da parte di Provincia e Regione, partecipare alla Inchiesta
Pubblica costituisce un triplice errore: politico, metodologico e giuridico.
POLITICO perché è chiaro che dai suddetti
documenti la Regione ha già deciso sito, impianto, e quantità di rifiuti da
trattare e non tornerà indietro non solo ma alla base di ciò c'è un principio
inaccettabile per chi crede nella pianificazione pubblica: i privati possono fare gli impianti dove vogliono a prescindere dai
piani. Il documento della Regione,
ipocritamente, lo definisce “regime di liberalizzazione”. In realtà chiedere di
spostare il sito da Arcola a Saliceti perché, come affermano i rappresentanti della Regione: "occorre una capacità di
trattamento di 60.000 ton/anno e non di 25-30.000 come invece prevede il Piano
di Area per il sito di Boscalino in quanto inadeguato a tali dimensioni delle quantità di rifiuto trattate", non risponde alla verità degli atti. Il piano di Area, approvato nell'agosto 2018, prevedeva le
potenziali 60.000 ton/anno anche per Boscalino quindi lo spostamento di sito risponde solo ed
unicamente alle esigenze di tecnico/economiche della società Recos.
METODOLOGICO perché, e su questo credo di
avere una certa esperienza se me lo consentite, la impostazione della Inchiesta si basa su un pregiudizio tecnico (non
esistono alternative al sito di Saliceti) quindi renderà impossibile una
valutazione per scenari che peraltro è ulteriormente impossibile, sempre da un
punto di vista metodologico perchè occorreva uno strumento di pianificazione e
non un confronto sito specifico.
GIURIDICO perché partecipando alla
inchiesta, producendo documenti e interventi verbalizzati si contribuirà a
sanare in parte i vizi della procedura fino a ora svolta che riguardano non
solo la pianificazione ma anche una adeguata partecipazione del pubblico dentro
una procedura per scenari di area vasta come prevede la VAS.
Quindi
chi parteciperà, comitati e associazioni, deve sapere che avvallerà questi tre
errori e soprattutto con l’ultimo regalerà argomenti giuridico amministrativi a
Regione, Provincia e Recos nel loro intento chiarissimo: realizzare il
biodigestore a Saliceti “senza se e senza ma”! Buona finta partecipazione...
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