In un post precedente (vedi QUI) ho analizzato
compiutamente la situazione della mancata bonifica del Golfo della Spezia
nonché delle problematiche legate alla cattiva gestione dei dragaggi in atto da
tempo nell’area portuale. In particolare ho cercato di dimostrare, citando
sempre documenti ufficiali:
1.la
bonifica del golfo non è praticamente stata svolta se non per aree limitate e
poco significative (ad eccezione come spiegherò di seguito per il Molo
Garibaldi)
2. il
dragaggio svolto nel Molo Garibaldi ha
violato le prescrizioni del progetto Icram e del capitolato speciale di
appalto.
Concludevo il post precedente ipotizzando
tre ipotesi di reato: violazione delle prescrizioni di bonifica, omessa
bonifica, disastro ambientale.
In questo nuovo post voglio invece
chiarire due aspetti poco messi in rilievo nella discussione pubblica di
questi giorni:
il primo: lo stato dell’inquinamento presente nella zona del Molo
Garibaldi e i rischi quindi connessi ad una rimozione non corretta degli inquinanti con relativa dispersione all’interno del nostro golfo di materiali con sostanze inquinanti altamente pericolose per salute e ambiente;
il secondo: cosa deve essere pubblicato da parte delle Autorità competenti al fine di verificare l'esistenza di un rischio ambientale nel nostro golfo e nelle aree sensibili vicine.
La questione è nota per il cenacolo ristretto degli addetti ai lavori ma non per cittadini spezzini e questo breve post vuole
essere rivolto proprio a loro…..
LE MAPPE DELL’INQUINAMENTO NEL MOLO
GARIBALDI
Guardiamo questa due
mappe tratte dal Progetto Preliminare
dell’Icram (il documento che ha chiarito il livello di diffusione
dell’inquinamento del golfo di Spezia) alla sinistra ci sono le aree più
inquinate del Golfo (quelle in rosso) mentre a destra trovate la mappa con le aree da dragare
Premesso che la mappa alla vostra sinistra conferma quanto poco si sia bonificato nel nostro Golfo in generale come sostengo da anni, possiamo affermare che sovrapponendo le due mappe
nella zona del Molo Garibaldi risulta chiaramente come soprattutto l’area in
testa al molo ma anche intorno ad esso soprattutto verso ponente, ma non solo, sia in zona
rossa cioè tra quelle più inquinate.
A pagina 104 del Progetto
Preliminare dell’Icram si legge: “ Da una
visione complessiva si identificano alcune aree la cui contaminazione risulta
particolarmente critica: l’area del Seno della Pertusola, il settore nord
occidentale del Porto Mercantile (dal Molo Garibaldi alla Darsena Duca degli
Abruzzi) ed il tratto costiero orientale, d Cadimare al Seno di Panigaglia. In
alcune di queste aree concentrazioni molto elevate di metalli e contaminanti
organici si spingono anche alle profondità maggiori.”
LIVELLO DI PROFONDITÀ DELL’INQUINAMENTO
NELLA ZONA DEL MOLO GARIBALDI
Peraltro il progetto Icram
analizza il livello di inquinamento fino a 3 metri mentre il dragaggio previsto
nel capitolato di appalto speciale prevede di arrivare fino a quota -11metri.
Da questo punto di vista è
interessante quanto affermato a pagina 49 del documento Icram: “Il maggior grado di contaminazione e la sua
maggiore estensione si rileva nei primi 70-100 cm. Infatti, dopo il primo
metro, la contaminazione si concentra quasi totalmente, a parte un paio di hot spots, in aree
molto circoscritte, in prossimità di moli, banchine, insenature, dove, oltre a essere
presente un’intensa attività antropica, è forte la tendenza all’accumulo dei
sedimenti: il Seno della Pertusola, i Cantieri Navali Muggiano e Beconcini, l’area
Mariperman, Porto Lotti, Molo Pagliari, i Moli Ravano, Garibaldi, Italia, Mirabello, la
banchina Morin, Cadimare, i Seni del Fezzano, di Panigaglia e de Le Grazie.”
Molto interessante anche
quanto affermato, sempre nel documento Icram, a pagina 49: “nei primi 50 cm di spessore vi sono zone in
cui le concentrazioni dei contaminanti raggiungono livelli estremamente
elevati. Tali zone sono: il tratto di costa che va dall’imboccatura orientale
fino ai Cantieri Navali Muggiano (compreso il Seno della Pertusola), porto
Lotti, i moli Garibaldi e
Italia, il Molo Mirabello, Cadimare e i seni del Fezzano e di Panigaglia. Negli strati più profondi le aree che presentano
livelli di concentrazioni così critiche sono molto più ridotte, e si limitano alle sole aree dell’ex
Fonderia di Piombo e del Molo Garibaldi.”
INQUINANTI PRESENTI NELLA ZONA DEL MOLO
GARIBALDI
A conferma di quanto sopra
riportato dal documento Icram (pagina da 114 a 117) si evince che la zona del
molto Garibaldi è caratterizzata soprattutto nella parte antistante la testata
del molo per concentrazioni di inquinanti sia organici che metallici.
In particolare dal
documento Icram risultano concentrazioni
elevate nella zona del Molo Garibaldi dei seguenti inquinanti:
Mercurio (pag. 52), i massimi livelli
determinati sono intorno a 4-6 mg/kg, e le aree interessate sono solo Molo
Garibaldi e Molo Mirabello (pag. 56).
Piombo (pagina 56),
dopo il primo metro, le situazioni più critiche rimangono il Seno della
Pertusola e Molo Garibaldi.
Zinco (pagina 61): nei primi 50 cm si osserva la massima estensione della
contaminazione, che interessa il tratto di costa dall’imboccatura orientale
della rada fino ai Cantieri Navali Muggiano, da Mariperman al Molo Pagliari, i
moli Garibaldi, Italia e Mirabello, dalla Darsena Militare al Seno di
Panigaglia, e parte del Seno delle Grazie.
Oltre il metro di profondità sono presenti ancora aree con
concentrazioni notevoli di Zn, quali: ….. Molo Garibaldi (pag.64). Tra i due e i tre metri permangono alcuni hot spots in
prossimità del Molo Garibaldi, Molo Italia e banchina Morin (pag. 65).
Composti organostannici[1] (TBT): nel
Molo Garibaldi (in quest’ultimo fino a 150 cm di profondità) sono state
determinate concentrazioni superiori ad un ordine di grandezza del valore di
intervento (pag. 70).
Rame: Le aree interessate dalla
elevata presenza di rame sono…… Molo Garibaldi (pag. 70)
Cadmio: il Molo Mirabello e
l’area tra il Molo Garibaldi e il Molo Italia sono quelle con una superficie
più estesa (pag. 75). L’area settentrionale, tra il Molo Garibaldi e il Molo
Mirabello, continua ad essere contaminata anche negli strati più profondi (pag.
79).
Idrocarburi pesanti: riscontrati
nel primo metro a concentrazioni estremamente elevate…. Molo Garibaldi (pag.
94). Oltre i
due metri le concentrazioni più critiche sono state determinate nel Molo Garibaldi
(pag.99).
Stagno: concentrazioni
più alte della media… Molo Garibaldi (pag. 99).
Cobalto: concentrazioni
superiori alla media…Molo Garialdi (pag.99)
LA QUESTIONE DELLE AREE DI INCERTEZZA ANCHE
PER IL MOLO GARIBALDI
Non solo ma nella zone di
levante del Molo Garibaldi quella interessata proprio dall’ultimo ampliamento
dello stesso è presente un area di
incertezza (si veda mappa documento Icram pagina 107 e seguenti). A pagina
106 del documento Icram si legge “Su tali
aree non si può escludere la necessità di una bonifica e di conseguenza prima
di procedre a qualsiasi tipo di intervento, sarà necessario un ulteriore
approfondimento di indagine. In considerazione delle caratteristiche delle aree
specifiche, tale approfondimento potrebbe essere spinto anche oltre le
profondità di indagine previste dal piano Icram”. Domanda: sono state fatte
queste verifiche su queste aree?
LA QUESTIONE DEL PIANO DI MONITORAGGIO
Mi riferisco al Piano di Monitoraggio per le attività di
bonifica dei fondali esterni al Palancolato del Molo Garibaldi in attuazione
del Progetto preliminare dell’Icram sopra citato.
Prevede in generale
specifiche e puntuali modalità di controllo della attività di dragaggio al fine
di prevenire:
1. l’aumento della
torbidità con risospensione dei sedimenti
2. la mobilizzazione dei
contaminanti associati alle particelle in sospensione
3. alterazioni negli
impianti di mitilicoltura e di ittiocoltura
4. alterazioni delle
biocenosi sensibili (comunità delle specie marine come le praterie di posidonia)
Ciò dovrà essere svolto
con apposite sonde (tre: fisse e mobili) e con prelievi di campioni di acqua.
Il tutto con una tempistica dei momenti di prelievo molto stringente e cadenzata.
Ad oggi non abbiamo ancora avuto la pubblicazione di un report che puntualmente chiarisse il rispetto di quanto sopra ma dichiarazioni e verbali di controllo confusi e contraddittori se non addirittura reticenti da parte di Autorità
Portuale, Arpal e Capitaneria. Basti pensare che Arpal a febbraio di questo anno, dopo i primi episodi di diffusione della torbità nel golfo dichiara che le modalità di dragaggio vanno riviste, mentre oggi si afferma che tuttosommato non dovrebbe essere il dragaggio ad avere creato il problema (sic!).
INFINE: IL RISCHIO ECOTOSSICOLOGICO IN
GENERALE NEL GOLFO DI SPEZIA
L’insieme di queste aree
inquinate da bonificare secondo il documento Icram presenta rischi alti di tipo
eco tossicologico[2] come
affermato a pagina 102: “dalla
integrazione dei dati ecotossicologici emerge una situazione complessiva negativa. La
maggior parte dei sedimenti saggiati, infatti, è in grado di provocare effetti
tossicologici acuti importanti, sia nella frazione solida che liquida. Ciò denota
la presenza di miscele complesse di contaminanti di natura organica ed
inorganica in forma di concentrazione biodisponibile per gli organismi.”
Su questo aspetto una
questione che fino ad ora non è stata chiarita dagli organi competenti è se la
attività di dragaggio ha rispettato quanto previsto dal Piano di Monitoraggio
citato in precedenza. Si veda il punto
2.2 di del Piano di Monitoraggio relativo al controllo degli effetti della
bonifica sugli organismi che formano l’ecosistema golfo spezzino. Questa parte
del Piano di Monitoraggio prevede stazioni di controllo per indagini eco
tossicologiche precisando le tipologie
di controlli ma anche le tempistiche di controllo.
Fino ad ora non è stato prodotto alcun rapporto
ufficiale che dimostri il rispetto di quanto sopra da parte degli organi
preposti: Autorità portuale, Capitaneria, Arpal. Basti
confrontare quanto previsto dal Piano di Monitoraggio con quanto fino ad ora
dichiarato e pubblicato da Arpal:
punto 2.2.2.
tempistica e frequenza delle indagini eco tossicologiche
punto 2.2.3.
tipologia ed ubicazione delle aree per il controllo microbiologico sugli
organismi
punto 2.2.4.
tempistica e frequenza per il controllo
microbiologico sugli organismi
punto 2.2.5.
tipologia ed ubicazione delle aree per il controllo qualitativo delle biocenosi
sensibili (es. praterie di posidonia, quindi organismi stanziali anche nelle
aree limitrofe del nostro golfo)
punto 2.2.6.
tempistica e frequenza per il controllo qualitativo delle biocenosi sensibili
Per ognuna delle seguente
attività di controllo il Piano di Monitoraggio prevede verifiche prima durante e dopo la attività di dragaggio con frequenze piuttosto brevi (anche solo 10 giorni da un controllo all’altro).
Quanto sopra nonostante sia
ormai chiara la violazione dell’articolo 51 del capitolato di appalto per le
operazioni di dragaggio dei fondali antistanti il Molo Garibaldi, articolo che
prevede che gli escavi dei fondali devono: “minimizzare
od eliminare la perdita di materiale con conseguente ridotta produzione di
torbidità e di dispersione dei contaminanti”.
[1] Queste sostanze hanno effetti devastanti
sul sistema ormonale di alcune specie, e anche gli esseri umani potrebbero
correre dei rischi se consumassero pesci contaminati. Si tratta di composti capaci di alterare persino le
caratteristiche sessuali degli organismi colpiti, con gravissime ripercussioni
sulla riproduzione
[2] La tossicologia è la scienza interdisciplinare che
studia gli effetti avversi dovuti all’interazione tra un organismo e qualsiasi
sostanza in grado di modificarne l’equilibrio attraverso una alterazione dei
processi biochimici e molecolari.
Nessun commento:
Posta un commento