Vedo che in città
ambientalisti, politici e sindacalisti continuano a disquisire sul futuro della
centrale Enel a carbone, ponendo al centro solo le questioni della dismissione e della
occupazione. Temi certamente rilevanti ma che rischiano di sviare dai veri
problemi a breve medio termine (diciamo i prossimi 5-10 anni).
Il problema della centrale Enel a medio termine non è nella occupazione (peraltro distrutta da 30 anni di
ristrutturazioni nel silenzio sindacale e politico anche delle sinistre
cosiddette alternative). Su questo voglio in particolare sottolineare come nessuno in questi 25 anni abbia posto la soluzione sugli aspetti occupazionali che poneva il referendum
ambientalista vinto all’inizio degli anni 90 del secolo scorso… ma si sa questa è
una città che non ha memoria. Quel referendum non era solo centrato sulla dismissione ma poteva diventare una piattaforma per rilanciare l'occupazione nell'energia unendo sindacati e ambientalisti....ma ormai è andata da tempo questa possibilità per i ritardi culturali di un sindacato chiuso e corporativo come gli elettrici ma anche della incapacità politica di un movimento ambientalista che dalla fine degli anni 90 è ormai in crisi irreversibile.
Il problema della centrale non è
neppure nella dismissione...........i problemi, lo ripeto sono 3:
1. enel
difficilmente dismetterà il carbone nel 2021;
2. enel
vuole avviare il business delle biomasse e dei rifiuti, negli impianti e negli
spazi delle sezioni dismesse (vedi per Spezia zona dei gruppi a gas);
3. Enel, intesa come società, non
vuole più usare il metano nelle centrali come combustibile di transizione a
tutela sanitaria per le centrali a maggior rischio come quella di spezia.
4. le prescrizioni dell'AIA non sono adeguatamente monitorate soprattutto a livello nazionale (vedi commissiona AIA) e soprattutto continuano a non essere adeguate ad una centrale come quella spezzina in pieno centro urbano.
Ma gli ambientalisti
spezzini, presi dal cortocircuito personalistico in cui sono precipitati da
tempo, continuano a perdere tempo con le discussioni sulla dismissione o le conferenze didattico/divulgative o addirittura non occupandosi per niente di quello che ora sta
succedendo in centrale (le associazioni ambientaliste dove sono?).
Il sottoscritto è una
persona sola che rappresenta solo se stesso e la propria
storia oltre alla propria competenza (sono un consulente per scelta da tempo), quindi più di spiegarle queste cose non posso.
Ognuno si assumerà le sue
responsabilità.
Francamente anche di tutto questo mi sono stufato e
siccome, a differenza di quello che pensano i miei detrattori non sono un
presuntuoso, questa è l'ultima volta che pongo questa problematica in termini
politici o meglio da ex militante ambientalista...da ora in poi tornerò a occuparmi dell'ambiente solo in termini
professionali (sempre al servizio dei cittadini inquinati)....della serie quello che avevo da dire l'ho detto in tempi non sospetti .... ovviamente se avrò torto o ragione purtroppo lo vedremo solo nel
tempo, e questo mi preoccupa non poco.
Intanto Enel è li ancora a
bruciare carbone senza adeguate prescrizioni e controlli per cui, come ho spiegato in questo blog più volte, le cose immediate da fare sarebbero tre:
2.
porre la necessità che si bruci metano nel gruppo a carbone per gestire, questa
lunga transizione ad un nuovo modello energetico, in termini di prevenzione sanitaria (vedi QUI)
3.
vigilare sul rischio biomasse e rifiuti sia nel gruppo a carbone che negli
spazi che si aprono in centrale con la dismissione dei gruppi a gas (vedi QUI).
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