Con la nota del Direttore
Generale Archeologia del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso
la Soprintendenza regionale competente, viene comunicata la sospensione provvisoria
del cantiere di Piazza Verdi per valutare il valore archeologico dei nuovi
ritrovamenti al centro della piazza dove dovrebbe essere realizzate le famose
(piscine) e i portali di Buren nonché l’agorà.
Le reazioni scomposte dell’assessore
competente del Comune, riportate dal quotidiano La Nazione che ha dato la
notizia della suddetta nota, lasciano sconcertati.
L’assessore, con la solita
arroganza istituzionale della Amministrazione Federici, di fronte ad un atto di
un altra istituzione pubblica, minaccia
querele, azioni di risarcimento danno, parla di “accanimento contro questa
Piazza”. È questa la cultura
istituzionale e di governo della Giunta Federici: insulti e minacce a tutti
quelli che sembrano voler mettere i “bastoni fra le ruote” ai progetti di
questa amministrazione comprese le altre istituzioni!
Peccato che quello che sta
accadendo era già tutto scritto nelle carte ufficiali e sarebbe stato compito
proprio della Amministrazione Comunale gestire anticipatamente quello che ora
sta esplodendo.
Vediamo perché intanto
limitandoci a leggere gli atti:
GLI ATTI UFFICIALI DI SOPRINTENDENZE E
COMUNE
Con atto della Soprintendenza ai Beni Archeologici, datato
25/5/2012, si affermava che: “la
progettazione dell’opera pubblica è stata effettuata in totale difformità” con la vigente normativa in materia di vincolo
archeologico. La Soprintendenza faceva altresì notare che
proprio per questa carenza, la mancata verifica preventiva dell’interesse
archeologico, sarebbe stato possibile, nel corso dei lavori, il verificarsi di ritrovamenti di rilievo archeologico tali da comportare verifiche
nel cantiere con relative sospensione dei lavori.
Nell’atto del 6/11/2012 di autorizzazione complessiva del
progetto di Piazza Verdi da parte della Soprintendenza
per i Beni Architettonici e Paesaggistici si può leggere: “Qualora nella conduzione dei lavori sorgano imprevisti
o emergano strutture di interesse storico, artistico o archeologico, il
titolare della presente autorizzazione o, per lui, il direttore dei lavori o l’impresa
esecutrice sono invitati ad informare tempestivamente questo ufficio che
provvederà, compatibilmente con le disponibilità di personale ad attuare le
necessarie verifiche. Immediata informazione dovrà altresì essere inviata alla
Soprintendenza per i Beni Archeologici per ogni struttura o reperto che
emergesse da scavi”
Nelle controdeduzioni del 22/4/2013 n.
1910, all’esposto dell’Avvocato Giromini, la Soprintendenza Archeologica affermava quanto segue: “ Nel caso di Piazza Verdi il Comune ha
trasmesso a questa Soprintendenza esclusivamente il progetto definitivo, privo
di documento di valutazione del rischio archeologico, giustificando tale
operato con problemi di tempistica legati alla scadenza del bando europeo pena
la perdita di finanziamenti”. Le
controdeduzioni pur affermando che il progetto nonostante questa lacuna poteva
continuare ad essere realizzato, così
concludevano: “Ciò nonostante considerato che in archeologia il quadro delle
conoscenze è suscettibile di modifiche
con il procedere delle esplorazioni, nella nota del 25/5/2012 (vedi sopra
ndr) è stata richiesta la assistenza
archeologica in corso d’opera, richiamando in particolare l’attenzione sugli
interventi elencati in dettaglio, in cui da progetto è previsto uno scavo più
profondo”.
Nonostante quanto
contenuto negli atti sopra esposti il Comune della Spezia, con totale
superficialità diciamo “predittiva” nel Rapporto
conclusivo delle Verifiche di del progetto esecutivo di riqualificazione
architettonica ed artistica di Piazza Giuseppe Verdi in data 6/11/2012
affermava: “ le verifiche sono state
finalizzate all’accertamento dei seguenti requisiti:….. la minimizzazione dei
rischi di introduzione di varianti e di contenzioso”.
COSA EMERGE DAGLI ATTI UFFICIALI SOPRA RIPORTATI
Dagli atti sopra riportati
emergono i seguenti elementi oggettivi:
1.
Il Comune non ha svolto la procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico della Piazza come
previsto obbligatoriamente dalla legge (vedi QUI)
2.
Il Comune non ha presentato insieme con la suddetta verifica il progetto
preliminare alla Soprintendenza Archeologia ma il progetto definitivo
3.
le due suddette lacune procedurali costituiscono vizi formali ammessi dalle
istituzioni preposte ma, guarda caso, non rilevati ne dal TAR ne dal Consiglio
di Stato quando si sono pronunciati sul caso Piazza Verdi
4.
Il Comune motivò le suddette lacune procedurali ed istruttorie con il rischio
di perdere finanziamenti europei, motivazione senza alcun fondamento legale
visto che il bando era precedente addirittura alla delibera del Consiglio di
Comunale del 13/10/2008 che dette il via libera alla Giunta e agli uffici a partecipare a detto bando
5.
Il Comune sin dal 2012 (quindi molto prima della apertura del cantiere) era
consapevole della possibilità di interruzioni legate agli scavi per la
realizzazione del progetto.
6. con il nuovo atto della
Direzione Generale archeologia del Ministero vengono anche smentite le
inopportune anticipazione del Soprintendente della Regione Liguria dei giorni
scorsi, vedi QUI.
CONCLUSIONI
La domanda finale: poteva il Comune fare qualcosa per evitare questo ennesimo stop al
cantiere di Piazza Verdi? Certamente si!
Sarebbe stato sufficiente
che il Comune avesse presentato il progetto preliminare alla Soprintendenza
accompagnato dalla prima fase di verifica dell’interesse archeologico. A quel
punto si poteva prevedere più facilmente la possibile presenza di emergenze
archeologiche, si poteva modificare in tal senso sia il progetto definitivo che
dare specifiche puntuali nella realizzazione del progetto esecutivo come ho
spiegato ampiamente QUI.
In questa vicenda, quindi, la burocrazia non c’entra nulla: si trattava e si tratta di lavorare seguendo la legge e gli indirizzi istruttori chiarissimi del Ministero.
In conclusione comunque la
si pensi il Comune non ha alcuna giustificazione a minacciare querele o azioni di risarcimento danno visto che è il primo responsabile di questa situazione di
ulteriore ritardo.
L’Assessore impari a
rispettare la legge e le altre istituzioni e controlli meglio come lavorano i suoi uffici a
cominciare dal dirigente responsabile del procedimento sul progetto di Piazza
Verdi.
Per il resto lasci
svolgere il suo lavoro alla Soprintendenza Archeologica come deve avvenire in
una Paese civile che rispetta il ruolo di ogni istituzione e gli interesse
generali che questa rappresenta, perché i Beni Archeologici sono Beni Comuni di
tutti noi e non possono essere oggetto di trattativa “politica” per realizzare
velocemente progetti di un Sindaco che vuole passare alla storia con i soldi dei cittadini!
Se risultassero provate le omissioni del comune di La Spezia nella ricostruzione cronologica fornita per lo studio di fattibilità e per la valutazione dei dati da parte della Soprintendenza regionale,esisterà un funzionario che ha comunque firmato questa inattendibile relazione?.Non è ammissibile che un tale spreco di denaro pubblico non abbia un responsabile?Esisterà da qualche parte un documento firmato che ha causato questo danno ai cittadini.
RispondiEliminaAnzichè accusare chi non è in accordo coi progetti imposti rispondano sul tema gli autori di queste omissioni.