Intervista a Quotidiano
Energia del 5 giugno 2015 di Enrico Viale responsabile della generazione a
livello globale di enel.
Relativamente al piano di
dismissione delle centrali già annunciato da tempo, il manager dell’Enel fa
alcune precisazioni soprattutto con riferimento al possibile uso dei rifiuti
nelle centrali dismesse o nei siti dismessi.
NELL’INTERVISTA DEL DIRIGENTE ENEL SI
AFFERMANO IN PARTICOLARE QUATTRO COSE:
1. la prima
è che relativamente alle centrali ancora destinati alla produzione di energia
enel prevede di dismettere solo ed unicamente quelle di Porto Tolle, Montalto
di Castro, Pietrafitta, Augusta in Sicilia.
In cambio prevede la realizzazione di piccole centrali a biomasse di
massimo 4 o 5 Mw
2. la
seconda è che relativamente alle centrali in zona urbana enel prevede la
riconversione non ad usi energetici solo per Genova, Bari e Livorno,
3. possibile
una riconversione degli altri impianti non citati sopra con impianti di termovalorizzazione
(inceneritori), per questi siti enel metterà a disposizione degli enti locali e
delle regioni i terreni liberati soprattutto se ci saranno richieste in questo senso dal
livello locale.
4. sul
carbone enel dichiara: “abbiamo eliminato
le centrali a olio e quelle a turbogas a
ciclo aperto, rimaniamo quindi sostanzialmente con il carbone e i cicli
combinati che pur lavorando a ritmi ridotti sono ancora in grado di stare sul
mercato e di rendere un servizio alla sicurezza del sistema”
ALCUNE
ANNOTAZIONI SULLE DICHIARAZIONI DEL RAPPRESENTANTE DI ENEL SOPRA RIPORTATE
Le centrali da dismettere (vedi sopra punto 1) hanno queste
caratteristiche:
Porto Tolle era una centrale che funzionava ad olio e
gasolio, autorizzata per il carbone ma l’autorizzazione non è mai stata
eseguita
Montalto di Castro: ad olio e gas
Pietrafitta: gas
Augusta: olio combustibile
Relativamente a centrali a
carbone in zona urbana non c’è alcun riferimento all’impianto di Spezia (vedi
sopra punto 2)
Quindi leggendo in modo
integrato i 4 punti significativi della intervista del dirigente Enel possiamo
dedurre che
a) il carbone dove c’è per
ora resterà quindi anche a Spezia con buona pace dei discorsi sulle date di
dismissione: 2021 o altro;
b) si dismettono con
certezza solo impianti ad olio che non sono stati, per varie ragioni,
convertiti a carbone, l’esempio più embleatico è quello di Porto Tolle anche
per le dimensioni di questa centrale;
c) le sezioni a ciclo
combinato non è detto che restino sempre dipenderà dal grado di utilizzo;
d) Dove ci saranno
dismissioni, Enel non esclude di mettere a disposizione il sito per la
realizzazione di termovalorizzatori;
e) la centrale di Spezia è
una di quelle dove è possibile la dismissione dei gruppi a ciclo combinato visto che non sono utilizzati ormai da tempo, ma non verrà dismesso il gruppo a carbone;
f) negli spazi lasciati
liberi se Enel troverà interlocutori potrebbe essere interessata sia ad
impianti a biomasse che a mettere a disposizione tali spazi per la
termovalorizzazione.
CONCLUSIONI
Direi che ci sono
abbastanza elementi per essere
preoccupati visto che su Spezia è stato da tempo presentato un progetto per la
cocombustione delle biomasse anche comprensive di materiali classificati come
rifiuti speciali non pericolosi e visto che come conferma la suddetta
intervista del dirigente Enel è un business di interesse per questa azienda e
per il Governo con incentivi UE come avevo spiegato peraltro già in questo post
vedi QUI e QUI. Non fatevi fregare dal giochino della distinzione tra biomasse e rifiuti che fa il manager dell'Enel in questa intervista in realtà tra i due materiali c'è poco differenza grazie ad una normativa permissiva che tende a declassificare i rifiuti a combustibili vedi QUI, QUI e QUI.
In questo quadro risulta meno estemporanea la dichiarazione fatta a caldo dal neo Presidente della
Regione Liguria, sugli "ottimi inceneritori", che al momento era sembrata una battuta da delirio di vittoria, ma che forse era molto di più: un segnale di quella disponibilità richiesta da Enel come
affermato nella intervista sopra riportata? Vedremo.
Nel frattempo sarà bene
vigilare sia sul futuro del sito spezzino soprattutto dell’area attualmente
occupato dai cicli combinati a gas e soprattutto sarà bene occuparsi della
verifica del rispetto delle prescrizioni dell’Autorizzazione attualmente in
vigore alla centrale. Su questo ultimo punto ho già scritto molto ma tornerò a
breve con ulteriori approfondimenti alla luce del report presentato da Comune
ed Arpal in risposta alla mozione approvata in Consiglio Comunale qualche mese
fa.
Intanto si potrebbe imporre l'uso del metano nel gruppo a carbone secondo le modalità che ho spiegato QUI.
Si vis pacem, para bellum. Serviranno pure a qualcosa i 2 milioni che Enel ha dato al Comune.
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