Tempi lunghi per la
elettrificazione delle banchine e quindi tempi lunghi per tutelare la salute
dei residenti che vivono vicino ad aree portuali di attracco di navi container
e passeggeri (vedi alla voce crociere).
La normativa, come
descrivo nella prima parte del post ha stanziato ingenti risorse per la
elettrificazione, stabilendo ancora percorsi amministrativi e ripartizione di
responsabilità istituzionali, arrivando ad approvare un Piano nazionale di
investimenti per questo obiettivo e un bando di manifestazione di interesse rivolto
alle Autorità di Sistema Portuale.
La Corte dei Conti, come
descrivo nella seconda parte del post, con una deliberazione dello
scorso 22 maggio ha descritto un quadro impietoso dei ritardi nella attuazione
del Piano Nazionale di investimenti ma anche nella insufficienza della
normativa solo procedurale approvata per ora dal Governo Draghi, della serie le
semplificazioni servono per fare immagine e magari derogare a qualche norma ambientale
ma non risolvono i problemi concreti.
Infine nella terza
parte di questo post si accenna ai costi eccessivi della energia elettrica
per le navi che dovrebbero utilizzare le banchine elettrificate. Come vedremo
qualcosa si muove in Europa ma in Italia su questo siamo poco più che a zero
senza considerare che l’energia per la elettrificazione se perverrà da fonti
fossili difficilmente produrrà un bilancio ambientale positivo.
LA NORMATIVA
CHE INCENTIVA LA ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE PORTUALI
Piano nazionale per gli
investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza
L’articolo 1 del Decreto Legge 6 maggio 2021 n°59 convertito nella legge 101/2021 (QUI) prevede i seguenti investimenti previsti dal PNRR attraverso la approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza:
In particolare
relativamente ai porti e al traffico marittimo si prevede:
1. Sviluppo dell'accessibilità marittima e della
resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici: 300 milioni
di euro per l'anno 2021, 400 milioni di euro per l'anno 2022, 320 milioni di
euro per l'anno 2023, 270 milioni di euro per l'anno 2024, 130 milioni di euro
per l'anno 2025 e 50 milioni di euro per l'anno 2026;
2. Aumento selettivo della capacità portuale: 72 milioni di euro per l'anno 2021, 85 milioni di euro per l'anno 2022, 83 milioni di euro per l'anno 2023, 90 milioni di euro per l'anno 2024 e 60 milioni di euro per l'anno 2025;
3. Elettrificazione delle banchine (Cold ironing
attraverso un sistema alimentato, ove l'energia non provenga dalla rete di trasmissione
nazionale, da fonti green rinnovabili o, qualora queste non siano disponibili,
da biogas o, in sua mancanza, da gas naturale): 80 milioni di euro per l'anno
2021, 150 milioni di euro per l'anno 2022, 160 milioni di euro per l'anno 2023,
140 milioni di euro per l'anno 2024, 160 milioni di euro per l'anno 2025 e 10
milioni di euro per l'anno 2026.
Ripartizione competenze
nella attuazione del Piano
In base all’ 1 al D.M.
Economia e Finanze del 15.07.2021 – adottato, quest’ultimo, ai sensi
dell’art. 1 co. 7 del D.L. n. 59/2021, conv. in L. n. 101/2021 – il MIMS (Ministero
delle infrastrutture e della mobilità sostenibili) è Amministrazione
“proponente” il Programma di interventi, mentre le Autorità del Sistema
Portuale (d’ora in poi ADSP) o le Regioni ne costituiscono “soggetti
attuatori”. La scheda Progetto si rinviene alle pp. 44-46 del richiamato all. 1
D.M. Economia e Finanze del 15.07.2021, del quale costituisce “parte
integrante” (art. 3 co. 3 DM. Cit.). Essa scheda, fra l’altro, definisce
obiettivi iniziali, intermedi e finali dei programmi e degli interventi.
Risorse del fondo complementare ai porti
Il Decreto del Ministero delle Infrastrutture
e della Mobilità Sostenibile del 13 agosto 2021 (QUI) ha
approvato il programma di interventi infrastrutturali in
ambito portuale sinergici e complementari al Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR), come elencati nell’Allegato 1.
Gli interventi riguardano, tra gli altri, la Elettrificazione
delle banchine (Cold ironing), per complessivi euro 675,63 milioni, di cui
326,43 milioni di euro sono stati destinati ad interventi delle Regioni del Sud
(circa 48,32%) e 349,20 milioni di euro per interventi delle Regioni del Centro
– Nord (circa 51,68%).
Bando investimenti green ports : manifestazione di interesse rivolta alle Autorità di sistema portuale
Pubblicato bando (QUI) del Ministero della
Transizione Ecologica con il quale il MITE invita le Autorità di Sistema
Portuale a manifestazione di interesse per accedere agli investimenti relativi:
La normativa che prevede
le procedura autorizzatorie semplificate per la elettrificazione delle banchine
Il Decreto Legge n°
36 del 30 aprile 2022 all’articolo 33 (QUI) prevede
procedure autorizzatorie accelerate per i progetti di elettrificazione delle
banchine nei porti di interesse nazionale.
Gli interventi sono quelli
finanziati dalla Missione 3 del PNRR sulla mobilità sostenibile
relativamente al punto di riforma 1.3: “Semplificazione delle procedure di
autorizzazione per gli impianti di cold ironing nei porti italiani”.
Per una analisi di queste
procedure vedi QUI.
LA DELIBERA
DELLA CORTE DEI CONTI
Al fine di verificare il
conseguimento degli obiettivi previsti per il primo trimestre 2022 e appurare
prospetticamente l’assenza di criticità atte a ripercuotersi sul successivo
regolare andamento del Programma di interventi, il Magistrato assegnatario ha
avviato l’istruttoria nei confronti di MIMS e di alcune ADSP. Si tratta del Programma
di interventi, sopra già richiamato, denominato “Mobilità e Logistica.
Elettrificazione delle banchine dei porti (cold ironing)”. Il programma è
ricompreso nel Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNIC), del
quale condivide la finalità di integrare, con risorse nazionali, gli interventi
del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Il risultato è stata la
delibera n°2 approvata in Camera di consiglio del 19 maggio 2022 (QUI)
Vediamo i contenuti principali di questa delibera...
I limiti del decreto
legge sulle semplificazione procedurali per realizzare la elettrificazione
delle banchine
La disamina del contenuto
dell’art. 33 del D.L. n. 36/2022, rubricato “disposizioni urgenti per la
realizzazione degli impianti di elettrificazione dei porti”, permette di
osservare che la disposizione normativa prevede moduli di semplificazione
amministrativa (conferenza di servizi), tempistiche e competenze
predeterminate, volte ad agevolare l’autorizzazione di interventi localizzati
in aree ove potenzialmente insista un complesso regime urbanistico e
vincolistico (ampiamente inteso). Il tenore schiettamente procedurale della
norma, però, rende impalpabile l’apporto tecnico e tecnologico di ARERA, ENEL e
Terna: soggetti che, in ragione della natura e della specificità del Programma
di intervento di cold ironing, erano stati opportunamente coinvolti nella fase
dei lavori preparatori. All’Amministrazione proponente, cui il D.M. 15.07.2021
commette la vigilanza sull’andamento dei programmi e degli interventi [art. 4
co. 1 lett. c) e d)], deve essere ben presente la necessità di un monitoraggio
accurato e tempestivo del quadro normativo applicabile ai progetti di cold
ironing anche dal punto di vista tecnico e tecnologico, oltre che procedurale
ed amministrativo, se del caso facendosi promotrice di interventi correttivi
e/o specificativi.
La Corte dei Conti conclude raccomandando al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile di
valutare l’adozione di “atti di indirizzo”, “decreti”, “linee guida” e
“circolari” (art. 4 co. 1 lett. b) D.M. 15.07.2021), di guisa tale che, sia
sotto il profilo procedurale che sotto quello tecnico e tecnologico (es.,
definizione di standards), l’attività amministrativa ed esecutiva di competenza
dei soggetti attuatori non subisca rallentamenti o regressioni procedurali.
Il non raggiungimento dell’obiettivo nel 2022 del 30%
L’obiettivo atteso, nel
secondo trimestre 2022, è quello di una procedura ad evidenza pubblica il cui
oggetto sia rappresentato dalla realizzazione del 30% delle opere/esecuzione
dei lavori. Evidenti ragioni tecniche legate alla specificità di ciascun
intervento del Programma di cold ironing (il parametro quantitativo del 30% è
misurabile, infatti, non cumulativamente ma in rapporto al singolo intervento
progettuale) - e, del pari, l’assenza di un atto programmatorio di derivazione
MIMS che cristallizzi ex ante sia il metodo di quantificazione del 30% sia i
soggetti attuatori che, in tesi, vi concorrono – escludono, estrema in sintesi,
che l’obiettivo descritto possa intendersi conseguito in ragione della
ipotetica fattiva iniziativa di una o più ADSP .
I tempi lunghi di
realizzazione degli interventi di elettrificazione: si conferma il 2026 come
minimo
La delibera della Corte di
Conti rileva come nella nota del 26.04.2022 Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibile, di riscontro al supplemento istruttorio richiesto dal
Magistrato Istruttore, l’amministrazione proponente ha ribadito che “la fase
discendente, invece, al momento in lavorazione, sarà implementata dalle
stazioni appaltanti coerentemente con l’avanzamento degli interventi finanziati”,
sottolineando che le sottofasi che la fase discendente monitora sono le
seguenti:
“- II/2022 – Pubblicazione
da parte delle AdSP/Regioni dei bandi di gara per la realizzazione del 30%
delle opere/esecuzione dei lavori; -
IV/2022 – Aggiudicazione del
contratto per la realizzazione del 30% delle opere/esecuzione dei lavori da
parte delle AdSP/Regioni e avvio del 30% dei lavori; -
III/2023 – Pubblicazione
da parte delle AdSP/Regioni dei bandi di gara per la realizzazione del 100%
delle opere/esecuzione dei lavori; -
I/2024 – Aggiudicazione
del contratto per la realizzazione del 100% delle opere/esecuzione dei lavori
di tutte le AdSP/Regioni; -
II/2024 – Avvio del 100%
dei lavori; -
II/2026 – Installazione
della complessiva Potenza elettrica pari a 682 MW”. E’ stato inoltre aggiunto
che essa “Amministrazione procederà al monitoraggio dei dati inseriti”.
RIDUZIONE ALIQUOTE IMPOSTE PER RIFORNIRE
ENERGIA ELETTRICA A NAVI IN PORTO SI MUOVE QUALCOSA MA SOLO IN EUROPA
Oltre ai limiti di cui
sono responsabili le autorità italiane come evidenziato dal sopra descritto
rapporto deliberato dalla Corte dei Conti, sussiste anche quello dei costi
della energia elettrica per i gestori delle navi che dovrebbero utilizzare le
banchine elettroficate.
D’altronde che nel mondo degli
operatori portuali ci sia uno scarso interesse per le banchine elettrificate lo
avevo già analizzato in un post del 2018 (QUI)
Due esempi di cosa sta succedendo negli altri Stati membri.
La Direttiva 2003/96/CE
del 27 ottobre 2003 (QUI)
ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e
dell'elettricità. In particolare l’articolo 19 di detta Direttiva prevede che
il Consiglio dei Ministeri UE, deliberando all'unanimità su proposta della
Commissione, può autorizzare gli Stati membri ad applicare ulteriori esenzioni
o riduzioni sulla tassazione in base a considerazioni politiche specifiche.
Con Decisione di Esecuzione (UE) 2021/921 DEL CONSIGLIO del 7 giugno 2021 (QUI) si autorizzano i Paesi Bassi ad applicare un’aliquota d’imposta ridotta all’energia elettrica erogata direttamente da reti elettriche terrestri alle navi, diverse dalle imbarcazioni private da diporto, ormeggiate in porto, a condizione che siano rispettati i livelli minimi di tassazione di cui all’articolo 10 (livelli minimi di tassazione da applicare all'elettricità fissati nell'allegato I, tabella C.) della direttiva 2003/96/CE.
Con Decisione di
esecuzione (UE) 2021/922 del Consiglio del 7 giugno 2021 (QUI) si
autorizza la Danimarca ad applicare un’aliquota d’imposta ridotta all’energia
elettrica fornita direttamente alle navi, diverse dalle imbarcazioni private da
diporto, ormeggiate in porto («energia elettrica erogata da impianti di
terra»), a condizione che siano rispettati i livelli minimi di tassazione di
cui all’articolo 10 della direttiva 2003/96/CE.
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