lunedì 6 giugno 2022

Corte dei Conti: l’elettrificazione delle banchine portuali ritarda insieme con la tutela della salute pubblica

Tempi lunghi per la elettrificazione delle banchine e quindi tempi lunghi per tutelare la salute dei residenti che vivono vicino ad aree portuali di attracco di navi container e passeggeri (vedi alla voce crociere).

La normativa, come descrivo nella prima parte del post ha stanziato ingenti risorse per la elettrificazione, stabilendo ancora percorsi amministrativi e ripartizione di responsabilità istituzionali, arrivando ad approvare un Piano nazionale di investimenti per questo obiettivo e un bando di manifestazione di interesse rivolto alle Autorità di Sistema Portuale.

La Corte dei Conti, come descrivo nella seconda parte del post, con una deliberazione dello scorso 22 maggio ha descritto un quadro impietoso dei ritardi nella attuazione del Piano Nazionale di investimenti ma anche nella insufficienza della normativa solo procedurale approvata per ora dal Governo Draghi, della serie le semplificazioni servono per fare immagine e magari derogare a qualche norma ambientale ma non risolvono i problemi concreti.

Infine nella terza parte di questo post si accenna ai costi eccessivi della energia elettrica per le navi che dovrebbero utilizzare le banchine elettrificate. Come vedremo qualcosa si muove in Europa ma in Italia su questo siamo poco più che a zero senza considerare che l’energia per la elettrificazione se perverrà da fonti fossili difficilmente produrrà un bilancio ambientale positivo.

 

 

LA NORMATIVA CHE INCENTIVA LA ELETTRIFICAZIONE DELLE BANCHINE PORTUALI

 

Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza

L’articolo 1 del Decreto Legge 6 maggio 2021 n°59 convertito nella legge 101/2021 (QUI) prevede i seguenti investimenti previsti dal PNRR attraverso la approvazione del Piano nazionale per gli   investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del Piano   nazionale di ripresa e resilienza:

In particolare relativamente ai porti e al traffico marittimo si prevede:

1. Sviluppo dell'accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici: 300 milioni di euro per l'anno 2021, 400 milioni di euro per l'anno 2022, 320 milioni di euro per l'anno 2023, 270 milioni di euro per l'anno 2024, 130 milioni di euro per l'anno 2025 e 50 milioni di euro per l'anno 2026;

2. Aumento selettivo della capacità portuale: 72 milioni di euro per l'anno 2021, 85 milioni di euro per l'anno 2022, 83 milioni di euro per l'anno 2023, 90 milioni di euro per l'anno 2024 e 60 milioni di euro per l'anno 2025;

3. Elettrificazione delle banchine (Cold ironing attraverso un sistema alimentato, ove l'energia non  provenga dalla rete di trasmissione nazionale, da fonti green rinnovabili o, qualora queste non siano disponibili, da biogas o, in sua mancanza, da gas naturale): 80 milioni di euro per l'anno 2021, 150 milioni di euro per l'anno 2022, 160 milioni di euro per l'anno 2023, 140 milioni di euro per l'anno 2024, 160 milioni di euro per l'anno 2025 e 10 milioni di euro per l'anno 2026.

 

Ripartizione competenze nella attuazione del Piano

In base all’ 1 al D.M. Economia e Finanze del 15.07.2021 – adottato, quest’ultimo, ai sensi dell’art. 1 co. 7 del D.L. n. 59/2021, conv. in L. n. 101/2021 – il MIMS (Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili) è Amministrazione “proponente” il Programma di interventi, mentre le Autorità del Sistema Portuale (d’ora in poi ADSP) o le Regioni ne costituiscono “soggetti attuatori”. La scheda Progetto si rinviene alle pp. 44-46 del richiamato all. 1 D.M. Economia e Finanze del 15.07.2021, del quale costituisce “parte integrante” (art. 3 co. 3 DM. Cit.). Essa scheda, fra l’altro, definisce obiettivi iniziali, intermedi e finali dei programmi e degli interventi.

 

Risorse del fondo complementare ai porti

Il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile del 13 agosto 2021 (QUI) ha approvato il programma di interventi infrastrutturali in ambito portuale sinergici e complementari al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), come elencati nell’Allegato 1.

Gli interventi riguardano, tra gli altri, la Elettrificazione delle banchine (Cold ironing), per complessivi euro 675,63 milioni, di cui 326,43 milioni di euro sono stati destinati ad interventi delle Regioni del Sud (circa 48,32%) e 349,20 milioni di euro per interventi delle Regioni del Centro – Nord (circa 51,68%).

 

Bando investimenti green ports : manifestazione di interesse rivolta alle Autorità di sistema portuale

Pubblicato bando (QUI) del Ministero della Transizione Ecologica con il quale il MITE invita le Autorità di Sistema Portuale a manifestazione di interesse per accedere agli investimenti relativi:

 


 



La normativa che prevede le procedura autorizzatorie semplificate per la elettrificazione delle banchine

Il Decreto Legge n° 36 del 30 aprile 2022 all’articolo 33 (QUI) prevede procedure autorizzatorie accelerate per i progetti di elettrificazione delle banchine nei porti di interesse nazionale.

Gli interventi sono quelli finanziati dalla Missione 3 del PNRR sulla mobilità sostenibile relativamente al punto di riforma 1.3: “Semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di cold ironing nei porti italiani”.

Per una analisi di queste procedure vedi QUI.

 


 

LA DELIBERA DELLA CORTE DEI CONTI

Al fine di verificare il conseguimento degli obiettivi previsti per il primo trimestre 2022 e appurare prospetticamente l’assenza di criticità atte a ripercuotersi sul successivo regolare andamento del Programma di interventi, il Magistrato assegnatario ha avviato l’istruttoria nei confronti di MIMS e di alcune ADSP. Si tratta del Programma di interventi, sopra già richiamato, denominato “Mobilità e Logistica. Elettrificazione delle banchine dei porti (cold ironing)”. Il programma è ricompreso nel Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNIC), del quale condivide la finalità di integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Il risultato è stata la delibera n°2 approvata in Camera di consiglio del 19 maggio 2022 (QUI)

 Vediamo i contenuti principali di questa delibera... 

 

I limiti del decreto legge sulle semplificazione procedurali per realizzare la elettrificazione delle banchine

La disamina del contenuto dell’art. 33 del D.L. n. 36/2022, rubricato “disposizioni urgenti per la realizzazione degli impianti di elettrificazione dei porti”, permette di osservare che la disposizione normativa prevede moduli di semplificazione amministrativa (conferenza di servizi), tempistiche e competenze predeterminate, volte ad agevolare l’autorizzazione di interventi localizzati in aree ove potenzialmente insista un complesso regime urbanistico e vincolistico (ampiamente inteso). Il tenore schiettamente procedurale della norma, però, rende impalpabile l’apporto tecnico e tecnologico di ARERA, ENEL e Terna: soggetti che, in ragione della natura e della specificità del Programma di intervento di cold ironing, erano stati opportunamente coinvolti nella fase dei lavori preparatori. All’Amministrazione proponente, cui il D.M. 15.07.2021 commette la vigilanza sull’andamento dei programmi e degli interventi [art. 4 co. 1 lett. c) e d)], deve essere ben presente la necessità di un monitoraggio accurato e tempestivo del quadro normativo applicabile ai progetti di cold ironing anche dal punto di vista tecnico e tecnologico, oltre che procedurale ed amministrativo, se del caso facendosi promotrice di interventi correttivi e/o specificativi.

La Corte dei Conti conclude raccomandando al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile di valutare l’adozione di “atti di indirizzo”, “decreti”, “linee guida” e “circolari” (art. 4 co. 1 lett. b) D.M. 15.07.2021), di guisa tale che, sia sotto il profilo procedurale che sotto quello tecnico e tecnologico (es., definizione di standards), l’attività amministrativa ed esecutiva di competenza dei soggetti attuatori non subisca rallentamenti o regressioni procedurali.

 

Il non raggiungimento dell’obiettivo nel 2022 del 30%

L’obiettivo atteso, nel secondo trimestre 2022, è quello di una procedura ad evidenza pubblica il cui oggetto sia rappresentato dalla realizzazione del 30% delle opere/esecuzione dei lavori. Evidenti ragioni tecniche legate alla specificità di ciascun intervento del Programma di cold ironing (il parametro quantitativo del 30% è misurabile, infatti, non cumulativamente ma in rapporto al singolo intervento progettuale) - e, del pari, l’assenza di un atto programmatorio di derivazione MIMS che cristallizzi ex ante sia il metodo di quantificazione del 30% sia i soggetti attuatori che, in tesi, vi concorrono – escludono, estrema in sintesi, che l’obiettivo descritto possa intendersi conseguito in ragione della ipotetica fattiva iniziativa di una o più ADSP .

 

I tempi lunghi di realizzazione degli interventi di elettrificazione: si conferma il 2026 come minimo

La delibera della Corte di Conti rileva come nella nota del 26.04.2022 Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibile,  di riscontro al supplemento istruttorio richiesto dal Magistrato Istruttore, l’amministrazione proponente ha ribadito che “la fase discendente, invece, al momento in lavorazione, sarà implementata dalle stazioni appaltanti coerentemente con l’avanzamento degli interventi finanziati”, sottolineando che le sottofasi che la fase discendente monitora sono le seguenti:

“- II/2022 – Pubblicazione da parte delle AdSP/Regioni dei bandi di gara per la realizzazione del 30% delle opere/esecuzione dei lavori; -

IV/2022 – Aggiudicazione del contratto per la realizzazione del 30% delle opere/esecuzione dei lavori da parte delle AdSP/Regioni e avvio del 30% dei lavori; -

III/2023 – Pubblicazione da parte delle AdSP/Regioni dei bandi di gara per la realizzazione del 100% delle opere/esecuzione dei lavori; -

I/2024 – Aggiudicazione del contratto per la realizzazione del 100% delle opere/esecuzione dei lavori di tutte le AdSP/Regioni; -

II/2024 – Avvio del 100% dei lavori; -

II/2026 – Installazione della complessiva Potenza elettrica pari a 682 MW”. E’ stato inoltre aggiunto che essa “Amministrazione procederà al monitoraggio dei dati inseriti”.

 

 

RIDUZIONE ALIQUOTE IMPOSTE PER RIFORNIRE ENERGIA ELETTRICA A NAVI IN PORTO SI MUOVE QUALCOSA MA SOLO IN EUROPA

Oltre ai limiti di cui sono responsabili le autorità italiane come evidenziato dal sopra descritto rapporto deliberato dalla Corte dei Conti, sussiste anche quello dei costi della energia elettrica per i gestori delle navi che dovrebbero utilizzare le banchine elettroficate.

D’altronde che nel mondo degli operatori portuali ci sia uno scarso interesse per le banchine elettrificate lo avevo già analizzato in un post del 2018 (QUI)

Due esempi di cosa sta succedendo negli altri Stati membri.

La Direttiva 2003/96/CE del 27 ottobre 2003 (QUI) ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità. In particolare l’articolo 19 di detta Direttiva prevede che il Consiglio dei Ministeri UE, deliberando all'unanimità su proposta della Commissione, può autorizzare gli Stati membri ad applicare ulteriori esenzioni o riduzioni sulla tassazione in base a considerazioni politiche specifiche.

Con Decisione di Esecuzione  (UE) 2021/921 DEL CONSIGLIO del 7 giugno 2021 (QUI) si autorizzano i Paesi Bassi ad applicare un’aliquota d’imposta ridotta all’energia elettrica erogata direttamente da reti elettriche terrestri alle navi, diverse dalle imbarcazioni private da diporto, ormeggiate in porto, a condizione che siano rispettati i livelli minimi di tassazione di cui all’articolo 10 (livelli minimi di tassazione da applicare all'elettricità fissati nell'allegato I, tabella C.) della direttiva 2003/96/CE.

Con Decisione di esecuzione (UE) 2021/922 del Consiglio del 7 giugno 2021 (QUI) si autorizza la Danimarca ad applicare un’aliquota d’imposta ridotta all’energia elettrica fornita direttamente alle navi, diverse dalle imbarcazioni private da diporto, ormeggiate in porto («energia elettrica erogata da impianti di terra»), a condizione che siano rispettati i livelli minimi di tassazione di cui all’articolo 10 della direttiva 2003/96/CE.

 


 



 

 

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