martedì 14 giugno 2022

Confermato il Sindaco uscente a Spezia: cosa occorre fare su ambiente e transizione ecologica da subito

Il Sindaco uscente del Comune di Spezia ha rivinto con grande margine le elezioni amministrative tenutesi domenica scorsa. Ovviamente come si fa sempre auguro al Sindaco buon lavoro, ma io non mi voglio limitare a questo e ripropongo di seguito una serie di azioni in materia di ambiente, ma sarebbe meglio dire di transizione ecologica, da attuare da parte della prossima sindacatura.

Qualcuno dirà “Marco ma sei dè coccio, non ti ha ascoltato fino ad ora figuriamoci ora che ha stravinto le elezioni annichilendo proprio i suoi oppositori più determinati".

No non sono di coccio penso invece che l’impegno politico o civico non finisca con le elezioni ma semmai inizi e penso che uno dei limiti di questa campagna elettorale appena passata sia stato non solo l’eccesso di personalizzazione dello scontro sul Sindaco uscente ma proposte programmatiche, interessanti dal punto di vista dei principi, ma troppo generiche dal punto di vista della amministrazione attiva che poi è quella che conta a mio avviso per giudicare un governo uscente ma anche come governare in futuro. Penso anche che se hai idee frutto di analisi rigorose non devi avere paura di essere minoranza, quante volte le minoranze hanno cambiato il mondo? 

Il Sindaco rieletto non accetterà nessuno di questi punti, non importa diventeranno la base (ovviamente da approfondire oltre la sintesi di questo post) per la mia opposizione. Naturalmente se lo vorranno questi punti li metterò a disposizione oltre che per la maggioranza di governo della città anche per la nuova opposizione.

Comunque vada buon lavoro a tutti nell’interesse della città! 

Ecco i punti di azione...


 

AREA EX IP

Avviare una inchiesta indipendente (con un pool di esperti esterni alla amministrazione comunale) per capire cosa davvero è stato fatto in quell'area sia per le bonifiche o non bonifiche sia per la gestione degli usi e dei soggetti imprenditoriali che sono entrati in gioco in questi anni. Ovviamente il tutto svolto in parallelo con l’utilizzo dei fondi statali per i siti orfani che riguardano anche l’aria della ex raffineria. In questo senso occorrerebbe ricostituire un ufficio bonifiche in modo da garantire un minimo di controllo tecnico anche al Comune non solo per l’area ex IP ma anche per le altre aree ancora da bonificare (sito Pitelli e aree militari), ufficio che avevo creato 20 anni fa nel breve periodo del mio assessorato poi smantellato dal centro sinistra che voleva accelerare ad ogni costo la realizzazione del centro commerciale della coop.



ASSESSORATO

Basta con assessorati all’ambiente inutili, occorre un assessorato alla transizione ecologica affiancato da un dipartimento che accorpi le strutture del Comune che hanno competenze inerenti la transizione: inquinamento, urbanistica, mobilità e in parte lavori pubblici ma anche competenze per l’accesso ai finanziamenti pubblici in materia ambientale nazionali ed europei. Dipartimento che dovrà operare attraverso protocolli che definiscano le modalità operative dello stesso all’interno dei processi decisionali a rilevanza ambientale

 

 

BASI BLU

Relativamente al progetto Basi Blu presentato dal Ministero della Difesa. Progetto che prevede interventi significativi nell’Arsenale Militare tutti in una logica di efficientamento dello stesso ma senza minimamente tenere conto del contesto urbanistico socio economico e residenziale in cui il progetto verrà realizzato.

Quello che invece occorre fare è imporre da subito (il Codice dell’Ordinamento Militare lo consente) la valutazione di Basi Blu come un progetto urbanistico da sottoporre a valutazione ambientale strategica per scenari alternativi, considerando quindi anche gli spazi da recuperare ad usi civile e di possibile accesso al mare come nel caso di Marola. Un vero e proprio masterplan dell’Arsenale futuro costruito insieme Autorità Militari Autorità Civili Forze sociali e imprenditoriali.

 

 

CENTRALE ENEL

Nell’immediato predisporre le motivazioni tecniche e giuridiche per impedire una eventuale riapertura della centrale a carbone anche utilizzando se necessario azioni legali contro il Governo nazionale

Per il futuro dell’area questa deve rimanere industriale, non deve dare spazio al porto ma solo ad iniziative di politica industriale di nuova generazione e occorre riprendere il metodo del progetto FUTUR E di Enel fondato sulla concertazione con il territorio, ma occorre che a questo metodo venga affiancato uno studio di bilancio ambientale economico e sociale su scenari alternativi che abbiano come parametro principale gli obiettivi di prevenzione sanitaria. Un lavoro che si può fare in pochi mesi, mettendo in campo competenze che ci sono e sulla base di questo bilancio definire le scelte strategiche in quell'area facendola finita con balletto delle proposte che girano da anni come fossimo nel gioco del monopoli. 

 

 

CROCIERE

I tempi di soluzioni tecniche sulle emissioni dalle navi da crociera che stazionano in porto sono troppo lunghi ed incerti nella loro efficacia. Immediatamente occorre una ordinanza che limiti il numero delle navi che accedono sia al porto che quelle che stazionano eventualmente in are golfo.

Proporre alla Regione un piano mirato di risanamento della qualità dell’aria che ad oggi non ha minimamente tenuto conto neppure delle valutazioni della qualità dell’aria prodotte dalla stessa Regione.

Sulla stazione crocierista occorre riprendere le prescrizioni del vigente PRP e valutare se la zona di attracco sia compatibile con il resto della città e qusto va fatto, come chiedeva la Regione nel 2006, con una valutazione ambientale strategica per scenari sia di localizzazione che di dimensioni.

 

 

DRAGAGGI

Usare tutti gli strumenti legali oltre che politici per impedire lo sversamento dei fanghi di dragaggio in mare magari al largo del nostro golfo

Imporre una valutazione dell’impatto dei dragaggi sui siti tutelati dalla normativa della biodiversità come Palmaria e Tino.

 

 

PORTO:

1. rivedere la zoonizzazione acustica proposte dalla giunta uscente costruita in modo da costringere le zone residenziali sull’asse viale san bartolomeo ad essere considerate come fossero dentro l’area delle operazioni portuali;

2. avviare una indagine per capire i danni alla salute ai residenti dai rumori applicando la nuova normativa di derivazione comunitaria. Se asl non ci sta o non è capace occorre utilizzare istituti universitari e/o professionisti di fiducia come il Comune ha fatto con l’incarico per i rischi sanitari del turbogas;

3. rivedere la fascia di rispetto quella attuale non serve a niente, obbligare anche con azione legale se necessario la capitaneria di porto a pubblicare gli atti di controllo sulla qualità del combustibile sulle navi in porto e imporre anche con una ordinanza la fine dei controlli a campione sulla qualità del combustibile

4. usare tutti i poteri del Comune per impedire nuovi spazi per il porto nell’area Enel

5. avviare una campagna di monitoraggio su tutta la fascia di demanio portuale sulle emissioni del porto

6. avviare un confronto con l’Autorità di Sistema Portuale sul mancato rispetto delle prescrizioni del PRP del 2006

 

 

PREVENZIONE SALUTE PUBBLICA

Il Sindaco è la massima autorità sanitaria sul territorio comunale per la salute pubblica che è altra cosa dalla sanità diciamo ospedaliera di competenza regionale. Occorre immediatamente aprire un contenzioso con ASL per la totale assenza di questo ente sulle tematiche della prevenzione in materia di inquinamenti ambientali. Non saranno tollerati ulteriori rimozioni di responsabilità anche a costo di agire in sede legale contro la dirigenza di questo ente e contro la Regione Liguria.

 

 

RIFIUTI

Impugnare di fronte alla giustizia amministrativa il nuovo piano regionale dei rifiuti che prevede il sito di Saliceti per il biodigestore oltre che possibili nuovi inceneritori in contrasto con la gerarchia europea nella gestione dei rifiuti nonché con i parametri di finanziamento UE sulla transizione ecologica

 

 

RISCHIO INCIDENTI NEL PORTO

Opporsi al potenziamento del rigassificatore di Panigaglia senza avere prima realizzato un Piano di emergenza portuale e un rapporto di sicurezza portuale complessivo dell’intera area

 

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