Un impianto che produce da oltre un anno gravi disagi ai residenti locali, una intera comunità mobilitata nel chiedere chiarimenti e l'intervento delle istituzioni, i Medici di famiglia locali e l'associazione Medici per l'Ambiente schierati a fianco della comunità nel confermare la fondatezza scientifica dei disagi, mentre le istituzioni si trincerano dietro lo scaricabarile delle competenze e il rispetto formale di limiti di legge.
Tutto questo non ha fondamento etico ma neppure legale visto che la stessa Cassazione (vedi QUI) ha recentemente statuito che la salute si tutela non solo con i limiti di legge ma anche con ulteriori prescrizioni fino ad arrivare alla revoca della autorizzazione e quindi alla sospensione dell'esercizio dell'impianto.
Questo ci vuole, provvedimenti concreti, non la sperimentazione che ha trasformato la popolazione di Borgo Val di Taro in cavie per dimostrare se sia possibile o meno far funzionare l'Impianto LaminaM senza fastidi.
La legge è chiara se i fastidi durano da lungo tempo e non sono estemporanei il Sindaco (vedi QUI) prima di tutto come autorità sanitaria deve intervenire fermando l'impianto e la Regione (Arpae nel caso della Emilia Romagna) deve riaprire il procedimento di VIA e di AIA (in procedura integrata) per valutare se un impianto simile, limiti formali di legge o meno, sia compatibile con un sito come quello di cui stiamo parlando.
Non solo ma il Sindaco, contemporaneamente alla sospensione della attività dell'impianto, con proprio parere sanitario deve chiedere il riavvio della procedura di AIA al fine di monitorare tutti gli inquinanti emessi (non solo quelli di legge). La normativa dell'AIA (autorizzazione integrata ambientale) prevede lo strumento della norma di qualità ambientale che permette di monitorare tutti gli inquinanti presenti in un sito, permette di imporre limiti di emissioni al di la di quelli di legge, permette di imporre tecniche di prevenzione dell'inquinamento ulteriori a quelle di legge. Se tutto questo si dimostra non sufficiente per tutelare la salute dei cittadini allora, limiti di legge o meno, l'impianto va chiuso definitivamente.
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