Il
Tavolo tecnico sul controllo della attuazione del Piano Regolatore del Porto (di seguito PRP) si è riunito per l’ennesima
riunione farsa. Il Tavolo secondo questo comunicato (vedi
QUI) ha: “….deliberato
di prendere in esame i singoli progetti di realizzazione delle opere previste
del PRP al fine di elaborare suggerimenti e osservazioni per garantire la
migliore rispondenza di tali progetti alle eventuali prescrizioni della Regione
Liguria, del Ministero dell’Ambiente e del Ministero delle Infrastrutture.”
Come dimostrerò di seguito questo indirizzo è in palese contrasto con leggi, atti ufficiali di Ministero Ambiente, Regione e con lo stesso regolamento e gli indirizzi costitutivi del Tavolo di concertazione.......
LE VERE FINALITÀ DEL TAVOLO DI CONCERTAZIONE SUL PRP
E’
chiaro che in questo modo il tavolo stravolge le finalità sui cui era
nato. Ricordo che secondo l’ordine del giorno del Consiglio Regionale del 19/2/2006 il
tavolo avrebbe dovuto: “ promuovere, un apposito accordo
di programma con l’Autorità Portuale competente e gli enti locali interessati
finalizzato a definire il percorso politico amministrativo che accompagnerà
l’approvazione – realizzazione delle diverse fasi del PRP , in coerenza con
quanto previsto dal giudizio di VIA del Ministero dell’Ambiente relativamente
alla natura di piano quadro del PRP;……”.
IL TAVOLO DI CONCERTAZIONE AVREBBE DOVUTO ATTUARE LE PRESCRIZIONI DEL
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DEL CONSIGLIO REGIONALE
A partire proprio dalla natura di piano quadro del PRP le prescrizioni del Consiglio
Regionale e quelle del Ministero dell’Ambiente avevano chiarito che per ogni
ambito deve essere presentato uno Strumento
Urbanistico Attuativo (schema di assetto urbanistico) che definisca a livello puntuale le destinazioni funzionali
dei diversi ambiti del PRP compreso quello del porto commerciale (ambito 6).
Ognuno di questi strumenti urbanistici deve
quindi dovuto essere oggetto di valutazione specifica del
relativo impatto ambientale per ambito e per somma di ambiti.
Quindi sotto il profilo procedurale:
1. gli ambiti di
attuazione del PRP devo essere rivalutati sotto il profilo della sostenibilità
come fossero strumenti urbanistici e non insieme di progetti
2. bisogna valutare in particolare il rischio di impatto cumulativo che potrebbe
determinarsi tra i diversi ambiti.
Il compito del Tavolo era ed è quindi quello di
produrre documenti di indirizzo che
diano operatività ai suddetti obiettivi.
COSA STA FACENDO L’AUTORITÀ PORTUALE PER STRAVOLGERE LE FINALITÀ DEL TAVOLO
DI CONCERTAZIONE SUL PRP
Invece l’Autorità Portuale, (con l’avvallo di enti locali spezzini e
grazie allo stato confusionale dei rappresentanti
delle associazioni ambientaliste presenti al Tavolo) stravolgendo i compiti per cui detto Tavolo era nato, ma soprattutto stravolgendo le stesse
prescrizioni del Ministero dell’Ambiente
(come dimostrato più volte da
ultimo vedi QUI), continua a considerare l’attuazione del
piano regolatore del porto come una somma di singoli progettini, impedendo una
valutazione di insieme delle destinazioni funzionali definitive dei diversi
ambiti in cui il PRP è diviso a
cominciare dall’ambito 6 quello del porto commerciale.
Si tratta della strategia già applicata per la definizione della procedura di
approvazione del progetto di Waterfront:
spezzettare l’attuazione del PRP in modo tale da non permettere una valutazione complessiva della sua
attuazione anche finalizzata a dimostrare in sede di progetti definitivi la
sostenibilità ambientale di quanto previsto come indirizzo nel PRP inteso come
piano quadro. In altri e più crudi
termini in questo modo non si potrà mettere in discussione le dimensioni definitive
delle nuove banchine cosa che invece il
giudizio di VIA del Ministero dell’Ambiente
e la delibera del Consiglio Regionale chiedevano.
L’IMPOSTAZIONE
DELLA AUTORITÀ PORTUALE È IN NETTO CONTRASTO CON LA DELIBERA DI APPROVAZIONE
DEL PRP DA PARTE DEL CONSIGLIO REGIONALE
La
delibera di approvazione del PRP da
parte del Consiglio Regionale relativamente all’impianto normativo di attuazione
delle diverse aree del demanio portuale (compresa quindi quella del porto
commerciale) prevede che lo stesso sfugga : “ alla tentazione di predisporre una zonizzazione troppo disegnata ,
privilegiando gli indirizzi di massima ovvero il ricorso alla configurazione di
semplici schemi di assetto, diretti a predisporre , in vista della successiva
fase progettuale, indirizzi di massima , comunque non vincolanti” ed
aggiunge che “ Per ogni ambito di
intervento dovrà essere elaborato uno Schema di assetto urbanistico “.
Quindi le indicazioni del Piano quadro
PRP diventeranno vincolanti solo in sede di definizione delle destinazioni
funzionale attraverso gli schemi di assetto urbanistici (strumenti urbanistici
attuativi). Tutto ciò è totalmente
rimosso dalla strategia della Autorità Portuale
L’IMPOSTAZIONE
DELLA AUTORITÀ PORUALE È IN CONTRASTO ANCHE CON IL REGOLAMENTO DEL TAVOLO DI
CONCERTAZIONE DEL PRP ED I DOCUMENTI APPROVATI NELLE RIUNIONI INIZIALI DEL
TAVOLO
Non solo ma questa impostazione è totalmente contraria anche ai primi
documenti dello stesso Tavolo di confronto (quando nel Tavolo erano rappresentati
ambientalisti un poco più attenti e soprattutto la V Circoscrizione). In particolare nel verbale del Tavolo di confronto
sull’attuazione del PRP del 30/11/2009 si affermava quanto segue:
1. per
ognuno dei 10 ambiti del PRP doveva essere definito uno schema di assetto
urbanistico
2. prima
dell’inizio di qualsiasi intervento negli ambiti doveva essere verificata ( a
cura del Ministero dell’Ambiente con il supporto dell’Arpal e dell’Ispra)
l’attuazione di tutti gli interventi di mitigazione indicati nelle integrazioni
forniti dall’A.P. alla Regione in sede di
approvazione del PRP;
3. la
definizione dei programmi di monitoraggio, ex ante ed ex post, sulla base di
indicatori ambientali idonei, per la verifica degli effetti ambientali ed in
particolare dell’inquinamento atmosferico, idrico ed acustico;
4. definizione
di procedure di partecipazione/informazione da parte dei soggetti interessati e
della popolazione, per ogni singolo intervento e ambito;
5. sulla
base della verifica di cui al punto 2 dimostrare a cura dell’AP la coerenza dei
risultati di tale verifica con le azioni/progetti previsti nelle diverse aree
del PRP.
LE
CONSEGUENZE DELLA IMPOSTAZIONE DELLA AUTORITÀ PORTUALE
Quindi la decisione
presa dall’ultima riunione del Tavolo (ieri 15/4/2013) in palese violazione
con quanto sopra riportato:
1. conferma
un iter
di attuazione del PRP che frammenterà lo stesso in tanti singoli interventi
ed opere perdendo di vista l’impatto complessivo in termini ambientali,
urbanistici, sociali del progetto
2. comporterà
la non applicazione della VIA per i
singoli interventi ed opera grazie alla suddetta frammentazione
3. comporterà
la non applicazione della Valutazione
Ambientale Strategica (VAS) agli schemi di assetto urbanistico per i vari
ambiti, impedendo una valutazione effettiva dell’impatto ambientale delle
destinazioni funzionale definitive per i singoli ambiti del PRP a cominciare da
quello del porto commerciale.
Come ho dimostrato QUI, la VAS è applicabile agli schemi di assetto
urbanistico (sopra descritti) secondo la giurisprudenza comunitaria e della Corte Costituzionale
CONCLUSIONI
Prima riflessione: in questa città, questi che governano non solo fanno scelte
discutibili, spesso illegittime e/o
illegali, ma non rispettano neppure gli atti e documenti che loro stessi hanno approvato.
Seconda riflessione, certamente meno grave ma comunque
significativa, la vicenda del tavolo di
confronto sul PRP dimostra la totale inadeguatezza delle associazioni ambientaliste
nell’affrontare un tema così complesso come quello dello sviluppo del porto
commerciale.
mi sono trovato oggi a passare per Fossamastra, veramente un paesaggio soffocato da montagne di containers, polveroso, Tir che escono in continuazione dal Porto, manifesti degli abitanti che hanno tolto la parola "Poeti" da Golfo dei, esprimo veramente tutta la mia solidarietà per gli abitanti. quello è un quartiere da terzo mondo
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