Il
Presidente della Autorità Portuale (A.P.) in questa intervista (vedi QUI), spiega
le importanti “decisioni”, prese dall’Ente
da lui presieduto, per la tutela
dell’ambiente dagli impatti della attività portuale.
Come
avevo già dimostrato nel post precedente relativamente alla attuazione del
Piano Regolatore del Porto (vedi QUI) anche
per la tutela ambientale si tratta in gran parte di piccole iniziative mentre
le vere decisioni ed il rispetto delle leggi in materia sono ancora lontano da
venire.
QUALI
INTERVENTI REALIZZATI DALLA AP
Il Presidente afferma che sono stati realizzati: “apparecchi illuminanti con sistemi dal
minore consumo energetico (luci a led) e la predisposizione di sistemi
integrati che consentano una migliore percezione delle strutture portuali sia
dalla città che dal mare, senza pregiudicarne, naturalmente, le caratteristiche
di sicurezza per gli operatori interni”
Illuminazioni, percezioni
siamo al limite dell’esoterico ma di ciccia ambientale ne vediamo poca
ma proseguiamo nell’esaminare le
dichiarazioni del Presidente ….
Successivamente il “nostro”
dichiara l’acquisto di auto elettriche
per gli spostamenti interni. Inoltre, precisa che sono stai progettati un impianto fotovoltaico per l’auditorium
della AP e per la terrazza di copertura del magazzino security, alla radice del
molo Garibaldi: totale 24 kw di potenza! Infine l’utilizzo di lampade a
basso consumo per il controviale Parma.
Insomma sembra la
lista della spesa di un condominio o di una “fabbrichetta” artigianale ,
non di uno dei porti più importanti del Mediterraneo.
Ma veniamo alle cose serie: inquinamento da navi, gestione
attività a rischio di incidente rilevante ed altre “simili amenità”……..
ELETTRIFICAZIONE PER LE NAVI IN ATTRACCO
Afferma il Presidente: “L’elettrificazione
delle strutture di banchina ha trovato ostacoli piuttosto consistenti poiché è
relativamente basso il numero di navi mercantili già oggi in grado di sfruttare
erogazioni di energia elettrica direttamente da banchina.”
Voglio ricorda al Presidente che mentre da anni l’Autorità
Portuale si balocca su questa questione già
nel 2006 la Commissione UE raccomandava (vedi qui) agli
stati membri come metodo alternativo all’uso di combustibili marittimi più
puliti quello dell’utilizzo di elettricità erogata da reti elettriche terrestri
per le navi ormeggiate nei porti comunitari; in particolare per quei porti “in
cui siano stati manifestati timori da parte del pubblico riguardo ad elevati
livelli di inquinamento acustico, in particolare negli ormeggi situati
nelle vicinanze di zone residenziali” . Non solo ma questa Raccomandazione
contiene in allegato precise specifiche tecniche per l’erogazione di
elettricità, da rete elettriche terrestri, alle navi in ormeggio e ne
dimostra l’utilità economica[1].
Ma
al di là di questo “adeguamento tecnico”
già fino ad ora l’Autorità Portuale e la Capitaneria dovrebbe verificare il
rispetto dei limiti di vari inquinanti. La Direttiva europea in materia di emissioni
inquinanti da navi è del 2005 ed è stata recepita dallo stato
italiano con Decreto legislativo 205 del 2007. Per un esame
approfondito del DLgs vedi QUI e
per il testo vedi QUI.
In questo Decreto legislativo si
prevede, dal 1/1/2010, il divieto di utilizzo di
combustibili per uso marittimo con tenore di
zolfo superiore allo 0,1% in massa su navi all'ormeggio.
Il divieto si applica anche ai periodi di carico, scarico e
stazionamento. La sostituzione dei combustibili utilizzati con combustibili
conformi a tale limite deve essere completata il prima possibile dopo
l'ormeggio. La sostituzione dei combustibili conformi a tale limite con
altri combustibili deve avvenire il più tardi possibile prima della partenza.
Ora
voglio ricordare al Presidente della AP che la UE con la Raccomandazione del
21/12/2009 (vedi QUI) ha
chiaramente affermato che il processo tecnico
per permettere alle navi in oggetto di usare combustibili più puliti può
avvenire in non più di 8 mesi!
QUELLO CHE L’AUTORITÀ PORTUALE NON DICE E NON PUBBLICA E QUASI SICURAMENTE
NON FA
Il Presidente con la sua dichiarazione sugli interventi
ambientali nel porto di Spezia non solo
dimostra come in 10 anni dalla entrata in vigore delle nuove normative si sia
fatto poco o niente, ma, cosa ancor più grave rimuove una serie di :
1. mancate spiegazioni sulla violazione delle prescrizioni
sul nuovo Piano Regolatore del Porto - vedi
QUI e QUI.
2. mancate informazioni sullo stato del rispetto di obblighi
di legge in materia di
controllo/prevenzione dell’inquinamento dal traffico navale (vedi QUI); nonché mancate spiegazione dei ritardi nel fare rispettare
quegli obblighi (vedi QUI).
3. mancate pubblicazioni di atti autorizzatori, atti di
controllo e campionamento, documenti certificanti il rispetto di limiti e
obblighi di legge in materia di tutela e prevenzione dell’inquinamento da
attività portuale (vedi QUI).
4. mancate spiegazioni sui ritardi e le non adeguate
applicazioni degli obblighi di legge in materia di prevenzione dei rischi nel
golfo spezzino (vedi QUI).
CONCLUSIONI
Invece
che insultare chi lo critica il Presidente della Autorità Portuale chiarisca
quanto sopra e al più presto e si ricordi che
il suo stipendio non lo pagano gli operatori portuali ma lo Stato italiano
cioè tutti noi…… perché lui presiede un ente pubblico con competenze ambientali
e di pianificazione/programmazione della attività portuale secondo l’interesse
generale, non di qualche monopolista, come ha confermato la stessa giurisprudenza in
materia (vedi QUI).
[1] Conclude la Raccomandazione: “per le navi
con motori più grandi che approdano regolarmente nello stesso porto,
l’erogazione di elettricità da terradovrebbe essere un’opzione
da preferire, sotto il profilo ambientale ed economico, rispetto
all’impiego di combustibile contenente lo 0,1 % di zolfo. In termini economici,
questo sistema di erogazione dovrebbe comportare un risparmio per le navi nuove
che utilizzano combustibile a basso tenore di zolfo e che approdano
regolarmente nello stesso porto, in particolare — ma non solo — in
presenza di esenzioni fiscali come quelle consentite dalla direttiva
2003/96/CE. Gli Stati membri e le autorità locali potrebbero
voler prendere in esame altri strumenti per incentivare i porti ad investire
nell’infrastruttura di erogazione dell’elettricità tramite allacciamento alle
reti terrestri e a garantirne l’impiego.”
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