lunedì 22 aprile 2013

La valutazione del PRP di Spezia: una nuova Direttiva della UE.

Approvata dal Parlamento europeo una nuova Direttiva sulla pianificazione degli ambienti costieri integrata con le politiche marittime (vedi  QUI)
Si tratta di una Direttiva che ha per compito una pianificazione sostenibile non solo degli ambienti naturali marittimi e costieri ma  anche degli usi di questi ambienti a cominciare ovviamente  dal trasporto marittimo e dai porti commerciali e per la nautica da diporto.
Non solo ma, obbligo interessante per il golfo di Spezia, anche le attività relative alla Difesa dovranno rispettare principi e finalità della Direttiva, sia pure nella autonomia  lasciata agli organi responsabili,  in Italia la Marina Militare ovviamente.


I PRINCIPI GENERALI DELLA PIANIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI COSTIERI APPLICABILI ANCHE ALLA SITUAZIONE DEL GOLFO DI SPEZIA 
I principi sono già stati elaborati in vari documenti ufficiali a cominciare dal Protocollo UE sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo (entrato in vigore il 24/3/2011, vedi QUI
Tra i principi del Protocollo ve ne sono alcuni che sembrano fatti apposta per essere applicati al caso del porto commerciale e del relativo progetto di waterfront spezzino, vediamoli elencati sinteticamente:
1. Occorre applicare l’approccio ecosistemico alla pianificazione e alla gestione delle zone costiere, in modo da assicurarne lo sviluppo sostenibile.
2.  Occorre garantire una governance appropriata, che consenta alle popolazioni locali e ai soggetti della società civile interessati dalle zone costiere una partecipazione adeguata e tempestiva nell’ambito di un processo decisionale trasparente.
3.  Occorre garantire un coordinamento istituzionale intersettoriale dei vari servizi amministrativi e autorità regionali e locali competenti per le zone costiere.
4.  Occorre elaborare strategie, piani e programmi per l’utilizzo del territorio che tengano conto dello sviluppo urbano e delle attività socioeconomiche, nonché altre politiche settoriali pertinenti.
5.  Occorre garantire una distribuzione bilanciata degli usi sull’intera zona costiera, evitando la concentrazione non necessaria e una sovraccrescita urbana.
6.  Occorre definire indicatori dello sviluppo delle attività economiche al fine di garantire l’uso sostenibile delle zone costiere e ridurre le pressioni eccedenti la capacità di carico.



Oltre al Protocollo sopra citato la nuova Direttiva va letta in modo integrato  con obiettivi  e vincoli della Direttiva sulla biodiversità nonché  della Direttiva che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino, quest’ultima letta in modo coordinato con la Comunicazione UE sui principi di pianificazione dello spazio marittimo  (vedi  QUI).   
In particolare, e ad integrazione dei principi elencati sopra derivanti dal Protocollo, la Direttiva sull’ambiente marino e soprattutto la Comunicazione sulla pianificazione dello spazio marittimo individuano ulteriori principi di pianificazione sostenibile dell’uso della costa e del mare territoriale:
1. strategicità temporale: il tempo, in quanto la compatibilità degli utilizzi e le esigenze di  gestione di una determinata area marittima potrebbero variare nel corso del tempo.
2. integrazione degli interessi: : mettere insieme gli interessi settoriali in una stessa area marittima attraverso obiettivi dettagliati e non linee generali da lasciare in mano nella fase attuativa ai privati secondo la logica della peggiore finanza di progetto
3. integrazione delle politiche di pianificazione: coerenza fra pianificazione dello spazio terrestre e di quello marittimo - legame con la gestione integrata delle zone costiere
4. flessibilità della pianificazione: Il processo di pianificazione deve essere sufficientemente flessibile da reagire a tali cambiamenti e consentire la revisione dei piani a tempo debito
5. quadro conoscitivo sufficientemente ampio e approfondito anche su area vasta: La PSM deve fondarsi su informazioni affidabili e conoscenze scientifiche. È necessario che la pianificazione tenga il passo con l'evolversi delle conoscenze (gestione adattiva). La Commissione ha posto in atto diversi strumenti scientifici e per la raccolta dei dati destinati a coadiuvare la PSM in tale processo, fra cui una rete europea di osservazione e di dati dell'ambiente marino (EMODNET), una banca dati integrata per le statistiche socioeconomiche marittime (attualmente in fase di  elaborazione da parte di ESTAT), l'Atlante europeo dei mari (previsto per il 2009) e il Monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza (Kopernicus).
6. rispetto delle norme sulla sicurezza marittima: si fa riferimento sia alla sicurezza della navigazione che ai rischi di incidenti navali e industriali



LA NUOVA  DIRETTIVA DISCIPLINA LE MODALITÀ ATTUATIVE E PROCEDURALI DEI PRINCIPI GENERALI  NELLE POLITICHE DELLE ARTICOLAZIONI ISTITUZIONALI DEGLI STATI MEMBRI
 Nella Relazione di presentazione della proposta di Direttiva  si legge (pagina 3)  che :
Gli Stati membri dovranno  elaborare e attuare processi coerenti per pianificare gli usi umani dello spazio marittimo e  garantire la gestione sostenibile delle zone costiere. Uno dei principali valori aggiunti della proposta è il sostegno  offerto alla connettività terra-mare grazie al requisito di coerenza tra la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere.  I dettagli della pianificazione e la determinazione degli obiettivi di gestione sono lasciati agli  Stati membri. L'UE non prenderà parte a tali processi.”  



IN PARTICOLARE GLI OBIETTIVI DELLA DIRETTIVA ANDRANNO APPLICATI AGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE ESISTENTI
Secondo la Relazione di presentazione della Direttiva: “Il processo di pianificazione propriamente detto deve  essere condotto dalle autorità degli Stati membri in funzione delle rispettive strutture  costituzionali e di governance, delle priorità politiche settoriali nazionali e, nella misura del  possibile, deve basarsi su meccanismi e politiche esistenti.”



COME DOVRÀ ESSERE RECEPITA IN ITALIA LA DIRETTIVA
La Direttiva dovrà essere recepita dagli stati membri entro il  18 settembre 2016, lasciando agli stati membri decidere come recepire nei propri strumenti di pianificazione,  gli strumenti nuovi di pianificazione (piani di gestione dello spazio marittimo) e di programmazione (strategia di gestione integrata delle zone costiere). 
Ad esempio i principi e gli obiettivi definiti sia dalla nuova Direttiva che dal sopra citato Protocollo UE sulla gestione integrata delle zone costiere del mediterraneo potranno essere trasformati in parametri vincolanti per gli strumenti di pianificazione esistenti, in Italia e in Liguria,  come ad esempio:  
1. piani regolatori dei porti
2. piani regionali di tutela delle coste
3. piani paesaggistici per le aree costiere
4. strumenti urbanistici tradizionali (piani urbanistici comunali, piani territoriali di coordinamento provinciali e regionali), ma anche  strumenti urbanistici attuativi di questi piani.
5. piani dei trasporti nazionali e regionali con particolare riferimento alla attività marittima.



L’OBBLIGO DI COINVOLGERE IL PUBBLICO NELLA ELABORAZIONE APPROVAZIONE DEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE INTEGRATA DEGLI AMBIENTI COSTIERI CON LE POLITICHE MARITTIME
L’articolo 9 della nuova Direttiva prevede che:: “Gli Stati membri predispongono le modalità di partecipazione del pubblico affinché tutte le parti interessate possano contribuire fin dalle fasi iniziali all'elaborazione dei  piani di gestione dello spazio marittimo e delle strategie di gestione integrata delle zone costiere.  2.   Gli Stati membri assicurano altresì che i soggetti interessati e le autorità competenti, nonché la popolazione interessata, abbiano accesso ai piani non appena questi siano ultimati.



L’APPLICAZIONE DELLA VAS ALLA PIANIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI COSTIERI
Mentre sugli strumenti di pianificazione, la nuova Direttiva lascia agli Stati membri la decisione su come coordinare quelli esistenti con quelli nuovi,  sotto il profilo valutativo la nuova Direttiva nel considerando numero 23 prevede che: "Nei casi in cui i piani di gestione dello spazio marittimo possono avere effetti significativi sull’ambiente, è opportuno che siano soggetti alla direttiva 2001/42/CE (vedi QUI)." Non solo ma  a pagina 4 della Relazione alla proposta di questa Direttiva si legge che: “La valutazione degli effetti ambientali legati ai piani di gestione dello spazio marittimo e alle strategie di gestione integrata delle zone costiere deve essere effettuata in conformità delle disposizioni della direttiva 2001/42/CE.  
Aggiunge la Relazione alla proposta di Direttiva (pagina 4): “Questa valutazione ambientale strategica farà sì che  venga presa in considerazione in una fase precoce la totalità degli impatti, compresi quelli  cumulativi, provenienti dalle varie attività umane e faciliterà pertanto l'attuazione di progetti  futuri. Se in un secondo tempo risultassero necessarie valutazioni d'impatto ambientale per  singoli progetti, la valutazione specifica sarà in grado di attingere alle analisi già svolte  nell'ambito della pianificazione ambientale strategica; ciò consentirà di evitare una duplicazione delle valutazioni e i relativi oneri amministrativi

Si conferma quindi  che gli strumenti di pianificazione degli ambienti costieri,  devono essere valutati,  non come somme di progetti,  ma tenendo conto dell’area vasta in cui si vanno a collocare le diverse attività insistenti sullo spazio costiero e marittimo oggetto della pianificazione/programmazione.  Solo così potranno essere presi in considerazione quegli “impatti cumulativi provenienti dalle diverse attività umane” citati dalla Relazione di presentazione della nuova Direttiva.  



VAS E STUDI DI IMPATTO PORTUALE DALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ALLA SOSTENIBILITÀ SOCIO ECONOMICA NELLA GESTIONE INTEGRATA DELLE AREE COSTIERE E DELLO SPAZIO MARITTIMO
La visione strategica, tipica della VAS e quella di strumenti integrativi ad essa come gli Studi di Impatto Portuale,  permetteranno di tenere in considerazione i principi/obiettivi dei documenti UE citati nella prima parte del presente post.  Principi che come abbiamo avuto modo di vedere  hanno valenza non solo ambientale ma anche socioeconomica.
Non è un caso, parlando di gestione integrata delle zone costiere e delle relative politiche marittime,  che a livello UE nell'ambito della revisione delle Reti Transeuropee di trasporto (in pratica l'ossatura delle principali infrastrutture europee ) siano state  proposte:
1. una lista di "core-ports" strategici per il futuro dell'Unione
2. una revisione della gerarchia degli investimenti portuali.



CONCLUSIONI
I principi del Protocollo e della nuova Direttiva possono già fin da ora essere utilizzati ad esempio nell’attuazione del Piano Regolatore del Porto di Spezia per il quale sono previsti strumenti urbanistici attuativi di ambito che dovranno essere sottoposti a VAS (vedi  QUI, QUI e QUI).  


Vedremo se tutto ciò verrà recepito dai nostri amministratori. Una cosa è certa gli indirizzi della giurisprudenza comunitaria e nazionali nonché le norme della UE vanno nella direzione che il mondo ambientalista più attento auspica da tempo, forse sarebbe ora che le nostre coste cessino di essere ostaggio  di interessi monopolistici  legati alle carriere personali e politiche di personaggi locali di dubbia qualità professionale e democratica.








   






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