mercoledì 17 aprile 2013

Come cambiare il Comune di Spezia a partire dai suoi dirigenti apicali


Fino a quando non si allontaneranno dai loro posti i dirigenti apicali del Comune non cambierà nulla nelle politiche dell'ente locale spezzino.....a chi mi riferisco? eccoli qui: ARCHITETTO ERARIO, INGEGNERE CANNETI, DOTTORE FUSONI, DOTT.SA MARZIA RATTI....  Quindi, la discussione su chi sarà il prossimo assessore alla cultura o come sarà il prossimo rimpasto di giunta è puro politichese, se non si smantella il sistema di potere parallelo fuori dal circuito democratico che i personaggi sopra citati hanno creato da tempo!  Si possono allontanare o devono stare li per diritto divino?
Si possono allontanare e si può riorganizzare la macchina comunale in modo profondamente diverso.
Come? Ecco……. 




COME AZZERARE LA CASTA DIRIGENZIALE COMUNALE E RIORGANIZZARE LA GIUNTA COMUNALE 
Gli assessori devono diventare i Direttori delle macro aree  di cui si occupano, avendo ovviamente le competenze riconosciute da curriculum valutato da soggetti tecnici indipendenti scelti da maggioranza e opposizione.
Prima della nomina gli assessori dovrebbero svolgere apposite audizioni davanti al Consiglio Comunale per spiegare le loro competenze e come intendono attuare tecnicamente il programma del Sindaco, come avviene per le audizioni dei Ministri statunitensi o dei Commissari della UE alle loro rispettive assemblee elettive di riferimento.
Questa proposta romperebbe il giocattolino del potere immenso degli attuali 4/5 dirigenti apicali che si riconfermano ad ogni nuova sindacatura, finito il mandato del Sindaco a casa i Direttori/assessori e si ricomincia. 

Qualcuno dirà e la separazione tra funzione di indirizzo politico e funzione gestionale? Questa resta; le autorizzazioni le daranno i dirigenti settoriali come avviene tutt'ora, sulla base di una istruttoria coordinata/vigilata dai Direttori delle macro aree, ma si romperà il vero meccanismo che non permette la separazione tra queste due funzioni: il prolungarsi all’infinito nel proprio ruolo di dirigenti apicali di 4 o 5 persone per decenni come avviene ad oggi nel Comune di Spezia. E’ chiaro che se per oltre 20 anni decidono sempre i soliti non ci potrà essere alcuna garanzia seria della separazione tra funzione di indirizzo politico e funzione gestionale per il semplice motivo che il Dirigente a vita diventa una sorta di dominus incontrastato nel proprio campo, inattaccabile e incontrollabile dall’assessore di turno che quasi sempre è incompetente nel settore dell’assessorato di cui è incaricato. Guardate i curricula degli assessori della attuale Giunta Comunale (vedi QUIa parte Savoncelli gli altri non hanno alcuna competenza del settore di cui si occupano.




LA SITUAZIONE ATTUALE DELLE DELEGHE DELLA GIUNTA COMUNALE SPEZZINA: CONFUSIONE GESTIONALE – INCOMPETENZA – LOGICHE SPARTITORIE
Guardiamo le deleghe attuali più assurde sotto il profilo tecnico amministrativo:

Ruggia: Cura del verde urbano, Arredo e decoro urbano, Illuminazione Pubblici, Servizi cimiteriali
Angelicchio:  Tributi, Economato, Contratti e appalti, Avvocatura civica e Affari legali
Del Prato:  Servizi Educativi, Pubblica Istruzione, Università e Ricerca,  Toponomastica 
Mori: Viabilità
Pollio: Sviluppo e innovazione economica, Problemi del lavoro, Politiche comunitarie
Saccone: Pari Opportunità, Sport e impiantistica sportiva, Gemellaggi, Città dei bambini, Cooperazione internazionale, Servizi Demografici, Diritti degli animali
Stretti: Politiche della salute e della promozione sociale, Progetto Palio del Golfo, Progetto Festa della Marineria 


Praticamente quasi tutte queste deleghe riguardano:
1. progetti specifici (Palio, Feste varie, Diritti degli animali, Gemellaggi, cooperazione internazionale) che hanno bisogno di operatività e dovrebbero semmai essere gestite direttamente dagli attori interessati (sociali, economici, professionali) con il supporto degli uffici comunali competenti.

2. questioni tecnico operative che possono tranquillamente esse svolte dagli uffici su indirizzi/vigilanza delle apposite commissioni consiliari e del Sindaco. Faccio degli esempi:
Viabilità: la parte politica si gioca nel ruolo del Consiglio Comunale di approvare il piano urbano del traffico e poi vigilare sulla sua attuazione
Politiche comunitarie: occorrono degli uffici in grado di attivare i finanziamenti comunitari non certo assessori che si facciano poi belli per averli ottenuti
Sviluppo economico e problemi del lavoro: un Comune non ha praticamente competenze gestionali in questo campo, mentre sicuramente un ruolo di promozione di iniziative economiche può essere svolto attraverso una pianificazione urbanistica innovativa e una programmazione di bilancio e fiscale che tuteli la piccola e media imprese soprattutto commercio e terziario.



UNA PRIMA QUESTIONE EMBLEMATICA: LE DELEGHE SU PARTECIPAZIONE – SERVIZI INFORMATIVI E E-GOVERNMENT – ORGANIZZAZIONE DELLA MACCHINA COMUNALE

Attualmente queste deleghe sono spezzate in tre assessorati.

In realtà   Servizi Informativi e  E-government  sono deleghe chiaramente legate alle politiche di partecipazione e trasparenza che invece sono assegnate ad altro assessore  e che dovrebbero attraversare (le politiche non le deleghe) tutta la macchina comunale e non essere lasciate in un angolino per fare il finto fiore all’occhiello con i risultati che ho ampiamente dimostrato  QUI  Peraltro basta leggere il Dpcm attuativo del Codice sulla Amministrazione Digitale (vedi  QUI0 i nuovi obblighi derivante dalla legge anticorruzione
(vedi  QUIquali la adozione del piano anticorruzione, individuazione di uno specifico responsabile, che negli enti locali di regola deve essere il Segretario, mobilità dei dirigenti a rischio, rafforzamento dei vincoli di trasparenza, adozione del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, anche a livello di singoli enti. Per non parlare dell'art. 18 del Decreto Legge 83/2012, che impone di dare piena pubblicità alle erogazioni di denaro pubblico di qualunque genere, ed ancora della riforma dei controlli degli enti locali che riguarda: revisori dei conti, responsabili dei servizi finanziari, segretari. Ed infine il Decreto 26/2/2013 che ridefinisce i flussi informativi finalizzati a tracciare le fasi di sviluppo delle opere pubbliche.
Quanto sopra dimostra il legame tra trasparenza, informatizzazione della macchina comunale , gestione efficiente della stessa.

D’altronde che esista un legame profondo tra partecipazione, trasparenza ed efficienza della P.A.  è ormai affermato anche dalla legge 15/2009, secondo la quale (articolo 2) la trasparenza costituisce livello essenziale delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche a norma dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione.
Ai fini suddetti la trasparenza è intesa, non più come semplice accesso ai documenti amministrativi su richiesta di singoli cittadini o associazioni, ma come accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti internet delle pubbliche amministrazioni, delle informazioni concernenti: 
1. ogni aspetto dell’organizzazione del Comune,
2. degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all’utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali del Comune,
3. dei risultati dell’attività di misurazione e valutazione svolta in proposito dagli organi competenti.

La finalità di quanto sopra è quindi quella di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei princìpi di buon andamento e imparzialità nella gestione della Pubblica Amministrazione. Non a caso nelle Linee guida (vedi QUIper la redazione del Programma sulla trasparenza che anche gli enti locali devono redigere si legge che” La pubblicità dei dati inerenti  all’organizzazione e all’erogazione dei servizi al pubblico, infatti, si inserisce strumentalmente nell’ottica di fondo del “miglioramento continuo”  dei servizi pubblici, connaturato al ciclo della  performance anche grazie al necessario apporto partecipativo dei portatori di interesse (stakeholder)”.

QUINDI non ha alcun senso lasciare una delega, che è materia trasversale a tutta la macchina comunale, spezzandola tra due assessorati : partecipazione  e decentramento da un lato, servizi informativi e e-government dall’altro ed ancora delegando l’organizzazione dell’ente addirittura ad un terzo assessore. 
Peraltro queste materie come abbiamo visto sono ad alto livello di tecnicità visto che informazione e partecipazione si legano strettamente alla gestione efficiente della macchina comunale e quindi richiedono competenze manageriali che nessun assessore in carica ha attualmente e che nel modello attuale di Giunta non avrà mai. 

Infine la partecipazione dei cittadini la si garantisce  riorganizzando i regolamenti e la macchina comunale (come ho spiegato QUInon nominando un assessore con delega alla partecipazione.



UNA SECONDA QUESTIONE EMBLEMATICA: L’ASSESSORATO ALL’AMBIENTE
L’assessorato emblematicamente più assurdo sotto il profilo delle deleghe è quello alle politiche ambientali. Attualmente si dovrebbe occupare di una sequenza di deleghe confuse e affastellate una all’altra senza alcun coordinamento tra esse e con il resto delle competenze comunali: riordino partecipazioni comunali (su questa delega torno nel paragrafo successivo di questo post), Sostenibilità ambientale, Ciclo dei rifiuti, Politiche per l’energia, Progetto Tramonti, Servizi informativi, Progetto E-government

Tralasciamo le deleghe al Progetto Tramonti che sono tecnico operative e potrebbero essere tranquillamente svolte dagli uffici. Sulle deleghe relative ai servizi informativi e e-government ho scritto sopra.
Tralasciamo anche che vorrei capire la differenza tra una delega generale come la sostenibilità ambientale e quelle ai rifiuti e all’energia, come se uno sviluppo sostenibile potesse prescindere da questi due settori sic!

Riguardo alle materie strettamente ambientali è chiaro che considerate anche le limitate competenze di amministrazione attiva in campo ambientale del Comune (autorizzazioni, nulla osta etc.) il vero ruolo, queste politiche ambientali, lo possono svolgere solo se diventano parte integrante della pianificazione territoriale coordinata a sua volta con una rinnovata politica di prevenzione dell’inquinamento attraverso i controlli ambientali pianificati per obiettivi di sostenibilità
Cosa vuol dire? Vediamolo subito:
1. adeguare gli uffici ambiente, in termini di qualificazione professionale,  per rispondere alla tendenza della normativa comunitaria caratterizzata da un ruolo sempre maggiore della  istruttoria tecnica nei processi decisionali
2. costituire Dipartimenti per la Pianificazione Ambientale anche al fine di integrare le procedure e gli strumenti di controllo strategico dell’ente locale  con strumenti di contabilità ambientale e di valutazione ambientale strategica delle scelte di fondo dell’ente. Ciò potrà servire per autorizzare non solo le attività e gli impianti compatibili con la normativa di settore o con gli strumenti di pianificazione territoriale e di programmazione anche sovraordinati, come è avvenuto con i risultati che sappiamo,  ma anche tenendo conto degli impatti cumulativi e della specificità ambientale e sanitaria di un dato territorio
3. formalizzare la partecipazione del pubblico nei principali processi decisionali sia di livello puntuale che di programmazione su area vasta, secondo gli indirizzi della recente normativa comunitaria e delle buone pratiche a livello nazionale e internazionale
4. pianificare i controlli per ecosistemi o sistemi ambientali integrati
5. pianificare i controlli partendo dalla registrazione degli impianti e attività presenti in un’area accompagnati dalla valutazione dei problemi ambientali dell’area interessata.
6. introdurre la prevenzione sanitaria sulle procedure di controllo anche tenuto conto di adeguate indagini epidemiologiche .
7. avviare procedure straordinarie di controllo per i casi limite come quello dell’Area IP e della relativa bonifica 



UNA TERZA QUESTIONE EMBLEMATICA: LE PARTECIPAZIONI COMUNALI
Non ha senso che ci sia un assessorato alle partecipazioni comunali e tanto meno che questa delega, come avviene nella attuale giunta, sia lasciata all’assessorato alle politiche ambientali.  In questo modo come è avvenuto in questi anni il Comune è lasciato nella impotenza tecnico amministrativa sui controlli della reale gestione delle partecipate a cominciare ovviamente da Acam.
Quello di cui abbiamo bisogno quindi è un nuovo modello di governance delle partecipazioni comunali fondato  sulla pubblicità certamente (in particolare per il servizio idrico) ma soprattutto:
1.trasparenza e partecipazione degli utenti
2.creazione di soggetti di garanzia a tutela delle finalità pubbliche e della efficienza del servizio: Autorità di regolazione del servizio pubblico.

Secondo la relazione della Commissione nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche al Parlamento sullo stato dei servizi idrici (Anno2009 Roma,22 Luglio 2010) la questione delle regolazione e controllo è centrale infatti secondo detta relazione: “La Autorità dovrebbe in primo luogo controllare il rispetto da parte del gestore della convenzione stipulata tra soggetto gestore ed enti locali. Più in particolare potrebbe esprimere pareri obbligatori  sul  tema delle tariffe dei servizi, sulle modalità di gestione degli stessi, nonché degli impianti e sui grandi progetti infrastrutturali che il Comune intende mettere in cantiere; formulare proposte sulle modalità di finanziamento dei servizi e di verificare gli standard qualitativi con cui gli stessi vengono erogati agli utenti. Potrà offrire consulenza al Consiglio Comunale per tutte le questioni tecniche che il servizio propone. Nel caso in cui vengano riscontrate delle carenze o inadempienze il nuovo organismo può proporre forme di penalizzazione o sollecitare nuovi accordi tra le parti.”

Infine l’Autorità dovrà garantire l’integrazione dei servizi pubblici locali a rilevanza ambientale (acqua, rifiuti, trasporti) con:
1. gli istrumenti di programmazione della spesa pubblica, nonché strumenti di finanziamento a livello comunitario, regionale e locale
2. Strumenti di Pianificazione Territoriale
3. Obiettivi e piani di Risparmio energetico
4. Piani a rilevanza ambientale (Piani smaltimento rifiuti, Piani di bacino, Piani risanamento acque e qualità dell’aria)

In questo modo tra i gestori dei servizi (come Acam o ATC) e il consiglio comunale ci sarà non un assessorato spoglio di competenze professionali e funzioni amministrative reali, ma un soggetto terzo in grado di garantire davvero il cittadino utente e pagante il servizio stesso.



CONCLUSIONI
In tutto bastano 4 Assessori/Direttori:
1. attività produttive/commercio/pianificazione ambientale compresa quella dei trasporti pubblici e della viabilità privata 
2. bilancio/finanze locali/ programmazione
3. lavori pubblici
4. sociale e cultura.

Per dare una organizzazione come quella sopra descritta non servono riforme legislative, la Autonomia Statutaria permette di organizzare le competenze degli assessori anche ad integrazione di quanto previsto dal Testo Unico degli Enti Locali, infatti solo le competenze del Consiglio Comunale sono fissate esclusivamente ex lege, mentre il secondo comma dell’articolo 48 del Testo Unico degli Enti Locali riconosce in capo alla giunta una competenza  generale residuale da articolarsi di volta in volta secondo i principi dello Statuto e dei regolamenti dell'Ente. 
Certo tutto questo passa in primo luogo sulla rimozione della casta dirigenziale che tutt’ora impedisce ogni reale cambiamento nelle politiche delle ente comunale a Spezia….ci riusciranno?  Il Sindaco e la Giunta attuale da soli mai……ma se ci fosse una spinta vera della città  e della opposizione si potrebbero sicuramente smuovere le acque…..














2 commenti:

  1. Sono felice di questa uscita, qualcuno ha avuto l'onestà intellettuale di scoperchiare le pentole infernali.
    Il potere politico pilota le nomine dei dirigenti i quali restano al loro posto fino alla pensione garantendosi di fatto una continuità politica o meglio d'intrallazzo anche quando il popolo ha votato contrario.

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  2. sono d'accordo non si può cambiare mantenendo le solite persone nei posti in cui si prendono le decisioni , andrebbe fatto anche nei ministeri

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