Il Presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale dichiara oggi sul Secolo XIX che il cronoprogramma delle opere previste dal Piano Regolatore Portuale “è determinato dalla volontà degli operatori”. Questa è una affermazione gravissima e non fondata che lede prima di tutto il ruolo della Autorità definito dalla legge quadro sui porti che non è solo quello di promuovere lo sviluppo del porto ma di governarlo nel rapporto con la città (si vedano gli articoli 5 e 6 della legge 84/1994 QUI).
Queste prescrizioni erano fondate su una precisa metodologia nella attuazione del Piano Regolatore Portuale del 2006:
1. prima si valuta lo stato ambientale dell’impatto
attuale e futuro (dopo la realizzazione di quanto previsto in via generale dal
PRP),
2. sulla
base di questa valutazione si verifica la sostenibilità ambientale del
potenziamento delle banchine.
3. sulla
base della valutazione del punto 2 si capiscono le reali dimensioni dello
sviluppo del porto commerciale e quindi si realizza prioritariamente la fascia
di rispetto quale misura di mitigazione principale del futuro sviluppo delle
banchine così come definito nella valutazione stessa.
Ma cosa prevedevano le prescrizioni del Ministero dell’Ambinte del 2006 propedeutiche, non dimentichiamolo, per legge ad approvare il PRP? …
LE
PRESCRIZIONI RIMOSSE DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE SUL PRP DEL 2006
1. la elaborazione di schemi di assetto urbanistico relativi ai diversi ambiti di attuazione del PRP in primo luogo l'ambito del porto commerciale dedicato al traffico container che dovrebbero definire puntualmente le definitive destinazioni d'uso, i parametri e le modalità attuative (ad esempio la quantità di traffico container e il relativo dimensionamento reale delle banchine). (NOTA [1])Schemi che andavano sottoposti a VAS visto che il PRP del 2006 non ha avuto una VAS ma una semplice VIA come fosse una sommatoria di progetti e non, come invece è, un vero e proprio strumento di pianificazione degli usi delle aree demaniali portuali ma anche di definizione degli scenari di sviluppo del porto commerciale. Quindi i nuovi progetti di cui oggi parla l’Autorità di sistema Portuale sono quelli previsti nel 2006: Molo Garibaldi, terzo bacino, spostamento delle Marine (di fatto la loro fine) che andrebbero inserite in uno strumento urbanistico, come afferma sia il Ministero dell’Ambiente nel giudizio di VIA che il Consiglio Regionale nelle prescrizioni di approvazione del PRP nel 2006, da sottoporre a VAS ordinaria.
2. la
valutazione sulla prevista consequenzialità nella realizzazione delle opere
connesse all’attuazione del PRP al fine di verificare che risulti in grado di ridurre,
preliminarmente, le cause di impatto sulle componenti ambientali prima di
procedere al completamento delle opere vere e proprie destinate a potenziare le
attività produttive portuali attraverso il potenziamento di moli e banchine.
3. la prescrizione (ex delibera Consiglio Regionale di
approvazione del PRP) che prevedeva che la fattibilità della funzione
crocieristica doveva essere preventivamente sottoposta ad adeguata valutazione
degli enti interessati anche sotto il profilo della accettabilità ambientale
(ne avevo trattato diffusamente QUI).
CONCLUSIONI
Tutto questo è stato
rispettato? NO!!!
1. È mancata la Valutazione Ambientale Strategica nei singoli ambiti attuativi del PRP del 2006. soprattutto nell’ambito del porto commerciale fosse inserita in uno strumento urbanistico da sottoporre a VAS per verificare non solo gli impatti teorici ma anche se quanto previsto nel 2006 è ancora attuale nel rapporto porto città così come si è venuto a definire in questi 15 anni, per esempio, in chiave di rischio sanitario.
2. La fascia di rispetto fino ad ora realizzata viola
esplicitamente le stesse prescrizioni del 2006 del Ministero dell’Ambiente come
riportate in questo post QUI. Della
serie non solo si realizza la fascia di rispetto con tempistiche illegittime ma
con presupposti valutativi e costruttivi non rispettosi di quanto previsto dal
giudizio di VIA del 2006.
3. Tutto questo ha comportato il non rispetto delle
modalità con le quali il Ministero dell’Ambiente e il Consiglio Regionale
avevano previsto la attuazione del PRP anche in termini temporali. In
realtà in questi anni sono stati i colpi di mano amministrativi, in
violazione del vigente PRP (del 2006) che hanno caratterizzato lo sviluppo del
porto come nel caso dell’ampliamento del molo Garibaldi (vedi QUI).
Si è continuato a
privilegiare lo sviluppo del porto senza rispettare la chiara indicazione del
Ministero dell’Ambiente: valutare preventivamente gli impatti nei diversi
scenari di sviluppo del porto commerciale e predisporre misure preventive
di tipo ambientale: della serie prima lo sviluppo delle banchine e dei
container poi vedremo di metterci qualche pezza ambientale.
Il punto di caduta finale
è stato la approvazione del Documento di Pianificazione Strategica di
Sistema (DPSS) che ha congelato il PRP del 2006 (a mio avvio in modo
illegittimo vedi QUI
e QUI) ma
soprattutto senza effettuare una necessaria verifica di ottemperanza delle
prescrizioni fissate nel 2006.
Aggiungo che ora proporre,
come fa il Presidente della Autorità di Sistema Portuale un Comitato di
Informazione Consultazione con gli ambientalisti fa sorridere visto che 15 anni
fa venne istituito un Tavolo di Concertazione sulla attuazione del PRP con
tanto di odg del Consiglio Regionale e apposito regolamento, tutti bellamente
sbeffeggiati e inattuati da chi ha governato Regione, Porto e Città in tutti
quegli anni.
Forse tra 10 anni il porto di Spezia sarà meno impattante e più green ma per ora e per molti anni ancora chi vive nella zona esta della città continuerà a subire disagi che impatteranno sulla sua salute e qualità della vita. Si poteva fare altrimenti e questa è la responsabilità enorme di chi ha governato questa città quanto meno dall’inizio degli anni 2000 in poi.
Ah! Di tutto questo ne so
qualcosa visto che proprio per questi motivi nella primavera del 2000 mi dimisi
da assessore all’ambiente nella totale ignavia della politica locale e di un
città dalla memoria corta, molto corta!
[NOTA 1] Afferma la delibera del Consiglio Regionale di
approvazione del PRP: “Le Norme di attuazione del PRP risultano per un
verso, come afferma la stessa Relazione illustrativa, generiche, nel senso che
l’attuazione degli interventi previsti è demandata a <<Schemi di assetto
urbanistico>> che vengono prescritti per tutti gli Ambiti considerati
dal Piano” . Questi Schemi di assetto urbanistico
costituiscono strumenti urbanistici attuativi del piano quadro (il
PRP) e dovranno (come afferma la sopra citata delibera regionale”:
“……riportare per ciascun ambito la relativa disciplina di intervento in
termini di destinazione d’uso, parametri e modalità attuative,
flessibilità delle relative indicazioni.”
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