L'audizione
di Enel in commissione consiliare a Spezia sul progetto di centrale a gas ha
dimostrato che:
1. Enel non ha chiaro il progetto di deposito doganale proposto giorni
fa, sia in termini economico occupazionali che di impatto ambientale, forse sta
cercando di trattare in altre sedi ma come dire al sottoscritto questo non è
dato sapere. Resta la sensazione dalla audizione di ieri di una superficialità
di approccio anche comunicativo verso la città da parte di Enel
2. Enel ha per la prima volta
accettato di parlare non solo di centrale a gas ma anche di un progetto
integrato sul resto dell'area di sua proprietà ma non ha chiaro cosa proporre,
forse anche perché non ha gli interlocutori adeguati sia sul piano della
capacità di analisi che dei diversi livelli istituzionali
3. Enel non ha escluso che in caso di bocciatura della centrale a gas
la centrale a carbone potrebbe andare oltre il 2021.
4. la politica locale non ha chiaro che il progetto di centrale a gas
se si vuole fermarlo occorre ragionare in termini di sistema elettrico
nazionale ed europeo sfruttando gli spazi del PNIEC e della normativa UE sul
mercato interno della energia elettrica
5. la politica locale non ha chiaro che non è Enel, nel caso di
bocciatura della centrale a gas, che vuole restare con la centrale a carbone ma
è Terna che deciderà secondo le esigenze di stabilità del sistema elettrico
nazionale integrato con quello dei Paesi UE se la centrale dovrà andare oltre
il 2021. Ma le scelte di Terna dipenderanno molto anche da come si approccerà
il Governo Nazionale, approccio che ad oggi è stato dal lato dei territori
nullo, dal lato delle strategie energetiche appiattito sulla soluzione più
semplice ma anche più impattante: usare solo il gas per la transizione
energetica alle fonti rinnovabili al 2025.
6. la politica locale non ha chiaro che la normativa
nazionale, se ci fosse una superiore esigenza di stabilità del sistema
elettrico nazionale, può imporre la continuazione della centrale a carbone
anche con limiti di emissioni alti rispetto agli impianti di nuova generazione
7. l'Amministrazione Comunale non ha chiaro che la variante
urbanistica approvata non è sufficiente per fermare la centrale a gas non solo
perché l'autorizzazione ministeriale finale andrà in variante automatica al
Piano Urbanistico Comunale ma perché questa automaticità potrà essere
contestabile solo chiarendo la effettiva destinazione dell'area in chiave di
bilancio ambientale positivo (come si evince dalla giurisprudenza in materia)
8. la politica locale pur cazzeggiando su proposte di spostamenti di
sito del progetto di centrale a gas non ha mai utilizzato, perché non lo
conoscono perché non leggono e non si
informano prima di parlare,quanto affermato dal Piano Nazionale Integrato
Energia e Clima PNIEC che a PAGINA 111 afferma: “Le valutazioni delle modifiche infrastrutturali eventualmente
necessarie ai fini della concreta attuazione del phase out del carbone dalla
produzione elettrica si baseranno sul confronto in appositi tavoli settoriali
(per zone di mercato elettrico, per singolo sito e specifico per la Sardegna),
con gli operatori, le autonomie locali, Terna, le parti sociali e le
associazioni ambientaliste e di categoria. I tavoli hanno lo scopo di valutare
le condizioni tecniche e normative, le infrastrutture necessarie, nonché le
modalità di salvaguardia dell’occupazione (per la quale sono state stanziate
apposite risorse)”.
Rispetto
a questo quadro locale, spicca la assenza
di iniziativa del Governo Nazionale, in primo luogo, visto che spetta al
Governo e ai due Ministeri Ambiente e Sviluppo Economico di autorizzare sotto
il profilo ambientale ed energetico il progetto di centrale a gas. In particolare il Ministero dell’Ambiente considerando le lacune documentali di Enel
relativamente allo Studio di Impatto Ambientale a cominciare dal mancato
confronto tra centrale a gas e opzione zero mentre invece il confronto è
tutto tra centrale a gas e centrale a
carbone per dimostrare un miglioramento dell’impatto ambientale. Peccato che il
miglioramento di impatto ambientale secondo i principi della VIA non deve
avvenire tra impianti vecchio e nuovo ma tra il nuovo impianto e la situazione
ambientale dell’area interessata.
Il
Ministero quindi avrebbe gli elementi per sospendere
la procedura di VIA chiedendo importanti integrazioni progettuali ad Enel.
Questo
servirebbe per prendere tempo ed avviare un tavolo di confronto Governo Regione
ed Enti Locali (Spezia Arcola Provincia) secondo i dimenticati, e sopra citati,
principi del PNIEC.
Nessuno
chiede questo ovviamente perché tutti giocano a fare i duri : NO ALLA CENTRALE
A GAS SENZA SE E SENZA MA.
Occorre però capire che
anche questa integrazione non basterebbe strategicamente se non si entra nel merito della questione
nazionale in cui il progetto di centrale a gas è inserito: la stabilità del
sistema elettrico da qui al 2025 (anno di fine della generazione elettrica da
fonti fossili). Eppure perfino le norme europee e i documenti UE sulla
attuazione del meccanismo del capacity market dimostrano una flessibilità nella
scelta delle fonti energetiche da utilizzare perla transizione suddetta che
nessuno vuole esplorare. Eppure è chiaro l’intento
dell’indirizzo UE verso gli Stati membri: garantire il confronto tra una
transizione a gas, nella generazione elettrica, e l’impatto sugli obiettivi di
de-carbonizzazione che le quantità di gas previsto potrà produrre. Ma i politici locali hanno letto queste norme
e questi documenti?
Allo stesso tempo la Regione è in stallo nonostante il suo
potere di Intesa che, pur non essendo definitivo per bloccare il progetto di
centrale a gas, potrebbe comunque riaprire il confronto sul futuro dell'area
anche in termini energetici ma fuori dalle fonti fossili.
In questo stallo e considerato che il progetto di centrale a gas non può essere slegato
da problematiche energetiche nazionale ed europee gli scenari più probabili
sono:
1.l’approvazione
della centrale a gas entro inizio autunno
2.una
possibile proroga della centrale a carbone oltre il 2021
In entrambi gli scenari
una nuova servitù energetica o confermata, sia pure provvisoriamente, una
vecchia. Senza bilancio ambientale positivo ma soprattutto perdendo la
possibilità di un progetto di politica energetica e industriale fortemente
innovativo per il territorio coinvolgendo ovviamente Enel ma non solo.
Lo scrivo con franchezza
ad oggi sono pessimista ma come dire mai rinunciare a provare, MAI!
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