martedì 28 luglio 2020

Audizione Enel in Consiglio Comunale a Spezia: analisi critica di quello che è emerso



L'audizione di Enel in commissione consiliare a Spezia sul progetto di centrale a gas ha dimostrato che:


1. Enel non ha chiaro il progetto di deposito doganale proposto giorni fa, sia in termini economico occupazionali che di impatto ambientale, forse sta cercando di trattare in altre sedi ma come dire al sottoscritto questo non è dato sapere. Resta la sensazione dalla audizione di ieri di una superficialità di approccio anche comunicativo verso la città da parte di Enel

2. Enel ha per la prima volta accettato di parlare non solo di centrale a gas ma anche di un progetto integrato sul resto dell'area di sua proprietà ma non ha chiaro cosa proporre, forse anche perché non ha gli interlocutori adeguati sia sul piano della capacità di analisi che dei diversi livelli istituzionali

3. Enel non ha escluso che in caso di bocciatura della centrale a gas la centrale a carbone potrebbe andare oltre il 2021.

4. la politica locale non ha chiaro che il progetto di centrale a gas se si vuole fermarlo occorre ragionare in termini di sistema elettrico nazionale ed europeo sfruttando gli spazi del PNIEC e della normativa UE sul mercato interno della energia elettrica

5. la politica locale non ha chiaro che non è Enel, nel caso di bocciatura della centrale a gas, che vuole restare con la centrale a carbone ma è Terna che deciderà secondo le esigenze di stabilità del sistema elettrico nazionale integrato con quello dei Paesi UE se la centrale dovrà andare oltre il 2021. Ma le scelte di Terna dipenderanno molto anche da come si approccerà il Governo Nazionale, approccio che ad oggi è stato dal lato dei territori nullo, dal lato delle strategie energetiche appiattito sulla soluzione più semplice ma anche più impattante: usare solo il gas per la transizione energetica alle fonti rinnovabili al 2025.

6. la politica locale non ha chiaro che la normativa nazionale, se ci fosse una superiore esigenza di stabilità del sistema elettrico nazionale, può imporre la continuazione della centrale a carbone anche con limiti di emissioni alti rispetto agli impianti di nuova generazione

7. l'Amministrazione Comunale non ha chiaro che la variante urbanistica approvata non è sufficiente per fermare la centrale a gas non solo perché l'autorizzazione ministeriale finale andrà in variante automatica al Piano Urbanistico Comunale ma perché questa automaticità potrà essere contestabile solo chiarendo la effettiva destinazione dell'area in chiave di bilancio ambientale positivo (come si evince dalla giurisprudenza in materia)

8. la politica locale pur cazzeggiando su proposte di spostamenti di sito del progetto di centrale a gas non ha mai utilizzato, perché non lo conoscono perché non leggono e non si informano prima di parlare,quanto affermato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima PNIEC che a PAGINA 111 afferma: “Le valutazioni delle modifiche infrastrutturali eventualmente necessarie ai fini della concreta attuazione del phase out del carbone dalla produzione elettrica si baseranno sul confronto in appositi tavoli settoriali (per zone di mercato elettrico, per singolo sito e specifico per la Sardegna), con gli operatori, le autonomie locali, Terna, le parti sociali e le associazioni ambientaliste e di categoria. I tavoli hanno lo scopo di valutare le condizioni tecniche e normative, le infrastrutture necessarie, nonché le modalità di salvaguardia dell’occupazione (per la quale sono state stanziate apposite risorse)”.

Rispetto a questo quadro locale, spicca la assenza di iniziativa del Governo Nazionale, in primo luogo, visto che spetta al Governo e ai due Ministeri Ambiente e Sviluppo Economico di autorizzare sotto il profilo ambientale ed energetico il progetto di centrale a gas.  In particolare il Ministero dell’Ambiente considerando le lacune documentali di Enel relativamente allo Studio di Impatto Ambientale a cominciare dal mancato confronto tra centrale a gas e opzione zero mentre invece il confronto è tutto  tra centrale a gas e centrale a carbone per dimostrare un miglioramento dell’impatto ambientale. Peccato che il miglioramento di impatto ambientale secondo i principi della VIA non deve avvenire tra impianti vecchio e nuovo ma tra il nuovo impianto e la situazione ambientale dell’area interessata.
Il Ministero quindi avrebbe gli elementi per sospendere la procedura di VIA chiedendo importanti integrazioni progettuali ad Enel.
Questo servirebbe per prendere tempo ed avviare un tavolo di confronto Governo Regione ed Enti Locali (Spezia Arcola Provincia) secondo i dimenticati, e sopra citati, principi del PNIEC.
Nessuno chiede questo ovviamente perché tutti giocano a fare i duri : NO ALLA CENTRALE A GAS SENZA SE E SENZA MA.

Occorre però capire che anche questa integrazione non basterebbe strategicamente  se non si entra nel merito della questione nazionale in cui il progetto di centrale a gas è inserito: la stabilità del sistema elettrico da qui al 2025 (anno di fine della generazione elettrica da fonti fossili). Eppure perfino le norme europee e i documenti UE sulla attuazione del meccanismo del capacity market dimostrano una flessibilità nella scelta delle fonti energetiche da utilizzare perla transizione suddetta che nessuno vuole esplorare. Eppure è chiaro l’intento dell’indirizzo UE verso gli Stati membri: garantire il confronto tra una transizione a gas, nella generazione elettrica, e l’impatto sugli obiettivi di de-carbonizzazione che le quantità di gas previsto potrà produrre.  Ma i politici locali hanno letto queste norme e questi documenti?

Allo stesso tempo la Regione è in stallo nonostante il suo potere di Intesa che, pur non essendo definitivo per bloccare il progetto di centrale a gas, potrebbe comunque riaprire il confronto sul futuro dell'area anche in termini energetici ma fuori dalle fonti fossili.

In questo stallo e considerato che il progetto di centrale a gas non può essere slegato da problematiche energetiche nazionale ed europee gli scenari più probabili sono:
1.l’approvazione della centrale a gas entro inizio autunno
2.una possibile proroga della centrale a carbone oltre il 2021

In entrambi gli scenari una nuova servitù energetica o confermata, sia pure provvisoriamente, una vecchia. Senza bilancio ambientale positivo ma soprattutto perdendo la possibilità di un progetto di politica energetica e industriale fortemente innovativo per il territorio coinvolgendo ovviamente Enel ma non solo.

Lo scrivo con franchezza ad oggi sono pessimista ma come dire mai rinunciare a provare, MAI!  

Nessun commento:

Posta un commento