Giovedì
9 luglio si svolgerà l’ennesimo
Consiglio Comunale (QUI) sul progetto di centrale a gas proposto da Enel per il sito
che vede ad oggi la presenza della storica centrale a carbone.
Non
so cosa vorranno dire e proporre i vari gruppi consiliari ma spero che non si limiteranno
a ribadire la contrarietà al progetto o a giocare a scaricabarile tra maggioranza ed opposizione, perché questa sarebbe una impostazione
che produrrà sicuramente due conseguenze :
1. la prima la realizzazione della centrale a gas a breve termine (massimo due
anni)
2. la seconda il prorogarsi della centrale a carbone per altri anni come
minimo fino al 2025.
Cosa
dovrebbe discutere il Consiglio Comunale e proporre al Governo Nazionale e alla
Regione Liguria …
A mio avviso il progetto si può fermare solo se non si rimuove la
questione della transizione energetica perché questo progetto non è a se stante
ma si inquadra in scenari energetici nazionali e regionali che hanno vincoli
normativi sia procedurali che di obiettivi da raggiungere ben definiti.
LE RESPONSABILITÀ
DEI MINISTERI DELL’AMBIENTE E DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Il primo a rimuovere gli
scenari energetici europei e nazionali è fino ad ora il Governo Nazionale. Il Ministero dell’Ambiente
dichiara che esiste questa compatibilità senza dimostrare come, il Ministero
dello Sviluppo Economico è totalmente silente. Si vuole quindi scaricare sui
territori l’ennesima servitù energetica senza una adeguata istruttoria per
scenari e senza coinvolgere le Amministrazioni Comunali territorialmente competenti
(La Spezia ed Arcola). Questo nonostante la Dichiarazione di sintesi (22 gennaio
2020) relativa alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano
Nazionale Integrato Energia Ambiente, a pagina 10, affermi: “Il Piano è un
documento di natura strategica e non scende nel dettaglio degli interventi, né
li localizza sul territorio” per poi
aggiungere: “Nelle fasi attuative del
Piano è previsto che i Ministeri competenti insieme alle Regioni individuino le
aree idonee e quelle non idonee. In virtù dell’assetto costituzionale
dell’Italia, le Regioni hanno un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli
obiettivi in materia di energia e di clima. Parimenti significativo è il ruolo
degli enti locali”.
Quindi
la partita sul progetto di centrale a gas si gioca principalmente sul quadro
programmatico dello studio di impatto
ambientale (SIA), presentato da Enel insieme con il progetto, nonchè sulla carenza
di alternative ivi descritte da Enel. Su questo aspetto ho trattato diffusamente QUI.
QUALI CONSULENZE PER
CONTESTARE IL PROGETTO DI CENTRALE A GAS
Ho
visto che il Comune di Spezia si è
dotato di un consulente esperto di medicina del lavoro, non è sufficiente!
Ci vogliono principalmente consulenze:
1. di esperti in scenari
energetici per dimostrare che la soluzione del turbogas non è l'unica possibile
per garantire la transizione al 2025 fuori dalle fonti fossili per la
generazione elettrica, anzi che quella soluzione non tiene conto delle norme
europee sul mercato interno della energia elettrica e persino dello stesso
Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima.
2. di metodologhi della VIA che
contestino il fatto che la alternativa zero contenuta nel SIA presentato da
Enel non può essere solo tra la centrale a carbone esistente e nuova centrale a
gas perché è ovvio che il giudizio di compatibilità ambientale finale in questo
modo non potrà che essere positivo. Occorre invece che venga valutato e messo
quindi a confronto cosa succede all’ambiente con la centrale a gas e senza
alcuna centrale tenendo conto che questa seconda
soluzione può indurre effetti positivi considerato, nel caso in esame l’impatto
cumulativo della centrale a gas con le fonti inquinanti già presenti in zona anche
nell’area vasta.
LA QUESTIONE DEL
QUADRO PROGRAMMATICO DEL SIA SUL PROGETTO DI CENTRALE A GAS
Ricordo
che il quadro programmatico è parte
integrante del SIA e se c’è contraddizione tra il progetto e il quadro
programmatico vigente, il progetto non può avere una valutazione di impatto
positiva; che
ad oggi detta contraddizione ci sia lo conferma il fatto che nei documenti ufficiali UE (non solo regolamenti e
direttive ma anche documenti di indirizzo) si lascia agli stati membri
definire il mix di fonti per la transizione alla generazione elettrica dopo il
2025. Afferma Raccomandazione 18 GIUGNO
2019 (2019/C 297/12 - QUI) a tutti gli Stati
membri. La parte che riguarda l’Italia afferma che la proposta di Piano
nazionale integrato energia e clima presentata dal Governo italiano dovrà entro
la fine di questo anno per il settore energia elettrica: precisare la misura
in cui il previsto sviluppo nel settore del gas è compatibile con gli obiettivi
di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli
impianti termoelettrici a carbone”.
È chiaro l’intento dell’indirizzo
UE verso gli Stati membri: garantire il confronto tra una transizione a gas,
nella generazione elettrica, e l’impatto sugli obiettivi di de-carbonizzazione
che le quantità di gas previsto potrà produrre. Questo aspetto manca totalmente
perché il confronto viene fatto, nel SIA, solo con riferimento al carbone.
LA QUESTIONE DEL
TAVOLO DI CONFRONTO
Ma
affrontare la questione del progetto di
centrale a gas non deve limitarsi ad analizzare criticamente il quadro
programmatico del SIA sopra richiamato. Occorre che si apra un confronto
vero con il Governo su:
1. quale mix di combustibili per
la transizione alla fuoriuscita dalle fonti fossili (gas compreso) per la
generazione elettrica
2. quali tecnologie energetiche
e quali siti
Se
il Governo non vuole avviare un percorso simile, la Regione (avendo potere di Intesa
sul progetto) può sollevare la questione coinvolgendo gli enti locali spezzini.
Mi auguro che questi temi siano
affrontanti con rigore e serietà dal prossimo Consiglio Comunale, ne va del
futuro del nostro territorio ma anche del sistema energetico del nostro Paese.
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