venerdì 3 luglio 2020

Consiglio Comunale a Spezia su progetto centrale a gas: cosa discutere, cosa proporre


Giovedì 9  luglio si svolgerà l’ennesimo Consiglio Comunale (QUI) sul progetto di centrale a gas proposto da Enel per il sito che vede ad oggi la presenza della storica centrale a carbone.
Non so cosa vorranno dire e proporre i vari gruppi consiliari ma spero che non si limiteranno a ribadire la contrarietà al progetto o a giocare a scaricabarile tra maggioranza ed opposizione, perché questa sarebbe una impostazione che produrrà sicuramente due conseguenze :
1. la prima la realizzazione della centrale a gas a breve termine (massimo due anni)
 2. la seconda il prorogarsi della centrale a carbone per altri anni come minimo fino al 2025.

Cosa dovrebbe discutere il Consiglio Comunale e proporre al Governo Nazionale e alla Regione Liguria …

A mio avviso il progetto si può fermare solo se non si rimuove la questione della transizione energetica perché questo progetto non è a se stante ma si inquadra in scenari energetici nazionali e regionali che hanno vincoli normativi sia procedurali che di obiettivi da raggiungere ben definiti.


LE RESPONSABILITÀ DEI MINISTERI DELL’AMBIENTE E DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Il primo a rimuovere gli scenari energetici europei e nazionali è fino ad ora il Governo Nazionale. Il Ministero dell’Ambiente dichiara che esiste questa compatibilità senza dimostrare come, il Ministero dello Sviluppo Economico è totalmente silente. Si vuole quindi scaricare sui territori l’ennesima servitù energetica senza una adeguata istruttoria per scenari e senza coinvolgere le Amministrazioni Comunali territorialmente competenti (La Spezia ed Arcola). Questo nonostante la Dichiarazione di sintesi (22 gennaio 2020) relativa alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Nazionale Integrato Energia Ambiente, a pagina 10, affermi: “Il Piano è un documento di natura strategica e non scende nel dettaglio degli interventi, né li localizza sul territorio” per poi aggiungere: “Nelle fasi attuative del Piano è previsto che i Ministeri competenti insieme alle Regioni individuino le aree idonee e quelle non idonee. In virtù dell’assetto costituzionale dell’Italia, le Regioni hanno un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi in materia di energia e di clima. Parimenti significativo è il ruolo degli enti locali”.

Quindi la partita sul progetto di centrale a gas si gioca principalmente sul quadro programmatico dello studio di impatto ambientale (SIA), presentato da Enel insieme con il progetto, nonchè sulla carenza di alternative ivi descritte da Enel. Su questo aspetto ho trattato diffusamente QUI.  



QUALI CONSULENZE PER CONTESTARE IL PROGETTO DI CENTRALE A GAS
Ho visto che il Comune di Spezia si è dotato di un consulente esperto di medicina del lavoro, non è sufficiente! Ci vogliono principalmente consulenze:
1. di esperti in scenari energetici per dimostrare che la soluzione del turbogas non è l'unica possibile per garantire la transizione al 2025 fuori dalle fonti fossili per la generazione elettrica, anzi che quella soluzione non tiene conto delle norme europee sul mercato interno della energia elettrica e persino dello stesso Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima.
2. di metodologhi della VIA che contestino il fatto che la alternativa zero contenuta nel SIA presentato da Enel non può essere solo tra la centrale a carbone esistente e nuova centrale a gas perché è ovvio che il giudizio di compatibilità ambientale finale in questo modo non potrà che essere positivo.  Occorre invece che venga valutato e messo quindi a confronto cosa succede all’ambiente con la centrale a gas e senza alcuna centrale tenendo conto che questa seconda soluzione può indurre effetti positivi considerato, nel caso in esame l’impatto cumulativo della centrale a gas con le fonti inquinanti già presenti in zona anche nell’area vasta.



LA QUESTIONE DEL QUADRO PROGRAMMATICO DEL SIA SUL PROGETTO DI CENTRALE A GAS
Ricordo che il quadro programmatico è parte integrante del SIA e se c’è contraddizione tra il progetto e il quadro programmatico vigente, il progetto non può avere una valutazione di impatto positiva; che ad oggi detta contraddizione ci sia lo conferma il fatto che nei documenti ufficiali UE (non solo regolamenti e direttive ma anche documenti di indirizzo) si lascia agli stati membri definire il mix di fonti per la transizione alla generazione elettrica dopo il 2025. Afferma Raccomandazione 18 GIUGNO 2019 (2019/C 297/12 - QUI)  a tutti gli Stati membri. La parte che riguarda l’Italia afferma che la proposta di Piano nazionale integrato energia e clima presentata dal Governo italiano dovrà entro la fine di questo anno per il settore energia elettrica: precisare la misura in cui il previsto sviluppo nel settore del gas è compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli impianti termoelettrici a carbone”.  È chiaro l’intento dell’indirizzo UE verso gli Stati membri: garantire il confronto tra una transizione a gas, nella generazione elettrica, e l’impatto sugli obiettivi di de-carbonizzazione che le quantità di gas previsto potrà produrre. Questo aspetto manca totalmente perché il confronto viene fatto, nel SIA, solo con riferimento al carbone.


LA QUESTIONE DEL TAVOLO DI CONFRONTO
Ma affrontare la questione del progetto di centrale a gas non deve limitarsi ad analizzare criticamente il quadro programmatico del SIA sopra richiamato. Occorre che si apra un confronto vero con il Governo su:
1. quale mix di combustibili per la transizione alla fuoriuscita dalle fonti fossili (gas compreso) per la generazione elettrica
2. quali tecnologie energetiche e quali siti
Se il Governo non vuole avviare un percorso simile, la Regione (avendo potere di Intesa sul progetto) può sollevare la questione coinvolgendo gli enti locali spezzini.


Mi auguro che questi temi siano affrontanti con rigore e serietà dal prossimo Consiglio Comunale, ne va del futuro del nostro territorio ma anche del sistema energetico del nostro Paese.

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