Sull'impianto di
trattamento rifiuti di Cerri di Follo comprendo le preoccupazioni dei lavoratori dipendenti, a cui va
la mia solidarietà umana prima di tutto, ma i sindacati che ora strepitano per
il rischio dei posti di lavoro dove erano in tutti questi anni quando si chiedeva
ai titolari dell'impianto di rispettare le prescrizioni delle autorizzazioni,
di presentare domanda di autorizzazione integrata ambientale riorganizzando gli
spazi di lavoro dell'impianto?
No perché è comodo ora
nascondersi dietro il problema
occupazione cavalcando la disperazione dei dipendenti ma un sindacato serio
deve sapere gestire in anticipo queste crisi e nel caso specifico si poteva
farlo.
Nel caso in esame l’impianto non aveva e non ha problemi di mercato ma solo di
non adeguata gestione tecnica rispetto alla vigente normativa quindi problemi
affrontabili senza alcun rischio imprenditoriale od occupazionale se fatto nei
tempi e nel rispetto degli obblighi di
legge.
Invece questi
burocrati sindacali, pur avendo a disposizione professionisti, risorse, persone
a tempo pieno sono rimasti silenti per anni mentre l'impianto violando la legge
produceva enormi disagi ai residenti e sicuramente anche ai dipendenti. Si quei residenti alcuni dei quali sono
li da anni da prima dell’impianto e quelli che sono venuti dopo quando sono
arrivati avevano di fronte un impianto completamente diverso da quello degli
ultimi anni.
Qui c’è una enorme
responsabilità della Provincia che in questi anni ha permesso, con varie e
reiterate autorizzazioni ( 6 autorizzazioni solo dal 2012 fino all’ultima del
19 dicembre scorso), di gestire un impianto che per quantità e qualità dei
rifiuti non era assolutamente adeguato a rispettare le prescrizioni contenute
in quelle autorizzazioni. Prescrizioni
non rispettate da anni (vedi foto a fianco del 2015) a cominciare dalla gestione
illegale del piazzale dell’impianto ora sottoposto a sequestro della
magistratura.
Dover erano i
sindacati quanto accadeva tutto questo?
Dove erano i sindacati
quando la Provincia diffidava la ditta in quanto non rispettava le prescrizioni
delle autorizzazioni. Era il 3 aprile 2015
Dover erano i
sindacati quando il titolare della ditta spediva questa lettera che pubblico a
fianco in cui ammetteva i disagi prodotti ai cittadini e si impegnava a
risolverli a breve. Era l’11 magio 2015.
Dove erano i sindacati quando i cittadini esasperati dai disagi prodotti dall'impianto in questione presentarono l'ennesimo esposto ben argomentato e motivato per chiedere il rispetto delle prescrizioni autorizzatorie almeno per il piazzale esterno all'impianto. Era il 21 settembre 2016.
Dove erano i sindacati
quando il titolare della ditta in audizione in Comune di Follo alla presenza
del Sindaco ammetteva (vedi a fianco foto dello stralcio dal verbale di
audizione) che stava violando le autorizzazioni perché l’impianto non è
adeguato e che avrebbe a breve presentato domanda per un progetto di
ristrutturazione per ottenere la più stringente (sotto il profilo della tutela
ambientale e sanitaria) autorizzazione integrata ambientale. Era l’11 aprile
2017.
Dove erano i sindacati quando l'impianto a Pasqua dello scorso anno si è incendiato costringendo i residenti a fuggire dalle loro case. Era il 16 aprile 2017.
Concludendo se oggi i
lavoratori dell’impianto in questione rischiano il posto di lavoro devono
prendersela prima di tutto con chi ha gestito l’impianto senza adeguarlo in
tempo alla legge e con la Provincia che
ha autorizzato l’espansione dell’impianto senza verificarne la fattibilità
tecnica e l’impatto ambientale.
Ma i sindacati che hanno e avevano
organizzazione, risorse, relazioni istituzionali hanno la loro responsabilità per aver taciuto
sulla situazione reale di questo impianto che come ho dimostrato sopra andava
avanti da anni.
I problemi del lavoro
e dell’ambiente hanno una caratteristica comune; se fatti marcire fanno danni a
tutti: ai lavoratori, all’ambiente e alla salute dei cittadini e dei dipendenti in primo
luogo.
Vogliamo imparare dagli errori o riprodurre all'infinito il suicida conflitto ambiente v/s lavoro?
Vogliamo imparare dagli errori o riprodurre all'infinito il suicida conflitto ambiente v/s lavoro?
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