venerdì 16 febbraio 2018

Impianto rifiuti Cerri di Follo: i Sindacati su ambiente e occupazione arrivano in ritardo


Sull'impianto di trattamento rifiuti di Cerri di Follo comprendo le preoccupazioni dei lavoratori dipendenti, a cui va la mia solidarietà umana prima di tutto, ma i sindacati che ora strepitano per il rischio dei posti di lavoro dove erano in tutti questi anni quando si chiedeva ai titolari dell'impianto di rispettare le prescrizioni delle autorizzazioni, di presentare domanda di autorizzazione integrata ambientale riorganizzando gli spazi di lavoro dell'impianto?


No perché è comodo ora nascondersi  dietro il problema occupazione cavalcando la disperazione dei dipendenti ma un sindacato serio deve sapere gestire in anticipo queste crisi e nel caso specifico si poteva farlo. 

Nel caso in esame l’impianto non aveva e non ha problemi di mercato ma solo di non adeguata gestione tecnica rispetto alla vigente normativa quindi problemi affrontabili senza alcun rischio imprenditoriale od occupazionale se fatto nei tempi  e nel rispetto degli obblighi di legge.

Invece questi burocrati sindacali, pur avendo a disposizione professionisti, risorse, persone a tempo pieno sono rimasti silenti per anni mentre l'impianto violando la legge produceva enormi disagi ai residenti e sicuramente anche ai dipendenti. Si quei residenti alcuni dei quali sono li da anni da prima dell’impianto e quelli che sono venuti dopo quando sono arrivati avevano di fronte un impianto completamente diverso da quello degli ultimi anni.

Qui c’è una enorme responsabilità della Provincia che in questi anni ha permesso, con varie e reiterate autorizzazioni ( 6 autorizzazioni solo dal 2012 fino all’ultima del 19 dicembre scorso), di gestire un impianto che per quantità e qualità dei rifiuti non era assolutamente adeguato a rispettare le prescrizioni contenute in quelle autorizzazioni. Prescrizioni non rispettate da anni (vedi foto a fianco del 2015) a cominciare dalla gestione illegale del piazzale dell’impianto ora sottoposto a sequestro della magistratura.  


Dover erano i sindacati quanto accadeva tutto questo?


Dove erano i sindacati quando la Provincia diffidava la ditta in quanto non rispettava le prescrizioni delle autorizzazioni. Era il 3 aprile 2015












Dover erano i sindacati quando il titolare della ditta spediva questa lettera che pubblico a fianco in cui ammetteva i disagi prodotti ai cittadini e si impegnava a risolverli a breve. Era l’11 magio 2015.












Dove erano i sindacati quando i cittadini esasperati dai disagi prodotti dall'impianto in questione presentarono l'ennesimo esposto ben argomentato e motivato per chiedere il rispetto delle prescrizioni autorizzatorie  almeno per il piazzale esterno all'impianto. Era il 21 settembre 2016.















Dove erano i sindacati quando il titolare della ditta in audizione in Comune di Follo alla presenza del Sindaco ammetteva (vedi a fianco foto dello stralcio dal verbale di audizione) che stava violando le autorizzazioni perché l’impianto non è adeguato e che avrebbe a breve presentato domanda per un progetto di ristrutturazione per ottenere la più stringente (sotto il profilo della tutela ambientale e sanitaria) autorizzazione integrata ambientale. Era l’11 aprile 2017.



Dove erano  i sindacati quando l'impianto a Pasqua dello scorso anno si è incendiato costringendo i residenti a fuggire dalle loro case. Era il 16 aprile 2017.








Concludendo se oggi i lavoratori dell’impianto in questione rischiano il posto di lavoro devono prendersela prima di tutto con chi ha gestito l’impianto senza adeguarlo in tempo alla legge e  con la Provincia che ha autorizzato l’espansione dell’impianto senza verificarne la fattibilità tecnica e l’impatto ambientale. 
Ma i sindacati che hanno e avevano organizzazione, risorse, relazioni istituzionali hanno la loro responsabilità per aver taciuto sulla situazione reale di questo impianto che come ho dimostrato sopra andava avanti da anni.

I problemi del lavoro e dell’ambiente hanno una caratteristica comune; se fatti marcire fanno danni a tutti: ai lavoratori, all’ambiente e alla salute dei cittadini e dei dipendenti in primo luogo. 

Vogliamo imparare dagli errori o riprodurre all'infinito il suicida conflitto ambiente v/s lavoro? 




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