L’articolo di oggi, come
sempre ben documentato da Sondra Coggio, sul Secolo XIX conferma purtroppo quanto da
tempo sostengo sul fallimento totale degli obiettivi per i quali era stato
giustificato (dai nostri amministratori locali) la declassificazione del sito
di bonifica di Pitelli da nazionale a regionale.
Ora arriva la notizia che
la annunciata (vedi articolo Secolo XIX del 24 ottobre 2014 qui a fianco) messa
in sicurezza, non quindi una vera e propria bonifica, per l’area della
Pertusola (una parte piccola ma
significativa dell’intero sito di Pitelli) non parte perché mancano i
finanziamenti.
Così le tronfie
dichiarazioni di due anni fa di amministratori regionali e comunali (vedi QUI) sono evaporate come neve
al sole, comprese le dichiarazioni (vedi QUI) del Sindaco Federici all’epoca
“siamo di fronte ad un percorso concreto”
condite con le solite insultanti ironie verso chi non la pensava e non la pensa
come lui.
Verrebbe voglia di fare della
facile ironia anche a me se non fosse che è in gioco la salute e l’immagine del
golfo e della città dove vivo.
Ma visto che siamo in zona
campagna elettorale e quindi di balle su questa vicenda ne sentiremo ancora
molte, mi interessa invece chiarire ancora una volta la enorme presa in giro
che è stata nascosta dietro la vicenda della declassificazione del sito di
Pitelli da nazionale a regionale. Una declassificazione che sempre di più
appare per quello che è: un tentativo di rimuovere le responsabilità di
amministratori locali e regionali prima sull’inquinamento delle colline di
Pitelli e poi sulla mancata bonifica di queste.
Ma i fatti, gli atti sono
li a smascherare questa enorme presa in giro come dimostro nelle note che seguono……
LO SCIPPO DELLE FINANZIARIE SULLE BONIFICHE
Prima di tutto occorre
dire che la mancata bonifica nel sito di Pitelli quando era nazionale è
responsabilità dei vari Governi di centro sinistra succedutesi dalla fine degli
anni 90 in poi come ha spiegato nel suo
dossier la CGIL (vedi QUI).
Sui finanziamenti scomparsi
per le bonifiche leggete questa mia ricostruzione QUI.
LO SCIPPO DEI FINANZIAMENTI PER LA BONIFICA
DELLE AREE MILITARI
Intanto nessuno dei nostri amministratori e politici
inviati a Roma (senatori, deputati, ministri e sottosegretari) ha sollevato lo scandalo dei
fondi scomparsi per la bonifica delle aree militari: la legge finanziaria 2008
(legge 244/2007) aveva ridotto di 10 milioni di euro per ciascun anno del
triennio 2008-2010 la dotazione del fondo per tali bonifiche, fondo poi sparito
del tutto negli anni successivi. Questi fondi erano previsti anche per le aree
militari del nostro Golfo ovviamente.
LE BALLE AMMINISTRATIVE PER GIUSTIFICARE LA
DECLASSIFICAZIONE DEL SITO E LA RIMOZIONE DELLA BONIFICA DELLE AREE MILITARI
1.
Non è vero che cancellando il carattere
nazionale del sito di Pitelli si semplifica
la procedura di autorizzazione della
bonifica. Questo per il semplice
motivo che la procedura autorizzatoria in materia di bonifiche è la stessa
sia per i siti dichiarati di interesse nazionale che per quelli dichiarati di
interesse locale/regionale. Si legga il Sindaco Federici il comma 4
articolo 252 del DLgs 152/2006. Cambiano solo le competenze nel senso che
decidono Comune e Regione senza il coinvolgimento dei Ministeri con quali
risultati dopo oltre tre anni dal decreto di declassificazione stiamo notando
tutti quanti.
2.
Il Sindaco Federici ha sostenuto da sempre, mentendo, che la cancellazione del
sito di bonifica nazionale è positiva anche perché le procedure erano troppo burocratiche. Non è così in questi
anni sono state introdotte varie modifiche che hanno fortemente semplificato
le procedure di approvazione dei progetti di bonifica anche per i siti
nazionali come quello di Pitelli. Abbiamo assistito a 8 procedure di
semplificazione delle procedure di bonifica tanto che la CGIL (non certo un
“covo” di ambientalisti estremisti) ha intitolato un suo Report dell’aprile
2012: “La bonifica dei
siti d’interesse nazionale (SIN): più che
semplificare, occorre un rilancio urgente
degli interventi di completamento e realizzazione dei progetti
di bonifica” (per il testo vedi QUI).
3. la
scelta del passaggio a sito regionale di bonifica del Sito di Pitelli è già
stata oggetto di una sentenza del Tar
Lazio che ha demolito, sia pure con riferimento ad altro sito nazionale, i
motivi della declassificazione da nazionale a regionale, motivi applicabili
anche al caso Pitelli, vedi QUI,
senza che tutto questo sia mai stato valutato dalla Amministrazione Federici e
tanto meno dal governo regionale sia del PD ma fino ad ora anche del centro
destra.
4. il
Sindaco Federici in un Consiglio Comunale del 7 luglio 2014 ha affermato che per
riportare il sito di Pitelli a sito nazionale occorre cambiare la legge, cosa
che non risponde a verità vedi QUI.
5. non
è completamente vero che non esistevano e non esistano norme per vincolare o coinvolgere i privati. Premesso che non
è neppure vero completamente che il Comune abbia le mani legate ad imporre la
bonifica al proprietario dei terreni (almeno per la parte a terra del sito di
Pitelli) come dimostrano sentenze della Corte di Giustizia vedi QUI, comunque
le procedure di coinvolgimento dei privati esistono eccome ma nessuna
amministrazione locale e regionale le ha attivate in questi anni (vedi QUI)
6. sulle
aree militari invece non si dice
nulla eppure anche qui molto si potrebbe fare come ho spiegato QUI. In
compenso la dichiarazione più bella fu degli amministratori comunali che il 5
novembre 2014 dichiaravano sul Secolo XIX che la caratterizzazione della aree
militari è stata fatta, anzi sono state fatte delle “valutazioni”, ma il Comune
non sa dove e con quali dati e metodologie, come se le zone militari fossero un
altro Stato e non fosse applicabile anche a questi la normativa sull’accesso
alle informazioni ambientali. Il primo comma dell’articolo 368 del Dlgs 15
marzo 2010, n. 66 Codice dell'ordinamento militare prevede che ai sensi
dell'articolo 5 del decreto legislativo 195/2005, l'accesso all'informazione
ambientale è negato quando la divulgazione dell'informazione reca pregiudizio
alla difesa nazionale. Ora sfido qualunque amministratore, spezzino e non, a
dimostrare che nella pubblicazione dei dati sullo stato dell’inquinamento delle
aree militari ci fosse o ci sia tutt’ora
un rischio per la difesa nazionale!
I COSTI DI BONIFICA E LA MANCATA BONIFICA DELLA PARTE A MARE DEL
SITO DI PITELLI
Relativamente ai costi di
bonifica se noi andiamo a vedere gli scenari di bonifica del documento Icram ci
possiamo rendere conto del livello ridicolo di finanziamento annunciato nel 2014 da
Regione Liguria e Comune di Spezia: 1,3 milioni di euro per la parte a terra
(peraltro vecchi fondi ministeriali) e per l’area di Pertusola: circa 3 milioni
di cui solo 1,3 da parte della Regione. Fondi limitatissimi ma come abbiamo visto neppure questi "spiccioli" sono arrivati dopo oltre tre anni di declassificazione del sito. Quindi con la declassificazione abbiamo perso oltre 2 milioni di euro dallo stato (il sito non è più di competenza del Ministero dell'Ambiente) mentre neppure quelli regionali sono arrivati e anche se arrivassero non basterebbero!
Lo studio Icram, solo per la parte a mare, individuava quattro scenari di
intervento di bonifica a seconda del livello di inquinamento, delle
aree interessate, della tipologia degli inquinanti e della profondità della
rimozione degli inquinanti.
Il costo passa
da 201 milioni di euro ipotesi dello scenario 1 di bonifica
minima, a 563 milioni di euro per lo scenario 4 della bonifica
integrale della rada della Spezia.
Le bonifiche, nella parte a mare del sito di Pitelli,
fino ad ora sono state fatte in zone non rilevanti sotto il profilo
dell’inquinamento, ma rilevanti sotto il profilo degli interessi economici
che muovevano. Facendo esattamente il contrario di quello che
prevede il Progetto preliminare di bonifica dell’ICRAM, secondo il quale:
““In considerazione del fatto che gli
interventi di bonifica relativi alle diverse aree potrebbero essere attuati in
tempi diversi, dovrà essere data priorità a quelle aree in cui livelli elevati
di contaminazione dei sedimenti potrebbero determinare situazioni di rischio
sanitario-ambientale”.
È chiaro quindi che di fronte ad una situazione così
complessa occorreva un piano di governo che coinvolgesse tutti i livelli
istituzionali (dal Governo fino ai Comuni) ma anche parti sociali e investitori
privati che agiscono da tempo sul territorio. Nessuno ha mai provato a mettere
in piedi una operazione di questo tipo anzi non sono state neppure rispettate
quelle rarissime deliberazioni che potevano innescare un percorso che portasse
al piano di governo prospettato.
LA RIMOZIONE DEGLI ORDINI
DEL GIORNO COMUNALE E REGIONALE PER
AFFRONTARE SERIAMENTE AL BONIFICA DEL SITO DI PITELLI
Languono in Consiglio
Comunale e Regionale due mozioni (la prima presentata dalla Consigliera Maria
Grazia Frjia e la seconda dai Consiglieri regionali di 5stelle) approvate
entrambe che IMPEGNAVANO e IMPEGNANO le Amministrazioni competenti a realizzare
un vero e proprio piano di governo per la bonifica del sito di Pitelli:
1. Attivare
tutti i mezzi a sua disposizione per fare chiarezza su quanto sta emergendo
dagli ultimi ritrovamenti di stoccaggi abusivi utilizzando anche i poteri di
massima autorità sanitaria sul territorio comunale
2. avviare,
con la collaborazione di Regione Liguria, Provincia ed Arpal una immediata
campagna di monitoraggio integrativa di quella svolta fino a ora, a partire
dalle aree ancora non caratterizzate, utilizzando strumenti
geodiagnostici adeguati
3. convocare
la conferenza dei servizi prevista dalla vigente normativa anche per i siti di
interesse regionale al fine di valutare la revisione/integrazione dell’attuale
caratterizzazione (verifica dei livelli di inquinamento) anche alla luce della
campagna di cui al punto 1
4. promuovere
la elaborazione ed approvazione di apposito accordo di programma per l’avvio
della caratterizzazione delle aree militari interne al sito di Pitelli,
verificando anche l’opportunità di utilizzare nel caso di mancata risposta da
parte dei Ministeri competenti (Difesa ed Ambiente) nonché delle autorità militari
competenti anche i poteri di ordinanza che la legge riconosce anche per
l’inquinamento delle aree militari nel momento in cui questo possa produrre un
danno all’ambiente e alla salute del territorio comunale circostante
5. richiedere progetti di caratterizzazione delle aree
che ancora non sono state oggetto di tale azione (es. Campetto)
6. costituire
con la Regione Liguria ed altre autorità ed enti competenti, in tempi brevi
dalla approvazione della presente mozione, un apposito tavolo di
lavoro finalizzato
6.1. a predisporre un piano tecnico e
finanziario, anche attraverso il reperimento di risorse private, oltre a quelle
regionali, nazionali e comunitarie: utilizzando tutte le procedure di
semplificazione che la normativa ha introdotto da anni per il coinvolgimenti
dei privati nelle attività di bonifica. Il piano dovrà essere finalizzato a
sostenere il completamento della caratterizzazione del sito e la bonifica dello
stesso utilizzando un programma di interventi per scenari tecnici ed economici
6.2. verificare in tempi brevissimi (due
settimane al massimo) se la norma introdotta dal comma 9 articolo 13 del
Decreto Legge 91/2014 che estende l’utilizzo delle somme stanziate dal fondo
previsto dalla legge di stabilità 2014 (combinato disposto commi 6 e 7 articolo
1) non solo ai siti di bonifica di interesse nazionale ma anche a quelli che contengano
inquinamento da amianto, sia applicabile almeno in parte al sito di Pitelli sia
pure nella attuale classificazione di sito di interesse regionale.
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