martedì 18 ottobre 2016

La declassificazione del sito di Pitelli: una enorme presa in giro in danno dei cittadini

L’articolo di oggi, come sempre ben documentato da Sondra Coggio, sul Secolo XIX conferma purtroppo quanto da tempo sostengo sul fallimento totale degli obiettivi per i quali era stato giustificato (dai nostri amministratori locali) la declassificazione del sito di bonifica di Pitelli da nazionale a regionale.
Ora arriva la notizia che la annunciata (vedi articolo Secolo XIX del 24 ottobre 2014 qui a fianco) messa in sicurezza, non quindi una vera e propria bonifica, per l’area della Pertusola  (una parte piccola ma significativa dell’intero sito di Pitelli) non parte perché mancano i finanziamenti.  
Così le tronfie dichiarazioni di due anni fa di amministratori regionali e comunali (vedi QUI)  sono evaporate come neve al sole, comprese le dichiarazioni (vedi QUI) del Sindaco Federici all’epoca “siamo di fronte ad un percorso concreto” condite con le solite insultanti ironie verso chi non la pensava e non la pensa come lui.
Verrebbe voglia di fare della facile ironia anche a me se non fosse che è in gioco la salute e l’immagine del golfo e della città dove vivo.

Ma visto che siamo in zona campagna elettorale e quindi di balle su questa vicenda ne sentiremo ancora molte, mi interessa invece chiarire ancora una volta la enorme presa in giro che è stata nascosta dietro la vicenda della declassificazione del sito di Pitelli da nazionale a regionale. Una declassificazione che sempre di più appare per quello che è: un tentativo di rimuovere le responsabilità di amministratori locali e regionali prima sull’inquinamento delle colline di Pitelli e poi sulla mancata bonifica di queste.

Ma i fatti, gli atti sono li a smascherare questa enorme presa in giro come dimostro nelle note che seguono……


LO SCIPPO DELLE FINANZIARIE SULLE BONIFICHE
Prima di tutto occorre dire che la mancata bonifica nel sito di Pitelli quando era nazionale è responsabilità dei vari Governi di centro sinistra succedutesi dalla fine degli anni 90 in poi come ha spiegato nel suo dossier la CGIL (vedi QUI).  
Sui finanziamenti scomparsi per le bonifiche leggete questa mia ricostruzione QUI



LO SCIPPO DEI FINANZIAMENTI PER LA BONIFICA DELLE AREE MILITARI
Intanto nessuno dei nostri amministratori e politici inviati a Roma (senatori, deputati, ministri e sottosegretari) ha sollevato lo scandalo dei fondi scomparsi per la bonifica delle aree militari: la legge finanziaria 2008 (legge 244/2007) aveva ridotto di 10 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2008-2010 la dotazione del fondo per tali bonifiche, fondo poi sparito del tutto negli anni successivi. Questi fondi erano previsti anche per le aree militari del nostro Golfo ovviamente.



LE BALLE AMMINISTRATIVE PER GIUSTIFICARE LA DECLASSIFICAZIONE DEL SITO E LA RIMOZIONE DELLA BONIFICA DELLE AREE MILITARI

1. Non è vero che  cancellando il carattere nazionale del sito di Pitelli  si semplifica la procedura di autorizzazione della bonifica.  Questo per il semplice motivo che la procedura autorizzatoria in materia di bonifiche è la stessa sia per i siti dichiarati di interesse nazionale che per quelli dichiarati di interesse locale/regionale.  Si legga il Sindaco Federici il comma 4 articolo 252 del DLgs 152/2006. Cambiano solo le competenze nel senso che decidono Comune e Regione senza il coinvolgimento dei Ministeri con quali risultati dopo oltre tre anni dal decreto di declassificazione stiamo notando tutti quanti.

2. Il Sindaco Federici ha sostenuto da sempre, mentendo, che la cancellazione del sito di bonifica nazionale è positiva anche perché le procedure erano troppo burocratiche. Non è così in questi anni sono state introdotte varie modifiche che hanno fortemente semplificato le procedure di approvazione dei progetti di bonifica anche per i siti nazionali come quello di Pitelli. Abbiamo assistito a 8 procedure di semplificazione delle procedure di bonifica tanto che la CGIL (non certo un “covo” di ambientalisti estremisti) ha intitolato un suo Report dell’aprile 2012: “La  bonifica  dei  siti  d’interesse  nazionale  (SIN):  più  che semplificare,  occorre  un  rilancio  urgente  degli  interventi  di completamento e realizzazione dei progetti di bonifica” (per il testo vedi QUI).  

3. la scelta del passaggio a sito regionale di bonifica del Sito di Pitelli è già stata oggetto di una sentenza del Tar Lazio che ha demolito, sia pure con riferimento ad altro sito nazionale, i motivi della declassificazione da nazionale a regionale, motivi applicabili anche al caso Pitelli, vedi QUI, senza che tutto questo sia mai stato valutato dalla Amministrazione Federici e tanto meno dal governo regionale sia del PD ma fino ad ora anche del centro destra.

4. il Sindaco Federici in un Consiglio Comunale del 7 luglio 2014 ha affermato che per riportare il sito di Pitelli a sito nazionale occorre cambiare la legge, cosa che non risponde a verità vedi QUI.

5. non è completamente vero che non esistevano e non esistano norme per vincolare o coinvolgere i privati. Premesso che non è neppure vero completamente che il Comune abbia le mani legate ad imporre la bonifica al proprietario dei terreni (almeno per la parte a terra del sito di Pitelli) come dimostrano sentenze della Corte di Giustizia vedi QUI, comunque le procedure di coinvolgimento dei privati esistono eccome ma nessuna amministrazione locale e regionale le ha attivate in questi anni (vedi QUI)

6. sulle aree militari invece non si dice nulla eppure anche qui molto si potrebbe fare come ho spiegato QUI. In compenso la dichiarazione più bella fu degli amministratori comunali che il 5 novembre 2014 dichiaravano sul Secolo  XIX che la caratterizzazione della aree militari è stata fatta, anzi sono state fatte delle “valutazioni”, ma il Comune non sa dove e con quali dati e metodologie, come se le zone militari fossero un altro Stato e non fosse applicabile anche a questi la normativa sull’accesso alle informazioni ambientali. Il primo comma dell’articolo 368 del Dlgs 15 marzo 2010, n. 66 Codice dell'ordinamento militare prevede che ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 195/2005, l'accesso all'informazione ambientale è negato quando la divulgazione dell'informazione reca pregiudizio alla difesa nazionale. Ora sfido qualunque amministratore, spezzino e non, a dimostrare che nella pubblicazione dei dati sullo stato dell’inquinamento delle aree militari ci fosse o ci sia tutt’ora un rischio per la difesa nazionale!



I COSTI DI BONIFICA  E LA MANCATA BONIFICA DELLA PARTE A MARE DEL SITO DI PITELLI
Relativamente ai costi di bonifica se noi andiamo a vedere gli scenari di bonifica del documento Icram ci possiamo rendere conto del livello ridicolo di finanziamento annunciato nel 2014  da Regione Liguria e Comune di Spezia: 1,3 milioni di euro per la parte a terra (peraltro vecchi fondi ministeriali) e per l’area di Pertusola: circa 3 milioni di cui solo 1,3 da parte della Regione. Fondi limitatissimi ma come abbiamo visto neppure questi "spiccioli" sono arrivati dopo oltre tre anni di declassificazione del sito. Quindi con la declassificazione abbiamo perso oltre 2 milioni di euro dallo stato (il sito non è più di competenza del Ministero dell'Ambiente) mentre neppure quelli regionali sono arrivati e anche se arrivassero non basterebbero!
Lo studio Icram, solo per la parte a mare, individuava quattro scenari di intervento di bonifica  a seconda del livello di inquinamento, delle aree interessate, della tipologia degli inquinanti e della profondità della rimozione degli inquinanti.  
Il costo  passa  da 201 milioni di euro  ipotesi dello scenario 1 di bonifica minima, a 563 milioni di euro per lo scenario 4 della bonifica integrale della rada della Spezia.
Le bonifiche, nella parte a mare del sito di Pitelli, fino ad ora sono state fatte in zone non rilevanti sotto il profilo dell’inquinamento, ma rilevanti sotto il profilo degli interessi economici  che muovevano.  Facendo esattamente il contrario  di quello che prevede il Progetto preliminare di bonifica dell’ICRAM, secondo il quale: “In considerazione del fatto che gli interventi di bonifica relativi alle diverse aree potrebbero essere attuati in tempi diversi, dovrà essere data priorità a quelle aree in cui livelli elevati di contaminazione dei sedimenti potrebbero determinare situazioni di rischio sanitario-ambientale”.  


È chiaro quindi che di fronte ad una situazione così complessa occorreva un piano di governo che coinvolgesse tutti i livelli istituzionali (dal Governo fino ai Comuni) ma anche parti sociali e investitori privati che agiscono da tempo sul territorio. Nessuno ha mai provato a mettere in piedi una operazione di questo tipo anzi non sono state neppure rispettate quelle rarissime deliberazioni che potevano innescare un percorso che portasse al piano di governo prospettato.



LA RIMOZIONE DEGLI ORDINI DEL GIORNO COMUNALE  E REGIONALE PER AFFRONTARE SERIAMENTE AL BONIFICA DEL SITO DI PITELLI
Languono in Consiglio Comunale e Regionale due mozioni (la prima presentata dalla Consigliera Maria Grazia Frjia e la seconda dai Consiglieri regionali di 5stelle) approvate entrambe che IMPEGNAVANO e IMPEGNANO le Amministrazioni competenti a realizzare un vero e proprio piano di governo per la bonifica del sito di Pitelli:
1. Attivare tutti i mezzi a sua disposizione per fare chiarezza su quanto sta emergendo dagli ultimi ritrovamenti di stoccaggi abusivi utilizzando anche i poteri di massima autorità sanitaria sul territorio comunale
2. avviare, con la collaborazione di Regione Liguria, Provincia ed Arpal una immediata campagna di monitoraggio integrativa di quella svolta fino a ora, a partire dalle aree ancora non caratterizzate,  utilizzando strumenti geodiagnostici adeguati
3. convocare la conferenza dei servizi prevista dalla vigente normativa anche per i siti di interesse regionale al fine di valutare la revisione/integrazione dell’attuale caratterizzazione (verifica dei livelli di inquinamento) anche alla luce della campagna di cui al punto 1
4. promuovere la elaborazione ed approvazione di apposito accordo di programma per l’avvio della caratterizzazione delle aree militari interne al sito di Pitelli, verificando anche l’opportunità di utilizzare nel caso di mancata risposta da parte dei Ministeri competenti (Difesa ed Ambiente) nonché delle autorità militari competenti anche i poteri di ordinanza che la legge riconosce anche per l’inquinamento delle aree militari nel momento in cui questo possa produrre un danno all’ambiente e alla salute del territorio comunale circostante
5. richiedere progetti di caratterizzazione delle aree che ancora non sono state oggetto di tale azione (es. Campetto)
6. costituire con la Regione Liguria ed altre autorità ed enti competenti, in tempi brevi dalla approvazione della presente mozione,   un apposito tavolo di lavoro finalizzato  
6.1. a predisporre un piano tecnico e finanziario, anche attraverso il reperimento di risorse private, oltre a quelle regionali, nazionali e comunitarie: utilizzando tutte le procedure di semplificazione che la normativa ha introdotto da anni per il coinvolgimenti dei privati nelle attività di bonifica. Il piano dovrà essere finalizzato a sostenere il completamento della caratterizzazione del sito e la bonifica dello stesso utilizzando un programma di interventi per scenari tecnici ed economici
6.2. verificare in tempi brevissimi (due settimane al massimo) se la norma introdotta dal comma 9 articolo 13 del Decreto Legge 91/2014 che estende l’utilizzo delle somme stanziate dal fondo previsto dalla legge di stabilità 2014 (combinato disposto commi 6 e 7 articolo 1) non solo ai siti di bonifica di interesse nazionale ma anche a quelli che contengano inquinamento da amianto, sia applicabile almeno in parte al sito di Pitelli sia pure nella attuale classificazione di sito di interesse regionale. 








Nessun commento:

Posta un commento