La definizione ufficiale
del fenomeno mafioso così si esprime: “una subcultura locale non necessariamente
collegata a manifestazioni delinquenziali, oppure una modalità di esercizio del
potere, o anche un'attitudine alla corruzione politica e/o affaristica”
(Mafia Enciclopedia delle Scienze Sociali (1996). Quindi la cultura mafiosa è qualcosa di più ma anche di diverso dall’insieme dei fenomeni criminogeni legati alle varie cosche.
D’altronde la prima
riflessione alta sul fenomeno mafioso (Leopoldo Franchetti “Inchiesta in Sicilia” 1876)
poneva al centro il tema della politica e dell'amministrazione locale, il
problema di una classe dirigente abituata a considerare le istituzioni
strumento di sopraffazione, incapace di sollevarsi sino alla concezione
moderna della legge impersonale e uguale per tutti.
Intorno agli aspetti
manifestamente delinquenziali della mafia, c’è un substrato di cultura di
governo e di mentalità che potremmo definire para mafiosa cioè propedeutica a
creare un clima che può favorire illegalità nonché uso spregiudicato della cosa
pubblica in mano a gruppo privati di interesse.
Questo modello para
mafioso è stato ben definito dal Procuratore Anti Mafia Pietro Grasso (Ottobre
2006 discorso tenuto a Crotone): “quelle forme di degenerazione dei rapporti fra cittadini, istituzioni
pubbliche e private ai vari livelli, che ormai hanno sviluppato una sorta di
comportamenti assimilabili alle pratiche mafiose che privilegiano i furbi, i
raccomandati, i faccendieri, a scapito delle persone perbene, oneste, capaci,
competenti e meritevoli che vengono mortificate e bollate come
ingenue. Queste pratiche squallide e deplorevoli, indirettamente
diffondono nel tessuto sociale l’idea che la strada per raggiungere un
risultato non è lo studio, l’impegno, l’acquisizione di una formazione seria e
specifica, la moralità, bensì la conoscenza della persona giusta, vicina al
potente di turno che spianerà la strada per andare a ricoprire un ruolo che
invece non spettava. Una mansione magari delicata, importante per il
funzionamento della macchina amministrativa, o strategicamente delicata per
scelte di indirizzo politico-economico, dove si richiederebbero proprio quelle
competenze e integrità morale che invece sono state scandalosamente
mortificate. Come si comporterà il beneficiario di simile ruolo? Sarà
improvvisamente folgorato sulla via di Damasco e diventerà integerrimo ed
irreprensibile? Non siamo così ingenui per crederci ! È molto più probabile che
costui vestirà i panni dell’arrogante autoritario, qualità tipica
dell’ignorante che è stato messo a ricoprire un ruolo che non è capace di
svolgere.”
Questa descrizione sembra
ritagliata su molte parti istituzionali e politiche del nostro paese ma
altrettanto ed ancora di più sul sistema di potere locale spezzino:
1. sulle
sue modalità di autorigenerazione attraverso la cooptazione
2. sulle
sue modalità di gestione,
3. sulle
sue modalità di controllo sociale,
4. sulle
modalità di emarginazione dei c.d. dissenzienti.
A SPEZIA TUTTI SANNO…..
A Spezia tutti
sanno che non fai carriera nella
pubblica amministrazione locale, se non hai una tessera di partito, o
appartieni a una corrente politica o sei espressione di un gruppo di interesse
preciso.
A Spezia tutti
sanno che non lavori se sei un
professionista non allineato a prescindere dalle tue competenze
A Spezia tutti
sanno che quasi sempre le
procedure amministrative (in particolare quelle urbanistiche ed ambientali)
sono gestite in modo approssimativo con istruttorie inadeguate e con continui
profili di illegittimità (l’illegittimità anticamera della illegalità)
A Spezia tutti
sanno che il Comune è gestito da
tre/ quattro persone al di fuori del circuito democratico ufficiale
A Spezia tutti sanno che se non hai una tessera di partito precisa o sei parte di un gruppo che lo sostiene direttamente o indirettamente non diventerai mai dirigente del Comune o non avrai mai incarichi tecnici in enti di secondo grado controllati dalla politica.
A Spezia tutti sanno che se non hai una tessera di partito precisa o sei parte di un gruppo che lo sostiene direttamente o indirettamente non diventerai mai dirigente del Comune o non avrai mai incarichi tecnici in enti di secondo grado controllati dalla politica.
A Spezia tutti
sanno che le scelte strategiche
degli ultimi 20 anni (porto, area ex ip, centrale enel) sono state frutto di
istruttorie non trasparenti, senza mettere a confronto interessi generali del
territorio, ma supportando interessi di pochi: Lega delle Cooperative, Contship,
imprenditori edili (i soliti).
A Spezia tutti
sanno che gli appalti pubblici
importanti vengono sistematicamente gonfiati con le varianti in corso d’opera
per gli “errori” degli estensori dei bandi che continuano a rimanere ai loro
posti di collettori nella distribuzione delle “prebende pubbliche”.
A Spezia tutti
sanno che ad esempio dietro lo
scandalo di Pitelli era presente un interesse chiaro della criminalità
organizzata nel traffico internazionale dei rifiuti.
A Spezia tutti
sanno che il sito di Pitelli non
verrà mai bonificato, con la colpevole inerzia anche della Marina Militare,
compresa la parte a mare.
A Spezia tutti
sanno che per anni, con la
copertura prima dell’Asl e poi dell’Arpal, è stato possibile accelerare la
“bonifica” dell’area ex IP in danno della salute dei cittadini e nell’interesse
solo della società che voleva realizzare in tempio rapidi la nuova Ipercoop.
A Spezia tutti
sanno che la centrale Enel ha
continuato in questi anni a non rispettare le prescrizioni della autorizzazione
del 1997
A Spezia tutti
sanno che il porto, almeno sotto
il profilo dell’inquinamento da rumore è fuori legge dagli anni 90 del secolo
scorso.
A Spezia tutti sapevano fin dalla fine degli anni 90 che Acam era fuori controllo soprattutto nella gestione dei propri bilanci …. Ad esempio guardate qui a fianco questa denuncia che da assessore nel ormai lontano 1999 facevo sullo stato del contratto di servizio con Acam per la raccolta dei rifiuti e sul fatto che in quel settore Acam fosse fuori controllo già allora senza che nessuno nella giunta (nella quale c’erano personaggi che oggi si presentano come alternativi non si sa bene a cosa) prendesse minimamente in considerazione la mia denuncia tanto che alla fine mi dimisi sentendomi completamente isolato.
A Spezia tutti
sanno che la bonifica della discarica
della Sistemi Ambientali è stata commissionata agli stessi soggetti che hanno
prodotto l’inquinamento in quella zona con una procedura assolutamente non
trasparente e con chiare forzature nella vigente normativa.
A Spezia tutti sanno che c'è un intreccio perverso tra chi gestisce il potere, chi gli gira intorno, chi fa finta di opporsi e chi si oppone senza costruire progetti e proposte, senza entrare nel merito dei problemi.
A Spezia tutti sanno…… ma …..
c’è una tecnica di
rimozione abilissima di un sistema di potere che ha fatto della logica para
mafiosa sopra descritta la cifra della propria azione di sopravvivenza. Una
rimozione che sconfina spesso nel trasformismo come sta avvenendo nella formazione delle liste alle prossime elezioni amministrative del giugno 2017.
CONCLUDENDO: UN EPISODIO DI LOGICA
PARA-MAFIOSA
Voglio concludere
con un episodio, perché come dimostra anche la storia della mafia
siciliana, sono gli episodi concreti che confermano la presenza della logica
paramafiosa sopra descritta.
Quando, nel mio breve
periodo da assessore (era l’inizio del 2000) proposi come nuovo dirigente
del settore ambiente il comandante dei Vigili Urbani, il Direttore Generale del
Comune, dell’epoca, mi disse testualmente : “ non va bene questa proposta perché quando il nuovo dirigente andrà
sull’area IP (in fase di inizio bonifica all’epoca ndr.) come dirigente dovrà
vederla in un modo, ma come comandante dei Vigili visti i suoi poteri di
vigilanza nei reati potrebbe vederla in ben altro modo non molto coerente
con il ruolo di dirigente del Comune”. Come dire se sei amministratore o
dirigente e vedi cose che possono costituire ipotesi di reato è bene tu volga
lo sguardo altrove……
fernando solanas la chiama mafiocrazia.
RispondiEliminaauguri di buone feste Grondacci
emilio.e