Secondo il Rapporto (QUI),
relativo al primo semestre 2022, le Amministrazioni Centrali dello Stato hanno
reagito positivamente al primo impatto con il PNRR, con il conseguimento
pressoché totale degli obiettivi previsti dal Piano ma l’attenzione sulla sua
esecuzione resta particolarmente elevata e il giudizio complessivo sul 2022
potrà delinearsi solo a fine anno.
Inoltre si conferma una difficoltà
di spendere i soldi del PNRR soprattutto da parte delle amministrazioni regionali
e locali il che si lega alla necessità di rafforzarne le strutture amministrative, invece ad oggi anche nella attuazione del PNRR si privilegiano le
semplificazioni procedurali magari in deroga a norme ambientali e di
trasparenza (vedi QUI e QUI),
rispondendo alle difficoltà degli enti locali non con la loro riorganizzazione
ma semmai accentrando le decisioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (QUI).
Nel post che segue riporto in sintesi il Rapporto della Corte dei Conti sullo stato degli interventi in materia ambientale…
DIFFICOLTÀ DI SPESA
Il Rapporto sottolinea il
permanere di difficoltà notevoli nella capacità di spesa delle singole
amministrazioni, a dimostrazione del fatto che una maggiore disponibilità ed un
maggior impiego di risorse non corrispondono automaticamente a reali capacità
di sviluppo. Un aspetto, quest’ultimo, da valutare in un lasso di tempo più
ampio, che consenta di elaborare previsioni sull’impatto reale degli interventi
del PNRR sul PIL.
RAFFORZARE LE STRUTTURE
AMMINISTRATIVE
Il rafforzamento delle
strutture amministrative e l’adeguatezza delle risorse umane in corso di
reclutamento - ha specificato la magistratura contabile - costituiscono
elementi essenziali ai fini dell’attuazione degli interventi, così come
adeguate attività di assistenza tecnica che garantiscano lo svolgimento delle
azioni connesse alla realizzazione degli obiettivi. In questo senso la
costituzione di “uffici PNRR” presso le singole amministrazioni è solo il
volano del complesso di attività che deve essere svolta a monte ed a valle dei
singoli investimenti, da cui il necessario completamento, nel rispetto di una
tempistica particolarmente serrata, del reclutamento degli esperti con la
conseguente necessità di una pronta comunicazione alla Corte dei conti della
entità numerica, delle competenze specialistiche e dei costi delle nuove
risorse umane la cui adeguatezza è condicio per quam della compiuta attuazione
dell'intervento, per come significato dallo stesso PNRR.
Le osservazioni della
Corte, su questo punto specifico, si sono focalizzate sulla necessità di
superare la questione della finanziabilità dell'assistenza tecnica, attualmente
non finanziabile con i fondi del PNRR. Molto potrà essere fatto, a parere della
Corte, con l’introduzione, nel giugno scorso, del nuovo portale ”Capacity
Italy” (QUI).
STATO AVANZAMENTO LAVORI E COMUNICAZIONE ALLA CORTE DEI CONTI
Più in generale la Corte
dei Conti evidenzia la centralità della comunicazione alla Corte dei conti ed
alle apposite strutture integranti la governance del Piano dello stato di
avanzamento dei singoli steps attuativi e implementativi, con la segnalazione
delle criticità riscontrate e la diuturna verifica in itinere dell'adeguatezza
delle risorse finanziarie assegnate e di quelle umane funzionali al
conseguimento degli obiettivi. Per tali ragioni, quindi, è stata inoltre
sottolineata l'importanza di un'attenta gestione dei bandi da parte
dell'amministrazione che, in particolare, rispetti i criteri di ragionevolezza
nella fissazione dei termini in essi previsti, al fine di evitare possibili
contenziosi che potrebbero impedire la realizzazione degli obiettivi previsti.
DIFFICOLTÀ NELL’ATTUAZIONE
DEGLI OBIETTIVI PNRR NEI TERRITORI
Permangono, inoltre,
preoccupazioni per gli interventi in ambito territoriale laddove, soprattutto
in alcune aree del paese, è richiesta un'azione di razionalizzazione per
garantire uniformità ed omogeneità di presidio e di offerta dei servizi nonché
per consentire lo svolgimento di efficaci controlli sui flussi di risorse e sul
raggiungimento degli obiettivi finali dell'intervento. Anche in questo caso la
maggiore disponibilità di risorse non appare di per sé sufficiente ad
assicurare che vengano prontamente raggiunte le finalità ultime dell'intervento,
in mancanza di interventi complementari sul funzionamento delle strutture
destinate ad erogare i servizi alla cittadinanza. Ciò riguarda in particolare
gli interventi di rigenerazione urbana volti a ridurre la situazione di
emarginazione e degrado sociale dove l'amministrazione titolare è chiamata a
gestire, monitorare e rendicontare una rilevante quantità di opere con un
costante e corretto monitoraggio che assicuri un altrettanto corretto e
costante flusso di risorse finanziarie dall'amministrazione titolare al
soggetto attuatore.
STATO DI INTERVENTI
FINANZIATI DAL PNRR IN MATERIA AMBIENTALE
1.Riduzione delle
perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua: L’obiettivo da conseguire entro il 2023 - costituito
dalla notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti, per interventi
finalizzati all’ammodernamento e all’efficienza delle reti di distribuzione
idrica richiede una programmazione tecnico-progettuale altamente complessa che
necessita dell’apporto di competenze adeguate. Sarà infatti necessario effettuare una valutazione tecnico-giuridica
analitica circa la validità delle proposte di finanziamento che sono pervenute
e perverranno entro le indicate finestre temporali valutando l’effettiva
possibilità che gli Enti attuatori possano conseguire gli obiettivi,
programmati nel rispetto della tempistica prevista dal PNRR.
Si ribadisce la necessità che l’investimento in parola
avvenga in coordinamento con il Mipaaf responsabile dell’investimento M1 – C4 –
I 4.3 (Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore
gestione delle risorse idriche - QUI)
2. Investimenti
infrastrutturali per le zone economiche speciali – Ministero delle infrastrutture e della mobilità
sostenibili, PCM Dipartimento per le politiche di coesione - € 630.000.000 (M5
– C3 – 1.4): L’obiettivo da conseguire entro il 31 dicembre 2023, ovvero
l'avvio della realizzazione degli interventi infrastrutturali nelle ZES che
riguardano almeno 22 interventi per il collegamento di "ultimo miglio",
volto a realizzare efficaci collegamenti tra le aree industriali e la rete
ferroviaria TEN-T; almeno 15 interventi di digitalizzazione della logistica e
lavori di efficientamento energetico e ambientale; almeno 4 interventi per il
potenziamento della resilienza e della sicurezza dell'infrastruttura connessa
all'accesso ai porti.
3. Misure per la
gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico – pcm dipartimento della protezione civile e
ministero della transizione ecologica – € 2.487.100.000 (m2 – c4 – 2.1): In
considerazione delle caratteristiche di instabilità idrogeologica del
territorio italiano, l’investimento comprende un insieme ampio e completo di
interventi, combinando misure strutturali quali la messa in sicurezza da frane
o la riduzione del rischio di alluvione nelle aree metropolitane, con altri
interventi incentrati sulla riqualificazione, il monitoraggio e la prevenzione
dei rischi emergenti, con l’obiettivo di mettere in sicurezza entro il 2026 1,5
milioni di persone.
L’intervento è suddiviso
in due sub-investimenti, sulla scorta del riparto di competenze già
sperimentato con il cd. Piano “ProtegItalia” (d.p.c.m. del 20 febbraio 2019):
• sub–investimento 2.1.a
(1,287 mld di euro), a titolarità del Mite, relativo alle misure strutturali e
non strutturali nei territori più a rischio;
• sub–investimento 2.1.b
(1,2 mld di euro), a titolarità della PCM - Dipartimento della Protezione Civile,
dedicato alle misure in favore delle aree colpite da calamità.
Il primo traguardo
intermedio raggiunto è riferito al sub–investimento 2.1.b, ossia l’entrata in
vigore, entro il 31 dicembre 2021, del “quadro giuridico rivisto per interventi
contro i rischi di alluvione e idrogeologici”.
Il prossimo traguardo, da
conseguire entro il 31 dicembre 2023, è riferito, invece, al sub–investimento
2.1.a e consiste nell’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per
interventi in materia di gestione e riduzione dei rischi idrogeologici. A
conclusione del controllo, la Sezione ha evidenziato la fondamentale importanza
della corretta selezione dei progetti da finanziare, stante la necessità di
realizzare l’obiettivo finale dell’investimento, che consiste nella messa in
sicurezza di 1,5 milioni di persone tra quelle che vivono nelle aree
attualmente a rischio idrogeologico.
4. Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate: Il rapporto esamina l’investimento riguardante l’utilizzo dell’idrogeno nei settori industriali che risultano più inquinanti e difficili da riconvertire (hard-to-abate), finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
L’investimento ha la
finalità di favorire la transizione verso l’idrogeno verde, a emissioni zero,
nei settori che utilizzano combustibili fossili come fonte di energia termica.
L’amministrazione titolare
dell’intervento è il Ministero della transizione ecologica (Mite) -Direzione
generale incentivi energia (Dgie).
Per l’investimento sono
stati assegnati al medesimo Ministero due miliardi di euro.
Le risorse saranno
ripartite come segue:
- un miliardo sarà
destinato ad interventi finalizzati alla decarbonizzazione di impianti di
produzione acciaio a ciclo integrato tramite un partenariato pubblico -
privato. La forma di partenariato è ancora da definire.
- il restante miliardo è
destinato al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo industriale nonché
di investimento industriale da selezionare tramite bandi pubblici.
L’amministrazione competente ha fatto presente che l’intervento è in fase di
avvio e non sono stati adottati atti amministrativi e prodotte spese da
sottoporre a controlli interni.
L’amministrazione titolare
dell’intervento deve trasmettere al Ministero dell’economia e delle finanze –
Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato - Servizio centrale per il
PNRR, attraverso le specifiche funzionalità del sistema informatico denominato
“REGIS”, i dati finanziari, di realizzazione fisica e procedurali e tutti gli
ulteriori elementi informativi necessari per la rendicontazione alla
Commissione europea. Alla data del 15 giugno 2022 nella banca dati REGIS non
risulta alcun dato di avanzamento dell’intervento in esame.
5. Ricerca e sviluppo dell’idrogeno: L’investimento si propone di migliorare le conoscenze relative alle tecnologie legate all’idrogeno per la fase di produzione, stoccaggio e distribuzione, per aumentare la competitività e diminuire progressivamente i costi.
L’intervento è stato suddiviso in un traguardo con
scadenza al 30 giugno 2022 e in un obiettivo con scadenza 30 giugno 2026.
Per quanto riguarda il primo traguardo, il Ministero ha
riferito che nel 2021 e 2022 sono state realizzate le seguenti attività:
- emanazione del decreto ministeriale 23 dicembre 2021,
n. 545 di affidamento ad Enea, nelle annualità 2022-2025 in collaborazione con
Cnr e Rse, delle attività di ricerca e sviluppo incentrate sull'idrogeno
dettagliate nel “Piano Operativo di Ricerca” (POR) che verrà predisposto da Enea
per un contributo massimo pari a 110 milioni di euro;
- avvio delle gare pubbliche per la selezione di progetti
di ricerca e sviluppo sull’idrogeno tramite la pubblicazione, in data 23 marzo
2022, dei bandi a) per soggetti pubblici e b) per soggetti privati. Le relative
graduatorie di merito per entrambi i bandi sono state approvate con i decreti
del Direttore della Direzione generale incentivi energia n. 126 e n. 127 del 27
giugno 2022. Il completamento delle procedure di evidenza pubblica avverrà con l’adozione
del provvedimento di concessione delle agevolazioni.
- stipula in data 10 maggio 2022 dell’accordo di
programma tra Mite ed Enea (con cobeneficiari Cnr e Rse). Tali adempimenti
hanno consentito il raggiungimento del traguardo con scadenza al 30 giugno 2022
relativo all’aggiudicazione dei contratti di ricerca e sviluppo per migliorare
la conoscenza dell’idrogeno nelle fasi di produzione, stoccaggio e
distribuzione.
6. Sperimentazione
dell’idrogeno per il trasporto ferroviario: L’investimento in esame ha la finalità di realizzare almeno dieci
stazioni di rifornimento a base di idrogeno (in Italia non sono presenti) per i
treni lungo sei linee ferroviarie, in prossimità di siti di produzione di
idrogeno verde e/o di stazioni autostradali di rifornimento a idrogeno. Il
progetto deve includere un sostegno ad attività di ricerca e sviluppo dedicate
all'idrogeno nel trasporto ferroviario, a partire da nuovi elettrolizzatori ad
alta pressione (grado di maturità tecnologica 5-7) e sistemi di stoccaggio ad alta
capacità, con possibilità di utilizzo di idruri metallici o liquidi (grado di
maturità tecnologica 3-5).
L’investimento si pone
l’obiettivo di convertire all’idrogeno le linee ferroviarie non elettrificate
con elevato traffico passeggeri e un forte utilizzo di treni a gasolio come in
Lombardia, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Calabria, Umbria e Basilicata.
I progetti più avanzati,
quelli in Valcamonica e Salento, prevedono la sperimentazione in modo integrato
di produzione, distribuzione e acquisito dei treni “H2”.
La priorità verrà data
alle aree in cui sono possibili sinergie con i distributori per camion a lungo
raggio, così da aumentare utilizzo e domanda di idrogeno e ridurne i costi di
produzione.
Le tappe fondamentali sono
le seguenti:
- entro marzo 2023: firma
dei contratti per i progetti finanziati. Assegnazione delle risorse per la
costruzione di nove stazioni di rifornimento per treni a idrogeno lungo sei
linee ferroviarie. Il Mims ha proceduto all’emanazione del decreto ministeriale
30 giugno 2022, n. 198 per la definizione dei criteri per l’ubicazione delle
stazioni di rifornimento ad idrogeno lungo la rete ferroviaria.
- entro giugno 2026:
costruzione di dieci stazioni di rifornimento per treni a idrogeno lungo sei
linee ferroviarie. Con riguardo agli interventi sia a carico delle risorse del
PNRR sia a carico del Fondo complementare al PNRR, la Sezione raccomanda alla
competente Direzione generale per il trasporto pubblico locale e regionale e la
mobilità pubblica sostenibile del Mims, di curare con la massima attenzione la
fase istruttoria di ogni atto da adottare al fine di evitare nel futuro ogni
anomalia ed errore come si è verificato per il decreto ministeriale n.
363/2021, con il quale sono state ripartite le risorse del Fondo complementare
al PNRR destinate al potenziamento delle ferrovie regionali, e assicurare il
pieno rispetto dei termini per il raggiungimento dei traguardi e degli
obiettivi previsti.
La Direzione generale
dovrà, comunque, tenere tempestivamente informata questa Sezione in ordine agli
ulteriori sviluppi della situazione relativa agli investimenti della Regione
Calabria e della Regione Sardegna a carico del Fondo complementare al PNRR,
illustrata nel presente rapporto.
Le considerazioni e
raccomandazioni sopra richiamate, volte ad assicurare il buon andamento,
l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa, saranno
oggetto di attenzione da parte di questa Sezione nel prosieguo dell’attività di
controllo
7. Investimenti nella
resilienza dell'agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse
idriche: La stretta attualità –
siccità e lievitazione dei costi in agricoltura - evidenzia la particolare
rilevanza del tema dell’idrico irriguo per i delicati riflessi economici e
sociali.
La programmazione degli
obiettivi della misura 4.3 del PNRR evidenzia una questione di fondo , di
natura politico-istituzionale, relativa ad un oggettivo ritardo nell’attuazione
della DQA del 2000.
Il limite programmatorio
della 4.3. del PNRR appare l’utilizzo del PNRR non tanto per l’attuazione di
politiche irrigue di resilienza ma di fatto e sostanzialmente per la
manutenzione delle reti irrigue (efficientamento) e l’attuazione della
misurazione dell’acqua, obiettivo della DQA del 2000.
Tale limite solo in minima
parte è imputabile al Mipaaf; in parte è connesso alle riforme collegate 4.1 (QUI) e 4.2 (QUI); di
fondo attiene soprattutto al profilo critico della tardiva e parziale
attuazione del disegno istituzionale della DQA del 2000, la cui attuazione
effettiva presuppone il recupero di una forte capacità di governance unitaria
di coordinamento dei vari soggetti istituzionali (regioni e autorità d’ambito)
e gestionali (enti irrigui regionali) del complesso sistema degli enti irrigui
che sono vigilati dalle regioni.
Il quadro gestionale è
frammentato in una miriade di enti irrigui che specialmente nel sud evidenziano
un marcato deficit di capacità progettuale e gestionale, e non solo a causa e
per effetto dei lunghi commissariamenti ancora vigenti.
Anche la declinata previsione
e non attuazione, fra gli obiettivi della misura 4.3. del PNRR, della mappatura
e monitoraggio dei depuratori delle acque reflue ed il sistema di monitoraggio
delle licenze private (autoapprovvigionamento, scheda Milestone M2C4-33) e la
mancata inclusione fra gli obiettivi del PNRR di interventi di spesa per reti
di distribuzione dei reflui depurati (come previsto dalla programmazione
comunitaria PSRN 2014-2020) evidenzia la debolezza della situazione di partenza
del PNRR e un mancato allineamento degli obiettivi della 4.3. rispetto alla
precedente programmazione comunitaria, segnatamente in tema di reti di
distribuzione del refluo.
Il fatto che il rispetto
degli obblighi di misurazione degli utilizzi non è ancora condizione generale
per l'accesso ai finanziamenti pubblici nel settore delle infrastrutture
irrigue evidenzia la tardiva e parziale attuazione dell’obbligo (disposto nel
2006) di misurazione e monitoraggio dei volumi irrigui in attuazione della DQA
del 2000.
In punto di coerenza dei
progetti principali selezionati rispetto agli obiettivi del PNRR, appare
opportuno osservare che a pena di ammissibilità i progetti selezionati dal PNRR
devono essere esecutivi; ciò nel rispetto delle timeline di aggiudicazione ed
esecuzione degli appalti.
Tuttavia, la natura
esecutiva dei progetti implica che le scelte progettuali di fondo sono di fatto
antecedenti al PNRR, perché gli obiettivi e le strategie progettuali dei
progetti sono definite a livello di progettazione definitiva.
In relazione alla
delicatissima fase congiunturale caratterizzata dalla esponenziale lievitazione
dei costi delle materie in campo edilizio, in fase istruttoria si raccomanda il
DISR1 a valutare attentamente il computo estimativo dei progetti inseriti in
graduatoria.
In punto di revisione
degli obiettivi della programmazione, si osserva che il MiPAAF ha evidenziato
ripetutamente la presenza di rifusi nella descrizione degli obiettivi delle
schede del PNRR evidenziando il fatto che il medesimo Ministero ne richiederà
la rettifica in ragione del fatto che si tratta di obiettivi non concordati con
l’UE; di tale intendimento si prende atto trattandosi di richieste di modifica,
allo stato solo preannunciate; sul punto si osserva che il target e gli
obiettivi della misura rimangono quelli pubblicati, fino alla formale
rettifica, a seguito dell’esito della specifica interlocuzione formale con
l’UE.
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