mercoledì 1 dicembre 2021

Il Ministro della Transizione in Parlamento sulla centrale Enel spezzina: analisi critica per uscire da una nuova servitù energetica

Il Ministro della Transizione Ecologica (di seguito MITE) rispondendo ad una interrogazione oggi in Parlamento ha dichiarato che è arrivata una comunicazione di Terna con la quale si afferma la chiusura della centrale a carbone a partire dal 1 gennaio 2022.

Ovviamente se confermata nei fatti questa è un ottima notizia per la città anche se occorre ricordare che ultimamente Terna sulla chiusura della centrale a carbone spezzina ha avuto atteggiamenti contraddittori per tutto il 2021. Voglio infatti ricordare:



In data 23 gennaio 2021 arriva la notizia (vedi a fianco titolo La nazione La Spezia)  che il Ministero dello Sviluppo Economico ha inviato una nota alle autorità competenti in base alla quale la centrale a carbone non chiuderà al 31 dicembre 2021. Ne ho trattato QUI



Ad inizio Febbraio 2021 il Ministro dello Sviluppo Economico scrive (vedi lettera a fianco) al Sindaco di Spezia sulla vicenda del rinvio della chiusura definitiva della centrale termoelettrica a carbone affermando che convocherà il tavolo per discutere sulla chiusura della centrale in questione “pur garantendo l’approvvigionamento energetico necessario alla sicurezza del sistema elettrico e ciò anche con l’apporto diretto di TERNA – responsabile del rilascio dei pareri relativi alla adeguatezza del sistema" e coinvolgendo il Ministero dell’Ambiente competente al rilascio della VIA in relazione ad altri impianti di generazione nel Nord Italia. Insomma una mera ricostruzione semplificata di quelle che sono le competenze e i ruoli nella vicenda in questione. Ne ho parlato QUIQUI.


Marzo 2021: il Rappresentante Enel in audizione al Senato: “la centrale spezzina potrebbe chiudere nel 2023 e comunque ci vuole la centrale a gas”. Ne ho trattato QUI.



Maggio 2021: La sottosegretaria al Ministero della Transizione Ecologica dichiara rispondendo ad una interrogazione dell'ON. Gagliardi: "Ci aspettiamo a breve autorizzazioni per nuovi impianti al Nord, stop a carbone ligure forse entro l'anno” Ne ho trattato QUI.



In data 17 settembre 2021 il Sole 24 ore pubblicava la notizia che per cui ricalibrando carichi e nodi della rete Terna è riuscita a garantire l'approvvigionamento di energia nell'area Nord Ovest superando il deficit di 500 MWe. Ne ho trattato QUI.



Contemporaneamente alla notizia riportata sopra del 17 settembre ecco uscirne una in controtendenza arriva la notizia (vedi titolo a fianco La Nazione del 16 settembre 2021) che a causa della chiusura di centrali nucleari in Francia occorre riaprire, su chiamata di Terna, la centrale a carbone spezzina. 



In data 1 dicembre 2021 esce la notizia che ritorna il carbone in centrale. Ne ho trattato QUI.







Nel frattempo a Novembre 2021 era uscito il Rapporto di Terna. A pagina 26 del Rapporto si legge: “…, ad oggi il sistema elettrico italiano presenta ancora circa 6 GW di capacità di generazione (circa il 10% della capacità termoelettrica totale in Italia) da carbone distribuiti su 7 centrali come rappresentate in Figura 11. Tale capacità pur contribuendo in modo marginale alla copertura del fabbisogno in energia, fornisce altresì un contributo determinante alla copertura dei picchi di carico e quindi a garantire l’adeguatezza del sistema elettrico italiano.” 

Sulle contraddizioni di questo Rapporto ho trattato QUI.



Il 17 Novembre 2021 esce la notizia che Enel ha chiesto di rinnovare le concessioni per l'attracco delle navi carboniere in centrale. 





ANALISI CRITICA DELLE RISPOSTE DEL MINISTRO  

Alla luce di queste continue notizie contraddittorie io aspetterei ad essere certo della chiusura della centrale a carbone al 31 dicembre 2021. Ma soprattutto quello che preoccupa sono le altre parole contenute nella risposta del Ministro in relazione al ruolo del gas nella transizione al 2025 e quindi anche del futuro del progetto di centrale a gas previsto a Spezia. 

Sul ruolo del gas nella generazione elettrica il Ministro ha affermato: "in questa fase il gas rivestirà ancora un ruolo importante nel processo della transizione energetica

Sul progetto di centrale a gas proposto a Spezia il Ministro ha affermato: "per quanto riguarda il progetto di sostituzione della unità a carbone con la centrale a gas rientra nella decisione legittima del soggetto privato di operare sul mercato della produzione di energia elettrica, mentre alle istituzioni spetta di valutare se il progetto rispetta le normativa di tutela dell'ambiente del paesaggio e della salute". 

Sul procedimento di VIA in corso presso il MITE, il Ministro ha affermato: "ho visto le prescrizioni indicate dalla Commissione VIA e posso garantire che dal punto di vista dell'iter è stato fatto un lavoro accuratissimo


Sulla prima affermazione il Ministro rimuove che la scelta del gas in Italia sta superando ampiamente tutti gli obiettivi previsti dallo stesso PNIEC, come ho spiegato QUI. Se tu crei le condizioni per presentare progetti per la generazione elettrica a gas per oltre 16.000 MWe vuol dire che stai lavorando per la transizione al gas non alle fonti rinnovabili. Il tutto in palese contraddizioni con gli stessi indirizzi della UE anche recenti vedi QUI. Ma soprattutto le condizioni del proliferare di questi progetti sono state create dal modo in cui il Governo ha gestito il meccanismo della capacità (il c.d. capacity market) che finanzia la realizzazione/gestione degli impianti per garantire la stabilità della capacità produttiva del sistema elettrico nazionale. Come ho spiegato ampiamente QUI, questo meccanismo ha favorito ad oggi e continuerà nel prossimo futuro a finanziare prevalentemente gli impianti a gas e questo non per ragioni oggettive ma per una scelta politica precisa dei Governi da quello di Renzi fino all'attuale. 


L'analisi critica che svolgo sulla prima affermazione aiuta a svelare la falsità della seconda affermazione del Ministro: non c'è alcuna libera e legittima iniziativa dei produttori ma solo un sistema di incentivi creato e gestito in modo da invogliare questi a presentare progetti a gas. Non solo ma non è neppure vero che alle istituzioni competenti spetti solo di valutare gli aspetti ambientali del progetto. Infatti il Ministro dimentica di dire, volutamente o meno lo lascio decidere a lui, che il MITE non si occupa solo di svolgere la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ma ha anche la competenza a rilasciare l'autorizzazione finale al progetto. Senza considerare che compito del MITE è anche quello di regolare (sia pure con il supporto dei soggetti tecnici Terna e ARERA) i meccanismi degli incentivi alla realizzazione degli impianti di generazione elettrica per la transizione ecologica verso la neutralità climatica come richiesto dai nuovi indirizzi della UE. 

Infine la terza affermazione del Ministro va chiaramente ritenere che il Ministro ha intenzione di avvallare una conclusione positiva del procedimento di VIA sul progetto di centrale a gas spezzino. In realtà ci sarebbero ottimi motivi per dichiarare quanto meno la improcedibilità della VIA per questo progetto come ho spiegato QUI.



IL RUOLO DEL NO ALLA INTESA DELLA REGIONE PER FERMARE IL GIUDIZIO DI VIA POSITIVO AL PROGETTO DI CENTRALE A GAS 

Resta comunque che l'affermazione del Ministro sulla conclusione della istruttoria tecnica del procedimento di VIA, che si condivida o meno e io non la condivido, debba essere legata alla quarta affermazione del Ministro per cui dopo la VIA la partita non si chiude ma occorre, appunto la autorizzazione finale con il coinvolgimento della Regione. 

Questo riconosciuto legame tra procedure di VIA e successiva procedura autorizzatoria con ruolo della Regione (la c.d. Intesa vedi QUI) nelle sopra riportate dichiarazioni del Ministro, conferma la necessità che la Regione al più presto deliberi motivatamente il proprio No alla Intesa e chieda contemporaneamente un tavolo di confronto sul futuro dell'area Enel. 

Come ho già spiegato l'Intesa non costituisce un no definitivo al progetto di centrale a gas spezzina ma può essere un arma di pressione anche verso il Ministero per rivedere la propria posizione sulla VIA in relazione al quadro programmatico dello Studio di Impatto Ambientale presentato da Enel chiedendo insieme con il No alla Intesa anche la archiviazione del procedimento di VIA. 

Non è semplice tutto questo ma ci sono gli elementi per riportare tutta la questione del futuro dell'area Enel dentro un "progetto energia ambiente salute pubblica" fuori da ogni nuova servitù energetica. 









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