Bando di gara per ampliamento banchine porto spezzino: tutto in
contrasto con le prescrizioni del 2006 mai rispettate in danno alla salute delle
migliaia di residenti
Annunciato, in “pompa magna” dai mass media locali, il
bando per realizzare il nuovo molo nel porto spezzino gestito da LSCT, si
prevede approvazione entro gennaio. Dello schema di assetto urbanistico e
relativa valutazione ambientale strategica richiesta, non dal sottoscritto, ma dalle prescrizioni del Consiglio Regionale e dal
Ministero dell'Ambiente. Prescrizioni in sede di valutazione/approvazione del PRP del 2006, non c'è traccia visto che tutti i Presidenti della Autorità
Portuale prima, ora di sistema portuale, e tutti i Sindaci se ne sono sbattuti!
I quartieri della zona est della città ringraziano sentitamente!
👻
P.S.
Lo so affermo queste cose, insieme a pochissimi altri, da anni
inascoltato ma almeno che passi alla storia che l'ennesimo scempio illegittimo
sul nostro golfo qualcuno lo ha contestato. D'altronde sulla non terzietà delle istituzioni locali, Autorità Portuale compresa, nella gestione e sviluppo del porto spezzino ne è testimonianza la lettera delle mie dimissioni da assessore che pubblico all'interno del post, era il lontano 2000 ma in realtà da allora non è cambiato granché anzi...
E ora, dopo il legittimo sfogo, veniamo al merito perché non ho mai fatto affermazioni forti senza motivarle e documentarle...
LE PRESCRIZIONI RIMOSSE DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE SUL
PRP DEL 2006
1. la elaborazione
di schemi di assetto urbanistico relativi ai diversi ambiti di
attuazione del PRP in primo luogo l'ambito del porto commerciale dedicato al
traffico container che dovrebbero definire puntualmente le definitive
destinazioni d'uso, i parametri e le modalità attuative (ad esempio la quantità
di traffico container e il relativo dimensionamento reale delle
banchine). In particolare afferma la delibera del Consiglio Regionale di
approvazione del PRP: “Le Norme di attuazione del PRP risultano per un
verso, come afferma la stessa Relazione illustrativa, generiche, nel senso che
l’attuazione degli interventi previsti è demandata a <<Schemi di assetto
urbanistico>> che vengono prescritti per tutti gli Ambiti considerati
dal Piano” . Questi Schemi di assetto urbanistico costituiscono
strumenti urbanistici attuativi del piano quadro (il PRP) e dovranno (come
afferma la sopra citata delibera regionale”: “……riportare per ciascun
ambito la relativa disciplina di intervento in termini di destinazione
d’uso, parametri e modalità attuative, flessibilità delle relative
indicazioni.”
Schemi che andavano sottoposti a VAS visto che il PRP del 2006 non
ha avuto una VAS ma una semplice VIA come fosse una sommatoria di progetti e
non, come invece è, un vero e proprio strumento di pianificazione degli usi
delle aree demaniali portuali ma anche di definizione degli scenari di sviluppo
del porto commerciale. Quindi i nuovi progetti di cui oggi parla
l’Autorità di sistema Portuale sono quelli previsti nel 2006: Molo Garibaldi,
terzo bacino, spostamento delle Marine (di fatto la loro fine) che andrebbero
inserite in uno strumento urbanistico, come afferma sia il Ministero
dell’Ambiente nel giudizio di VIA che il Consiglio Regionale nelle prescrizioni
di approvazione del PRP nel 2006, da sottoporre a VAS ordinaria.
2. la
valutazione sulla prevista consequenzialità nella realizzazione delle opere
connesse all’attuazione del PRP al fine di verificare che risulti in grado
di ridurre, preliminarmente, le cause di impatto sulle componenti
ambientali prima di procedere al completamento delle opere vere e proprie
destinate a potenziare le attività produttive portuali attraverso il
potenziamento di moli e banchine.
3. la prescrizione (ex delibera
Consiglio Regionale di approvazione del PRP) che prevedeva che la fattibilità
della funzione crocieristica doveva essere preventivamente sottoposta ad
adeguata valutazione degli enti interessati anche sotto il profilo della
accettabilità ambientale (ne avevo trattato diffusamente QUI).
CONCLUSIONI
Tutto questo è stato rispettato? NO!!!
1. È mancata la Valutazione Ambientale Strategica nei singoli
ambiti attuativi del PRP del 2006. soprattutto nell’ambito del porto
commerciale fosse inserita in uno strumento urbanistico da sottoporre a VAS per
verificare non solo gli impatti teorici ma anche se quanto previsto nel 2006 è
ancora attuale nel rapporto porto città così come si è venuto a definire in
questi 15 anni, per esempio, in chiave di rischio sanitario.
2. La fascia di rispetto fino ad ora realizzata viola
esplicitamente le stesse prescrizioni del 2006 del Ministero dell’Ambiente come
riportate in questo post QUI.
Della serie non solo si realizza la fascia di rispetto con tempistiche
illegittime ma con presupposti valutativi e costruttivi non rispettosi di
quanto previsto dal giudizio di VIA del 2006.
3. Tutto questo ha comportato il non rispetto delle modalità
con le quali il Ministero dell’Ambiente e il Consiglio Regionale avevano
previsto la attuazione del PRP anche in termini temporali. In
realtà in questi anni sono stati i colpi di mano amministrativi, in
violazione del vigente PRP (del 2006) che hanno caratterizzato lo sviluppo del
porto come nel caso dell’ampliamento del molo Garibaldi (vedi QUI).
Si è continuato a privilegiare lo sviluppo del porto senza
rispettare la chiara indicazione del Ministero dell’Ambiente: valutare
preventivamente gli impatti nei diversi scenari di sviluppo del porto
commerciale e predisporre misure preventive di tipo ambientale: della
serie prima lo sviluppo delle banchine e dei container poi vedremo di metterci
qualche pezza ambientale.
Il punto di caduta finale è stato la approvazione del Documento
di Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS) che ha congelato il PRP del
2006 (a mio avvio in modo illegittimo vedi QUI e QUI)
ma soprattutto senza effettuare una necessaria verifica di ottemperanza delle
prescrizioni fissate nel 2006.
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