Approvato il Documento
di Pianificazione Strategica del sistema portuale della Autorità di Sistema
Portuale del Mar Ligure Orientale - DPSS (porto di Spezia e Carrara). Si tratta
di un documento che seguendo (anzi riprendendo quasi pedissequamente i
contenuti e il metodo del PRP di Spezia del 2006) si presenta come un atto a senso unico che esprime una visione della
attività portuale e dell’uso del demanio portuale come fosse un corpo estraneo
al resto della città.
L’ennesima occasione
persa, dopo quella del Tavolo per attuare il PRP del 2006, da una classe
politica locale e regionale (di destra, di sinistra, di sopra e di sotto)
incapace di esprimere una propria visione di uso del territorio fuori dalla
pressione dei portatori di interessi forti nel caso specifico, i grandi
operatori portuali anzi per Spezia il “grande”. E gli scontri e i distinguo dei
mesi scorsi tra Comune Autorità di
Sistema Portuale e LSCT assumono, dopo aver analizzato questo documento i toni
del gioco di ruoli per arrivare ad un risultato già deciso in partenza, come
era già stato confermato dall’accordo tra Comune e Autorità di Sistema Portuale
su questo DPSS.
Ma andiamo con ordine e analizziamo la procedura di questo
DPSS e i suoi contenuti dal punto di vista di quella parte della città che sta lato
monte al porto (migliaia di residenti dei quartieri limitrofi)
PREMESSA : LA PROCEDURA DI APPROVAZIONE DEL
DPSS
Anche la Giunta Regionale della
Liguria con apposito atto (QUI)
passato dalla discussione in Commissione Consiliare Regionale ha approvato il DPSS.
In particolare la
procedura di legge prevede che il DPSS sia adottato dal Comitato di gestione della
Autorità di Sistema Portuale. Nel Comitato di gestione partecipa anche un
rappresentante del Sindaco che fa parte dell'ambito di competenza della
Autorità di sistema Portuale.
Il DPSS è approvato dal
Consiglio Regionale previa intesa con il Ministero delle Infrastrutture e con
la Regione o le Regioni se trattasi di Autorità di sistema portuale
interregionale come nel caso di Spezia. L’Intesa avviene attraverso
una conferenza dei servizi a cui partecipa anche il Comune ai sensi
della legge 241/1990, (per una analisi più
approfondita delle procedure vedi QUI).
Secondo la presentazione
della Giunta Regionale del DPSS: “Nella
adozione dello stesso in Comitato Portuale si è dato conto delle osservazioni e
raccomandazione espresse da parte dei Comuni interessati nonché degli esisti di
un’ampia consultazione territoriale di stakeholders, in parte svolta attraverso
momento pubblici”.
In realtà il percorso
partecipativo è stato limitato ad una convocazione una tantum nella sede della
Autorità Portuale di rappresentanti di associazioni e comitati, il tutto in
poco più di un ora. Nel dossier allegato alla presente relazione si dimostra
come invece occorreva svolgere la suddetta partecipazione.
In secondo luogo nel
documento presentato ora alla discussione della IV Commissione Consiliare si
afferma come riporto a stralcio: “a) sotto
il profilo ambientale premesso che la valutazione della compatibilità ambientale
delle previsioni del DPSS potrà essere espressa soltanto in sede di approvazione
dei progetti attuativi delle opere, si è auspicato che il Documento Energetico Ambientale
per i Porti (DEASP) costituisce la sede per integrare le strategia di sviluppo della
portualità con le politiche regionali energetiche
ed ambientali;…”.
In realtà il DPSS da un
lato mira a riaffermare l’attuazione del vigente PRP precedente alla
approvazione della nuova legge quadro sui porti e allo stesso tempo rimuove le
prescrizioni ambientali che il Ministero dell’Ambiente aveva dato al PRP del
2006.
La Autorità di Sistema
Portuale nell’adottare in Comitato il DPSS
ritiene che il piano regolatore del porto spezzino approvato nel 2006,
tutt’ora in fase di attuazione, non richieda alcuna revisione
e quindi tanto meno la realizzazione di un nuovo piano. Non casualmente
questa dichiarazione è legata al nuovo Piano Triennale delle opere 2020-2022
che conferma appunto la accelerazione di quanto previsto nel PRP del 2006.
Tutto ciò emerge proprio
dallo stesso Documento di Pianificazione
Strategica di Sistema DPSS (NOTA[1]),
atto propedeutico alla realizzazione del nuovo Piano Regolatore di Sistema
Portuale e previsto dall’ultima versione della legge quadro sui porti.
A Pagina 50 del
DPSS si legge: “Le previsioni
future, basate soprattutto sulle previsioni di completamente delle opere
previste dal PRP vigente, saranno invece sviluppate nei paragrafi seguenti…”,
paragrafi che confermano la vecchia impostazione della attuazione del PRP del
2006 portata avanti dalle Amministrazioni precedentei.
Insomma tutto questo non
fa che confermare quanto era già scritto nel DPSS ma soprattutto si conferma la
volontà di non rispettare neppure quanto indicato dal provvedimento di VIA del
Ministero dell’Ambiente ma anche dello stesso Consiglio Regionale che approvò
il PRP e questo provvedimento fa parte del PRP 2006 che la Autorità vuole oggi
attuare completamente.
Quindi come si doveva e si dovrebbe procedere su
fascia di rispetto e pianificazione dello sviluppo del porto è scritto nei
documenti ufficiali di valutazione e approvazione del prp del 2006:
1. prima
si valuta lo stato ambientale dell’impatto attuale e futuro (dopo la
realizzazione di quanto previsto in via generale dal PRP),
2. sulla
base di questa valutazione si verifica la sostenibilità ambientale del
potenziamento delle banchine.
3. sulla
base della valutazione del punto 2 si capiscono le reali dimensioni dello
sviluppo dl porto commerciale e quindi si realizza prioritariamente la fascia
di rispetto quale misura di mitigazione principale del futuro sviluppo delle
banchine così come definito nella valutazione stessa.
Ma cosa prevedevano le
prescrizioni del Ministero dell’Ambiente del 2006 propedeutiche, non
dimentichiamolo, per legge ad approvare
il PRP? Il post che segue analizza il fondamento di quanto sintetizzato nei tre
punti sopra riportati…
LE PRESCRIZIONI RIMOSSE DEL MINISTERO
DELL’AMBIENTE SUL PRP DEL 2006:
1. la elaborazione
di schemi di assetto urbanistico relativi ai diversi ambiti di
attuazione del PRP in primo luogo l'ambito del porto commerciale dedicato al
traffico container che dovrebbero definire puntualmente le definitive
destinazioni d'uso, i parametri e le modalità attuative (ad esempio la quantità
di traffico container e il relativo dimensionamento reale delle banchine). (NOTA [2])
Schemi che andavano
sottoposti a VAS visto che il PRP del 2006 non ha avuto una VAS ma una semplice
VIA come fosse una sommatoria di progetti e non, come invece è, un vero e
proprio strumento di pianificazione degli usi delle aree demaniali portuali ma
anche di definizione degli scenari di sviluppo del porto commerciale. Quindi i nuovi progetti di cui oggi parla
l’Autorità di sistema Portuale sono quelli previsti nel 2006: Molo Garibaldi,
terzo bacino fin delle Marine che andrebbero inserite in uno strumento
urbanistico, come afferma sia il Ministero dell’Ambiente nel giudizio di VIA
che il Consiglio Regionale nelle prescrizioni di approvazione del PRP nel 2006,
da sottoporre a VAS ordinaria.
2. la
valutazione sulla prevista consequenzialità nella realizzazione delle opere
connesse all’attuazione del PRP al fine di verificare che risulti in grado
di ridurre , preliminarmente , le cause di impatto sulle
componenti ambientali prima di procedere al completamento delle opere vere e
proprie destinate a potenziare le attività produttive portuali attraverso il
potenziamento di moli e banchine.
3.
relativamente alle Marine a pagina 19 detto giudizio di VIA del
Ministero dell’Ambiente del 2006, ricorda l’Intesa raggiunta in Comitato
Portuale tra AP , operatori e amministrazioni locali interessate (Comune e
Provincia in primis). Quella intesa definiva le scansioni temporali
nell’attuazione delle destinazioni funzionali del PRP mettendo temporalmente al
primo posto: la realizzazione della fascia di rispetto tra Canaletto e
Fossamastra e solo al settimo la realizzazione del terzo bacino. A
conferma ulteriore si veda anche pagina 37 sempre del giudizio di VIA: “in questo senso va il Protocollo d’Intesa
siglato il 10 gennaio 2004 fra autorità portuale e Comune della Spezia nel
quale la realizzazione della fascia di rispetto è inserita nella prima fase di
attuazione del PRP.”
In realtà in questi anni
sono stati i colpi di mano, in violazione del vigente PRP (del 2006) che
hanno caratterizzato lo sviluppo del porto come nel caso dell’ampliamento del
molo Garibaldi (vedi QUI).
Ma soprattutto si continua
a privilegiare lo sviluppo del porto senza rispettare la chiara indicazione del
Ministero dell’Ambiente: valutare preventivamente gli impatti nei diversi
scenari di sviluppo del porto commerciale
e predisporre misure preventive di tipo ambientale: della serie prima lo
sviluppo delle banchine e dei container poi vedremo di metterci qualche pezza
ambientale.
L’esempio è quello della
fascia di rispetto che si sta realizzando violando esplicitamente le stesse
prescrizioni del2006 del Ministero dell’Ambiente come riportate in questo post QUI.
VIOLATO IL PRINCIPIO DI FLESSIBILITÀ
NELL’ATTUAZIONE DELLE PREVISTE DESTINAZIONI FUNZIONALI DEL PRP DEL 2006
La prioritaria
realizzazione della fascia di rispetto secondo la sequenza temporale sopra
citata è coerente con quanto previsto dallo stesso giudizio di VIA
relativamente all’attuazione concreta delle indicazioni generali di pianificazione
dello sviluppo delle banchine previste nel PRP che riprende in tal senso la
delibera del Consiglio Regionale di approvazione del PRP : “”…....con riferimento alla esigenza di garantire
la necessaria flessibilità nell’attuazione del Piano, si ritiene ammissibile
una flessibilità nella configurazione dei riempimenti esistenti e di nuova
previsione entro la linea di testata dei moli come previsto nell’intesa in
Comitato Portuale”, in relazione alla attuazione cronologica delle
opere previste dal PRP occorrerà che venga: “VALUTATO al riguardo che la
prevista consequenzialità nella realizzazione delle opere connesse
all’attuazione del PRP risulta in grado di ridurre , preliminarmente , le
cause di impatto sulle componenti ambientali prima di procedere al
completamento delle opere vere e proprie destinate a potenziare le attività
produttive portuali attraverso il potenziamento di moli e
banchine;… ”.
Non a caso il giudizio di
VIA a livello prescrittivo prevede per l’inquinamento dell’aria (pag.
54):” Per l’acquisizione di dati
rappresentativi dell’inquinamento prodotto sulla qualità dell’aria dal traffico
diretto ed indotto dall’attività propriamente portuale sulla fascia
di probabile propagazione degli impatti dovrà essere posto in atto un programma
di monitoraggio esteso a tutta la fascia urbana di possibile
coinvolgimento in accordo con l’ARPAL;detto monitoraggio -da effettuarsi in
continuo con postazioni fisse integrate da postazioni mobili gestite dal
Proponente a titolo compensativo, individuate con particolare
attenzione ai siti dove si prevede incremento delle emissioni-dovrà verificare
l’attuale situazione ambientale della componente atmosfera nonché l’evolversi
delle possibili variazioni determinate dall’attuazione del PRP per l’adozione
delle eventuali misure di mitigazione; i dati misurati saranno resi disponibili
oltre che all’ARPAL,al comune della Spezia ,ed a richiesta anche ai
comuni di Lerici e Portovenere interessati dall’ambito portuale,e dovranno
riferirsi,in sostanza, all’ante-operam, alla fase di realizzazione degli
interventi ed al post-operam;”.
Stessa cosa per
il rumore (pag. 55) ” in
considerazione del fatto che alcune tipologie di attività del porto
mercantile -quale la movimentazione di containers- risultano sicuramente associate
al un sensibile carico di rumore, al fine del rilevamento dei
livelli di rumore immessi dalle attività portuali, con particolare riguardo
alle ore notturne, dovrà essere posta in atto, secondo modalità da concordarsi
con l’ARPAL, una campagna di monitoraggio dell’inquinamento acustico in
corrispondenza dei ricettori considerati più sensibili compresi
nella fascia adiacente l’ambito portuale per l’adozione di misure di
mitigazione anche passive ove ritenute necessarie “
Principio di flessibilità che per essere rispettato
richiedeva appunto che l’attuazione
del PRP soprattutto nell’ambito del porto commerciale fosse inserita in uno
strumento urbanistico da sottoporre a VAS per verificare non solo gli impatti
teorici anche se quanto previsto nel 2006 è ancora attuale nel rapporto porto
città così come si è venuto a definire in questi 15 anni.
L’ACCORDO COMUNE AUTORITÀ PORTUALE SULLO
SVILUPPO DEL NUOVO PRSP
Quanto affermato dalla
Autorità di Sistema Portuale depotenzia l’accordo tra Comune e detta Autorità
tradotto nel parere favorevole al DPSS qualche tempo fa (Per leggere la intera
documentazione vedi QUI.).
D’altronde i limiti di quell’accordo, al di la della buonafede e dell’impegno
della Amministrazione Comunale, era già nel contenuto dello stesso.
A pagina 7 della delibera
di approvazione del Parere favorevole del Comune al DPSS si
afferma: “- esaminata in
particolare la proposta di delimitazione delle aree di interazione porto-città
contenuta nel suddetto DPSS, il Comune della Spezia ha richiesto la
implementazione delle aree di interazione,in modo da ricomprendervi l’intera
città portuale, da trasformare nella cosiddetta Fascia di rispetto, e la cui
pianificazione dovrà essere demandata al PUC anziché al prossimo PRP, e quindi
i relativi interventi sottoposti ad a autorizzazione esclusivamente comunale”.
Ora come confermano le
ultime dichiarazioni della Autorità di Sistema Portuale, sopra riportate, in
attesa della implementazione delle aree di interazioni porto città l’Autorità
sta andando avanti spedita con la fascia di rispetto e i riempimenti a mare del
terzo bacino i contrasto con PRP ; VIA e Intesa Comune Porto del 2006, quindi
quando arriverà, e se arriverà la nuova pianificazione comunale si troverà di
fronte scelte già fatte e attuate in gran parte. Il tutto con buona della dichiarazioni fatta
a suo tempo dal Sindaco per cui
l’accordo procedimentale raggiunto con l’Autorità di Sistema Portuale è:
“finalizzato a superare le criticità di
una legge in grado di pregiudicare e comprimere fortemente alle sole aree
cittadine di waterfront le capacità di programmazione, controllo e
coordinamento di palazzo civico sulle aree portuali”.
IL RISCHIO INCIDENTE NEI PORTI. RIMOSSO!
Il DPSS rimuove anche una
problematica molto rilevante per il Porto di Spezia cioè la prevenzione del
rischio di incidenti in area portuale vista la presenza di naviglio militare, impianti Seveso
(centrale Enel – Rigassificatore – moloPOL Nato per combustibile aerei
militari), trasporto di merci pericolose.
Qui manca un impegno, da inserire nel
DPSS e poi nel futuro PRSP, di un protocollo operativo sulla prevenzione
del rischio di incidente portuali secondo le linee guida proposte dal
sistema delle Arpa (ora Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente
– SNPA) vedi QUI. Infatti
il Porto di Spezia non ha più ne un rapporto di sicurezza portuale e
neppure un piano di sicurezza portuale cioè i due documenti che dovevano, il
primo fotografare il livello di rischio di incidente in porto anche in
considerazione dei nuovi interventi previsti non solo portuali, il secondo gli
indirizzi operativi per prevenire e/o gestire il rischio di
incidenti.
Le Autorità di sistema portuale redigono un documento
di pianificazione strategica di sistema, coerente con il Piano generale dei
trasporti e della logistica (PGTL) e con gli orientamenti europei in materia di
portualità, logistica e reti infrastrutturali nonché
con il Piano strategico nazionale della portualità e della
logistica. Il DPSS:
a) definisce gli
obiettivi di sviluppo e i contenuti sistemici di pianificazione delle Autorita'
di sistema portuale;
b) individua e
perimetra le aree destinate a funzioni strettamente portuali e
retro-portuali, le aree di interazione porto-città e i collegamenti
infrastrutturali di ultimo miglio di tipo viario
e ferroviario coi singoli porti del sistema e gli
attraversamenti del centro urbano;
c) prevede una
relazione illustrativa che descrive gli obiettivi e le scelte
operate e i criteri seguiti anche in chiave di indirizzo per la redazione dei
singoli piani regolatori portuali (nel nostro caso Spezia e Carrara).
Afferma la delibera del Consiglio Regionale di
approvazione del PRP: “Le Norme di
attuazione del PRP risultano per un verso, come afferma la stessa Relazione
illustrativa, generiche, nel senso che l’attuazione degli interventi previsti è
demandata a ”Schemi di assetto urbanistico” che vengono prescritti per tutti
gli Ambiti considerati dal Piano” questi Schemi
di assetto urbanistico costituiscono strumenti urbanistici attuativi del piano
quadro (il PRP) e dovranno (come afferma la sopra citata
delibera regionale”: “……riportare per
ciascun ambito la relativa disciplina di intervento
in termini di destinazione d’uso, parametri e modalità attuative,
flessibilità delle relative indicazioni.”
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