Leggo
sui mass media locali dello scontro tra l’ex Ministro dell’Ambiente e rappresentanti del centro destra spezzini
sulla centrale enel.
Lo
scontro riguarda l’accusa che il centro destra fa all’attuale Ministro del
Lavoro, all’epoca all’Ambiente, nell’avere rilasciato la autorizzazione alla
centrale a carbone spezzina quando invece avrebbe avuto l’occasione per chiuderla.
Le
cose sono un poco più complesse di come emergono dalle dichiarazioni dei
contendenti, vediamo perché…
QUALE AUTORIZZAZIONE VENNE APPLICATA ALLA CENTRALE A CARBONE NEL 2013
Intanto
che tipo di autorizzazione ricevette la centrale spezzina nel 2013 (QUI). Si trattava
della Autorizzazione Integrata Ambientale (di seguito AIA) la cui disciplina
era entrata in vigore in Italia nel 2005. Questa autorizzazione, in sintesi, è
molto diversa dalle autorizzazioni che la centrale aveva avuto nel passato. L’AIA
verifica la compatibilità del modello di esercizio (quantità e qualità dei combustibili,
tecniche di disinquinamento, gestione del ciclo produttivo etc.) dell’impianto
con il sito mentre quelle precedenti si limitavano a verificare il rispetto
delle singole emissioni inquinanti nell’ambiente (aria acqua rifiuti etc.). Non
solo ma questa AIA dava la possibilità, con adeguate motivazioni, di imporre
limiti di emissione più bassi della legge vigente e tecnologie disinquinanti più
efficienti di quelle ordinarie.
Insomma
una rivoluzione rispetto al passato.
Una
rivoluzione che, come vedremo, non venne applicata alla centrale spezzina
Ma
andiamo con ordine...
LA AUTORIZZAZIONE DEL 2013 POTEVA CHIUDERE LA CENTRALE?
Sulla
autorizzazione alla centrale a carbone del 2013 penso questo: all'epoca non
c'erano le condizioni per chiuderla (allora la centrale funzionava ancora
stabilmente al servizio del sistema elettrico nazionale) ma questo non vuol
dire che quella autorizzazione sia stata positiva perchè si poteva fare molto
di più e invece molte cose sono mancate:
1. mancata una
valutazione dell'impatto sanitario (parere del Sindaco supportata da ASL o ISS)
2.
mancata applicazione della VIA ex post (la centrale non aveva mai avuto una
Valutazione di Impatto Ambientale e con la autorizzazione del 2013 la VIA ex
post poteva essere applicata. Preciso che la VIA ex post, secondo la Corte di Giustizia
della UE significa che se un impianto
doveva andare a VIA quando è stato realizzato e non ci è andato, nel momento in
cui il gestore chiede una nuova autorizzazione di modifica dell’impianto (anche
solo limitata a questioni specifiche) deve essere applicata la VIA come se
l’impianto fosse costruito al momento della nuova autorizzazione.
3.
mancata previsione misure gestione transitori (accensioni e spengimenti della
centrale)
4. mancato
monitoraggio adeguato dei microinquinanti cancerogeni
5.
mancata utilizzo del metano come combustibile guida in rispetto del referendum
del 1990.
All'epoca chi sosteneva l’AIA emanata, affermava che non servivano troppe
prescrizioni altrimenti la centrale non se ne sarebbe andata più. In realtà le
prescrizioni servivano eccome visto che la centrale ha funzionato altri 8 anni
e come minimo, potenzialmente, funzionerà fino all'inizio del prossimo anno.
Ma
soprattutto molte delle prescrizioni suddette potevano essere applicate già dal
2005 (entrata in vigore della disciplina dell'AIA) e addirittura dal 1997 se
con l'autorizzazione che portò alla riapertura della centrale si fosse
applicata la VIA (valutazione di impatto ambientale) e la VIA era applicabile
come dimostrava un decreto del Ministro dell’Ambiente che prevedeva agli
impianti termoelettrici esistenti di applicare almeno la verifica di
assoggettabilità a VIA se oggetto di modifiche come infatti avvenne con l’autorizzazione
del 1997 che introdusse la desolforazione dei fumi per la sezione a carbone e i
due impianti a turbogas che poi funzionarono ben poco.
CONCLUDENDO
L’AIA
del 2013 non poteva chiudere la centrale in quanto tale ma poteva modificarla
radicalmente in primo luogo cambiando i combustibili (metano al posto del
carbone) risparmiando alla città altri 8 anni di tutto carbone. Ora, ironia della
storia, dopo che il metano è stato negato alla città fin dal 1990 rischiamo di
vedere sostituita la centrale a carbone con una gas alla faccia degli obiettivi
di neutralità climatica della UE, insomma l’ennesima servitù energetica e come
al solito senza neppure vere contropartite ne occupazionali ne economiche ne, soprattutto,
ambienta
Scrivo quanto sopra fuori da ogni polemica partitica di cui non mi frega un tubo ma perché è giusto che gli spezzini sappiano come stanno le cose. Governare vuol dire tentare di utilizzare tutti gli strumenti che la legge ti da per tutelare gli interessi generali e se questo utilizzo non è possibile, occorre ammetterlo (motivando puntualmente perché) senza cercare di vendere una autorizzazione bruttina per un successo della città.
P.S. per non parlare dell'altra occasione persa sull'AIA del 2013 relativamente alla convenzione socio economica ad essa allegata vedi QUI e l'uso improprio dei fondi della convenzione per coprire i costi del progetto di piazza verdi in modo chiaramente illegittimo vedi QUI.
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