giovedì 23 dicembre 2021

Fine del carbone nella centrale spezzina e la sciocca gara di primogenitura della piccola politica spezzina!

Anche oggi, vedi titolo del Secolo XIX a fianco, il Sindaco di Spezia rivendica come un suo merito la prossima chiusura della centrale a carbone.

Ora che il Sindaco si sia impegnato a promuovere la chiusura del carbone ci mancherebbe lo riconosciamo ma un conto impegnarsi altro è presentare la cosa come se fosse merito proprio, come se non ci fosse stato lui la centrale sarebbe rimasta chissà per quanto tempo.

L’intervista di oggi è di un provincialismo imbarazzante e mi chiedo se al di la dello spirito elettorale che anima il Sindaco, per certi versi comprensibile visto che lui a breve dovrà  vendere un prodotto agli elettori, sia questo un modo utile di fare giornalismo.

Allora sui meriti della chiusura della centrale a carbone, ma io userei il termine “ragioni” più congruo, voglio svolgere le seguenti note per dare un contributo a tutti coloro che in questa città hanno voglia di ragionare e non di fare della propaganda, giornalisti compresi.

  

Il dibattito sulla chiusura della centrale a carbone in termini di documenti e atti ufficiali è ben più lontano nel tempo di quanto pensi questo Sindaco: 


Il progetto Futur-E presentato da Enel nel 2015 (quando l’attuale Sindaco di Spezia non sapeva neppure che si sarebbe candidato). Il progetto come dimostra questa mappa riprodotta a fianco prevedeva e prevede la dismissione di ben 23 centrali termoelettriche (vedi QUI) 



La chiusura del carbone era presenta anche nel SEN del 2017: acronimo di Strategia Energetica Nazionale.

 

In un documento di Confindustria leggiamo che: “Entro il 2025 è prevista la sostituzione della generazione termoelettrica a carbone con le fonti rinnovabili e le centrali turbogas.". Questo documento è datato inizio Novembre 2018 quando la maggioranza in Consiglio Comunale aveva votato addirittura per la centrale a gas per poi fare in pochi mesi una poco chiara marcia indietro probabilmente spaventata dal rischio elettorale! Allora cosa dovremmo dire che è merito di Confindustria avere avviato la chiusura del carbone in Italia? O ancora peggio che se c'è il progetto di turbogas è colpa di chi nel 2018 in consiglio comunale ha chiesto ad Enel di restare con il gas quando la stessa società non aveva ancora presentato alcun progetto? No non è questo il mio modo di argomentare anche se invece la politica politicante spezzina usa spesso questi mezzucci di polemica.


Ancora vediamo i progetti presentati, sempre da Enel, nella ultima revisione dell'AIA della centrale spezzina, e non richiesti di certo dalle Amministrazioni locali a cominciare da quella spezzina. Relativamente a detta documentazione nel  file “documentazione generale” (Codice DVA/2019/2368) si legge: “si precisa che per rispettare la scadenza al 2025 della cessazione dell'utilizzo del carbone ai fini di produzione termoelettrica e la correlata individuazione delle tempistiche relative alla singola installazione è necessaria l'attuazione di quanto espressamente previsto dalla SEN 2017. In particolare, la SEN 2017 e anche la versione preliminare del Piano Integrato Energia e Clima, stabiliscono la necessaria attuazione di un articolato programma di adeguamento infrastrutturale che include nuova capacità produttiva (sia da fonti rinnovabili che da gas)”. Questa Nota di Enel è datata 31 GENNAIO 2019!   Questo dimostra che se fosse stato per Enel il carbone avrebbe già chiuso e sarebbe già iniziato lo smantellamento della centrale, se non è stato così è per la decisione di Terna di richiamare in servizio l’impianto per ragioni di stabilità del sistema elettrico nazionale. 

Infatti Enel il programma di dismissione della centrale lo ha presentato nel 2020 come richiesto dall'AIA del 2019 giusto per chiudere il discorso!


Insomma la chiusura del carbone per la generazione elettrica è una tematica che deriva da una discussione avviata da anni in primo luogo dall’Europa e solo il provincialismo della politica spezzina può ridurre il tutto a una questione di primogeniture localistiche.

Dietro questa decisione ci sono ragioni legate allo scontro mondiale di ristrutturazione del comparto energia che sta ridefinendo da anni modalità di produrre, competitività tra stati e grandi gruppi di produttori, ed un gigantesco quantitativo di investimenti mai visti per la gestione della transizione. Per la sola transizione alla neutralità climatica occorreranno 470 miliardi di euro all’anno per l’intera UE!

 

Ma oltre a queste prioritarie ragioni su cui la politica locale, presa solo dal suo bisogno di collocare bandierine, ha poco ragionato fino ad ora occorre dire che la chiusura al primo di gennaio della centrale a carbone non è neppure merito dell’unico atto amministrativo rilevante a cui ha dato il suo contributo la attuale Amministrazione Comunale spezzina.

Si tratta del Decreto Ministeriale n° 351 del 6/12 /2019 (QUI) con il quale è stata approvata la revisione della Autorizzazione Integrata Ambientale (di seguito AIA) per la sezione a carbone della centrale Enel spezzina. In questo atto da un lato si dice della chiusura al 2021 ma si aggiunge:

1. nelle Premesse alle Prescrizioni (Paragrafo 9) contenute nel Rapporto Istruttorio allegato al Decreto AIA  pur confermando l’impegno Enel a dismettere la centrale a carbone entro il 2021 si aggiunge: “fermo restando il pronunciamento del Ministero dello Sviluppo Economico in merito alla sicurezza ed affidabilità del funzionamento del sistema elettrico nazionale”.

2. la prescrizione n°8 del Paragrafo 9.3. del Rapporto istruttorio allegato alla nuova revisione dell’AIA afferma che: ”ferma restando la fermata definitiva della unità SP2al31/12/2021 di cui alla prescrizione, ai sensi del SEN 2017 e del PNIEC 2019, l’utilizzo del carbone quale combustibile per la alimentazione del gruppo SP3 sarebbe stata ammissibile solamente fino al 31/12/2025”.

Poteva il Comune chiedere di non mettere questi due passaggi, in teoria si, ma non sarebbe cambiate nulla perché comunque la attuale normativa demanda a Terna (gestore della rete) e di conseguenza al Ministero dello Sviluppo Economico (ora Ministero della Transizione) decidere se un impianto è ancora utile al mantenere la adeguatezza e sicurezza del sistema elettrico nazionale integrato con quello europeo.

Però quanto sopra fa ampiamente capire quanto poco abbia pesato il ruolo del Sindaco nella chiusura del carbone.

Non credo che questo signore accetterà questo ragionamento, ho imparato a conoscerlo in questi anni e so che penserà che tutto quello che ho scritto sopra è volto solo a denigrarlo e a sminuire il suo ruolo, me ne farò una ragione come si dice! Comunque se il Sindaco di Spezia ci tiene a rivendicare suoi meriti sulla chiusura del carbone potrà dire di avere avuto la fortuna di trovarsi al posto giusto al momento giusto! 

 

Il Sindaco può avere un ruolo importante contro il nuovo progetto di centrale a gas, in parte lo ha già fatto e questo l'ho riconosciuto ma ancor di più potrà farlo nel prossimo futuro: 

1. chiedendo al suo sostenitore principale (il presidente della Regione Liguria) di esprimere un no chiaro alla Intesa su questo progetto come peraltro spiega questo atto (riportato a fianco) del Ministero che avvia la procedura di una prima parte del progetto avanzato da Enel nell’area della attuale centrale a carbone in chiusura. 

2. impugnando il Decreto di VIA del Ministero della Transizione Ecologica e portando argomentazioni motivate all’interno della conferenza dei servizi quando verrà avviata la procedura di autorizzazione finale del progetto di turbogas.

Penso che il Sindaco tutto questo lo farà ma per favore finiamola con mettersi sul petto medaglie che in realtà non appartengono a nessuno in particolare se non alla gigantesca ristrutturazione mondiale dell’energia in atto da anni. Un poco di stile e per favore voi giornalisti cercate di informare i cittadini su come si svolgono i processi che portano a certe decisioni ne beneficerà la qualità del dibattito pubblico cittadino.

 

 


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