venerdì 21 giugno 2024

Autobotti cariche di gnl nel golfo: la Prefettura nega un PIano di Emergenza Esterno di area

La Prefettura della Spezia risponde alle osservazioni della Associazione Posidonia relativamente al Piano di Emergenza Esterna del rigassificatore di Panigaglia. Lo fa rimuovendo i due progetti che potenziano questo impianto:
Progetto Truck Loading: che consiste nel trasbordo con le autocisterne di gnl

Progetto vessel reloading: che consiste nel servizio di ulteriori piccole metaniere si parla di circa 90 in più all'anno rispetto a prima che farà diventare il porto di Spezia un hub del gas

Quanto contenuto nel documento della Prefettura non fa che confermare quanto anticipato dallo stesso Ente negli articoli pubblicati sul Secolo XIX del 15 febbraio e ribadito sulla Nazione del 18 febbraio.

La tesi era che questi progetti non comportavano l’aggiornamento del Piano di Emergenza Esterno come se il gnl trasportato nel golfo spezzino in base ai due suddetti progetti provenisse dal pianeta Marte!

Sulla assoluta infondatezza di questa tesi avevo già scritto QUI sul mio blog lo scorso 15 febbraio 2024.

Il nuovo documento della Prefettura ribadisce, peggiorandola, la tesi suddetta.

 


Vediamo prima di tutto i due passaggi rilevanti del documento della Prefettura

Che riporto in copia e incolla di seguito:



La Prefettura ai suddetti passaggi aggiunge che il progetto Truck Loading ha avuto il nulla osta di fattibilità previsto dalla normativa Seveso III (Dlgs 105/2015 - QUI). Il documento della Prefettura cita l’articolo 18 del DLgs 105/2015 che riguarda le procedure di modifiche di impianti esistenti quindi del Rigassificatore. Peccato che l’articolo 18 rinvia all’articolo 17 (procedura di valutazione del rapporto di sicurezza) dove si afferma che il nulla osta di fattibilità non può precedere la presentazione del rapporto di sicurezza aggiornato. Questo perché come afferma il comma 3 articolo 18 del DLgs 105/2015: “Nell'atto che conclude l'istruttoria sono indicate le valutazioni tecniche finali, le eventuali prescrizioni integrative e, qualora le misure adottate dal gestore per la prevenzione e per la limitazione delle conseguenze degli incidenti rilevanti siano nettamente insufficienti, è disposta la limitazione o il divieto di esercizio

 

Invece il documento della Prefettura confonde (volutamente?) una procedura in itinere con l’avvio del nuovo progetto (nel caso Truck Loading) dopo l’aver ricevuto il nulla osta di fattibilità che chiude la procedura.

 

Insomma, un gran paciugo che alla fine serve solo a dimostrare che il progetto delle bettoline con il trasbordo delle relative autobotti cariche di gnl dal rigassificatore è una sorta di progetto parallelo separato dal contesto in cui verrà ad operare: sia il trasbordo del gnl dal rigassificatore e l’area portuale.

Un’area portuale in cui opera da tempo il rigassificatore e ora a breve il trasbordo di gnl per essere sbarcato nel porto, che ad oggi non ha più un rapporto di sicurezza portuale e un piano di emergenza portuale grazie alla lobby portuale che qualche anno fa con un colpo di mano ha tolto i porti industriali come quello spezzino dalla applicazione della normativa Seveso III. Il tutto contro le richieste dei VVFF e del sistema delle Arpa che chiedevano un protocollo che reintroducesse gli obblighi della Seveso III, vedi QUI.

 

Ma torniamo alla affermazione della Prefettura per cui il Piano di Emergenza Esterno deve fare riferimento solo alle attività in esercizio: in barba al principio di precauzione. 

A prescindere dalla applicazione di questo principio oggetto di varie interpretazioni degli esperti, la domanda che sorge spontanea è quale è l’area di interesse del Piano di Emergenza Esterno quella limitata al rigassificatore nel caso in esame?

Non casualmente i signori della Prefettura non citano nella loro risposta le nuove linee guida della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile approvate con Direttiva del 7 dicembre 2022 finalizzate alla predisposizione del piano di emergenza esterna PEE. Di queste linee guida ho tratta diffusamente in questo post QUI.  

 

Ebbene queste linee guida prevedono che anche nel caso in cui non sia stata individuata da parte del CTR un’Area RIR (un area con presenza di più impianti classificati Seveso) a seguito delle procedure di cui all’art. 19 (c.d. effetto domino) del D.lgs. 105/2015, il Prefetto può predisporre un Piano di Emergenza Esterna di Area, qualora sussistano condizioni di particolare complessità dovute alla presenza di più stabilimenti Seveso nonché di eventuali ulteriori fattori di rischio quali, ad esempio, infrastrutture comuni, vicinanza degli impianti, prossimità di elementi territoriali vulnerabili, ecc., che rendano opportuna una valutazione integrata delle misure di emergenza da adottare.

Insomma, questi signori della Prefettura ci rassicurano che poi aggiorneranno il Piano di Emergenza Esterno dopo che le bettoline con le autobotti di gnl inizieranno a scorazzare nel nostro golfo altro che prevenzione del rischio di incidente rilevante!

Questo nonostante che l’articolo 21 del DLgs 105/2015 affermi al comma 2 che i Piani di Emergenza Esterni sono costruiti sulla base dei risultati della istruttoria ex articolo 17, invece la Prefettura ci dice che il progetto delle bettoline suddetto ha già avuto il nulla osta che conclude detta istruttoria.

 

D’altronde il progetto di trasbordo delle autocisterne cariche di gnl nel porto di Spezia è stato approvato in totale contrasto con il piano regolatore portuale come ho spiegato più volte inutilmente da ultimo QUI.

 

Lo spezzettamento di questi progetti (Truck Loading e Vessel Reloading) di potenziamento del potenziamento del rigassificatore di Panigaglia è servito, oltre che ad evadere le norme Seveso sopra richiamate, a non applicare la Valutazione di Impatto Ambientale ordinaria all’insieme dei progetti e relativi impatti cumulativi ambientali e di rischio incidentale al nostro golfo vedi QUI e QUI. Per non parlare che dopo aver approvato, evadendo la VIA ordinaria, il progetto Truck Loading si è spostato il punto di sbarco senza riaprire il procedimento di VIA come ho spiegato QUI, per poi violare la ulteriore procedura di valutazione preliminare confondendola con la mera ottemperanza alle prescrizioni che avevano escluso la VIA ordinaria vedi QUI.

 

CONCLUDENDO

La risposta contenuta nel documento della Prefettura esaminato in questo post non è altro che il punto finale di una procedura confusa paciugata e soprattutto per niente rigorosa visto che stiamo parlando di progetti a rischio di incidente rilevante in un porto già ingolfato di attività a rischio: sostanze pericolose, navi container, navi da crociera, naviglio militare di vario genere.

 

 

 


Nessun commento:

Posta un commento