Allo stesso tempo questo parere dimostra che il terreno su cui si può fermare questo progetto non è tanto o non solo quello della tutela ambientale ma quello energetico. Questo per due motivi:
1. la
politica e la burocrazia da anni danno una interpretazione riduttiva delle
procedure di Valutazione di Impatto Ambientale per cui è difficile sfondare su
questo terreno salvo ricorsi alla magistratura amministrativa con tutta la
inevitabile aleatorietà della scelta
2. la
parte energetica è il vero lato debole del progetto, lo spiego da oltre due
anni sostanzialmente ignorato anche dai mass media, salvo qualche eccezione,
come dimostrano gli articoli di oggi. Ma per attaccare su questo punto
occorrerebbe che la politica istituzionale esprimesse una visione diversa dalla
transizione fondata sul gas cosa che ad oggi non è successa e continua a non
succedere (vedi QUI).
Su questo secondo punto l'esempio che dimostra questa assenza è la vicenda del ruolo della Regione. I partiti presenti in Consiglio Regionale pensano di avere risolto il problema con la votazione della risoluzione che impegna la Giunta Regionale a non votare l'Intesa sul progetto di centrale a gas.
È sufficiente
tutto questo? NO! Ci vuole un atto della giunta che formalizzi questo no e
soprattutto lo motivi sul lato energetico perchè l'energia è,
costituzionalmente parlando, materia di legislazione concorrente dove la
Regione ha un potere di interdizione maggiore che non sull'ambiente. Ma questo
andava fatto da tempo e comunque andrebbe fatto prima della decisione finale
del giudizio di VIA del Ministero della Transizione Ecologica come venne fatto
con il diniego di Intesa da parte della
Regione Liguria all’ampliamento del rigassificatore di
Panigaglia (Portovenere). Quel diniego non fu deliberato come un
parere tecnico tanto meno come atto dirigenziale ma con una Delibera di Giunta
Regionale (DGR 393 del 3 aprile 2009 - QUI).
Insomma cosa andrebbe fatto è chiaro a chiunque abbia un minimo di conoscenza della problematica di cui stiamo parlando, ma invece si continua con la politica facile del no senza studiare una strategia in grado di mettere sul serio in difficoltà questo progetto senza mettere a rischio la stabilità del sistema elettrico nazionale.
A breve arriverà il si anche del Ministero della Transizione Ecologica e allora torneranno in campo i duri giudizi, nella forma di slogan, della politica che in questo modo proverà a rimuovere la sua quasi totale assenza di strategia su un problema così complesso e delicato per il futuro non solo di Spezia ma dell’intero Paese per non parlare dell’Europa.
La strategia la continuano
a gestire le lobby dei produttori di energia che si sono impadroniti degli
incentivi del capacity market per ¾ tutte sulle fonti fossili. Non casualmente la
politica nulla ha detto sulla proroga di questo sistema di incentivi come ho
spiegato QUI e QUI.
È LA RETROAZIONE ECOLOGICA
BELLEZZA!
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