I nostri amministratori locali (Comune capoluogo e Provincia) ci vogliono convincere da mesi che l’unico modo per ottenere qualcosa da Enel sia quello di venire incontro alle richieste di questa società, accettando la permanenza del carbone in cambio di qualche riduzione delle emissioni e di qualche investimento sul territorio.
Per capire invece se Enel è un partner affidabile nel far rispettare leggi e impegni contrattuali come ci vogliono far credere i nostri amministratori locali, sarà bene andare a vedere come Enel ha fino ad ora rispettato le prescrizioni decise dalle autorità pubbliche nazionali regionali e locali, nonché i patti (convenzioni) stipulate con gli enti locali.
Ci riferiamo alla Autorizzazione del 20/1/1997 con la quale la centrale venne abilitata all’esercizio nella attuale gestione impiantistica (due gruppi a metano e uno a carbone), e alla Convenzione che è stata approvata dal Consiglio Comunale in data 7/11/2001 e sottoscritta da Comune ed Enel il 21/1/2002.
AUTORIZZAZIONE DEL 1997 : PRESCRIZIONI NON RISPETTATE DA ENEL
Non è rispettato, o almeno nessuno ha mai pubblicamente spiegato se è rispettato, il punto 3 dell’articolo 2 della autorizzazione. Quello che serve per capire nel calcolo per verificare il rispetto dei limiti di emissione degli inquinanti, quanto e come si è tenuto conto distintamente delle situazioni anomale (avvii, arresti dei gruppi). Invito a leggere con attenzione l'articolo 14 del DM del 1989 a cui la autorizzazione sopra citata fa riferimento. Sui rischi di queste anomalie e su come non vengano gestiti ho già scritto qui .
Non è rispettato il punto 3.1 della autorizzazione quello che prevede l’uso delle migliori tecnologie disponibili nonché l’esercizio ottimale della gestione dell’impianto (comprese quindi anomalie come le fumate di queste settimane). Infatti come dimostra lo stesso Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (vedi il testo al seguente LINK ), sia per l’abbattimento delle polveri emesse dal camino del gruppo a carbone, sia per il ciclo di trasporto del carbone in centrale non si utilizzano tecnologie disinquinanti che erano utilizzabili già alla fine degli anni 90 (filtri a manica, ammodernamento torri per lo scarico del carbone). Il tutto senza che l’Osservatorio a cui partecipano enti locali e Regione abbia in tutti questi anni sollevato il problema pubblicamente! Su questo ultimo aspetto si veda anche la violazione del punto 3.3. della autorizzazione.
Non è stato rispetto il punto 11 della autorizzazione, che prevedeva per il calcare necessario per il sistema di desolforazione dei fumi in centrale (per abbatte le emissioni di anidride solforosa), il trasporto via ferrovia per limitare le emissioni inquinanti del trasporto su gomma.
Non è stato rispettato il punto 13 della autorizzazione relativo al contenimento delle emissioni diffuse (vedi trasporto carbone dal pontile fino alla centrale). Sarebbe anche il caso di sapere se Enel ha presentato la relazione alla Regione Liguria su come intendeva affrontare il suddetto problema delle emissioni diffuse e visto le continue violazioni documentate dai cittadini e dal Comitato Spezia via dal carbone, cosa ne ha fatto la Regione Liguria di questa relazione sempre che l’abbia ricevuta.
Non è stato rispettato il punto 14 della autorizzazione in base al quale Enel era obbligata a svolgere misure per rilevare il rumore della centrale e predisporre strumenti per limitarlo. I rumori come è noto a tutti coloro che vivono intorno alla centrale (migliaia di persone) continuano tutt’ora e delle misure, degli strumenti da parte Enel e di interventi da parte degli enti locali per far rispettare gli impegni all’Enel, non se ne vedono.
Non è stato rispetto il punto 15 della autorizzazione che prevedeva un apposito raccordo ferroviario per il trasporto di tutti i materiali utilizzati in centrale in entrata (calcare) ed in uscita (gesso e ceneri da combustione del carbone).
Non è stato mai comunicato pubblicamente se sia stato rispettato il punto 15 della autorizzazione secondo il quale Enel doveva presentare le procedure per gestire le anomalie dei gruppi generatori. Ciò è dimostrato anche della recenti fumate Enel dove, al contrario di quanto dichiarato dai Vigili urbani e addirittura scritto nel Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità vedi link sopra, Enel non ha comunicato, con l’avvallo incomprensibile degli enti preposti, alcuna modalità di gestione di tali eventi.
CONVENZIONE DEL 2001: I PUNTI NON RISPETTATI DALL’ENEL
Mancato rispetto punto 7.2. articolo 1 della Convenzione che prevede l’aggiornamento della rete sul controllo della qualità dell’aria alla evoluzione delle nuove tipologie di inquinanti (si pensi solo a titolo di esempio ai microinquinanti organici ed inorganici): monitoraggio non attivato con regolarità come rilevato dalla stessa relazione dell’Istituto Superiore di Sanità vedi link sopra.
Mancata attuazione del punto 7.3 articolo 1 della Convenzione in quanto il permanere della rumorosità della centrale dimostra che gli impegni ai monitoraggi e le misure di riduzione delle emissioni rumorose previste non sono stati rispettati in modo efficace per la tutela della salute dei cittadini.
Mancato rispetto del punto 7.4 articolo 1 della Convenzione che prevedeva la realizzazione del raccordo ferroviario per la movimentazione dei materiali, al fine di collegare con apposito progetto tali interventi con l’utilizzo più razionale delle infrastrutture a servizio dell’area portuale, progetto che non risulta mai presentato.
Non è dato sapere se il punto 7.8 articolo 1 della Convenzione sia stato rispettato: prevedeva la presentazione di un piano di utilizzo delle ceneri e dei gessi, prodotti dalla attività della centrale, alternativo alla discarica.
Non rispettato il punto 7.9 articolo 1 della Convenzione sulle possibili collaborazioni con l’Università, in accordo con gli enti locali. L’attuazione di questo punto poteva essere utile sia per avviare studi sull’impatto sanitario della centrale sia per avviare progetti di promozione dell’uso delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico.
Non rispettato il punto 7.10 articolo 1 della Convenzione che prevedeva la riqualificazione urbanistica delle aree non utilizzate per l’attività della produzione energetica
Non rispettato il punto 7.7. articolo 1 della Convenzione relativo all’avvio di un Osservatorio epidemiologico, utilizzando i contributi previsti dall’articolo 2, Osservatorio mai stato avviato completamente come confermato dalla recente audizione dell’ASL in Consiglio Comunale.
Non rispettato il punto 2 articolo 2 della Convenzione sulla cessione di aree di qualità utili a favorire nuovi insediamenti produttivi
Non rispettato il punto 3 articolo 2 della Convenzione sul recupero del calore residuo emesso dalla centrale.
Testo della Convenzione Enel-Comune della Spezia del 2001
Per il testo dei punti da 7.1 a 7.9 della convenzione vedi al seguente LINK
Per il testo dei punti 7.10 e articolo 2 punto 1 vedi al seguente LINK
Per il testo dei punti 2 e 3 articolo 2 vedi al seguente LINK
CONCLUSIONE: ENEL NON È UN INTERLOCUTORE AFFIDABILE…..
Come risulta dai punti sopra elencati, e ho citato solo i principali, e come risulta dalle violazioni della normativa (vedi miei post precedenti linkati all’inizio di questo post), Enel continua sistematicamente a violare o a interpretare a suo modo gli obblighi derivanti da autorizzazioni e convenzioni e leggi. Quindi……..
……..LE AMMINISTRAZIONI LOCALI DEVONO IMPEGNARE ENEL A RISPETTARE GLI OBBLIGHI PASSATI PRIMA DI PROPORRE MEDIAZIONI SUL FUTURO
Intanto le amministrazioni locali avrebbero dovuto far rispettare quanto sopra elencato e solo dopo iniziare una trattativa con Enel.
Avrebbero così impostato il confronto su una posizione di forza e non di passiva accettazione dei tempi imprenditoriali e degli obiettivi economico - finanziari di Enel SpA.
Ad esempio avrebbero dovuto attivarsi per imporre un protocollo di gestione operativa delle centrale in caso di anomalie , avvii dei gruppi generatori, con la previsione dell’uso del metano anche per il gruppo a carbone. Pensate che questo è previsto nella Autorizzazione alla centrale del 1997 per la fase di transizione tra la vecchia centrale (tutta a carbone e olio) a quella attuale con un gruppo a carbone e due a metano: come dire la transizione ha prescrizioni più rigide della situazione a regime. Questo perché la Autorizzazione del 1997 prevedeva che a regime la centrale doveva funzionare prevalentemente a metano (oltre il 50%) mentre sappiamo che da anni funziona prevalentemente a carbone; è chiaro che con un funzionamento quasi esclusivo a carbone utilizzare il metano durante le anomalie, gli avvii etc. sarebbe stato non solo auspicabile ma addirittura necessario e così non è avvenuto lasciando Enel nella totale libertà di gestire l'impianto secondo le proprie esigenze di profitto!.
Come dimostrano le vicende di tutti questi anni solo le posizioni ferme pagano con Enel, come fece il Sindaco Burrafato molti anni fa chiudendo la centrale per violazione della normativa sugli scarichi….. fu grazie a quella chiusura che i dirigenti Enel accettarono un confronto che portò alla chiusura di tre gruppi a carbone su 4 e la realizzazione di due gruppi a metano. Invece dopo quel periodo gli Amministratori Locali hanno rinunciato a mettere sotto controllo Enel con assiduità cercando mediazioni che fino ad ora hanno prodotto un unico risultato: l’uso quasi totale del solo carbone nella centrale.
QUANDO LE AMMINISTRAZIONI LOCALI SONO PERMISSIVE CON ENEL…….. IL CARBONE RISPUNTA A TUTTO SPIANO!.
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