mercoledì 11 gennaio 2012

Bonifica ex area IP: soldi al Comune in danno di salute ed economia cittadina

LA NOTIZIA
La società immobiliare Helios proprietaria di una buona parte dell’ex area IP ha riconosciuto al Comune di Spezia un bonus di oltre 2 milioni di euro grazie alle accelerazioni autorizzatorie per la realizzazione dell’ipercoop Le Terrazze. Insomma: pagati perché si sono sbrigati a permettere la realizzazione dell’ipercoop. Immaginate se una cosa del genere la avesse fatta un privato qualsiasi e non la Legacoop per tramite del prestanome Helios SpA!


Vediamo cosa c'è dietro a questo "bonus" a favore del Comune....



LE AUTORIZZAZIONI EDILIZIE RILASCIATE PER L’IPERCOOP SONO ILLEGALI ED ILLEGITTIME
Sulle modalità di rilascio del permesso di costruire in area da bonificare la legge regionale, tutt’ora vigente, era molto chiara, l’articolo 56 della Legge regionale 21/6/1999 recita: “ 1. Qualora sulla base del progetto di bonifica sia possibile l'utilizzazione dell'area per lotti successivi e ricorrano particolari condizioni di interesse pubblico, con riguardo allo sviluppo economico ed occupazionale della zona interessata, il Comune può, previa certificazione di avvenuta bonifica dei singoli lotti da parte della Provincia, e in assenza di interazione tra gli stessi rilasciare la concessione edilizia ed il certificato di agibilità e di abitabilità relativo alle opere nei singoli lotti”.
La norma quindi afferma che per rilasciare il permesso di costruire (all’epoca definito concessione) occorreva preventivamente verificare l’assenza di dispersione degli inquinanti nei lotti non ancora bonificati. Quindi questa fondamentale condizione di rilascio degli atti di assenso edilizi non venne rispettata.
In altri termini se fosse stata seguita la legge e alla fine della bonifica il livello di inquinamento fosse rimasto significativo non si sarebbe potuto rilasciare il permesso all’Ipercoop, per questo i permessi furono rilasciati preventivamente alla bonifica!!!



PRIMA CONCLUSIONE LE ACCELERAZIONI CHE HANNO FRUTTATO IL BONUS SONO FRUTTO DI:
1. una violazione della legge vigente
2. un procedura di bonifica frammentata e quindi incompleta che ha prodotto fastidi a migliaia di cittadini
Una modalità di bonifica contestata dagli stessi consulenti del Comune si veda la relazione della dottoressa Tunesi del 23/9/2007 secondo la quale: “Un elemento che ha generato problemi di cantiere e ostacola una efficace bonifica del sito è la diversificazione in sub distretti e la mancata adozione di una progettazione che anche se suddivisa per fasi di attuazione rimanga unitaria ed omogenea
In sostanza una accelerazione delle procedure autorizzatorie in danno dell’ambiente e della salute dei cittadini. Vediamo perché!



SECONDO L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE GLI ODORI NON CI SONO PIÙ
Non è vero!  Se i dati di Arpal dichiarano che non ci sono stati superamenti dei limiti di legge nelle emissioni di inquinanti aereiformi (ma come è noto non sono stati monitorati tutti gli inquinanti ma solo quelli tradizionali) gli odori ci sono stati e continuano ad esserci, vedi qui  .
Gli odori ci sono ancora perché provengono dalle aree ancora non bonificate. L’assessore dimentica che nella Conferenza dei Servizi del 28/7/2008 che ha approvato la prima revisione del progetto di bonifica dell’area è risultato che l’origine delle emissioni odorigene era nel confine tra il sub distretto 3 e 4, cioè l’inizio della parte non interessata da alcun progetto di bonifica e non caratterizzata adeguatamente secondo le relazioni degli stessi consulenti del Comune (Tunesi, Boeri).



SECONDO L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE PER GLI ODORI NON CI SONO SOGLIE DI TOLLERABILITÀ
L’odore (a prescindere dalla sua origine) è di per se stessa una fonte inquinante, come dimostra il manuale dell’APAT “Metodi dimisura delle emissioni olfattive”.
Quanto alle soglie che non esistono facciamo parlare la magistratura amministrativa. Secondo il TAR Veneto ( Sez. III n. 741 del 3 maggio 2011), peraltro riferita a norme molto vecchie del nostro ordinamento ( a tutt'oggi riprese in leggi più recenti come il TU ambientale DLgs 152/2006): "Per le emissioni odorigene in base alla normativa vigente non è prevista la fissazione di limiti di emissione né di metodi o di parametri idonei a misurarne la portata, perché manca allo stato la possibilità tecnica di elaborare indicatori sufficientemente validi dal punto di vista tecnico - scientifico. Per tali ragioni è possibile riferirsi alle migliori tecniche disponibili che l'art. 2, punto 7, del DPR 24 maggio 1988, n. 203, definisce come <<sistema tecnologico adeguatamente verificato e sperimentato che consente il contenimento e/o la riduzione delle emissioni a livelli accettabili per la protezione della salute e dell'ambiente, sempreché l'applicazione di tali misure non comporti costi eccessivi>>. L’applicazione del criterio comporta che devono essere adottate tutte le tecniche e le modalità di progettazione, costruzione, manutenzione ed esercizio degli impianti più efficaci al fine di migliorare la sostenibilità ambientale dell’attività produttiva, e al fine di ottenere le massime performance ambientali esigibili, tenendo conto delle specifiche caratteristiche degli impianti e delle potenzialità economiche aziendali.".



L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE DEL COMUNE DICHIARA CHE ORA PARTIRANNO CON LA BONIFICA DI UNA PARTE DEL RESTO DELL’EX AREA IP
Non è vero! Si tratta dei c.d. sub distretti 2) e 4), per i quali, basta leggere la Determinazione dirigenziale del Comune della Spezia n. 46 del 6/10/2011 (per il testo vedi qui ), dalla quale risulta che nel sub distretto 2 non ci sarà vera bonifica ma solo ricopertura con terra non inquinata, mentre per il 4 occorrerà svolgere una nuova analisi del rischio che se verrà fatta come la caratterizzazione precedente non può che preoccupare i cittadini spezzini.



L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE DICHIARA: ABBIAMO IMPOSTO VINCOLI RIGIDI ALLE NUOVE ATTIVITÀ DI BONIFICA Non è vero! La determina che dovrebbe stabilire questi vincoli ecco cosa contiene: "ovvero le risorse risparmiate verranno investite in miglioramenti ambientali, etc. etc.". Devo ammettere che in oltre 20 anni di attività professionale non avevo mai letto una autorizzazione amministrativa che indicava come prescrizioni un "etc. etc."!



NON CI SONO PIÙ IDROCARBURI SOTTO L’EX AREA IP DICHIARA L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE
Non è vero! Infatti la determina del Comune che approva la variante al progetto di bonifica afferma che occorrerà una nuova analisi del rischio e a cosa serve questa analisi? A verificare il livello di inquinamento residuo e solo dopo questa verifica ad attivare procedure di rimozione degli inquinanti che permettano la destinazione urbanistica (cioè la possibilità di vivere per 24 ore in un posto) di una parte del sub distretto 4. Di una parte sottolineo, quindi la parte più a monte non sarà interessata neppure da questa ultima tranche di bonifica!



SECONDO L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE IL 30% DELL’AREA EX IP NON è BONIFICATA PERCHÉ NON SI POSSONO IMPORRE BONIFICHE AI PRIVATI
Non è vero! Intanto l’Assessore non spiega che quel 30% appartiene alla parte dell’area che contiene il piombo-tetraetile e tetrametile (utilizzato nella raffineria come additivo antidetonante delle benzine) quindi una delle parti più inquinate dell’intera area. Inoltre l’area è stata bonificata solo nella parte che era interessata dalla nuova Ipercoop, quindi il problema non è nei privati o meno, il problema è che si è voluto privilegiare fin dall’inizio la realizzazione dell’Ipercoop a prescindere dai livelli delle diverse parti dell’area della ex raffineria e dalla reale dispersione degli inquinanti come ho dimostrato sopra con la vicenda dei permessi di costruire. Il problema quindi è che se si rilasciano i permessi di costruire prima dell’avvio della bonifica si regala ai privati (vedi Legacoop tramite i suoi prestanome, prima Grifil, poi Helios) un arma di ricatto enorme che ha condizionato in tutti questi anni una corretta bonifica e che è stata regalata ai precedenti proprietari (Grifil) per permettergli di mantenere le fideussioni bancarie: un uso improprio dei poteri urbanistico/edilizi di una amministrazione pubblica quindi!



1,4 MILIONI DEI 2,2 OTTENUTI DAL COMUNE VERRANNO UTILIZZATI PER MIGLIORARE IL COMMERCIO DEL CENTRO?
Non è vero! Perché, come peraltro dichiara l’Assessore, i soldi ottenuti in danno dell’ambiente e della salute dei cittadini verranno utilizzati per abbellire gli aspetti estetici del centro città (aree verdi e un poco di servizi pubblici). Ma l’impatto sul commercio del centro città (106 nuove unità commerciali , un ipermercato di 11.700 m2, 8 unità di grandi dimensioni, e 15 tra ristoranti e bar, una sala giochi di 700 m2, un Fitness club con piscina interna e un parcheggio gratuito coperto di 2.000 auto)  DA CHI VERRÀ VALUTATO E DA CHI VERRÀ RIMBORSATO?
Ora come dichiarato dagli stessi realizzatori del nuovo Ipercoop questo impatterà in termini commerciali su un bacino di 210.000 abitanti, quindi non basteranno qualche aiuola e qualche bus in più (magari navetta per raggiungere meglio il nuovo centro commerciale) per salvare il commercio al dettaglio spezzino. Si realizzerà, sia per il centro ma soprattutto per i quartieri periferici ovest della città (Chiappa, Fossitermi, P.za Brin etc.) quello che viene chiamato “food desert”, cioè la difficoltà di approvvigionamento dei generi essenziali per la popolazione non autonoma negli spostamenti motorizzati.
Come affermato da una recente ricerca [NOTA1] sull’impatto delle nuove polarità commerciali sul commercio c.d. indipendente nelle Regioni Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna: “Come è stato evidenziato dagli approfondimenti effettuati su alcune delle polarità individuate, la gestione delle esternalità territoriali, di tipo diretto e indiretto, non può essere unicamente rinviata ad azioni di mera mitigazione e/o compensazione, ma anche ad un insieme di azioni locali di pianificazione capaci di valorizzare, ove presenti, le ricadute positive in termini di nuove opportunità per lo sviluppo locale. A prescindere dalle specificità insediative di ogni polarità individuata, appare evidente la rilevanza, per ciascuna delle tre tipologie, di un approccio di programmazione che sia integrato a un duplice livello d’azione:
- a livello interregionale, tramite l’elaborazione di indirizzi strategici comuni alle tre Regioni, seppur differenziati per “tipologia” di polarità
- a livello intraregionale, tramite una maggiore integrazione della programmazione commerciale con le politiche “interne” agli altri settori di intervento di ciascuna Regione – in particolare quelli della pianificazione del territorio e dei trasporti, visto che la maggior parte dei poli commerciali interregionali si concentra sulle principali direttrici, coincidenti, spesso, con la viabilità ad alta percorrenza.
Emerge dunque dalla ricerca come, per ciascuna polarità, sia importante non solo il livello di integrazione funzionale interno a ciascun insediamento, ma anche il grado di integrazione con il sistema territoriale nel suo complesso: è questa duplice integrazione che deve essere perseguita nel tentativo di governare, alla scala “regionale/locale” di programmazione, gli intensi processi di ri-funzionalizzazione insediativa innescati dalle polarità realizzate”.

Come ha affermato recentemente l’Assessore all’Urbanistica della Regione Toscana Per far vivere il commercio tradizionale le scelte urbanistiche sono importanti, ma da sole non bastano – ha affermato l’assessore Marson – Occorre anche costruire e incentivare filiere locali di approvvigionamento di prodotti di qualità diversi da quelli in vendita nella grande distribuzione”. Dove sono queste filiere, dove è la Regione , dove sono i nostri deputati locali, cosa hanno fatto per attivare misure di vera compensazione per il commercio al dettaglio spezzino di fronte all’invasione che produrrà la nuova Ipercoop?









[NOTA 1]  “La valutazione dell'impatto territoriale delle grandi polarità commerciali: factory outlet centre, multiplex, parchi commerciali.
Un approccio interregionale” Laboratorio  Urbanistica e Commercio Politecnico di Milano  -  Dipartimento Interateneo Territorio Politecnico di Torino  e Università di Torino - Dipartimento di Economia Facoltà di Economia Università degli Studi di Parma  http://www.diter.polito.it/it/content/download/292/2593/file/GB_Abstract%20Interregionale30042007.pdf

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