domenica 8 gennaio 2012

“Fumate” dalla centrale enel: situazione fuori controllo!

Come denunciato dal ComitatoSpezia via dal carbone  da molti giorni i cittadini spezzini assistono ad un eccesso di “fumate nere” dalla ciminiera della centrale Enel spezzina relativa al gruppo che funziona a carbone. La situazione è così chiara come dichiarano amministratori locali e responsabili della centrale ? Vediamo…….

COME SI CALCOLANO LE EMISSIONI DELLA CENTRALE
Le emissioni sono calcolate secondo le medie annuali in base al decreto autorizzatorio del 1997 che si rifaceva ad un vecchio decreto del 1989 (articolo 14) che trovate quicome si  vede in quel vecchio decreto la media annuale è quella delle medie mensili. Questa norma è ripresa nel più recente DLgs 152/2006 (c.d. Testo Unico Ambiente): si veda punto 4.1 allegato II alla Parte V .

COME CONTROLLARE LE “FUMATE” DELLA CENTRALE


La prima questione che, Comune Provincia ed Arpal, dovrebbero chiarire con appositi report pubblici, e che non hanno fatto,  è se se venga o meno rispettata la normativa sopra citata soprattutto la prescrizione secondo cui, per il biossido di zolfo e le polveri, il 97% di tutti i valori medi di 48 ore deve essere al di  sotto del  110%  dei valori limite.

In secondo luogo però occorre chiarire, e i nostri amministratori non lo fanno dolosamente, che la  normativa attualmente applicata alla centrale di Spezia (sia la autorizzazione del 1997 che il decreto dell’89) , prevedeva al comma 1 articolo 8 l'obbligo della autorità competente (Ministero Ambiente, Regione, Provincia e Sindaco come autorità sanitaria) in caso di anomalie, avvii e arresti, di intervenire in modo: "che l'impresa riduca o faccia cessare le operazioni appena possibili e finché possa essere ripresa la normale attività, o che faccia funzionare l'impianto con combustibili meno inquinanti, eccetto i casi in cui vi sia assoluto bisogno di mantenere le forniture di elettricità.".
Non solo ma la autorizzazione del 1997 prevede che a prescindere dai valori di emissioni di legge, le emissioni a regime della centrale “saranno mantenute ai valori più bassi possibili mediante l’uso delle migliori tecnologie disponibili e l’esercizio ottimale della gestione impiantistica”. Come dire che l’ordinario funzionamento della centrale dovrà evitare anomalie adottando protocolli gestionali adeguati.

Ma la normativa successiva al decreto dell’89 e alla autorizzazione alla centrale del 1997 ha integrato queste prescrizioni prevedendo che per i c.d. transitori (cioè gli avvii dei gruppi generatori e le eventuali anomalie) venissero applicate apposite prescrizioni predisponendo un apposito protocollo tecnico di gestione (comma 14 articolo 271 del DLgs 152/2006). Non solo ma sempre secondo  questa norma, nel caso di emissioni di sostanze cancerogene, tossiche per la riproduzione o mutagene o di sostanze di tossicità e cumulabilità particolarmente elevate (tutte emesse da questa centrale) l’autorizzazione deve stabilire prescrizioni volte a consentire la stima delle quantità di  tali sostanze emesse durante i periodi transitori e fissare appositi valori limite di emissione, riferiti a tali periodi, espressi come flussi di massa annuali. Si ricorda che per flusso di massa si intende la massa di sostanza inquinante emessa per unità di tempo (lettera u) articolo 268 del DLgs 152/2006).  

IL PROBLEMA DELLE EMISSIONI DIFFUSE
Le emissioni diffuse sono le emissioni che non avvengono attraverso appositi punti (camini ad es.) ma sono prodotte ad esempio dalla movimentazione del carbone: attracco al pontile Enel,  trasporto con l’apposito nastro, collocamento nei carbonili della centrale. Come il Comitato Spezia Via dal Carbone nelle osservazioni  presentate al Ministero dell’Ambiente (vedi pagina 10) ha dimostrato,  la gestione del trasporto del carbone è tutt’altro che esente da rischi per salute dei cittadini. Producendo periodicamente emissioni diffuse di polvere di carbone. Tutto ciò è in palese violazione prima di tutto della autorizzazione del 1997 sulla base della quale la centrale funziona attualmente. Infatti secondo il punto 13 articolo 2 di detta autorizzazione: “devono essere adottate tutte le misure per il massimo contenimento delle emissioni diffuse: in particolare per gli impianti e gli stoccaggi e movimentazione di prodotti polverulenti devono essere individuate tutte le misure di contenimento delle emissioni”!!!
Successivamente a questa prescrizione, già di per se emblematica, è intervenuto il già citato DLgs 152/2006 che impone ulteriori prescrizioni per limitare le emissioni diffuse (comma 4 articolo 269) nonché la possibilità di obbligare enel al convogliamento di dette emissioni diffuse (comma 2 articolo 270); si ricorda che per emissione tecnicamente convogliabile si intende la emissione diffusa che deve essere convogliata sulla base delle migliori tecniche disponibili o in presenza di situazioni o di zone che richiedono una particola tutela (letera e) articolo 268 del DLgs 152/2006). 

SITUAZIONE FUORI CONTROLLO
In sostanza l'Enel non sta rispettando la legge sulle emissioni neppure quella vigente e nessuna istituzione preposta fino ad ora glielo ha ricordato o imposto, tutto qui.
Le “fumate” di questi giorni sono  dovute
  1. sia alle condizioni esterne dell'atmosfera,
  2. sia ai cambianti di gestione dell'impianto: tipologie di combustibili, avvii, rallentamenti, fermate che secondo la legge vigente dovrebbero essere oggetto di prescrizioni come sopra riportato.
  3. sia ad entrambi in fenomeni
Ma per dimostrare di cosa si tratta non possono bastare le dichiarazioni di Enel o le frasi politichesi di un assessore (vedi qui). Occorrono dei report, tradotti in linguaggio comprensibile ad un pubblico di non addetti ai lavori, che dimostrino l’avvenuto rispetto della vigente normativa che come visto sopra è complessa e molto articolata. Report previsti sia dalla normativa generale sull'accesso alle informazioni ambientali (DLgs 195/2005)ma soprattutto dalla normativa applicabile alla centrale Enel sulla c.d. Autorizzazione Integrata Ambientale (comma 8 articolo 29 decies Parte II del DLgs 152/2006). 

In realtà sia la citata dichiarazione dell’assessore che le dichiarazioni dei Vigili Urbani intervenuti per controllare la centrale dimostrano chiaramente due cose
1. c'è stata una anomalia di funzionamento, forse non ancora riparata visto che le “fumate” continuano.
2. non c'è, come invece prevederebbe la legge, un protocollo con prescrizioni di gestione delle anomalie.   

L’OSSERVATORIO SCOMPARSO
Anzi verrebbe da chiedersi che fine ha fatto l’Osservatorio di cui al punto 2 articolo 2 della autorizzazione del 1997, costituito anche da rappresentanti di Comune e Provincia, e che avrebbe dovuto monitorare “l’esercizio della centrale”?  
Sarebbe stato compito di questo Osservatorio svolgere una veloce ed efficace istruttoria tecnica e produrre un report, indipendente dalle dichiarazioni enel, che chiarisse la situazione in centrale.

Conclusioni tutto è in mano ai tecnici dell'Enel e gli enti locali  attendono...... e non sapremo mai cosa è stato emesso in più in questi giorni ovviamente mancando il protocollo e la verifica pubblica e circostanziata del rispetto delle prescrizioni suddette appunto!
Quindi al contrario di quello che dichiara l’Assessore all’Ambiente del Comune di Spezia l’Enel non è sotto controllo tanto meno le sue recenti fumate.





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