Sull'area ex IP a Spezia si apre lo scontro tra le due grandi coalizioni. Ma al di là della propaganda in quell'area ci sono questioni che continuano a non essere affrontate.
Riassumiamole brevemente per poi riproporre una mia vecchia idea a tutti i candidati a Sindaco in corsa per il Comune di Spezia.
L’area deve essere ancora bonificata come confermato dal fatto che è stata inserita nei siti c.d. orfani dal Decreto Ministero della Transizione Ecologica Ex Direzione Generale per il Risanamento Ambientale Il Direttore Generale del 22 Novembre 2021 (QUI). Per orfani si intendono quei siti che pur essendo stati individuati come contaminati o potenzialmente contaminati da inquinanti non hanno mai visto un avvio delle procedure di risanamento a partire dalla caratterizzazione fino alla messa in sicurezza e/o bonifica.
I RITARDI E GLI ERRORI STRATEGICI DELLE AMMINISTRAZIONI COMUNALE DI QUESTI ULTIMI 20 ANNI
Non solo ma l’area deve essere ancora bonificata in parti di inquinamento significativo (aree di stoccaggio del piombo tetraetile dove sei?) e questo al di là delle dimensioni dell'area ancora da bonificare, infatti l’inquinamento residuo non è detto che sia rimasto solo in situ viste le caratteristiche idrografiche dell’area peraltro dimostrate da presenza di sostanze inquinanti nelle esondazioni degli anni passati dal torrente Cappelletto, In particolare non è chiaro se le aree ancora da bonificare sono state quanto meno tutte caratterizzate a cominciare dal subdistretto 6 esterno alla proprietà Helios.Ricordo che la relazione
della dott.ssa Tunesi (consulente del Comune di Spezia all’epoca poco
ascoltata) aveva affermato: “la progettazione della bonifica e del recupero
urbanistico devono essere integrate considerando tutti i subdistretti del sito
ex IP ed avendo come riferimento l’assieme degli obiettivi posti dal Piano di
area”. Non solo ma la dottoressa criticava anche la scelta di dividere l’area
in subdistretti e precisava: “un elemento che ha generato problemi di
cantiere e ostacolata una efficace bonifica del sito è la diversificazione in
subdistretti e la mancata adozione di una progettazione, che anche se suddivisa
per fasi di attuazione, rimanga unitaria ed omogenea. Nella rivisitazione del
progetto le diverse fasi operative che i soggetti responsabili propongono di
adottare nei diversi subdistretti devono essere connesse tra loro nei tempi e
nei modi, dettagliando i tempi in cui i diversi obiettivi di bonifica saranno
raggiunti nei diversi subdistretti”
IL CONTENZIOSO CHE BLOCCA LA FINE DELLA BONIFICA
La mancata bonifica di
parti residue, ma rilevanti ambientalmente, dell’area è dovuta ad una questione
che sia l’amministrazione Federici che quella attuale non sono state in grado
di risolvere.
Dal 2013 l’impresa preposto alla
bonifica ha interrotto le operazioni di bonifica nelle porzioni residue, il
Comune ha contestato l’inadempienza nel dicembre 2015, minacciando
l’attivazione delle procedure sostitutive e l’escussione della fidejussione. Il
legale della società ha contro dedotto e successivamente, con ulteriore
raccomandata del febbraio 2016, il Comune ha rinnovato la diffida, nei termini
già preannunciati
La
società di assicurazioni che ha garantito nel 2012 la buona esecuzione dei
lavori di bonifica dell'area ex IP, su richiesta di Immobiliare Helios spa (proprietaria
area), è stata coinvolta in un
contenzioso che vede fronteggiarsi da una parte Immobiliare Helios (adesso in
Concordato preventivo), dall'altra parte il Comune di La Spezia, ente
beneficiario della polizza fideiussoria rilasciata
dalla società di assicurazioni, mentre ENI per il momento non viene coinvolta
sebbene sia il soggetto inquinatore dell'area in questione.
Peraltro visto che sono
passati molti anni occorre ricordare che la giurisprudenza della Corte di Giustizia
(sentenza del 4/4/2015 causa C534-13 e ordinanza del 6/10/2015 causa C156/14.)
ha avuto modo di affermare
1. L'Autorità Pubblica non può imporre interventi di
bonifica al proprietario dell'area che non sia responsabile dell'inquinamento,
sito inquinato per il quale non sia possibile individuare l'inquinatore
precedente, ma nel caso dell’area ex IP il soggetto inquinatore è ben conosciuto
2. Quindi dette sentenze, nel caso di soggetto
inquinatore conosciuto, riconoscono la possibilità alla Autorità Pubblica di
chiedere a detto proprietario il rimborso delle spese relative agli interventi
effettuati dalla Autorità stessa nel limite del valore di mercato del sito,
determinato dopo l’esecuzione di tali interventi.
Ora arriveranno i fondi per
i siti orfani e vedremo come verranno realizzati.
Proprio per le questioni
sopra riportate:
1. i ritardi nel
completamento della bonifica,
2. le lacune informative
sulla caratterizzazione di certe aree e la distribuzione dell’inquinamento dell’area,
3. le emissioni odorigene
prodotte per anni in barba a leggi e buone tecniche di bonifica senza verificare
la speciazione di cosa c’era dentro gli odori,
per tutti questi motivi da
anni (QUI) chiedo una
inchiesta indipendente.
UNA INCHIESTA
CHE DOVREBBE VERIFICARE:
1. come
è stata svolta la bonifica e perché non sono state adottate fin dall’inizio
tecniche adeguate alla bonifica di un’area a pochi passi da un centro abitato
da migliaia di famiglie come suggerivano gli stessi consulenti del Comune;
2. il
modo in cui si è arrivati all’acquisto dell’area prima da parte di Grifil e poi
di Helios dietro al quale c’è stato lo scandalo mai approfondito dalla
magistratura sia civile che penale della dichiarazione di una bonifica in
realtà mai realizzata;
3. perché
vennero rilasciate le concessioni edilizie al centro commerciale nonostante non
fosse stata ancora avviata la bonifica dell’area e soprattutto nonostante che il Sindaco in
carico all’epoca in una conferenza stampa si impegnava a non rilasciare
concessioni edilizie sulla c.d . area Grifil fino: “al rilascio, nei termini di legge, della certificazione dell’avvenuta bonifica dell’area, da parte
dell’ente preposto”. Concessioni invece rilasciate pochi mesi dopo questa dichiarazione;
4. come verranno utilizzati i fondi per i siti orfani
previsti anche per l’area ex IP.
5. verificare sulla base dei primi 4 punti una revisione del piano di area uscendo dalla logica della variantine di questi anni e ridando una idea complessiva degli usi funzionali di questa area anche in rapporto al resto della città.
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