Il Presidente della
Regione Liguria vestendo i panni del pretoriano tutto di un pezzo a favore
della cultura del “FARE” ne spara un'altra delle sue: in Liguria ci vuole un
inceneritore.
A prescindere dal giudizio
su questa tecnologia la domanda che andrebbe fatta a questo signore: con quali
soldi intendi realizzarlo? Privati? Chi si imbarca oggi in un intervento di questo
tipo senza avere a fianco investimenti pubblici? Lo dimostrano i tanto osannati
biodigestori che senza gli incentivi per il biometano avrebbero enormi
difficoltà ad essere realizzati, figuriamoci un inceneritore.
La cosa contraddittoria è
che questo signore che governa la Regione Liguria ha fatto questa uscita in un
convegno pubblico dove si parlava di fondi del PNRR decisivi per rilanciare le
infrastrutture ligure non solo stradali.
Peccato che questo tipo di
finanziamenti non sono applicabili agli inceneritori lo dice l’Europa e lo dice
il Governo Draghi quello dei “migliori” tanto caro al Presidente della Regione
Liguria.
Vediamo nel merito cosa
dicono le norme Europee sul green deal e i finanziamenti ambientali del PNRR.
COSA DICE LA
UE SUL FINANZAMENTO DEGLI INCENERITORI
La Commissione ha così
risposto ad una interrogazione al Parlamento UE.
Il regolamento che
istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (QUI)
stabilisce che nessuna misura inserita in un piano per la ripresa e la
resilienza debba arrecare un danno significativo agli obiettivi ambientali ai
sensi dell'articolo 17 del regolamento Tassonomia (QUI), tra
cui l'obiettivo dell'economia circolare.
L'articolo si applica alle
misure relative all'incenerimento e al coincenerimento dei rifiuti,
segnatamente nei termovalorizzatori e nei cementifici, e alle misure relative
alla costruzione di nuovi impianti di questo tipo, all'aumento delle capacità
esistenti o al prolungamento della loro durata di vita.
La Commissione ha
pubblicato un documento contenente orientamenti tecnici (QUI)
sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo"
a norma del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza, che
comprende una simulazione esemplificativa (di non conformità con detto
principio) nel caso di un inceneritore di rifiuti.
COSA DICE IL
GOVERNO DRAGHI SUI FINANZIAMENTI DEL PNRR AGLI INCENERITORI
Qui viene in gioco il Decreto
del Ministero della Transizione Ecologica del 28 settembre 2021 (QUI): “Definizione
delle procedure di evidenza pubblica da avviarsi per l'assegnazione delle
risorse finanziarie previste per l'attuazione degli interventi relativi
all'Investimento 1.1, Missione 2, Componente 1 del Piano nazionale di ripresa e
resilienza (PNRR) per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei
rifiuti e l'ammodernamento di impianti esistenti.”.
Nelle premesse il nuovo
Decreto cita il Decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 06
agosto 2021 che ha assegnato (Tabella A) al Ministero della
transizione ecologica 1.500.000.000,00 euro per la
realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l'ammodernamento di
impianti esistenti, nell'ambito dell'Investimento 1.1, Missione2, Componente 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Quindi il nuovo Decreto
del MITE attua la misura del Decreto del Ministero dell’Economia al fine di
definire i criteri di selezione dei progetti relativi all'Investimento 1.1
proposti dai destinatari della misura.
Ebbene questo Decreto 28 settembre 2021 nel suo allegato afferma un criterio escludente significativo: "Non sono in ogni caso ammissibili al finanziamento gli interventi che hanno ad oggetto investimenti in discariche, in impianti di Trattamento Meccanico Biologico/Trattamento Meccanico (TMB, TBM, TM, STIR, ecc.) o inceneritori o combustibili derivati da rifiuti, nel rispetto del principio DNSH anzi richiamato o l'acquisto di veicoli per la raccolta dei rifiuti."
Il principio DNSH (acronimo
di Do No Significant Harm) è introdotto nell’ordinamento comunitario dal, sopra citato, Regolamento
UE 2020/852 relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli
investimenti sostenibili. Questo regolamento all'articolo 17 stabilisce
l'obbligo per gli Stati membri di finanziare progetti che non rechino anche
potenzialmente danni significativi all'ambiente.
Rilevo che questo
regolamento non riguarda solo i progetti finanziabili con il PNRR ma qualsiasi
progetto che possa potenzialmente produrre un danno all’ambiente.
Il che dimostra il totale
sfavore strategico della UE verso questa tecnologia.
CONCLUSIONI
Allora qui il problema
caro signor Presidente non è la sindrome NIMBY (Not In My Back Yard) ma semplicemente NWEF (not with EU funding).
Cosa vogliamo fare Presidente considerare una sindrome anche le decisioni della
UE su come finanziare la transizione ecologica?
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