1. l’elettrificazione delle banchine non sarà
sufficiente per salvaguardare la salute pubblica degli spezzini dalle emissioni
delle navi in particolare quelle da crociere;
2. occorrono ulteriori
provvedimenti del governo per incentivare i combustibili puliti da utilizzare
nelle navi non ben definiti nel merito e nei tempi di realizzazione;
3. i tempi per
arrivare a interventi risolutivi sul rapporto tra inquinamento del porto e
tutela della salute pubblica sono indefiniti allo stato attuale.
Insomma i tempi sono lunghi per risolvere il problema ambientale
ma nel frattempo le navi continuano ad arrivare e contemporaneamente, mentre le
soluzioni ambientali languono, arrivano dal
governo nuove procedure di semplificazione per autorizzare progetti che aumenteranno pure
il rischio incidentale nel golfo (vedi QUI)
Non si tratta come sostengono i cultori del fare di mettere
in crisi o bloccare il porto, ci sono invece provvedimenti e scelte immediate
da fare subito per almeno tamponare la situazione nell’interesse della salute
pubblica e dell’ambiente. Ne ho scritto più volte su questo blog in vari post
ed ora li riassumo di seguito:
2. Applicare monitoraggi alle ricadute delle emissioni
su tutta la fascia portuale non limitandosi alle centraline attuali di Arpal,
peraltro questa è una prescrizione del PRP del 2006.
3. Applicare monitoraggi alle ricadute delle emissioni
che permettano di distinguere le fonti
inquinanti diverse dal porto per capire come meglio intervenire, dal centro
città fino a Muggiano.
4. Il punto 3 deve
essere accompagnato con uno studio di impatto sanitario che verifichi i danni
reali e potenziali alla salute pubblica nella zona est della città , se ASL non
è in grado incaricare un istituto universitario.
5. Sulle navi da crociera
se i tempi della elettrificazione delle banchine restano incerti (due anni ma
forse di più secondo Sommariva) e soprattutto tecnicamente non esaustivi, nell’immediato
unica soluzione è una ordinanza del Sindaco, se non la vuole fare la AdSP, per limitare
il numero di navi in accesso al porto tranne quelle a gnl (ma sono rarissime). Le altre navi con combustibili inquinanti potrebbero attendere in rada con servizi di battelli ma anche qui prima occorre capire bene il rischio di ricadute dei fumi anche in Comuni diversi come Lerici e Portovenere.
6. Rivedere la fascia di rispetto per il rumore del
porto e soprattutto la zoonizzazione acustica che il Comune vuole approvare
condannando nei prossimi anni (visti i tempi lunghi della elettrificazione vedi
appunto dichiarazione di oggi di Sommariva) i quartieri est della città ad una
qualità della vita inaccettabile.
7. Affrontare la
questione del rischio incidentale nel porto avviando un confronto con tutte le
autorità competente per realizzazione un piano di emergenza integrato dell’area
portuale secondo le linee guida predisposte da anni da Corpo Nazionale dei
Vigili del Fuoco e sistema delle agenzie per la protezione dell’ambiente (ARPA).
Questo risulta ancora più necessario visti i progetti di aumento dei traffici
che porteranno il gnl nel nostro golfo aumentando potenzialmente il rischio
incidentale nell’intera area dentro e fuori diga.
8. Dragaggi: impedire
che i fanghi vengano sversati al largo della diga visto che il rischio di danno
ambientale non è solo legato al livello degli inquinanti presenti in detti
fanghi ma anche alla torbidità e ai solidi in sospensione che possono danneggiare
comunque la biocenosi marina senza considerare che siamo ad un passo da aree
protette (Palmaria, Parco Portovenere, 5terre, Santuario Cetacei al largo del
golfo) il che richiederebbe una valutazione di incidenza che accompagni la
approvazione del progetto di dragaggio.
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