In questo nuovo
post affronto il tema di come occorra impostare una campagna elettorale
alternativa al sistema di potere locale ma da un punto di vista non di parte
politica ma dal punto di vista del cittadino elettore e di un metodo per
farlo pesare fin dalla campagna elettorale. Insomma la campagna elettorale del
candidato che non c’è: il cittadino ma che dovrebbe essere al centro di ogni
iniziativa elettorale visto che è quello che vota ed è quello che subisce le
scelte di chi vince e governa.
UN METODO NUOVO PER DECIDERE LE SCELTE STRATEGICHE DEL NOSTRO TERRITORIO
Intanto una premesse di
fondo che dovrebbe essere acquisita da tutti coloro che si candidano a
governare.
Correttezza amministrativa
vorrebbe che prima di decidere scelte irreversibili per decenni nel
nostro territorio, come quelle svolte purtroppo fino ad ora in tutti questi
anni a Spezia e non solo, si applicassero metodi che permettano di capire
alcune semplici cose:
1. quali rapporti costi benefici tra posti di lavoro
creati e consumo del territorio
2. quanti
posti di lavoro si perdono di contro a quelli guadagnati secondo le varie
scelte
3. come
incidono gli investimenti fatti in una zona sull’economia complessiva della
nostra provincia
4. quali indagini di mercato sono fatte per valutare
le scelte migliori per un determinato ambito del territorio amministrativo
interessato dalla nuova campagna elettorale.
Vorrei che questo modo di
analizzare le scelte venisse applicato ad esempio, per rimanere a Spezia,
al nuovo Waterfront o ai progetti di ampliamento della Snam di Panigaglia, od
ancora alla attuazione dei nuovi ambiti del piano regolatore del porto, al
futuro dell’area Enel, alle conseguenze di un non adeguato aggiornamento della
pianificazione urbanistica comunale.
Ma è chiaro che per poter
fare questo occorre cambiare profondamente l’attuale ceto politico e
burocratico comunale e provinciale, attraverso:
1. proporre
con forza un nuovo modello di governo degli enti locali (vedi ad
es. QUI)
2. costruire un percorso totalmente innovativo di
una eventuale lista o coalizione di liste che si pongano in discontinuità con il
modo di governare la città di tutti questi anni (centro sinistra prima e centro
destra ora), percorso fondato su:
2.1. trasparenza,
2.2. coinvolgimento
dal basso dei cittadini,
2.3. superamento
delle schematizzazioni da schieramento politico nazionale,
2.4. rimozione della
logica personalistica che è alla base della degenerazione politica attuale sia
nazionale che locale.
QUALE PROGRAMMA E QUALI CANDIDATI PER LE PROSSIME
AMMINISTRATIVE: INTANTO COMINCIAMO DALLE AUTOCRITICHE
La grande articolazione di candidati a cui assistiamo nella campagna
elettorale spezzina ma non solo, dimostra che c’è movimento nella politica
spezzina e non. Il movimento è sempre meglio che il ristagno delle acque
ma non vorrei che si trattasse dello stesso movimento che in fisica
idraulica è proprio dei sistemi chiusi sapete le acque continuamente
riciclate di certe fontanine che abbelliscono o meno certe nostre piazze.
Allora un consiglio a
tutti questi candidati: non diteci cosa farete domani ma diteci intanto
cosa ne pensate di quello che chi ha governato a Spezia ha fatto fin’ora non
in generale ma in concreto esempio su esempio (per Spezia: discariche, Acam,
area ex IP, centrale enel etc.) e, se eravate anche voi (singoli o partiti) al
potere, magari spiegate perché avete avvallato certe scelte portando dati,
fatti persone e gruppi di interesse che vi hanno imposto quelle decisioni. Si
chiama AUTOCRITICA ed è la premessa per ogni credibile rinascita
pubblica.
Dopodichè applicate a voi
stessi prima di chiederlo agli altri la massima di Plutarco "Esercitare
le cariche pubbliche non inseguendole o ricercandole ma fuggendole"
.
Ecco forse dopo questo
percorso i candidati diventerebbero più credibili nelle loro affermazioni.
Ci vorrebbe quindi, prima di tutto, un grande audit pubblico sulle
esperienze di governo passato e presente. In questo dovrebbe consistere la
campagna elettorale partendo prima di tutto dai propri limiti prima ancora che
dalla mera propaganda o dalla polemica sloganistica verso l’avversario
DA UNA CAMPAGNA ELETTORALE PER IL CITTADINO AD UNA
CAMPAGNA ELETTORALE DEL CITTADINO
Pensando alla politica
ufficiale locale (si potrebbe dire anche nazionale ma qui il discorso si
complica e ne parliamo in altra sede) mi viene in mente una frase di Josè
Saramago: "credo che a differenza di quello che ci hanno insegnato non
esistano due sessi ma tre: il maschile, il femminile e ... il politico".
La politica oggi è strutturata talmente su questo terzo sesso che solo con
un rivolgimento profondo degli altri due sessi (i cittadini) si potrà
pensare ad un nuovo inizio.
Forse dovremmo smetterla
di preoccuparci delle elezioni, che sono strutturate secondo le logiche del
terzo sesso. Lo so è una provocazione! Ma se noi facessimo una
campagna elettorale per il candidato e il programma che non c'è e
trasformassimo le elezioni da uno scontro tra candidati, ad un referendum tra
da un lato la politica ai cittadini e dall'altro il terzo sesso dei politici?
Lo so mi darete del pazzo visionario, ma oggi è l'unico modo per rompere
l'incartamento mediatico della politica che tritura tutto anche le migliori intenzioni.
Allora noi dovremmo rompere questo giocattolino che il terzo sesso politico si
è costruito su misura per autosopravvivere e fare la CAMPAGNA
DEL CANDIDATO E DEL PROGRAMMA CHE NON C'E': IL CITTADINO. Una campagna
totalmente parallela a quella ufficiale chiedendo ai cittadini di non andare a
votare per il terzo sesso e di votare PER IL CANDIDATO CHE NON C’È: IL
CITTADINO.
LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL CITTADINO CANDIDATO
Il titolo della Campagna per il Candidato e il programma che non c’è
potrebbe essere: “Cittadini in Comune: VOTA IL TUO PROGRAMMA”
La campagna elettorale del CANDIDATO CHE NON C’È, non sarà una campagna di
promesse e di programmi astratti da vendere al
consumatore-elettore, ma un processo di analisi dei bisogni e di
costruzione delle risposte nel confronto con i cittadini. La campagna non la
faranno i candidati e i partiti o le liste, la campagna la faranno tutti i
cittadini, la campagna non sarà per votare qualcuno esterno al cittadino ma per
costruire il programma del cittadino. Pensate se un processo del genere
ottenesse un grande consenso noi potremmo dopo le elezioni andare da chi sta
nel Palazzo e dirgli ecco il PROGRAMMA DEI CITTADINI, voi avete solo il
vostro programma.
Ed ecco un metodo per costruire il programma DEL CITTADINO CANDIDATO
Il programma della Campagna elettorale:
1. definizione di una metodologia per condividere l'analisi dei problemi
2. coinvolgimento attivo e diretto dei cittadini
3. analisi dei problemi del Territorio e loro genesi
4. definizione delle priorità
5. valutazione delle possibili soluzioni, dei costi e dei benefici
In tutta l'attività di indagine devono essere chiare e circostanziate le
posizioni di dissenso tra gli attori.
I cittadini partecipanti all'indagine devono essere rappresentativi dei diversi
interessi del territorio e dei territori.
Tutta questa attività dovrebbe essere propedeutica alla realizzazione di un
protocollo che sancisce le modalità di governo del territorio anche nella fase
ordinaria.
Una campagna che non costa niente se non l’impegno di chi la conduce perché non
mira a vendere un prodotto, un messaggio, una personalità, ma usa il periodo
della campagna elettorale per costruire obiettivi, programmi e squadra di
governo con i cittadini.
Una campagna senza parenti e clientes di supporto.
Diciamo un sogno o se volete una provocazione verso la politica
ufficiale e quella delle liste in campo soprattutto delle grandi coalizioni, quanto meno un percorso di autocoscienza dei candidati di riscoperta del ruolo di cittadini piuttosto che di dispensatori di soluzioni calate dall'alto,
insomma una sorta di speranza attiva.
Cosa volete dopo oltre 30 anni di militanza politica, dopo che hai rotto con tutti o quasi i tuoi compagni, o ex compagni di viaggio passati ma ormai anche quelli presenti, ti resta quanto meno la voglia di provocare di rompere la mummificata politica della tifoseria di parte, parti che non sono più i grandi partiti di massa con progetti di società contrapposti ma coalizioni di ceti politici in competizione per la loro sopravvivenza.
D'altronde come
scriveva un compagno di viaggio che non ho mai lasciato: "se
l’uomo è formato dalla circostanze occorre formare umanamente le circostanze”
(Karl Marx in La sacra Famiglia).
Caro Marco, giustamente metti al primo posto di un ipotetico percorso totalmente innovativo la trasparenza e termini il tuo elenco con la rimozione della logica personalistica. Ma questo non è realizzato neppure all'interno di associazioni e movimenti, laddove dovrebbe essere massima la distanza dalle schematizzazioni da schieramento politico. C'è invece sempre più una voluta sovrapposizione dei piani e una riproposizione dei peggiori schemi, relazionali e interpersonali, cui ci ha purtroppo abituato la partitica dominante.
RispondiEliminaSogno o provocazione che sia, mi piacerebbe molto la campagna del candidato e del programma che non c'è. Ma sono sempre più pessimista, non credo la vedrò mai
hai ragione infatti ho messo in maiuscolo "una provocazione", però il post ha avuto una marea di accessi quindi il tema quanto meno è penetrato . Noi siamo quelli che buttano i sassi o che fanno luce in avanti, quanto meno su questo ci proviamo, vedremo
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