La Corte costituzionale con sentenza n° 136 del 28
luglio 2025 (QUI) ha
giudicato la costituzionalità della legge nazionale 115/2024 (QUI)
che definisce nelle more di una disciplina organica del settore delle materie
prime critiche, misure urgenti finalizzate all'attuazione di un sistema di
governo per l'approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime
critiche considerate «strategiche.
Dietro le esigenze geopolitiche dettate dalle necessarie
materie prime strategiche per la transizione c.d. ecologica la legge
115/2024 (e successivamente il Programma nazionale di esplorazione delle
risorse minerarie: QUI)
contengono molte criticità rappresentate in particolare da eccessi
semplificatori e derogatori in relazione alle norme ambientali sulla valutazione
e autorizzazione delle attività di estrazione delle suddette materie. Non casualmente la Corte Costituzionale, nella
sentenza di seguito esaminata, afferma che la legge 115/2024 è riconducibile alla
materia della difesa.
Per una analisi più approfondita della legge 115/2024
rinvio al mio post QUI,
per quella del Programma nazionale delle risorse minerarie vedi QUI.
La sentenza della Corte costituzionale pare sottovalutare
dette criticità dimenticando quanto affermato in una precedente sentenza: la
tutela dell’ambiente ammette semplificazioni senza accelerazioni decisioniste QUI.
In realtà anche questa sentenza si inserisce nella tendenza alla militarizzazione delle leggi sulla transizione ecologica: QUI.
Di seguito riassumo in premessa le criticità della legge
115/2024 per poi analizzare puntualmente le motivazioni della sentenza della Corte
costituzionale.