Il
Consiglio Comunale spezzino convocato ieri sera per discutere del futuro dell’area
della centrale Enel, ha votato un ordine del giorno in cui tra le varie cose
(la maggior parte aria fritta esattamente il contrario di quanto avevo spiegato
in questo post QUI) chiede
all’Enel di restare con un presidio energetico sul territorio con particolare
riferimento ad una centrale a gas.
Questa
richiesta, visto che stiamo parlando di
un area rilevante per il futuro della città ma anche della salute di chi la abita, ha degli aspetti che raggiungono
ampiamente l’indecenza.
Il primo aspetto indecente è che il referendum del 1990 chiedeva il metano come combustibile di transizione alla
dismissione della centrale. Ora nel 2018
(dopo 28 anni) si chiede una centrale a gas per procrastinare al 2050 (le date
per ammortizzare investimenti di questo tipo sono dell'ordine di 20/30 anni) il
permanere di un sito energetico a Spezia e non c'è più neppure la scusa di gestire una lunga transizione al post carbone!
Il secondo aspetto indecente è che Enel avrebbe dovuto usare
il metano in base alla autorizzazione del 1997 (dopo la famosa chiusura per violazione della legge
sugli scarichi idrici), ebbene anche qui sono passati 21 anni (dicasi 21 anni!)
senza che questo obbligo di legge sia stato fatto rispettare e nonostante i
nostri esposti (in particolare quelli del Comitato Speziaviadalcarbone) in procura regolarmente
finiti nei cestini. E ora dopo tutto questo e senza avere mai svolto ne
prevedere in modo preciso e puntuale (non
con discorsi da bar) un studio sul danno sanitario prodotto in quasi 60 anni di
centrale, si propone una nuova centrale a gas che probabilmente non brucerà
solo gas secondo le nuove tendenze tecnologiche potrebbe utilizzare anche le biomasse (leggi
rifiuti) . Insomma quando davvero il
metano era utile per limitare le emissioni della sezione a carbone non si
applicava, violando la autorizzazione e quindi la legge che prevedeva
obbligatoriamente l’uso di questo combustibile:
1. all’avviamento
dei gruppo a carbone (evitando in parte le fumate nere dei c.d. transitori)
2. nelle
condizioni atmosferiche avverse (inversione termica)
3. nei
periodi di criticità ambientali che emergano dalle reti di monitoraggio.
Il
terzo aspetto indecente è la mancata contestazione da parte del Comune (sia le
amministrazioni precedenti ma anche l’attuale) dei motivi, per cui Enel non ha
mai usato i gruppi a metano della centrale, se volete capire li trovate QUI con relativa critica.
Il quarto aspetto indecente è che la richiesta di fare una centrale a gas non
viene da Enel ma dal Comune quando Enel in siti dove aveva solo il turbogas
pensa a fare tutt'altro vedi ad esempio il sito di Campomarino a Campobasso ma
anche quello di Montalto di Castro dove dal turbogas si passerà ad un villaggio
turistico.
Il quinto aspetto indecente è che l’odg poi votato è stato cambiato all’ultimo secondo dopo che
fino a pochi minuti prima nel testo c’era un riferimento ad impegnare la giunta
comunale a non prevedere, negli strumenti di pianificazione di competenza,
impianti classificati come industrie insalubri di prima classe. Sono bastati
pochi minuti per inserire nel testo una centrale a gas cioè una industria
insalubre classica (vedi alla voce centrali termoelettriche punto 7 sezione C alla
Parte I dell’allegato al Decreto Ministeriale 5 settembre 1994).
Il sesto aspetto indecente sta nelle motivazioni che la
maggioranza del Consiglio ha addotto per impedire che venisse inserito il
passaggio sul divieto alle industrie insalubri di prima classe. Secondo gli “espertoni” della maggioranza
mettendo questa frase si impediva di realizzare anche i “caseifici” usando un
esempio dall’elenco delle categorie di attività considerate industrie
insalubri. Dimenticando due particolari non banali:
1.come ha affermato il Consiglio di
Stato ( sentenza 27/5/2014 n. 2751) se è vero che la normativa nazionale sulle industrie insalubri (articolo
216 del T.U. n.1265/1934) non prevede un divieto assoluto di collocazione di
queste negli abitati, non è precluso né illogico fissare con norme
regolamentari parametri più rigorosi di quelli rinvenibili nell’art.216 del
T.U. n.1265/1934 al fine di conseguire una più intensa tutela della salute
pubblica (Consiglio di Stato, sezione V n.338/1996).
2. non avrebbe avuto senso in un
odg di un Consiglio Comunale entrare nel merito dell'elenco per distinguere tra
impianti e attività ammesse o meno. L'elenco è suddiviso per sostanze
utilizzate (sottoallegato A, prodotti sottoallegato B, categorie di attività
sottoallegato C). Molte di queste categorie di attività vanno lette insieme con le sostanze utilizzate
nel processo produttivo di cui al sottoallegato A quindi non è facile
distinguere sopratutto in un atto politico di principio come un ordine del giorno che inevitabilmente non può avere avuto una istruttoria adeguata. Vi faccio un esempio: la categoria 15 tra le attività riguarda le
industrie chimiche dove c'è scritto: : "produzioni anche per via
petrolchimica non considerate nelle altre voci". Ora le “altre voci” come
dice la legge si perdono nell'elelnco del sottoallegato B quello sul tipo di
prodotti realizzati dalla attività e/o impianto. Quindi distinguere per singole
attività la eventuale esclusione può essere fatto solo dopo adeguata
istruttoria e non certo in un atto politico (mozione) del consiglio altrimenti
si rischia di ammettere non volendo attività potenzialmente inquinanti tanto
quanto i rifiuti, per esempio, ma sono solo esempi ovviamente: concerie, recupero
di auto rottamate etc. L’istruttoria verrà
svolta dagli uffici e dalla giunta inserendo una norma specifica nel nuovo PUC o nella Variante e/o Regolamento ad hoc che dovranno essere motivate
adeguatamente ricordando che cmq: “le
scelte urbanistiche dettate dall’Amministrazione comunale mediante la relativa
strumentazione piano regolatore costituiscono valutazioni connotate da
amplissima discrezionalità, sottratte come tali al sindacato di legittimità,
salvo che non siano inficiate da errori di fatto abnormi ovvero da manifesta
irragionevolezza” (Consiglio di Stato, Sez. IV, 21 ottobre 2013, n.5114). Non solo ma come è ovvio variante e/o regolamento per le industrie insalubri dovranno
passare dal Consiglio Comunale.
Il settimo aspetto
indecente è che
la scelta di indicare una soluzione precostituita (la centrale a gas) cozza
contro il metodo che sta alla base dello stesso progetto Futur-E di Enel basato
sulle seguenti fasi:
- ascolto
del territorio,
- manifestazione
di interesse,
- invio di proposte progettuali comprensive di offerte vincolanti per l’acquisizione del sito. Invece questa maggioranza del consiglio comunale spezzino si sveglia una mattina e propone una centrale a gas come se il territorio fosse di proprietà di questi consiglieri comunali!
P.S. tralascio di commentare la battuta del Sindaco spezzino per cui gli studi sul danno sanitario prodotto dalla centrale in questi anni non servono perché “l’indagine epidemiologica c’è già” perché davvero si commenta da se. Sul punto cmq leggete QUI.
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