Dopo l'audizione in commissione consiliare comunale a
Spezia dei rappresentanti di Enel sul futuro dell'area attualmente occupata
dalla centrale a carbone porgo una semplice domanda alla distratta classe
dirigente spezzina: "da quando la nuova Enel (quella non più statale per
capirci) ha aspettato le decisioni del governo di turno per decidere le scelte
sulle proprie centrali? ”.
Domanda retorica ovviamente perché questa Enel, per
rimanere a Spezia, non ha neppure rispettato quanto previsto nella vecchia
autorizzazione degli anni 90 che prevedeva l'uso del metano per metà della
produttività delle centrale e questo è solo un piccolo esempio dei "cazzi
propri" che la nuova Enel si è sempre fatta.
Quindi mi dispiace ma non credo ad una virgola di
quanto dichiarato da Enel nella audizione spezzina di venerdì penso invece che
Enel stia già pensando a progetti di uso dell'area, per questo
l'Amministrazione Comunale e la Regione devono darsi una sveglia e agire usando
tutte le loro funzioni in materia (che se ben usate non sono poche credetemi)
per mettere in piedi paletti precisi per impedire che l’Enel prenda in ostaggio
il futuro dell’area della centrale dopo aver preso in ostaggio l’aria che
respirano i cittadini da spezzini da decenni.
Occorre
però che gli amministratori locali non rimuovano alcuni concetti che sostengono
da tempo:
IL PRIMO: non si può rimuovere la data di scadenza ex
lege della attuale autorizzazione della centrale (la c.d. AIA). Infatti se è vero
che Enel potrà mantenere l’impegno di chiudere col carbone nel 2021 è altrettanto
vero che la durata legale della autorizzazione (2029 vedi QUI) può
essere utilizzata come potente arma di ricatto verso la città nel caso di controversia sul futuro della
centrale (vedi QUI). Su
questo deve intervenire anche il governo che ha il potere di farlo visto che la
autorizzazione è ministeriale ma il Sindaco può fare molto per sollecitarlo come spiego nella parte finale del presente post.
IL SECONDO: va chiarita la questione della bonifica a
partire dallo stato reale dell’area in questo momento e sul metodo futuro per
bonificarla. Vedi QUI.
IL TERZO: Riconoscere che lo studio ENEA
non serve ad un tubo consistendo in una specie di tesina da aula universitaria.
Vedi QUI.
IL QUARTO:
ci vuole un metodo nell’affrontare la vicenda del futuro dell’area della
centrale Enel, uscendo dalle deliranti presunzioni di singole persone che
pensano di inventarsi a tavolino soluzioni future (parchi giochi, auto elettriche o altre amenità),
come se gli scenari sul futuro di un area così strategica rientrassero in una partita a monopoli, avendo di fronte un
interlocutore prepotente e potente come Enel totalmente slegato dagli interessi
territoriali ma molto a quelli degli azionisti e della loro visione globale di
politica energetica. Vedi QUI.
Riconoscendo il quadro sopra
delineato cosa dovrebbe fare il Sindaco di Spezia da subito:
Il
Sindaco ovviamente non può incidere sulle date che sono fissate dalla
legge come pure sulle dismissioni
anticipate che sono prodotto di decisioni dei gestori degli impianti. Il
Sindaco, però, come massima autorità sanitaria comunale e soprattutto
avvalendosi del potere di Parere Sanitario può fare tre cose:
1. dimostrare con una valutazione
del danno sanitario che la centrale, a prescindere da quando chiuderà, produce
e ha prodotto e quindi proporre prima delle scadenze sopra esaminate
prescrizioni per una revisione dell’AIA ex comma 7 [NOTA 1] articolo 29-quater del DLgs
152/2006. Questo inoltre potrebbe sicuramente creare i presupposti per fermare
una proroga del carbone oltre il 2021 nel caso Enel cambiasse idea grazie alla
data ex lege di scadenza della attuale autorizzazione.
2. avviare da subito una
valutazione di impatto sanitario su possibili scenari futuri alternativi nell’uso
dell’area in questione anche tenuto conto sull’impatto esistente della altre
fonti inquinanti: porto, cantieri navali.
3. chiedere la applicazione di
quanto previsto dalla Circolare Ministeriale, sopra citata, del 27 Ottobre 2014
nel passaggio dove si afferma, in relazione all’allungamento delle date per
l’avvio della procedura di riesame
dell’AIA, la necessità di un carteggio tra Enel e Autorità Competente (nel caso
della centrale spezzina: Ministero Ambiente)dal quale: “… dovrà risultare
chiaramente come gestire la proroga, fino alla nuova scadenza, delle eventuali
fidejussioni prestate quale condizioni della efficacia dell’AIA”. La
questione delle fidejussioni è significativa anche ai fini della futura bonifica dell’area. Sul punto il
Sindaco dovrebbe altresì chiedere chiarimenti ad Enel e Ministero Ambiente in
relazione alle garanzia finanziarie da allegare alla Relazione di Riferimento,
documento depositato da Enel che dovrebbe ex lege fare il quadro
dell’inquinamento in atto in quell’area. Ora sempre in riferimento alla
centrale spezzina (ma il principio estendibile ad altri impianti assoggettati
ad AIA) Enel afferma in premessa a detta Relazione di riferimento di aver versato copia del versamento effettuato ai
sensi del Decreto 272 del 2014. Il punto che la normativa è cambiata in materia
o meglio è stata specificata dal Decreto 26 Maggio 2016 (vedi QUI) che ha specificamente
disciplinato i criteri da tener conto nel determinare l’importo delle garanzie finanziarie da versare per chi
è obbligato alla Relazione di riferimento. Questo obbligo costituisce
attuazione del principio chi inquina paga quindi andrebbe coordinato con la
normativa sul danno ambientale (vedi considerando n. 25 della Direttiva
2010/75/UE madre del DLgs 46/2014).
4. chiedere in quale modo è
stato rispettato quanto scritto nella lettera che il Ministero dell’Ambiente ha
inviato ad Enel in relazione all’adeguamento alle scadenze della nuova versione
del DLgs 152/2006 dopo la riforma del
2014. Si afferma in quella lettera che è stata presentata una richiesta di
aggiornamento dell’AIA da parte di Enel e che: “entro 1 gennaio 2016 la
centrale deve essere adeguata alla nuova
versione del DLgs 152/2006”. Una idea io ce l’ho di cosa voglia dire
tutto questo ma è opinione personale, sarebbe interessante sapere ufficialmente
cosa ne pensa il Sindaco e ovviamente Enel e Ministero dell’Ambiente.
[NOTA 1] “7. In presenza di circostanze intervenute successivamente al rilascio dell'autorizzazione di cui al presente titolo, il sindaco, qualora lo ritenga necessario nell'interesse della salute pubblica, può, con proprio motivato provvedimento, corredato dalla relativa documentazione istruttoria e da puntuali proposte di modifica dell'autorizzazione, chiedere all'autorità competente di riesaminare l'autorizzazione rilasciata ai sensi dell'articolo 29-octies.”
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