domenica 30 settembre 2018

Dopo l’audizione Enel in Comune a Spezia: sfatare le chiacchiere Enel e cosa fare


Dopo l'audizione in commissione consiliare comunale a Spezia dei rappresentanti di Enel sul futuro dell'area attualmente occupata dalla centrale a carbone porgo una semplice domanda alla distratta classe dirigente spezzina: "da quando la nuova Enel (quella non più statale per capirci) ha aspettato le decisioni del governo di turno per decidere le scelte sulle proprie centrali? ”.

Domanda retorica ovviamente perché questa Enel, per rimanere a Spezia, non ha neppure rispettato quanto previsto nella vecchia autorizzazione degli anni 90 che prevedeva l'uso del metano per metà della produttività delle centrale e questo è solo un piccolo esempio dei "cazzi propri" che la nuova Enel si è sempre fatta.

Quindi mi dispiace ma non credo ad una virgola di quanto dichiarato da Enel nella audizione spezzina di venerdì penso invece che Enel stia già pensando a progetti di uso dell'area, per questo l'Amministrazione Comunale e la Regione devono darsi una sveglia e agire usando tutte le loro funzioni in materia (che se ben usate non sono poche credetemi) per mettere in piedi paletti precisi per impedire che l’Enel prenda in ostaggio il futuro dell’area della centrale dopo aver preso in ostaggio l’aria che respirano i cittadini da spezzini da decenni.



Occorre però che gli amministratori locali non rimuovano alcuni concetti che sostengono da tempo:
IL PRIMO: non si può rimuovere la data di scadenza ex lege della attuale autorizzazione della centrale (la c.d. AIA). Infatti se è vero che Enel potrà mantenere l’impegno di chiudere col carbone nel 2021 è altrettanto vero che la durata legale della autorizzazione (2029 vedi QUIpuò essere utilizzata come potente arma di ricatto verso la città nel  caso di controversia sul futuro della centrale (vedi QUI). Su questo deve intervenire anche il governo che ha il potere di farlo visto che la autorizzazione è ministeriale ma il Sindaco può fare molto per sollecitarlo come spiego nella parte finale del presente post.

IL SECONDO:  va chiarita la questione della bonifica a partire dallo stato reale dell’area in questo momento e sul metodo futuro per bonificarla. Vedi QUI

IL TERZO: Riconoscere che lo studio ENEA non serve ad un tubo consistendo in una specie di tesina da aula universitaria. Vedi QUI

IL QUARTO:  ci vuole un metodo nell’affrontare la vicenda del futuro dell’area della centrale Enel, uscendo dalle deliranti presunzioni di singole persone che pensano di inventarsi a tavolino soluzioni future (parchi giochi, auto elettriche o altre amenità), come se gli scenari sul futuro di un area così strategica rientrassero in una partita a monopoli, avendo di fronte un interlocutore prepotente e potente come Enel totalmente slegato dagli interessi territoriali ma molto a quelli degli azionisti e della loro visione globale di politica energetica. Vedi QUI.


Riconoscendo il quadro sopra delineato cosa dovrebbe fare il Sindaco di Spezia da subito:
Il Sindaco ovviamente non può incidere sulle date che sono fissate dalla legge  come pure sulle  dismissioni anticipate che sono prodotto di decisioni dei gestori degli impianti. Il Sindaco, però, come massima autorità sanitaria comunale e soprattutto avvalendosi del potere di Parere Sanitario può fare tre cose:

1. dimostrare con una valutazione del danno sanitario che la centrale, a prescindere da quando chiuderà, produce e ha prodotto e quindi proporre prima delle scadenze sopra esaminate  prescrizioni per una revisione dell’AIA ex comma 7 [NOTA 1] articolo 29-quater del  DLgs 152/2006. Questo inoltre potrebbe sicuramente creare i presupposti per fermare una proroga del carbone oltre il 2021 nel caso Enel cambiasse idea grazie alla data ex lege di scadenza della attuale autorizzazione.

2. avviare da subito una valutazione di impatto sanitario su possibili scenari futuri alternativi nell’uso dell’area in questione anche tenuto conto sull’impatto esistente della altre fonti inquinanti: porto, cantieri navali.

3. chiedere la applicazione di quanto previsto dalla Circolare Ministeriale, sopra citata, del 27 Ottobre 2014 nel passaggio dove si afferma, in relazione all’allungamento delle date per l’avvio  della procedura di riesame dell’AIA, la necessità di un carteggio tra Enel e Autorità Competente (nel caso della centrale spezzina: Ministero Ambiente)dal quale: “… dovrà risultare chiaramente come gestire la proroga, fino alla nuova scadenza, delle eventuali fidejussioni prestate quale condizioni della efficacia dell’AIA”.  La questione delle fidejussioni è significativa anche ai fini della  futura bonifica dell’area. Sul punto il Sindaco dovrebbe altresì chiedere chiarimenti ad Enel e Ministero Ambiente in relazione alle garanzia finanziarie da allegare alla Relazione di Riferimento, documento depositato da Enel che dovrebbe ex lege fare il quadro dell’inquinamento in atto in quell’area. Ora sempre in riferimento alla centrale spezzina (ma il principio estendibile ad altri impianti assoggettati ad AIA) Enel afferma in premessa a detta Relazione di riferimento di aver versato copia del versamento effettuato ai sensi del Decreto 272 del 2014. Il punto che la normativa è cambiata in materia o meglio è stata specificata dal Decreto 26 Maggio 2016 (vedi QUI) che ha specificamente disciplinato i criteri da tener conto nel determinare l’importo  delle garanzie finanziarie da versare per chi è obbligato alla Relazione di riferimento. Questo obbligo costituisce attuazione del principio chi inquina paga quindi andrebbe coordinato con la normativa sul danno ambientale (vedi considerando n. 25 della Direttiva 2010/75/UE madre del DLgs 46/2014).

4. chiedere in quale modo è stato rispettato quanto scritto nella lettera che il Ministero dell’Ambiente ha inviato ad Enel in relazione all’adeguamento alle scadenze della nuova versione del DLgs 152/2006 dopo la riforma del 2014. Si afferma in quella lettera che è stata presentata una richiesta di aggiornamento dell’AIA da parte di Enel e che: “entro 1 gennaio 2016 la centrale deve essere adeguata alla nuova versione del DLgs 152/2006”.  Una idea io ce l’ho di cosa voglia dire tutto questo ma è opinione personale, sarebbe interessante sapere ufficialmente cosa ne pensa il Sindaco  e ovviamente Enel e Ministero dell’Ambiente.







[NOTA 1] “7. In presenza di circostanze intervenute successivamente al rilascio dell'autorizzazione di cui al presente titolo, il sindaco, qualora lo ritenga necessario nell'interesse della salute pubblica, può, con proprio motivato provvedimento, corredato dalla relativa documentazione istruttoria e da puntuali proposte di modifica dell'autorizzazione, chiedere all'autorità competente di riesaminare l'autorizzazione rilasciata ai sensi dell'articolo 29-octies.”

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