Continuo
a leggere sui mass media spezzini dichiarazioni fantasiose per giustificare la
scelta contenuta nell’ordine del giorno
approvato dal consiglio comunale sul futuro dell’area attualmente occupata
dalla centrale Enel. Come è noto uno dei punti principali di quell’ordine del
giorno è quello di impegnare la Giunta Comunale e il Sindaco nella richiesta all’Enel
di restare nell’area con investimenti in particolari diretti a realizzare una nuova centrale a gas.
Provo
a chiarire la questione andando per voci come se fosse un dizionario sull
futuro di quest’area così rilevante per la città.
METANO
Voglio
ricordare che l’uso del metano era previsto sia nel referendum del 1990 che nella autorizzazione del 1997. Come è noto sia
il risultato referendario che le prescrizioni della autorizzazione sul punto non sono mai state
realmente rispettate, non solo ma la
centrale pur prevedendo ben due gruppi a
gas ha funzionato praticamente quasi sempre a carbone. I governi locali, regionali e nazionali che si sono
succeduti quanto meno dal 1997 ad oggi non hanno mai fatto rispettare queste
prescrizioni, permettendo all’Enel di violare
la autorizzazione e quindi la legge. Eppure
il metano allora serviva più di oggi perché avrebbe compensato l’uso del
carbone e ridotto l’impatto sulla salute. Ma nessuno, neppure la attuale
Amministrazione Comunale (ormai in carica da oltre 1 anno) ha mai aperto una
vertenza con Enel. Ora che finalmente ci potremmo liberare di questa servitù
energetica convenzionale ci propongono il metano per una nuova centrale, quel
metano negato per oltre 27 anni!
REALISMO
Intanto
risulta che a proporre soluzioni “fantasiose” per ora siano stati non gli ambientalisti ma, in campagna elettorale, la
maggioranza che sostiene l’attuale Sindaco con l’indefinito progetto di un
parco giochi al posto della attuale centrale. Richiesta legittima e anche per
certi versi affascinante, ma come si sposi con la richiesta di una centrale a
gas nella stessa area lo possono spiegare solo le acute menti, presenti in
maggioranza, che la hanno ideata Sindaco
compreso.
SALUTE
Si dice
che con la fine del carbone si tutela la salute. Su questo siamo tutti d’accordo
ma la salute si tutela anche attrezzandosi per le scelte future che sarebbero
sicuramente più lungimiranti soprattutto in termini di prevenzione sanitaria se
si avviasse da subito uno studio di danno sanitario prodotto dalla centrale in
città in tutti questi decenni, facendolo seguire da una valutazione integrata
di impatto ambientale e sanitario sugli scenari futuri dell’area compreso quello
della ipotizzata centrale a gas.
DESTINAZIONE URBANISTICA DELL’AREA
Sul
punto l’odg approvato dal Consiglio Comunale appare contradditorio proponendo contemporaneamente
la nuova centrale a gas con la non destinazione industriale dell’area in
discussione. Ma al di la delle contraddizioni politichesi usate per tenere
insieme le diverse “anime” della maggioranza, la questione della destinazione
urbanistica ha forti implicazioni ambientali, economiche e quindi occupazionali
ma anche amministrative. Pensare di rivedere la destinazione dell’area da
industriale ad alti usi (civili ad es. )
può avere conseguenze non banali:
a) la prima è la bonifica perché a
seconda della destinazione futura dell’area sotto il profilo urbanistico
cambierebbero i costi.
b) la seconda è che l’area Enel non
è collocata nel Parco del Gran Paradiso ma è circondata da importanti aree
industriali che potrebbe far apparire contraddittoria la scelta non industriale
solo per l’area Enel.
c) la terza è che se è vero che
Enel ha dichiarato di voler dismettere la centrale nel 2021, la attuale
autorizzazione (la c.d. AIA) è valida fino al 2029 e questa è un arma non
banale in mano ad Enel nel caso si aprisse un contenzioso sul futuro dell’area
con le istituzioni locali.
DESTINAZIONE INDUSTRIALE DELL’ARE
ENEL
Per
evitare che l’eventuale mantenimento della destinazione industriale dell’area
diventi il volano per realizzare nuove attività inquinanti (non solo quindi la
centrale a gas per capirci) esiste lo strumento di regolamentazione della
presenza delle industrie insalubri che rientra pienamente nei poteri comunali.
Non si tratta di prendere tutto l’elenco di tali tipologie di industrie ma di
escludere quelle più pericolose (impianti di rifiuti, centrali termoelettriche
convenzionali, impianti chimici per es.).
METODO DI SCELTA
Proporre
una centrale a gas come scelta buttata li a priori (e decisa nelle stanze dei
capigruppo di maggioranza) non solo è un metodo discutibile sotto il profilo
dell’ascolto verso il territorio ma non tiene conto delle tendenze di fondo europee e nazionale in materia
energetica. Infatti:
1. Enel non propone alcuna centrale
a gas nuova per Spezia anzi in siti dove le centrali a gas li ha (es. Montalto
di Castro, Campomarino) pensa di dismetterle
2. La UE tende a promuovere sempre
di più il gas in versione gnl per l’autotrasporto su gomma e per il trasporto
marittimo come dimostra anche per il nostro territorio il progetto Small Scale LNG
per il sito di Panigaglia e per il porto di Spezia.
3. il metodo del Progetto Futur-E
di Enel relativo alla dismissione di siti con impianti energetici convenzionali
(a carbone, olio e gas) non definisce una soluzione a priori ma definisce un metodo in tre fasi: - ascolto
del territorio, - manifestazione di interesse,- invio di proposte progettuali
comprensive di offerte vincolanti per l’acquisizione del sito.
RIGASSIFICATORE E NUOVA CENTRALE
A GAS
L’accostamento
della presenza del rigassificatore alla centrale Enel sia nella versione
esistente che in quella ipotizzata dall’odg del Consiglio Comunale dimostra la
scarsa conoscenza della materia. Se si voleva dire che nel golfo ci sono tante
attività industriali inquinanti come dire lo sapevamo già e questo semmai
dovrebbe spronare a non realizzarne delle altre. Se si voleva invece legare il
rigassificatore con la ipotizzata nuova centrale a gas, beh questa è una sonora
sciocchezza visto che il futuro del rigassificatore di Panigaglia è sempre più
indirizzato all’uso del gnl per l’autotrazione e per il trasporto marittimo
come ho spiegato sopra.
POTERI DEL SINDACO
Qualcuno della maggioranza che
ha votato l’odg del Consiglio Comunale a favore della centrale a gas ha
dichiarato che il Sindaco sul futuro dell’area Enel non ha poteri. Non è così
infatti:
1. il Sindaco come massima autorità
sanitaria può esercitare i suoi poteri in materia di regolamentazione delle
industrie insalubri da collocare nell’area
2. il Sindaco come capo politico
della Amministrazione Comunale può decidere il destino urbanistico dell’area
anche attraverso la procedura di valutazione ambientale strategica o del nuovo
PUC o di una variante apposita per l’area
3. nell’immediato il Sindaco può
evitare, se dovesse porsi realmente, il rischio che la centrale duri sino al
2021 od oltre alle non adeguate condizioni ambientali attuali (frutto anche di
un AIA non all’altezza dei rischi sanitari prodotti dall’impianto), avviando
una analisi dei dati sanitari nell’area interessata dalla ricaduta dei fumi
elaborando le motivazioni per chiedere la revisione dell’AIA con nuove
prescrizioni in questa fase di transizione verso la chiusura o addirittura la
sospensione della attività della centrale. La prevede il testo unico ambientale
questa funzione del Sindaco che può essere esercitata anche dopo il rilascio
dell’AIA quindi da subito!
4. non solo ma il Sindaco potrebbe
immediatamente avviare una istruttoria per colmare una lacuna della procedura
dell’AIA rilasciata nel 2013. All’epoca il Sindaco in carica non rilasciò il
Parere Sanitario (atto obbligatorio per legge) previsto all’interno dell’AIA.
5. chiedere chiarimenti sulla documentazione
fino ad ora prodotta da Enel sullo stato di inquinamento dei terreni
interessati dalla centrale (la c.d. Relazione di Riferimento) e quanto questa
documentazione sia adeguata alla nuova normativa, sulla garanzie fideiussorie, intervenuta dopo che Enel ha depositato detta Relazione.
Insomma di “cosine” ne potrebbe
fare il sig. Sindaco che dite?
CONCLUSIONI
Occorre
quindi cambiare metodo nell’affrontare la questione sul futuro dell’area Enel coinvolgendo
davvero tutte le parti interessate su scenari alternativi che tengano conto
delle specificità ambientali e sanitarie del territorio interessato oltre che
degli interessi economici (pur legittimi
e rilevanti). Ci sono oggi i metodi per svolgere valutazioni adeguate
per alternative di scenario perché valutare non è decidere ma mettere il
decisore nelle condizioni di fare scelte trasparenti, efficienti e mosse dall’interesse
generale. Per questo obiettivo la città
deve mobilitarsi da subito.
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