Con Determina dirigenziale n. 97 del 18 gennaio 2018 (vedi QUI) la
Provincia di Spezia ha rigettato la domanda di autorizzazione unica ambientale
alla ditta Granulati srl (ex Inerti).
La motivazione del rigetto
è frutto della conferma da parte della Prefettura della Spezia della interdittiva
antimafia con provvedimento prot. n. 771 del 05.01.2018.
Secondo la determina della
Provincia il dissenso della Prefettura non è superabile ai sensi della norma di
cui all’articolo 67 del DLgs 159/2011 (Codice leggi antimafia) secondo la quale
chi è interdetto per antimafia non può avere:
“f) altre iscrizioni o provvedimenti a contenuto autorizzatorio,
concessorio, o abilitativo per lo svolgimento di attività imprenditoriali,
comunque denominati;".
Quanto sopra è stato
confermato dalla sentenza del Consiglio di Stato n.565 del 9 febbraio 2017 (vedi QUI) proprio in relazione alla
ditta Granulati.
Con detta sentenza è stata
annullata la sentenza del TAR Emilia Romagna n. 123 del 2016 con la quale era
stata annullata la l’informativa antimafia del 21
gennaio 2015 e gli atti consequenziali o presupposti della ditta Granulati.
Sulla base di quella sentenza del TAR era quindi stata dichiarata illegittima
anche la decisione della Provincia della Spezia di non rilasciare
Autorizzazione Unica Ambientale (di seguito AUA) a questo impianto.
Per una analisi approfondita
di questa sentenza si veda QUI.
LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO E LA CONSEGUENZIALE
DECISIONE DELLA PROVINCIA SONO APPLICABILI AD ALTRI CASI COME QUELLO
DELL’IMPIANTO RIFIUTI IN LOCALITÀ CERRI DI FOLLO
Come è noto il
rappresentante legale dell’impianto di trattamento rifiuti speciali anche
pericolosi in località Cerri di Follo (provincia di SP) è stato sottoposto ad
interdittiva antimafia.
Nonostante ciò l’impianto
ha continuato a funzionare ricevendo addirittura (vedi QUI) una nuova e recentissima autorizzazione
per l’esercizio dell’impianto di trattamento rifiuti. La deroga integra
l’autorizzazione vigente permettendo ulteriori attività legate ai rifiuti
ingombranti prodotti dalla recente esondazione del fiume Magra in data 11
dicembre 2017 .
Questo
impianto come ammesso dai rappresentanti della Provincia nonché dai
rappresentanti della azienda che lo gestisce, deve andare ad una nuova
autorizzazione: autorizzazione integrata ambientale.
Il rappresentante legale dell’azienda di Cerri di Follo si è fatto sostituire dalla consorte ma la prima domanda che sorge è: questo impianto può ottenere la nuova autorizzazione (AIA) dopo l’interdittiva alla luce della sentenza del Consiglio di Stato sopra esaminata per il caso Granulati?
La situazione appare
simile a quella della Granulati e quindi della sentenza del Consiglio di Stato.
Nell’esposto (redatto dal
sottoscritto con l’avvocato Massimo Lombardi) predisposto per i cittadini
residenti nella zona nella estate del 2016 contro l’inquinamento della
Granualti, sottolineavamo come il
trasferimento della rappresentanza legale della ditta alla moglie del titolare
risultasse un tentativo di aggiramento della normativa antimafia. Ciò è stato confermato
dalla sentenza del Consiglio di Stato secondo cui: “Né il rapporto di coniugio – al di là della circostanza, irrilevante,
che i coniugi, residenti in Comuni diversi, avrebbero avviato le pratiche per
separarsi (p. 24 dell’appello incidentale) – né l’esistenza di tali rapporti
tra -OMISSIS- (e la sua famiglia) e la criminalità ‘ndranghetista, quali
peraltro emergono, e in modo molto consistente, dal già menzionato
provvedimento di diniego di iscrizione nella white list, sono stati
efficacemente smentiti, nella loro indubbia oggettiva e pregnante rilevanza
sintomatica, dall’odierna appellante incidentale, che si è limitata a censure
generiche e, comunque, ininfluenti ai fini del decidere.”
Sul punto si veda anche Consiglio di Stato sez. III sentenza 3754/2016: "Quanto ai rapporti di parentela tra titolari, soci, amministratori, direttori generali dell’impresa e familiari che siano soggetti affiliati, organici, contigui alle associazioni mafiose, l’Amministrazione può dare loro rilievo laddove tale rapporto, per la sua natura, intensità, o per altre caratteristiche concrete, lasci ritenere, per la logica del ‘più probabile che non’, che l’impresa abbia una conduzione collettiva e una regìa familiare (di diritto o di fatto, alla quale non risultino estranei detti soggetti) ovvero che le decisioni sulla sua attività possano essere influenzate, anche indirettamente, dalla mafia attraverso la famiglia, o da un affiliato alla mafia mediante il contatto col proprio congiunto." Aggiunge in modo molto significativo la sentenza del Consiglio 3754 del 2016 che la influenza mafiosa: "può essere desunta non dalla considerazione (che sarebbe in sé errata e in contrasto con i principi costituzionali) che il parente di un mafioso sia anch'egli mafioso, ma per la doverosa considerazione, per converso, che la complessa organizzazione della mafia ha una struttura clanica, si fonda e si articola, a livello particellare, sul nucleo fondante della 'famiglia', sicché in una 'famiglia' mafiosa anche il soggetto che non sia attinto da pregiudizio mafioso può subire, nolente, l'influenza del 'capofamiglia' e dell'associazione;
Sul punto si veda anche Consiglio di Stato sez. III sentenza 3754/2016: "Quanto ai rapporti di parentela tra titolari, soci, amministratori, direttori generali dell’impresa e familiari che siano soggetti affiliati, organici, contigui alle associazioni mafiose, l’Amministrazione può dare loro rilievo laddove tale rapporto, per la sua natura, intensità, o per altre caratteristiche concrete, lasci ritenere, per la logica del ‘più probabile che non’, che l’impresa abbia una conduzione collettiva e una regìa familiare (di diritto o di fatto, alla quale non risultino estranei detti soggetti) ovvero che le decisioni sulla sua attività possano essere influenzate, anche indirettamente, dalla mafia attraverso la famiglia, o da un affiliato alla mafia mediante il contatto col proprio congiunto." Aggiunge in modo molto significativo la sentenza del Consiglio 3754 del 2016 che la influenza mafiosa: "può essere desunta non dalla considerazione (che sarebbe in sé errata e in contrasto con i principi costituzionali) che il parente di un mafioso sia anch'egli mafioso, ma per la doverosa considerazione, per converso, che la complessa organizzazione della mafia ha una struttura clanica, si fonda e si articola, a livello particellare, sul nucleo fondante della 'famiglia', sicché in una 'famiglia' mafiosa anche il soggetto che non sia attinto da pregiudizio mafioso può subire, nolente, l'influenza del 'capofamiglia' e dell'associazione;
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hanno dunque rilevanza circostanze obiettive (a titolo meramente
esemplificativo, ad es., la convivenza, la cointeressenza di interessi
economici, il coinvolgimento nei medesimi fatti, che pur non abbiano dato luogo
a condanne in sede penale) e rilevano le peculiari realtà locali, ben potendo
l'Amministrazione evidenziare come sia stata accertata l'esistenza - su un'area
più o meno estesa - del controllo di una 'famiglia' e del sostanziale
coinvolgimento dei suoi componenti (a fortiori se questi non risultino avere
proprie fonti legittime di reddito)."
La seconda domanda è nel
caso dell’impianto di Cerri di Follo sono stata svolte adeguate indagini sugli eventuali
legami tra i due coniugi in relazione al provvedimento di interdittiva come
richiesto dalla sentenza del Consiglio di Stato nel passaggio sopra riportato
oltre che dalla normativa antimafia? Perché
se così non fosse se tali verifiche non sono state fatte dalle autorità
competenti possiamo porci una terza domanda: esistono più interpretazioni della
interdittiva e dei suoi effetti nella nostra Provincia?
Attendiamo chiarimenti…
NEL FRATTEMPO E A
PRESCINDERE DALLA INTERDITTIVA L’IMPIANTO IN LOCALITà CERRI DI FOLLO CONTINUA A
VIOLARE LA AUTORIZZAZIONE VIGENTE STOCCANDO RIFIUTI IN MODO ANOMALO NEL PIAZZALE
ANTISTANTE IL CAPANNONE COME DIMOSTRATO DALLA FOTO QUI A FIANCO SCATTATA OGGI.
Non provo a spiegare neppure perchè ulteriormente.
Leggetevi questi due post:
del 27 settembre 2016 : QUI
del 16 novembre 2017: QUI
Ma credo che la foto sia sufficiente più di mille parole scritte!
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