sabato 6 maggio 2017

Impianto rifiuti Cerri di Follo: non prendiamo in giro i cittadini residenti


Le analisi sulle ricadute dei fumi dopo l’incendio all’impianto trattamento rifiuti in località Cerri di Follo sembrano aver dato risultati positivi. 
Non ci sarebbe  quindi nessun rischio di metalli pesanti e diossine.
Era direi piuttosto ovvio nel senso che, per fortuna, l’incendio è durato troppo poco, per comportare concentrazioni stabili di grosse quantità di inquinanti.

Peccato che il nodo principale della questione non sia questo. Così come non è rilevante l’impegno della ditta a recintare l’area (che per legge doveva essere recintata dalla sua apertura!)  o mettere la sorveglianza notturna, peraltro un modo chiaro per tentare di scaricare ogni colpa degli incendi su qualcuno esterno alla gestione dell'impianto. 
aggiungo infine non è neppure fondamentale che l’Arpal faccia un monitoraggio della qualità dell’aria nella zone per qualche settimana.
Ma allora cosa è fondamentale?

Semplice: rispettare la legge e cambiare la autorizzazione attuale a questo impianto come condizione per una sua riapertura!

RISPETTARE LA LEGGE
L’impianto attuale fino ad oggi non ha rispettato:
il comma 11 articolo 208 del DLgs 152/2006 : “11. L'autorizzazione individua le condizioni e le prescrizioni necessarie…
comma 4 articolo 256 del DLgs 152/2006: “4..inosservanza delle prescrizioni contenute o richiamate nelle autorizzazioni..”
Quali sono le prescrizioni sicuramente non rispettate da anni? Eccole:
a) lo stoccaggio dei rifiuti potrà avvenire solo nelle aree individuate nella planimetria pervenuta in data 18 aprile 2004
b) lo stoccaggio all’esterno dei capannoni potrà avvenire solo in contenitori muniti di copertura
c) in caso di stoccaggio esterno dei rifiuti, sia posta particolare attenzione alla raccolta delle acque piovane al fine di evitare che le stesse, venendo a contatto con i rifiuti, possano inquinare la falda o direttamente i corsi d’acqua,
d) lo stoccaggio esterno comunque dovrà essere dotato di appositi sistemi di copertura e avvenire su adeguata pavimentazione e non superare mai i limiti di quantità stoccabili.



CAMBIARE L’ATTUALE AUTORIZZAZIONE ALL’IMPIANTO
Ma come mai l’impianto non  ha rispettato le prescrizioni sopra elencate? Semplice perché nella sua attuale struttura non è in grado di rispettarle. Non sono io a scriverlo ma lo hanno dichiarato i rappresentanti legali della ditta che gestisce l’impianto in questione. Lo hanno dichiarato nella audizione dei cittadini residenti davanti alla commissione consiliare del Comune di Follo come riporto nella foto a fianco.




In sostanza come ammesso dagli stessi rappresentanti della ditta solo con un ampliamento e ristrutturazione dell’impianto potranno essere evitati i cumuli di rifiuti nei piazzali tanto per capirci. Ma questo dovrà comportare una nuova autorizzazione (Autorizzazione Integrata Ambientale: AIA) e questa avrà un iter di circa 1 anno e comunque molto lungo come ammette lo stesso rappresentante legale della ditta come dimostra questa foto a fianco a stralcio del verbale della Commissione già citato.



CONCLUSIONI
Per evitare che si riproducano le condizioni che hanno portato ad anni di disagi e sicuramente se non agli incendi in quanto tali alla moltiplicazione dei loro effetti ambientali sui residenti della zona, non basteranno i “monitoraggi” dell’Arpal. Ci vuole   una autorizzazione provvisoria che riduca radicalmente la quantità dei rifiuti in attesa della nuova procedura di autorizzazione legata alla ristrutturazione dell’impianto che comunque richiederà oltre all’AIA anche una Valutazione di Impatto Ambientale e sanitaria al fine di verificare la compatibilità di un impianto di queste dimensioni con un sito che vede una  forte presenza di residenza civile.

Questa è la vera questione che deve essere affrontata. A questo punto la palla è in mano alla Provincia se vorrà esercitare le sue competenze autorizzatorie ricordandosi le finalità di queste competenze ex articolo 178 DLgs 152/2006:
1. La gestione dei rifiuti è effettuata conformemente ai principi di precauzione, di prevenzione, di sostenibilità, di proporzionalità, di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione, nell'utilizzo e nel consumo di beni da cui originano i rifiuti, nonché del principio chi inquina paga.”. 






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