Come annunciato sul mio
profilo di fb sviluppo di seguito una serie di richieste che avanzo ai
candidati alle elezioni regionali che hanno messo al centro della loro campagna
i temi ambientalisti.
L'annullamento degli atti della Giunta Toti sulla Autonomia Regionale
Non ho ovviamente la pretesa di toccare tutte, in assoluto, le problematiche ambientali della provincia spezzina e mi scuso fin d'ora se ne lascio fuori qualcuna.
Il mio è per ora un
primo approccio sia di merito che di metodo, centrato soprattutto sulla provincia spezzina ma non solo come vedrete. Un approccio volto a capire se dietro gli slogan
sulla green economy la economia
circolare e il c.d turismo sostenibile, ci sia anche la consapevolezza dei temi principali e del modo concreto di
affrontarli.
Per ora ho visto solo
slogan, carini ma proprio per questo inutili, mentre i problemi o marciscono o
stanno prendendo soluzioni che con la green economy c’entrano come il “cavolo a
merenda”.
Sia chiaro, non sono nato
ieri, potrebbe succedere che i candidati accettino tutte le richieste che di
seguito vado ad illustrare per poi rimangiarsele dopo le elezioni. Come vedrete
le mie richieste hanno linkati riferimenti puntuali attuativi rispetto ai quali
non è possibile trovare scuse del tipo “non si può fare”. Tutte le mie
richieste sono fattibili giuridicamente perché frutto di approfondimenti di
anni, di conseguenza è questione solo di volontà politica. Aggiungo che sottoscrivere quanto
chiedo non è solo un impegno elettorale generico, non sono slogan ma azioni
sostenute da atti concreti. In sostanza
non sfuggirete alle vostre responsabilità se dopo le elezioni farete i furbi statene certi ma già ora per aderire
alle mie richieste occorrerà dimostrare di averle studiate e capite.
Buona lettura…
PIANO REGOLATORE DEL PORTO SPEZZINO
Il Documento di
Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS) approvato dalla Regione Liguria
recentemente dopo il passaggio in Comitato di gestione della Autorità di
Sistema Portuale formalizza la decisione di considerare il Piano Regolatore
Portuale spezzino del 2006 valido e da realizzare completamente. Trattasi di un
Piano vecchio di 14 anni fondato su uno
studio di economia portuale del 1990, un piano che fino ad oggi nelle parti
attuate o in attuazione non ha mai rispettato sia le prescrizioni urbanistiche
del Consiglio Regionale che quelle ambientali della VIA del Ministero
dell'Ambiente (vedi QUI).
Un Piano Regolatore Portuale del 2006 che, sotto il profilo ambientale, è
fondato su una VIA (Decreto Ministero Ambiente del 11/4/2006 n° 317) scaduta
dal 2011 secondo la legge vigente ad oggi. Quindi questo Piano oltre a non
avere rispettato le prescrizioni emanate al momento della sua
valutazione/approvazione si fonda su
valutazioni socioeconomico e ambientali superate (QUI).
Premesso che nel 2006 non
era ancora vigente la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che oggi è invece
pienamente in vigore ed è obbligatoria per i Piani Regolatori Portuali, la
domanda che rivolgo ai candidati
ambientalisti o che si dichiarano tali è la seguente: siete disponibili ad
impegnarvi una volta eletti a chiedere la applicazione della VAS alle fasi attuative del Piano Regolatore
Portuale del 2006 ?
Non accetto la risposta “è
troppo tardi ormai”. Giuridicamente si può fare anzi per me è un obbligo di
legge, dimostrate il contrario io sarò qui a controbattere ma lo dovete
dimostrare, il tempo del cazzeggio politichese per chi si candida da ambientalista
a governare la Regione, sempre che sia mai iniziato, è finito per sempre!
DRAGAGGI NEL PORTO DI SPEZIA
Nonostante il processo in
corso per violazione delle normativa in materia di dragaggio bonifica ,
violazione confermata da sentenza della Cassazione (vedi QUI),
sono già stati realizzati nuovi dragaggi (in aree limitate) e tra poco
arriveranno nuovi dragaggi più imponenti legati all’ampliamento del porto anche
per navi con maggiore pescaggio.
A candidati ambientalisti o che si dichiarano tali chiedo che i nuovi dragaggi rispettino le indicazioni
della giurisprudenza in materia (da ultimo vedi QUI)
ma anche del Progetto Preliminare
dell’ICRAM non è un semplice studio a valenza scientifica ma
è attuativo del Decreto Ministeriale che ha istituito e perimetrato
il sito di bonifica di Pitelli a sua volta in attuazione della legge nazionale,
all’epoca ancora il DLgs 22/1997 (articolo 17). Il Progetto è stato approvato
con Conferenza dei Servizi del 24 marzo 2004. Questa è la condizione per
evitare un nuovo disastro ambientale al nostro golfo in danno sia dell’ecosistema
marino ma anche delle attività storiche che in questo ambito si svolgono a
cominciare dalla mitilicoltura.
PROGETTO BIODIGESTORE A VEZZANO LIGURE – PRODUZIONE COMBUSTIBILE
SOLIDO SECONDARIO (CSS) E NUOVA
PIANIFICAZIONE PROVINCIALE E REGIONALE
Tutti o quasi i candidati
alle prossime regionali, almeno nella circoscrizione spezzina, si dichiarano contrari al sito
individuato, in modo a mio avviso illegittimo, in località Saliceti (Vezzano
Ligure) per il progetto di biodigestore per il trattamento di rifiuti organici.
La questione però, per chi
si candida al governo della Regione, non può limitarsi a dire no al sito di
Saliceti ma deve comportare un chiarimento su quale pianificazione di gestione
dei rifiuti in Liguria. In data 6 agosto 2018 scrivevo sul mio blog che il
Piano di Area Provinciale poi recepito nel Piano di Ambito Regionale era già illegittimo
prima ancora dello spostamento del sito del progetto di biodigestore da
Boscalino a Saliceti (vedi QUI).
Per non parlare del fatto che la logica dei biodigestori come soluzione
unilaterale per la gestione dell’organico (al di la della questione dei siti) è
già nel Piano Regionale Rifiuti del 2015.
Aggiungo che già il Piano Regionale del 2015 e successivamente un Protocollo della Regione del 2016 (vedi QUI) promuove l’uso del combustibile solido secondario (CSS) poi ripreso dai Piani di Area Provinciale recepiti nel Piano di Ambito Regionale.
Aggiungo che già il Piano Regionale del 2015 e successivamente un Protocollo della Regione del 2016 (vedi QUI) promuove l’uso del combustibile solido secondario (CSS) poi ripreso dai Piani di Area Provinciale recepiti nel Piano di Ambito Regionale.
Quindi quello che chiedo ai candidati ambientalisti o che si
dichiarano tali è quindi se intendono oltre che contrastare il sito di
Saliceti per il progetto di Biodigestore anche riavviare una nuova
pianificazione di area per scenari alternativi non solo sui siti ma anche sulle
tecnologie di gestione della chiusura del ciclo dei rifiuti e questo sia per
biodigestori che per l’uso del CSS.
Quindi di conseguenza chiedo che ci si impegni ad abrogare la Delibera di
Giunta Regionale che a suo tempo approvò la produzione e l’uso del CSS in
Liguria.
PROGETTO CENTRALE A GAS AL POSTO DELLA
CENTRALE A CARBONE SPEZZINA
Sul progetto di centrale a
gas tutti i candidati alle elezioni regionali si dichiarano contro il progetto
ma nessuno svolge una analisi adeguata alla fase storica e alla vigente
normativa non solo in materia ambientale ma di mercato interno della energia
elettrica.
I due principali
schieramenti di centro destra e centro sinistra , colti da improvviso furore
ambientalista, si sperticano nel dichiarare la loro contrarietà al gas ma
facendo questo in realtà si limitano a scaricare le responsabilità da un parte all’altra
senza individuare precisamente cosa dovrebbero fare le principali istituzioni
coinvolte (Governo Nazionale e Regione guarda caso governate dai suddetti schieramenti), troppo comodo!
Quello che chiedo ai candidati ambientalisti o che si
dichiarano tali è di impegnarsi una volta eletti ad usare il potere di
Intesa della Regione per riaprire un Tavolo a livello ministeriale che usi i
poteri di flessibilità del mercato interno della energia elettrica nel definire la tipologia di tecnologie e di fonti energetiche per la gestione della transizione della
generazione elettrica a sole fonti rinnovabili al 2025,non limitandosi solo alle fonti fossili. Allo stesso modo i suddetti
candidati, se nel centro sinistra, devono stigmatizzare le attuali
responsabilità del Governo Nazionale che ha totalmente delegato la gestione di
detta transizione a soggetti tecnici (Terna) e imprenditoriali (Enel e non
solo) come ho spiegato più volte nel mio blog da ultimo QUI e QUI.
BONIFICA SITO DI PITELLI
Il sito di Pitelli come è
noto è stato declassificato (dal centro
sinistra) da nazionale a regionale in modo illegittimo come sancito da una
sentenza del TAR Lazio (su altro sito ma con principi applicabili anche al caso
di Pitelli). Questa declassificazione non ha minimamente affrontato il completamento della bonifica del sito sia
per la parte a mare che per buona parte di quella a terra, senza contare che
quelle poche volte che si è scavato anche in aree contermini al perimetro del
sito di bonifica si sono trovati interramenti
abusivi di rifiuti pericolosi.
Ai candidati ambientalisti o che si dichiarano tali chiedo un impegno ad attuare quanto previsto da due
mozioni approvate a stragrande maggioranza dal consiglio Comunale spezzino e
dal Consiglio Regionale in particolare su questi due punti fondamentali:
1. avviare,
con la collaborazione di Regione Liguria, Provincia ed Arpal una immediata
campagna di monitoraggio integrativa di quella svolta fino a ora, a partire
dalle aree ancora non caratterizzate, utilizzando strumenti
geodiagnostici adeguati
2.
predisporre un piano tecnico e finanziario, anche attraverso il reperimento di
risorse private, oltre a quelle regionali, nazionali e comunitarie: utilizzando
tutte le procedure di semplificazione che la normativa ha introdotto da anni
per il coinvolgimenti dei privati nelle attività di bonifica.
3. fino a quando non verranno realizzati i suddetti due punti ogni intervento in questa zona non dovrà avere l'avvallo della Regione per la parte di sua competenza.
AREE MILITARI E RISCHIO AMBIENTALE E
SANITARIO
Nel golfo di Spezia
sussistono presenze militari che ad oggi non risultano adeguatamente monitorate
non solo dalle autorità civili ma anche da quelle militari.
I candidati ambientalisti o che si dichiarano tali devono impegnarsi se eletti a:
1.
avviare un piano di bonifica complessivo dalla presenza di amianto in Arsenale
Militare;
2.
far cessare il gioco di rimpalli tra autorità militari, ministero difesa e
autorità civili sul monitoraggio della effettiva quantità di amianto presente
in arsenale (vedi QUI);
3.
bloccare qualsiasi nuovo cantiere di demolizione di navi militari anche alla
luce della gestione assolutamente non trasparente dei due precedenti (vedi QUI);
4.
avviare una vera bonifica della discarica c.d. “campo in ferro” in località
Marola, ad oggi abbandonata ad un confuso progetto di auto bonifica “floreale”,
il tutto in violazione del Decreto
Ministeriale 22/10/2009 . Secondo questo decreto, se i rifiuti
contenuti in siti di bonifica di aree militari rientrano nelle categorie
di cui ad un altro DECRETO 6 marzo 2008 (Decreto
(sui rifiuti da armamenti e sistemi di difesa) , devono essere rimossi
secondo delle procedure speciali disciplinate dal sopra citato Decreto
22/10/2009. Nessuna rimozione dei rifiuti e quindi nessuna vera bonifica di
questa are ma solo una messa in sicurezza e avvio di attività di
fitodepurazione di cui non si sa quasi nulla;
5.
applicazione della normativa ambientale del Codice dell’Ordinamento Militare a
cominciare dalla estensione dei poteri e della composizione dell’Osservatorio
creato a suo tempo in Regione e che non ha mai funzionato (vedi QUI);
6.attuare
la mozione approvata in Consiglio Regionale ( ma totalmente rimossa anche dalla
opposizione di centro sinistra)che tra le altre cose prevede: “Promuovere la
elaborazione ed approvazione di apposito accordo di programma per l’avvio della
caratterizzazione delle aree militari interne al sito di Pitelli, verificando
anche l’opportunità di utilizzare nel caso di mancata risposta da parte dei
Ministeri competenti (Difesa ed Ambiente) nonché delle autorità militari
competenti anche i poteri di ordinanza che la legge riconosce anche per
l’inquinamento delle aree militari nel momento in cui questo possa produrre un
danno all’ambiente e alla salute del territorio comunale circostante”;
7.
attuare il Codice dell’Ordinamento Militare per le strutture con
potenziali emissioni elettromagnetiche (radar su navi,
impianti di trasmissione). Quindi sul punto si tratta di recepire quanto
previsto dalla legge quadro sull’inquinamento elettromagnetico che prevede la
gestione di tali strumentazioni, con specifici accordi, da parte di appositi Comitati Misti
Paritetici tra Autorità Militari e Regioni.
RISCHIO INCIDENTI INDUSTRIALI NEL GOLFO DI
SPEZIA
Come è noto nel nostro
golfo insistono vari impianti classificate a rischio di incidente rilevante
secondo la normativa Seveso III: rigassificatore, centrale Enel, impianto POL
Nato per lo scarico del carburante degli aree militari. A questi impianti
occorre aggiungere il trasporto via mare ma anche via terra di sostanze
pericolose nonché la presenza di naviglio Nato a propulsione nucleare. In un
quadro di questo tipo sta per arrivare un nuovo progetto (c.d. SMALL SCALE GNL)
per il trasporto (via navetta) e lo stoccaggio di gnl per autotrasporto a terra
e per le navi.
Tutto questo avviene in un
quadro normativo che non prevede più alcun Rapporto di Sicurezza Portuale e
relativi piani di emergenza per tutta l’area portuale, grazie all’impegno della
lobby portuale che ha fatto cancellare tali obblighi sia dalla normativa
nazionale sulla Seveso III che dalla legge quadro sui porti.
Il tentativo di impegnare
la Regione a riattivare strumenti di prevenzione degli incidenti per le intere
aree portuali liguri è stato bocciato in Consiglio Regionale anche grazie al
centro sinistra con una sua pelosa astensione (QUI).
I candidati ambientalisti o che si dichiarano tali devono impegnarsi ad attuare quanto previsto dalla linee
guida del Sistema Nazionale delle Agenzie per la Protezione Ambientale (vedi QUI) che individuano
gli indirizzi per la redazione di un Piano di Emergenza Portuale (PEP)
valido nel caso o meno di presenza di aziende Seveso e dovrà comprendere gli
aspetti derivanti dallo stoccaggio, anche temporaneo, ed il trasporto di merci
pericolose in ambito portuale.
In secondo luogo i candidati ambientalisti devono impegnarsi a porre il veto alla Intesa da
parte della Regione al progetto Small Scale GNL fino a quando non verrà
realizzato quanto previsto da dette linee guida. Solo dopo avere predisposto un
nuovo Rapporto di Sicurezza Portuale (quali rischi di incidenti e come
prevenirli) e relativo Piano di Emergenza Portuale (cosa fare dopo incidente)
si potrà valutare la sostenibilità non solo di detto progetto ma anche del
permanere della presenza del rigassificatore in pieno golfo.
INFINE 5 QUESTIONI GENERALI PER TUTTA LA REGIONE
La riforma dell'ARPAL
Arpal deve
essere riformata diventando una vera Autorità Ambientale terza anche rispetto
alla Regione, sia per le nomine del Direttore Generale e dei Dipartimenti sia per
i finanziamenti che non devono più
essere legati alla programmazione decisa ogni anno dalla Giunta Regionale di
turno. Allo stesso tempo occorre che si creino obbligatoriamente forme di
coordinamento tra strutture Arpal e Dipartimenti Prevenzione ASL nei processi decisionali a rilevanza
ambientale di competenza regionale
I candidati ambientalisti o che si dichiarano tali devono impegnarsi ad abrogare la attuale legge
regionale che disciplina struttura e funzioni di Arpal e quindi riformarla secondo i chiari
indirizzi sopra indicati.
Sulla autonomia Regionale le proposta avanzate dalla Regione Liguria attraverso
appositi atti di indirizzo contengono richieste chiaramente incostituzionali che se
approvati in accordo con il Governo Nazionale (come prevede la procedura ex
articolo 116 della Costituzione) produrrebbero una situazione da “far west”
nelle decisioni ambientali regionali come ad esempio quella sulla definizione
di rifiuto ma non solo.
Per una analisi di queste
richieste della Regione vedi QUI.
I candidati ambientalisti o che si dichiarano tali devono impegnarsi ad abrogare gli atti di indirizzo
della Regione sul Regionalismo Differenziato
La Valutazione di Impatto Sanitario Obbligatoria
Attualmente la Valutazione
di Impatto Sanitario o Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario
non è obbligatoria per le procedure di
VIA e di VAS di competenza della Regione Liguria. Esiste una delibera di giunta
regionale che però costituisce solo delle linee guida sistematicamente rimosse
nelle specifiche procedure di valutazione di progetti fortemente impattanti su
ambiente e salute.
La materia in questo caso
rientra nella competenza esclusiva dello Stato ma la Regione volendo può
disciplinare quanto sopra obbligatoriamente. Infatti il parametro salute
pubblica è previsto dal testo unico ambientale sia per le procedura di VAS che
di VIA ma anche per quelle di AIA (vedi parere obbligatorio del Sindaco come
autorità sanitaria secondo il Testo Unico Leggi Sanitarie del 1934 tutt’ora in
vigore.
I candidati ambientalisti o che si dichiarano tali devono impegnarsi una volta eletti a far approvare
dalla nuova giunta una delibera che disciplini la valutazione del parametro
salute pubblica (nelle procedura di VAS e di VIA) rispettando obbligatoriamente quanto contenuto
in tale delibera.
Per le procedura di AIA
detta delibera deve servire da riferimento metodologico operativo per redigere
il Parere Sanitario obbligatorio da parte dei Sindaci.
Sul progetto infrastrutturale della Gronda di
Genova
Molto spesso abbiamo
assistito in questi anni ad un modo totalmente illegittimo e comunque anomalo
di gestire le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale che ormai,
soprattutto in Liguria, sono diventate procedure di giustificazione di opere da
fare ad ogni costo e non procedure di valutazione preventiva dell'impatto di un
progetto su ambiente salute. Un esempio in questo caso è il progetto
della Gronda. Occorre come motivo ampiamente QUI, riaprire la procedura di VIA
su questo progetto non per fare del formalismo burocratico ma per i seguenti
motivi:
1. prima di tutto sul
rinvio continuo a studi e monitoraggi addirittura dopo la realizzazione
dell’opera per problematiche di grande rischio come quelle idrogeologiche,
idrauliche e relative al possibile isterilimento delle numerose sorgenti
2. sulla mancata
considerazione delle numerose osservazioni del pubblico sui suddetti rischi
3. sulla mancata
valutazione di alternative reali secondo gli indirizzi descritti
dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale
4. sulla mancata
valutazione delle alternative emerse nel Dibattito Pubblico all’interno del
procedimento di VIA di fatto quindi aggirando perfino quel limitato percorso
partecipativo
5. sulla mancata
applicazione dei principi innovativi in materia di partecipazione del pubblico
dentro il procedimento ordinario di VIA, unica garanzia per far si che la VIA prendesse
in considerazione ulteriori alternative considerato che rispetto alla
conclusione della VIA sono ormai passati 5 anni e si è deciso oltretutto di
prorogarla senza colmare tutte le lacune istruttorie e procedurali emerse.
I candidati ambientalisti o che si dichiarano tali devono impegnarsi a riaprire questo procedimento di VIA pena il rischio di produrre un disastro ambientale di proporzioni strategiche nella zona interessata dal progetto, ma soprattutto per impedire che la VIA nata per prevenire gli impatti ambientali venga usata come fosse un bollino da staccare una tantum come peraltro è avvenuto anche il progetto del Terzo Valico (vedi QUI).
Sulla Green Economy
Sul tema in generale
nessun candidato ad oggi ha chiarito due cose fondamentali:
1.il Governo nazionale ha
prodotto una pioggia di incentivi frammentati rispetto ai quali le Regioni
devono chiedere un riordino immediato per evitare quello che in parte sta
già avvenendo di trasformarli in una sorta di distribuzione di soldi
pubblici alle varie lobby industriali
2. la Regione dovrà
impegnarsi a strutturare il sistema degli incentivi nazionale da
attuare e degli incentivi frutto della sua autonomia , creando
strumenti di pianificazione e programmazione fondati su parametri vincolanti in
chiave di bilanci ambientali
I candidati ambientalisti
o che si dichiarano tali devono impegnarsi ad approvare una legge
regionale con apposito regolamento tecnico per riordinare quanto previsto in
particolare al punto 2 sopra riportato.
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