Come
avevo scritto, su questo blog, la Conferenza dei Servizi del 8 ottobre 2014, convocata dal Comune di
Vezzano Ligure, aveva dato via libera alla adozione (da parte della Provincia)
e alla successiva approvazione (da parte del Comune) della nuova autorizzazione
all’impianto gestito dalla Granulati Muto.
Un
impianto situato in località Lagoscuro nel Comune di Vezzano Ligure che lavora
inerti per lo più dalle cave di marmo per produrre ciottolati per giardini.
Un impianto la cui ditta che lo gestisce è ora sottoposta ad un provvedimento interdittivo antimafia con conseguenze paradossali sotto il profilo ambientale e sanitario a danno dei cittadini invece che in danno di chi è accusato di infiltrazione mafiosa ('ndrangheta per la precisione) come spiego di seguito in questo post.....
IMPIANTO
INERTI DI LAGOSCURO: UNA ATTIVITÀ DA SEMPRE CONTRO LA SALUTE DEI CITTADINI
RESIDENTI, NELLA INERZIA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Un
impianto che da anni, nell’inerzia delle autorità preposte a cominciare dal
Comune di Vezzano Ligure, produce gravi disagi sia per i rumori che per le
polveri a decine di famiglie che hanno le case a pochissima distanza dall’impianto
(vedi QUI).
Un
impianto oggetto di vari sequestri della Magistratura (addirittura una parte
della attività è tutt’ora sotto sequestro per violazione della normativa
ambientale – vedi QUI).
Un
impianto in parte dissequestrato solo ed unicamente per vizi formali nella
redazione del verbale di sequestro (vedi QUI).
Un
impianto che non è mai stato oggetto fino ad ora di adeguate istruttorie
autorizzative che mettessero al primo posto la tutela della salute (vedi QUI) da
parte in primo luogo del Comune di Vezzano Ligure e dell’Asl spezzina oltre che
degli altri enti interessati Provincia, Parco della Magra Monte Marcello, Arpal.
Un
impianto come scrivevo qualche mese fa (10 febbraio 2015) gestito da una
famiglia da anni sotto la lente di indagine delle procure antimafia, indagine ora tradotta in un provvedimento interdittivo.
I LIMITI
AMBIENTALI E DI PREVENZIONE SANITARIA DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI DELL’8
OTTOBRE 2014
Come
ho avuto modo di spiegare la conferenza dei servizi che aveva dato via libera
al rilascio della nuova autorizzazione prevedeva, per la prima volta, delle
prescrizioni di tutela ambientale sanitaria, leggermente più significative. In
particolare relativamente alla durata di esercizio della attività degli
impianti per l’impatto acustico sulle abitazioni limitrofe, sul punto il verbale afferma: “le
fasce orarie di funzionamento dell’impianto saranno dalle 6 alle 22 dei giorni
feriali”. Mancava comunque una seria analisi
dell’impatto sanitario reale e potenziale dell’impianto, mancavano prescrizioni più stringenti per limitare le
emissioni di polveri e rumori (vedi QUI).
La
Conferenza dei Servizi si è tenuta lo scorso 8 ottobre 2014 (per il testo del
verbale vedi QUI) ,
da allora sono quindi passati circa 7 mesi, ma anche quelle minime prescrizioni
introdotte dalla conferenza non sono state
tradotte in una autorizzazione formale. Il risultato che la ditta
Granulati Muto come risulta anche dalle foto che riproduco in questo post,
continua a lavorare in condizioni di assoluta anarchia, senza peraltro rispettare
neppure le fasce orarie dei feriali e il divieto di lavorare nei festivi.
Il
PROVVEDIMENTO INTERDITTIVO ANTIMAFIA
La
ragione per cui l’autorizzazione non è stata rilasciata ora è nota
ufficialmente. La ditta è stata oggetto di un provvedimento, della Prefettura
di Reggio Emilia, di informazione antimafia
interdittiva ai sensi del comma 3 articolo 84 del DLgs 159/2011 (Codice delle
leggi antimafia). Si tratta del
Provvedimento prot. n. 2225/2014/area i del 21.01.2015.
Come è noto questo provvedimento secondo la vigente
normativa consiste: “nell'attestazione della sussistenza o meno di una delle cause di
decadenza, di sospensione o di divieto di cui all'articolo 67, nonché nell'attestazione
della sussistenza o meno di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa
tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi delle società o imprese
interessate.” Quindi non è
possibile rilasciare la nuova autorizzazione e la Provincia della Spezia ha dovuto
emettere un provvedimento di diniego al rilascio della autorizzazione unica
ambientale.
LE PARADOSSALI CONSEGUENZE AMBIENTALI E SANITARIE DEL
PROVVEDIMENTO ANTIMAFIA RIMOSSE FINO AD ORA DALLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
COMPETENTI
Il provvedimento ANTIMAFIA e quello di diniego di
autorizzazione unica ambientale della Provincia spezzina sono stati impugnati dalla
ditta Granulati Muto srl al TAR Liguria che con apposita ordinanza ha
dichiarato la propria incompetenza a decidere rinviando la decisione al TAR
Emilia Romagna sez. Parma (per il testo della ordinanza vedi QUI). Francamente risulta difficile da pensare che gli avvocati della Granulati Muto non sapessero di questo possibile vizio di competenza, quindi la cosa sembra fatta apposta per far guadagnare tempo alla ditta rispetto alla formalizzazione delle prescrizioni sui limiti orari e nei giorni festivi della sua attività..come dire "a pensare male si fa peccato ma non si sbaglia mai"!
A questo punto, e al di la delle strategie legali dei Muto e dei loro avvocati, considerato che per riassumere la
causa al Tar emiliano potrebbero passare anche oltre tre mesi, il rischio per i
cittadini residenti è che l’impianto in questione continui a funzionare senza adeguate tutele ambientali e sanitarie.
Anche in palese contrasto con le stesse, pur non esaustive come ho riportato sopra,
minime prescrizioni della Conferenza dei
Servizi dello scorso ottobre.
Tali prescrizioni nascevano dalla constatata continua e
reiterata violazione delle prescrizioni ambientali delle autorizzazioni
precedenti, violazione che perdurava anche al momento in cui si tenne detta
Conferenza. Violazioni anche della
stessa Diffida rilasciata dalla Provincia lo scorso 6 agosto 2014, vedi Nota del 8/10/2014 n.46985 allegata al Verbale della Conferenza dei
Servizi).
CONCLUSIONI
Si tratta di una
situazione intollerabile visto inoltre che come segnalatomi da cittadini
residenti la ditta lavora anche nei giorni festivi e superando gli orari serali
spesso abbondantemente, non solo ma continuando a produrre emissioni polverose
consistenti (vedi foto qui a fianco e all'inizio del post).
A questo punto il Sindaco di Vezzano come massima
autorità sanitaria sul territorio comunale dovrebbe intervenire con apposita
ordinanza, immediatamente, per imporre alla ditta Granulati Muto srl almeno il
rispetto delle prescrizioni sugli orari definite dalla Conferenza dei Servizi
dell’8 ottobre 2014. Tale verbale proprio
perché frutto di una istruttoria che limitata ripeto come ho scritto sopra, ha
comunque visto la partecipazione di tutti gli enti competenti. Quindi l’ordinanza
del Sindaco nelle motivazioni che la devono sostenere sarebbe
sostanzialmente già pronta.
Questo atto peraltro sanerebbe l’inerzia di anni da
parte del Comune di Vezzano che non può salvarsi l’anima affermando che la sua
amministrazione si è costituita di fronte al TAR per resistere al ricorso della
Granulati Muto srl contro il provvedimento antimafia. Questa è, sotto il profilo della tutela
preventiva della salute, una scusa vergognosa.
Se il Comune non agisse a tutela della salute dei cittadini interessati, allora lo potrebbe comunque fare la Provincia considerati i poteri di diffida/ordinanza riconosciuti dall'articolo 278 del DLgs 152/2006 (testo unico ambientale) senza considerare quanto previsto dall'articolo 5 del DPR 59/2013 che disciplina il rilascio della autorizzazione unica ambientale che permette di rivedere, integrare le prescrizioni in caso di rinnovo della autorizzazione (come nel caso in esame) al fine di: "impedire il non raggiungimento di obiettivi di qualità ambientale".
Ma a mio avviso al caso in esame potrebbe addirittura essere applicabile la revoca della autorizzazione grazie alla quale (pur con tutte le violazioni spiegate sopra) la Granulati Muto srl continua ad agire in danno della salute dei cittadini. Ciò è previsto dal comma 2 articolo 84 del DLgs 159/2011 (Codice Antimafia), anche se sul punto potrebbe rilevare il cambio di denominazione sociale per cui la vecchia autorizzazione era intestata alla Inerti Muto srl mentre la nuova dovrà essere rilasciata alla Granulati Muto srl che "ovviamente ha un diverso rappresentante legale". In questo caso però considerato che il Prefetto può acquisire, ai fini della emanazione della informativa interdittiva antimafia, "accertamenti pure ai soggetti che risultano poter determinare in qualsiasi modo le scelte o gli indirizzi dell'impresa", quindi non solo il rappresentante legale della Granulati srl raggiunto dal provvedimento di interdittiva. Sul punto si tratta di capire i contenuti del provvedimento prefettizio per capire se sia applicabile, ma quasi sicuramente lo è vista la continuità operativa della ditta in questione, anche la revoca della esistente autorizzazione.
Ma a mio avviso al caso in esame potrebbe addirittura essere applicabile la revoca della autorizzazione grazie alla quale (pur con tutte le violazioni spiegate sopra) la Granulati Muto srl continua ad agire in danno della salute dei cittadini. Ciò è previsto dal comma 2 articolo 84 del DLgs 159/2011 (Codice Antimafia), anche se sul punto potrebbe rilevare il cambio di denominazione sociale per cui la vecchia autorizzazione era intestata alla Inerti Muto srl mentre la nuova dovrà essere rilasciata alla Granulati Muto srl che "ovviamente ha un diverso rappresentante legale". In questo caso però considerato che il Prefetto può acquisire, ai fini della emanazione della informativa interdittiva antimafia, "accertamenti pure ai soggetti che risultano poter determinare in qualsiasi modo le scelte o gli indirizzi dell'impresa", quindi non solo il rappresentante legale della Granulati srl raggiunto dal provvedimento di interdittiva. Sul punto si tratta di capire i contenuti del provvedimento prefettizio per capire se sia applicabile, ma quasi sicuramente lo è vista la continuità operativa della ditta in questione, anche la revoca della esistente autorizzazione.
Comunque sia o la ordinanza - diffida o la revoca della esistente autorizzazione la Pubblica Amministrazione (Provincia e Comune) ha gli strumenti per impedire una situazione paradossale per cui “grazie” ad un
provvedimento così grave come la interdittiva antimafia la Granulati muto srl potrebbe continuare ad agire in totale disprezzo della salute dei cittadini. Ma in questo territorio possono succedere anche queste
cose, anzi stanno succedendo nel caso in esame!
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